Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da agosto, 2022

Castello di Hallwyl

Mi ronzava in testa da parecchio tempo, l'ho rinvita diverse volte per i motivi più disparati, ma oggi sei mio castello di Hallwyl. Quello che più mi incuriosiva di questo maniero era il fatto che fosse completamente circondato dall'acqua, una novità non da poco nella nostzra piccola Svizzera La solita vecchia frustrante sensazione di non riuscire a trasmettere con un immagine lo spettacolo che mi si para davanti agli occhi Quel che caratterizza il castello di Hallwyl é che é completamente circondato dall'acqua. Inoltre per poter soddisfare questa condizione si trova sul piano,  difficile farci l'abitudien dopo la molteplicità di castelli in cima al classico cucuzzolo della montagna. Breve evoluzione del castello che presenta però alcune mancanze Ricostruzioni del castello presenti al museo nazionale di Zurigo Come ogni buon castello c'era la famiglia nobile ad essersi insediata i von Hallwyl in questo caso. Il museo del castello ne propone 4, che io filtro e rimand

Mühlebach e Ernen: Sulle orme di Schiner

28.08.2022. Quella odierna doveva presentarsi come una tranquilla passeggiatina di fine agosto di max 10km pianeggianti. Matheus Schiner di Muhlenberg (1465-1522)  l'inatteso protagonista di giornata. Il suo vero aspetto rimane un mistero, é stato dipinto a posteri dall’artista sciaffusano Tobias Stimmer (1539-1584) come un ecclesiastico guerriero, con berretto cardinalizio e spada. Il profilo spigoloso, il naso prominente e lo sguardo altiero rivelano grande forza di volontà. Stimmer ha reperito il modello per il ritratto nella raccolta del suo contemporaneo, lo storico italiano Paolo Giovio. Schiner nel 1506 negoziò con il papa Giulio II la fornitura di 150 Confederati per la prima guardia pontificia. Ne testimonia il fatto che per una delle pochissime volte decido di non portare nemmeno i bastoni con me. Sulla carta in massimo massimo 3 ore (al famoso ritmo di un pensionato sotto i portici di Locarno) dovrei liquidare la pendenza Il giro in programma, irrisorio,  a patto che non

Cacciafieno e giardini pensili

Siamo soliti a pensare a contadini che con i macchinari più comodi e moderni falciano fieno e coltivano terreni nel massimo del confort. Ebbene non sempre era così, nella vallate il terreno coltivabile era poco e ogni metro quadrato contava. Un buon esempio sono i cacciafieno: ". ..si designano con essa gli abitanti più poveri dell'alta montagna, che s'avventurano a far fieno in posti erbosi, inacessibili al bestiame. Costoro, calzando scarponi forniti di uncini, scalano le rocce più erte e pericolose, e la' dove è necessario si lasciano calare con corde da alte pareti di roccia sui posti erbosi.. " ( Johann Wolfgang von Goethe)   Cacciafieno all'opera Numerosi gli incidenti come testimoniano i diversi ex voto presenti nel cantone. IN prevalenza raffigurano personaggi femminili che erano incaricate dei duri lavori della raccolta del fieno nei luoghi più impervi lavori Tra le più impressionanti raffigurazioni vanoniane della dura vita di montagna, della sperico

Sassello e Naret: 2000m di salita

 Ogni anno mi prefiggo un giro in montagna finale, il traguardo finale. Generalmente inizio a camminare col primo sciogliersi della neve e cerco di arrivare per i giorni con le giornate di sole più lunghe in condizioni per l'obiettivo finale. La parte iniziale dell'impresa Quest'anno l'biettivo é caduto su Pesciüm - passo Sassello - campo la torba - passo Naret - Ossasco Alla vigilia ho un paio di preoccupazioni generali inerenti al giro: la prima funicolare che mi porta a Pesciüm parte solo alle 08:30, rubandomi almeno due ore di luce, inoltre il sentiero che porta da Campo la Torba alla diga del Naret non l'ho mai affrontato. È marcato rigorosamente bianco-rosso-bianco ma dei dubbi mi restano. Il primo obiettivo intermedio é il passo del Sassello che divide la valle Leventina dalla valle Maggia; é un passo che adoro perché tutte le volte che l'ho affrontato non ho mai incontrato esseri umani. Il sentiero da Pesciüm che porta all'alpe di Ravina (denominato