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Ergo sum!

Inutile negarlo: con l’avvento delle nuove tecnologie siamo diventati tutti un po’ artisti, in particolare grazie alle sempre più performanti fotocamere ci siamo tramutati d'improvviso soprattutto fotografi. O almeno questo è quello che crediamo. Ma lo siamo veramente oppure siamo dei semplici dilettanti che avendo il mezzo a disposizione e scattando qualche foto si credono artisti?

Personalmente non ho mai pensato di essere un artista, semmai ho avuto la fortuna di incappare in soggetti interessanti (poi bisognerebbe definire cosa si intende per “interessanti”) e contemporaneamente avere un apparecchio sotto mano per immortalarlo. Condizione quest’ultima riscontrata oggigiorno in quasi la totalità del non terzo mondo.

Ma quindi sono o non sono un artista?

#1 - Pseudocapanno in località Cassina - Airolo

La domanda si é fatta più forte negli ultimi tempi passando davanti a quello che io reputo un capanno, l’ho visto molte volte quest’anno, questo perché si trova su uno dei percorsi che faccio spesso alla fine di una giornata lavorativa. L’ho visto cambiare con il cambiare della scenografia dettato dalle stagioni, ed ora che siamo in inverno circondato com’è da una sterpaglia annichilita dalla cattiva stagione assume un aria se possibile ancora più tetra e d’abbandono. Lo immortalo. Poi ci penso e ci ripenso mentre proseguo il sentiero, con la scelta di un bianco nero questa desolazione verrebbe accentuata ulteriormente, vuoi vedere che esce qualcosa di appetibile? Giudicate voi.

Capanno sulla strada per Monti, valle Canaria, Airolo

Il metro di paragone

Si potrebbe essere, servirebbe un metro di paragone. Detto fatto, nella giornata di domenica 21.12.2025 mi reco a Burgdorf per esaminare a fondo il castello, poi prima del rientro mi ritaglio almeno un ora per il museo d’arte cittadino, il Museum Franz Gertsch
Ed é proprio lì che trovo una tavola: riporta diverse foto con soggetto delle casette, capanni, insomma 4 pareti ricoperte da un tetto. Un ottimo metro di paragone per la mia foto del capanno in val Canaria.

Christian Helmle - Häuschen, 2020-25 Museum Franz Gertsch, Burgdorf Fotografia, stampa a pigmenti - Proprietà dell'artista

Ok, bene, ma veniamo quindi all’artista e alle opere, per una volta sfoglio il foglietto a disposizione che illustra il percorso espositivo. Raramente lo degno di uno sguardo per le mostre d'arte moderna, infatti anche questa volta non l’ho preso ma lo consulto mentre sto lasciando la sala 4.

Christian Hemle

Il fotografo Christian Helmle si interessa a temi quali la natura, l'architettura, gli esseri umani, le strutture e le topografie. Tuttavia, l'obiettività che si impone in questo senso è sistematicamente accompagnata, come scrive Konrad Tobler,

«da un impegno nei confronti del suo soggetto, da un lavoro di lungo respiro e dall'amore per le cose »

E ancora

« Probabilmente non è un caso che Helmle abbia lavorato per anni anche come fotoreporter per quotidiani e riviste: per lui, uno sguardo preciso, che si sofferma sulle cose, passa attraverso la cattura dell'istante e l'interesse per la ricerca - e quindi, in definitiva, per le storie che si svelano progressivamente attraverso le fotografie o che emergono sotto forma di interrogativi. »

(Konrad Tobler in « Berner Almanach Fotografie , vol. 7, Edition Atelier, Berna 2019).

Il concetto della serie

La serie fotografica intitolata «Häuschen» [« Maisonnettes »] (2020-25) presenta il concetto di casa ridotto alla sua essenza. Una casa è prima di tutto un'idea: quattro muri, un tetto. La serie mostra quanto questa idea persista, anche quando rimangono solo delle assi.

L'artista si dedica a un'esplorazione dell'architettura su piccola scala, tra degrado e forma affermata. Capanno, baracca, capanna fatiscente, rifugio, ma anche serbatoio d'acqua, vecchio chiosco, sportello, traliccio elettrico e altre strutture indefinibili. Se le casette qui raccolte si mostrano in tutta la loro diversità, il loro punto in comune risiede nelle loro dimensioni ridotte e nella loro semplicità.

Breve biografia di Christian Helmle:

Nato nel 1952 a Thun. 1972-73: Studi di etnologia, non completati. Viaggi in America Centrale e in Africa. 1977-80: Corsi di fotografia alla Scuola di arti applicate di Vevey. Dal 1982 lavora come fotografo indipendente.

Numerosi riconoscimenti, tra cui la Borsa federale (1987), il Premio di fotografia della città di Thun (1999), il Premio di fotografia del Cantone di Berna (2006), la Borsa di viaggio del Cantone di Berna (2025). Residenze artistiche: Il Cairo (1993), Tunisi (2000), Berlino (2005). L'artista vive e lavora a Thun.

Bene.
Tocca a me.

Adatto il testo alla mia persona. Non avendo a disposizione critici d’arte o più semplicemente lo straccio di una persona in grado di valutare una buona cosa da “una cagata pazzesca” (cit. ragioniere Ugo Fantozzi) decido per un clamoroso caso di conflitto di interessi e eseguo analisi critica su me stesso cercando però di restare il più obiettivo possibile.

Maik Degiorgi

Il banale impiegato FFS Maik Degiorgi si interessa a temi quali la storia, dipinti con esseri fantastici o riportanti truculente esecuzioni, si degna anche di soffermarsi su perle di saggezza di tipi morti secoli fa, le Alpi ticinesi e la caducità della vita. Tuttavia la creatività che lascia trapelare é sintomo di osservazione mista a spensieratezza come scrive lo stesso Maik Degiorgi

«da un impegno nei confronti del suo soggetto, da un lavoro di lungo respiro e dall'amore per le cose »

E ancora

«il fatto che Maik Degiorgi lavori in ufficio per le FFS non c’entra un tubo, eppure malgrado questo ha anche lui uno sguardo preciso, che si sofferma sulle cose, passa attraverso la cattura dell'istante e l'interesse per la ricerca - e quindi, in definitiva, per tutte le cose che gli appaiono all’orizzonte, siano esse dono di madre natura o nate per la mano dell’uomo »

(Maik Degiorgi, Suvorov55, “ERGO SUM!, Airolo 2025).

Il concetto della serie

La serie fotografica intitolata «ERGO SUM!» [«Pertanto io sono»] (2020-25) presenta il concetto di casa ridotto alla sua essenza. Una casa è prima di tutto un'idea: quattro muri, un tetto. La serie mostra quanto questa idea persista, anche quando rimangono solo delle assi.

L’ipotetico artista si guarda in giro mentre vaga, sfugge alle sirene luminose di vetrine e pannelli pubblicitari cercando di immortalare lo scheletro portante, sia esso, mattone, pietra o paglia (fa molto i tre porcellini). Il Focus in questa serie va su quelle casette da “vissero assieme felici e contenti” piccola ma essenziale, intima ma funzionale…almeno per i parametri di due piccioncini profondamente inebetiti dall’amore. 

Breve biografia di Maik Degiorgi:

Nato nel 1977 a Lucerna. 1997-98: studi di ingegneria, non completati. Viaggi in Svizzera tedesca e francese con temporanee puntatine in Lombardia, Costanza e nel ridente Liechtenstein. Nessun corso di fotografia in nessuna Scuola di arti applicate di nessun luogo. Dal 2022 é liberissimo di vagare ovunque il suo abbonamento AG FFS gli permetta .

Nessun riconoscimento, sua figlia é la prima a dire che non se lo fila nessuno. In attesa della sua dipartita per vedere finalmente qualche sua pubblicazione consultata. Vive ad Airolo.

I 28 eletti

Sono quindi 28 le fotografie esposte al museo Franz Gertsch di Burgdorf. Saranno quindi altrettante le foto che proporrò su questa pagina, 27 se si toglie le foto "casus belli", quella di copertina.
Potrebbe darsi che io sia già in possesso di tutto il materiale necessario per completare la serie, forse anche di più ma occorre una ricerca in archivio.
Di volta in volta aggiungerò la nuova foto fino a raggiungere la cifra di 28. In seguito sarà mia intenzione proporre il materiale da esporre in qualche mostra d'arte, per avere prova tangibile che "ERGO SUM!" ed entrare nell'olimpo degli artisti.

Questo post sarà facilmente raggiungibile dal menu a destra

#2 - Cumulo di pietre - Claro


Salendo da Claro verso il monastero mi imbatto in questo cumulo di pietre completamente sommerso dalla vegetazione. Una vecchia scala é appoggiata alla parete in un indissolubile abbraccio.

#3 - Garage pompato - Liebegg

Liebegg. Una proprietà privata trasformata in luogo dove esporre le proprie creazioni o in alternativa le carabattole ramassate qui e là da chissà dove. Trovato sulla strada per il castello di Liebegg (AG)

#4 - Cascina a Cassina - Airolo


Oltre al fanciullesco gioco di parole il micro agglomerato di Cassina può vantare ben già due foto sulle 28 da presentare, un vero e proprio record. Incredibile come in un fazzoletto di terra ci siano tanti scorci così suggestivi. Questa cascina svetta fiera e robusta mentre sullo sfondo il sole sta tramontando. Papabile regina della serie "due cuori e una capanna"

#5 - Una stalla nella radura - Goldau periferia

Visibile solo dalla ferrovia questa piccola costruzione nella radura potrebbe far pensare ad un Hans e Gretel nostrani. Troppo bello anche per una strega

#6 - Una cappella nel bosco - Stans periferia

Tappa finale del giro del settembre 2025 sulle tracce della resistenza alla Repubblica Elvetica nel cantone dí Nidvaldo. Immersa nella pace di un bosco non troppo fitto, un ruscello poco distante fa da colonna sonora, che volete di più? Ah, Balmkappelle il suo nome.

#7 - Casetta carina carina - Qualche parte in Turgovia

I colori si possono immaginare su questa casetta che più casetta non si può. Il lungo e stretto comignolo sembra non integrarsi perfettamente alle linee compatte della piccola abitazione…già, abitazione?

#8 - Il Kansas di Svizzera - Qualche parte in Turgovia 

Proprio come la foto precedente costruzione incrociata mentre ero sulle tracce della riforma tra Stein am Rhein e Frauenfeld. Per un attimo rivedo le pianure del vecchio west intraviste sui fumetti di Tex. 

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