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Golzern im Maderanertal

 Uno delle icone della linea ferroviaria di montagna del Gottardo é la chiesetta di Waasen. Grazie alle elicoidali la si vede a più riprese ad angolazioni diverse. Altro punto iconico ma che ha avuto meno successo é il ponte in ferro nei pressi da Amsteg, esso ha un nome, difficilmente pronunciabile ma sempre di nome si tratta: Chärstelenbach

Il ponte nel 1900

Se poi si presta attenzione guardano verso est mentre lo si percorre si noterà una stradina che aggrappata alla montagna risale di fianco alla stretta gola. E il pensiero finisce li. SI perché é difficile immaginare quale incredibile vallata si apre più in altro, una volta che la strada ha risalito la gola. La valle é la Maderanertal ed oggi ho deciso di visitarla.

L'inizio non é dei più promettenti, per prima cosa salgo in macchina, poi mi rendo conto che la strada da sul precipizio e che per tutto il giorno avrò il pensiero che dovrò guidarla per scenderla, mi conosco. Quindi per togliermi il pensiero, scendo di nuovo a valle, posteggio ad Amsteg, mi bevo un caffè e aspetto il bus per risalire.

Sorrido vedendo la decorazione del bar caffé a Amsteg; le due donne che vi lavorano evidentemente sognano altri lidi dopo un anno passato nello stretto fondovalle urano a servire caffé e sfornare gipfeli agli operai della centrale elettrica li vicino

Assurdo? ma non é finita.
A metà valle c'é una piccola funivia che porta in quota.

Mappa della valle con relativi percorsi

Una volta giunto parto convinto verso il laghetto, mi rendo conto che se scendo verso il fondovalle (sentiero nero nr.4) in un batter d'occhio sono alla stazione di partenza. 

Verso il laghetto Golzenersee

Golzerensee 

Decido di complicarmi la vita salendo dal sentiero 5 verso la capanna. Quasi subito un cartello mi arresta, cane pastore da pecore presente, non voglio avere questo problema (proprio come per la macchina) quindi secondo dietrofront, ritorno a pochi metri dall'arrivo della funivia da dove sale il sentiero che sotto sotto avevo in mente di fare da subito, il rosa nro. 6.

Si tratta solo di 600m di dislivello, la difficoltà riseide nel fatto che é una verticale che non concede respiro. Supero dioversa gente che si ferma in continuazione, il mio ritmo non é pazzesco ma é molto regolare e non mi fermo praticamente mai.

Parte finale della salita nel canalone (You Tube)

Arrivo finalmente in cima, lo spettacolo é meraviglioso

Oberchäseren, a sinistra l'Eigenstock e destra lo Gross Windgällen

Se si presta bene attenzione sulla montagna di sinistra fa capolino un pilastro

Dopo essermi rifocillato mi avvio di buona gamba verso la capanna, il primo km é ok poi di improvviso si giunge in una zona esposta. Il sentiero é abbastanza largo ma la sensazione di vuoto che ho sulla destra é al limite, mi agito impreco. Ma dove é finita tutta la gente che ho visto salendo? Mi ritrovo completamente solo su questo fianco e il sentiero sembra continuare così, spero sempre che girato l'angolo la pendenza si addolcisca ma nulla. Ad un certo punto guardo giù, sono esattamente sopra il lago, oso scattare una foto

Golzerensee dall'alto

Da una parte voglio estrarre la mappa per rendermi conto per quanto vada avanti questa zona esposta, dall'altra temo che se constato manchi ancora molto abbia un effetto troppo negativo sul mio umore. Decido comunque di guardare, noto che manca poco e poi la pendenza addolcisce e il sentiero fa una breve salita, poi giunti ad un gruppo di cascine lo scenario cambia completamente

La cascina che segna definitivamente la zona di pericolo

Poco più in la mi attendono paesaggi da cartolina con tanto di ruminanti 
(non faccio altro che fotografare vacche)

non faccio altro che fotografare vacche parte 2

non faccio altro che fotografare vacche parte 3

non faccio altro che fotografare vacche parte 4

Dopo ave lasciato la zona vacche mi dirigo verso la vicina capanna. Sento che questo é uno dei paesaggi migliori che vedrò durante tutta la giornata.

Zona denominata Ortliboden

Capanna Windgällenhütte

Dalla capanna poi ci si dirige sempre più in fondo verso la valle, si attraversano vari fiumiciattoli, alcuni provvisti di ponti, per poi arrivare di fronte ad uno sperone insuperabile, li il sentiero inizia a scendere fino quasi a fondovalle e si comincia a rientrare verso la partenza della funicolare.

Uno dei due punti di interesse che mi si para davanti é l'hotel Maderanertale: capisco subito si tratti del famoso albergo letto più volte sui cartelli. Lo trovo fantasticamente trasandato e il fatto che alcune finestre siano aperte da quel tocco in più di albergo abbandonato. L'aiuola mal curata di una grigia fontana fanno il resto

Scagli la prima pietra chi reputa sia in funzione

Ma poi la sorpresa, stando a questo sito internet l'albergo é in funziuone

Il venerabile Hotel Maderanertal di Balmenegg ha una storia movimentata alle spalle.
L'hotel "Zum Schweizerischen Alpenclub", come si chiamava allora, fu costruito nel 1864 da Albin Indergand, albergatore e consigliere governativo di Amsteg, e da sua moglie Rosa, nata Burkhardt di Basilea. 
 

Era il periodo in cui gli anglosassoni e gli abitanti dell'Unterland scoprivano le montagne e si arrampicavano sulle cime a decine nel tempo libero. Su richiesta dei suoi amici montanari di Basilea, la maggior parte dei quali apparteneva al CAS, fondato poco tempo prima, Albin Indergand non chiamò l'hotel "Zum Balmenwald", come inizialmente previsto, ma "Zum Schweizerischen Alpenclub" (Club Alpino Svizzero), senza che questo creasse alcuna dipendenza o obbligo nei confronti del CAS.

Ben presto la casa non fu più in grado di far fronte alle richieste e al numero sempre crescente di ospiti. Nel 1869 fu costruita la cosiddetta Dépendance. Ad essa seguì un altro nuovo edificio, la Villa. Negli anni successivi, il complesso alberghiero di Balmenegg venne ampliato sempre di più. Presto si aggiunsero una panetteria, una pista da bowling e un ufficio postale.

Su una collina che sovrasta gli edifici, nel 1888 fu costruita una graziosa chiesetta nella quale, oltre alla religione cattolica, veniva celebrata anche una funzione anglicana. In pochi anni fu creato un complesso edilizio con le infrastrutture di un piccolo villaggio. L'arredamento dell'hotel comprendeva anche stanze rivestite con carta da parati artistica, una sala da pranzo e da ballo con grandi specchi, una biblioteca, una sala di lettura, un salone per turisti, un parrucchiere e uno studio medico. Un giardino ben curato e un piccolo laghetto con una barca a remi completavano la dotazione. Sì, per un certo periodo hanno persino emesso un proprio francobollo.

Dopo la prima guerra mondiale fu installata la luce elettrica e fu posata una tubatura per l'acqua calda e fredda. Da quel momento in poi, l'hotel fu gestito come albergo termale. Chiaramente agli ospiti doveva essere offerto un mondo di lusso e comfort, anche in montagna, senza il quale solo una parte degli ospiti sarebbe stata disposta a trascorrere le vacanze nell'isolamento delle Alpi.

L'hotel portò opportunità di lavoro e guadagni alla valle. Fino agli anni Cinquantal'hotel ha dato lavoro a oltre 2 dozzine di persone. La maggior parte di loro proveniva dalla regione e rimasero fedeli agli albergatori per anni.

Il più antico diario della casa, risalente al 1870, mostra che la maggior parte degli ospiti si fermava per più di una settimana. 

Tra gli innumerevoli ospiti che visitarono la Maderanertal, troviamo anche i nomi di famosi statisti cardinali, musicisti, filosofi e scienziati. Il più famoso di questi fu probabilmente Friedrich Nietzsche, che soggiornò nell'hotel nel 1870. Ma anche i capi reali erano tra gli ospiti. Ad esempio, la regina olandese Sonja III, ad esempio, ha reso omaggio alla Maderanertal circa 100 anni fa. Vale anche la pena ricordare che l'esploratore alpino zurighese Albert Heim trascorse diverse estati nell'hotel Maderanertal. I ricercatori di Uri erano altrettanto felici di vedere il collezionista di minerali Ashcroft di Londra, che per il Dipartimento di Mineralogia del British Museum aveva la collezione più completa delle Alpi svizzere, in particolare della Maderanertal e dell'Intschitobel.

L'Hotel SAC divenne così noto ben oltre i confini del Paese. Ha contribuito a far conoscere la zona montana, un tempo incontaminata, e l'intera Maderanertal. Il turismo d'alta montagna decollò proprio in quel periodo. Le numerose guide alpine di Bristen e dintorni ricevettero buoni ordini. Questo fu anche il periodo delle famose prime ascensioni. Alla fine furono costruiti sette rifugi a un giorno di cammino dall'hotel.Non vanno dimenticati i portatori, che trasportavano sulle loro portantine nobili dame - con cappelli a fiori - e gentiluomini benestanti, a volte da Amsteg o Bristen all'Hotel Balmenegg.

L'Hotel Maderanertal rimase di proprietà della famiglia Indergand per esattamente 100 anni. Nell'anno1964, la proprietà con l'attività alberghiera sulla Balmenegg fu acquistata da Hans Z'graggen,guida alpina e albergatore di Bristen. Nel 1967/68, il nuovo proprietario costruì un accogliente ristorante con più di 100 posti a sedere. e un ristorante con giardino, secondo i suoi progetti.

Per motivi di salute, Hans Z'graggen dovette abbandonare la gestione dell'hotel nel 1987. Dopo la chiusura dell'hotel per un anno, Heinz Baumann e Stefan Fryberg lo gestirono per una stagione. Seguirono altri 2 anni in cui l'hotel rimase chiuso. In questo periodo si cercò un'idea per la continuazione dell'hotel. La creazione di una fondazione e la collaborazione con il Cantone furono un serio argomento di discussione. Nella primavera del 1991, poco prima di morire, Hans Z'graggen vendette il complesso edilizio all'architetto zurighese Paul Kleeb. Il 6 giugno 1992 l'hotel fu riaperto con il nuovo nome di "Hotel Maderanertal". Sono stati pianificati diversi nuovi concetti di utilizzo. Si dovevano anche tenere regolarmente dei seminari. Tuttavia, queste innovazioni non si concretizzarono mai, tanto che l'hotel fu venduto alla  famiglia Fedier - Tresch di Bristen e ora è di nuovo gestito con successo.

Ultimo elemento particolare lo trovo in mezzo al bosco, oltre al blusee nell'Oberland bernese non sono a conoscenza di altri laghetti nel bosco, inoltre questo é completamente circondato da piante rispetto al Blauersee.


Giungo all'arrivo verso le 16, anche oggi ho camminato per circa 6 ore. Le incertezze iniziali e la verticale iniziale sono state impegnative, ma mai come gli 800metri "sul vuoto".
Ho però avuto modo di conoscere una buona parte di questa valle e come sempre ne é valsa la pena

Il percorso di oggi, calcolare qualche avanti indietro di troppo. 
In giallo gli 800m che difficilmente dimenticherò



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