Siamo soliti a pensare a contadini che con i macchinari più comodi e moderni falciano fieno e coltivano terreni nel massimo del confort.
Ebbene non sempre era così, nella vallate il terreno coltivabile era poco e ogni metro quadrato contava.
Un buon esempio sono i cacciafieno: "...si designano con essa gli abitanti più poveri dell'alta montagna, che s'avventurano a far fieno in posti erbosi, inacessibili al bestiame. Costoro, calzando scarponi forniti di uncini, scalano le rocce più erte e pericolose, e la' dove è necessario si lasciano calare con corde da alte pareti di roccia sui posti erbosi.." (Johann Wolfgang von Goethe)
Cacciafieno all'opera
Tra le più impressionanti raffigurazioni vanoniane della dura vita di montagna, della spericolata raccolta del fieno di bosco. Assai bella la composizione, il triangolo che fanno le due donne e la capra sulla rupe e il poco verde, e la luce che da sinistra rischiara il fondo della valle.
Scena che con lo squallido suo brivido contrasta con la ricca Madonna assistente sulla soffice nuvola.
Giusto riferire questa lode al Vanoni di Giuseppe
Martinola: «Nessuno come lui ha saputo esprimere il poetico e virile senso della vita nostrana: i suoi ex voto ne sono la parlante e validissima testimonianza.» (M 50,88).
Scena che con lo squallido suo brivido contrasta con la ricca Madonna assistente sulla soffice nuvola.
Giusto riferire questa lode al Vanoni di Giuseppe
Martinola: «Nessuno come lui ha saputo esprimere il poetico e virile senso della vita nostrana: i suoi ex voto ne sono la parlante e validissima testimonianza.» (M 50,88).
Spesso poi capita che dove c'é miseria si aggiunge altra miseria; é il caso della val Bavona dove gli scoscendimenti di enormi monoliti nello stretto fondovalle rubano terreno prezioso alla coltivazione.
"....In Val Bavona l'origine dei giardini pensili è da ricercare nella natura. Nel 1500 numerosi scoscendimenti hanno devastato la valle Bavona, come lo testimonia ad esempio la scritta datata 1594 nella Terra di Fontana. La zona d'insediamento doveva essere completamente ricostruita. A causa dei massi rocciosi sparsi qui e la', la terra per l'uso agricolo sul fondovalle si era notevolmente ridotta. Così nella penuria di quei tempi gli abitanti sono divenuti ingegnosi coltivando non l'erba per il fieno ma anche importanti orti su tali massicci di gneis. Questo modo faticoso di coltivazione sulle rocce aveva un vantaggio notevole: così sospesi, la verdura, i cereali e le patate ed il fieno non potevano essere mangiati dagli animali e inoltre il giardini lassù erano protetti dalle inondazioni che regolarmente funestavano la valle. Complessivamente in Valle Bavona contiamo una settantina di giardini pensili. La metà si trova nel bosco, gli altri distribuiti nei prati o nei nucli abitati...."
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