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Arnisee - Sarà difficile lasciare i luoghi, non le genti

Un titolo provocatorio, un pensiero nato durante le ore a stretto contatto con la natura, in completa solitudine. L’Arnisee da un ulteriore spallata verso questo concetto che vede la bellezza della natura imporsi come meraviglia assoluta, silenziosa, capace di accogliere e mai pretendere. 

Arnisee (UR)

C'é moltissimo e pochissimo da dire su questa escursione. La partenza ideale é nel piccolo villaggio di Intschi, da li la scelta: o si sale all'Arnisee con una funivia oppure si opta per il mezzo di trasporto per eccellenza: le proprie gambe

Salire annusando i gerani fuori dalla cabina e osservando gli, scarsissimi, escursionisti che optano per la salita a piedi é un allettante prospettiva. Non per me.

Intschi é proprio un microvillaggio dal transito facile, però se ci si vuole sfondare con un classico cordon bleu c'é un 
 ristorante che lo propone, il Schäfli. Che é anche l'unico di Intschi. Che é pure a fianco della funivia che porta all'Arnisee. Non ci si può sbagliare.

 Intschi. Vista del borgo da sud con l'antica cappella a ovest della strada. 
Litografia di Heinrich Triner, 1830 circa. 

Anche Intschi ha una storia, posta nella vallata della direttissimo asse nord-sud del San Gottardo ha dato filo da torcere richiedendo la costruzione di un ponte ferroviario nelle sue immediatezze

Costruzione del ponte Intschireuss, carro trainato da cavalli sulla Gotthardstrasse, 1882

Intschi. Segheria sul torrente Leutsch. Incisione su acciaio di Gust av Bauernfeind, 1879

Da qualche parte una volta era in esercizio questa segheria che però non trovo. Scendendo poi più tardi verso Gurtnellen incrocio un prototipo minimale di mulino messo li più per divertimento che per uno vero e proprio scopo energetico


La salita é tosta. Quasi tutta nel bosco ma non per questo meno faticosa. Si passa dai 650m di Itschi ai 1370 del laghetto, un dislivello non impossibile ma su un sentiero spesso in forte pendenza. Se suda, è a tratti se si ha ancora fiato si impreca.

E pensare che l'inizio del sentiero é idilliaco, come a spronare e dare lo slancio a chi si appresta ad eseguire la salita: “vieni, percorrimi tutto!”

Giunti a destinazione il panorama appaga pienamente le fatiche spese per raggiungerlo, nulla a che vedere con i pensionati che vi giungono con le biciclette ELETTRICHE, con le loro tenute professionali high tech che contengono a fatica le straripanti panze di bratwurst con bratensauce. Che gusto c'é raggiungere la meta quando, mentre si sale, si può persino fumare e addirittura potrebbe capitare di frenare?
No, bisogna sudare, soffrire, così si può godere veramente dell'obiettivo conquistato!

Si, da qualsiasi lato lo si guarda rapisce il pensiero

Per la discesa opto per qualcosa di più blando e con meno pendenza, una lunga strada carrabile che mi porterà dolcemente nella ridente località di Gurtnellen

Il sentiero giallo dal laghetto a Gurtnellen é quello che ho seguito per reimmergermi nella civiltà del fondovalle

Ci sono ancora panorami degni di nota da osservare scendendo, in particolare a circa 20 minuti dal laghetto, prima che la strada inizi a scendere veramente.

Mi chiedo con insistenza che valle sia quella che mi ritrovo di fronte, per poi realizzare sia la Maderanertal, già esplorata in passato
Il pizzo sulla sinistra é il Chili Windgällen, che troneggia sulla vallata come testimoniano i vari dipinti dei secoli passati

Nell'immagine seguente l'imbocco della Maderanertal sulla destra vista dal fondovalle arrivando da sud

Silenen. Amsteg. Passerelle di legno sul Reuss e sul Chärstelenbach. In primo piano, il rifugio antivalanghe menzionato nel 1617 nella Bristlaui, lungo la vecchia strada che attraversa il Ried. Incisione a contorno colorata da Matthias Gabriel Lory, 1810 circa..

Gurtnellen. Richligen. Vista del borgo davanti all'imponente Chli Windgälle con l'antica cappella Maria Hilf da sud. Incisione a contorno di Franz Xaver Triner, circa 1794.

Gurtnellen come Göschenen é un villaggio che sfugge, frastagliato, diviso da un fiume che non permette di definire con certezza un centro del paese. 

Villaggio di Gurtnellen. Vista da nord. In lontananza la chiesa di Wassen
 Disegno a penna di Franz Xaver Triner, intorno al 1790.

Sta di fatto che una grossa costruzione svetta su tutte

Gurtnellen-Wiler. La scuola dell'architetto Georges Meyer di Andermatt, costruita nel 1906/07, è tutta in stile Burgenromantik.

La storia del comune di Gurtnellen risale probabilmente al primo Medioevo.
Il nome Gurtnellen potrebbe essere di origine romanza:
Cort-in-ella o Cortinelle, che significa “cortile”.

Il villaggio è stato abitato per secoli e menzionato per la prima volta nei secoli XIII e XIV.  Gurtnellen era considerata una comunità di abitanti già dal 1509, mentre alcune figure sono attestate a capo della comunità dal 1688. Nel XVII e XVIII sec. erano in funzione alcune miniere. A sud di Intschi vi era una fonderia e nel XVIII sec. una fabbrica di allume.

Gurtnellen-Wiler. Vista del ponte Wilerbrücke e degli edifici vicini da nord. Acquerello di Franz Xaver Triner, circa 1794.

Documenti risalenti al periodo 1798-1800 riportano l'accoglienza di truppe francesi nel comune.

Già nel XIV secolo la strada che attraversava il Gottardo passava per la zona di Gurtnellen. È ovvio che ogni villaggio e ogni frazione cercasse di trarre vantaggio dal traffico sempre più intenso, che portava lavoro e guadagni, e così ben presto prese forma anche la strada del Gottardo sulla riva destra. I vecchi e semplici ponticelli sul Reuss e sui torrenti furono sostituiti da massicci ponti di legno e furono apportati ulteriori miglioramenti alla via del Gottardo. Negli anni 1819-1896 fu costruita la nuova strada del Gottardo, con un conseguente rapido aumento del traffico carovaniero.

Zgraggentobel e torrente Intschi in Svizzera.

Tra il 1872 e il 1882 iniziò la costruzione della ferrovia e anche l'industria fece il suo ingresso a Gurtnellen. Questo fu di particolare importanza per Gurtnellen-Wiler. Sorsero case residenziali, come ad esempio le tre case sulla piazza della stazione, e nelle cave si lavorava a pieno ritmo.

Anche il numero di abitanti aumentò costantemente, raggiungendo il picco di 1.648 abitanti nel 1920. 

I primi abitanti di Gurtnellen vivevano principalmente di agricoltura. Anche l'estrazione di piombo, rame e argento dalle miniere vicine era importante per la popolazione. Nel periodo di massimo splendore delle cave, qui lavoravano diverse centinaia di persone, soprattutto lavoratori stranieri italiani, alcuni dei quali si sono stabiliti a Gurtnellen.

Dato che Gurtnellen si trova nella zona del granito dell'Aar, in mezzo a giacimenti minerari famosi in tutto il mondo, la ricerca di minerali era un'attività secondaria molto apprezzata dagli abitanti della montagna. Oggi l'agricoltura, l'artigianato e l'industria convivono in modo equilibrato. Il comune ha mantenuto un'agricoltura e un allevamento sani, che possono lavorare anche in condizioni moderne. 

Anche il tempo libero e la vita sociale della popolazione sono ben organizzati. Alcune delle associazioni del villaggio sono state fondate all'inizio di questo secolo, mentre la più antica, la società di tiro a segno, è nata circa 200 anni fa.
Gurtnellen ha anche l'unica società di tiro con la balestra del Cantone di Uri.

Nonostante gli sviluppi di questo secolo, il paese ha saputo mantenere il suo carattere rurale.

Si chiude qui questo mio mini giro che occupa una mezza giornata per chi non sta stare fermo per più di mezz'ora. 

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