Per uno che legge, guarda film, sogna l'antica Roma ritrovarsi poi un giorno faccia a faccia con quanto tanto immaginato é un esperienza indelebile. Non basta osservare, si sente il bisogno ti toccare, dove 2000 anni fa altri hanno toccato, colonne, lastricati e statue. Questo é andare a Roma per uno come me.
Il Colosseo
Il Colosseo non era la mia tappa più ambita, anche se stilare una classifica risultava assai difficile.
Il colosseo (o anfiteatro flavio) deve il suo nome alla gigantesca statua di Nerone che era presente li vicino. Questa statua era chiamata il colosso, di conseguenza l'anfiteatro é un derivato da questa statua, il colosseo appunto. E fa un po' strano pensare come una simile opera fosse in realtà offuscata, all'ombra di un'altra, per noi oggi risulta difficile immaginarselo.
Dai fasti romani poi il colosseo ha vissuto le trasformazioni più incredibile, giungendo anche uno stato di semi abbandono per poi essere di nuovo valorizzato negli ultimi secoli. Ma andiamo con ordine
La costruzione fu iniziata da Vespasiano e conclusa da Tito nell'80DC. AL termine vi fu una solenne inaugurazione protrattasi per ben 100 giorni consecutivi, della quale rimane il ricordo nelle cronache antiche.
L'origine del nome
Quando fu terminata, la scultura venne collocata nell’atrio della Domus Aurea, abbellimento straordinario a una reggia già di per sé spettacolare. Ma la morte di Nerone e la conseguente “damnatio memoriae” che lo colpì non solo trasformarono l’effigie imperiale in quella del dio Sole, ma contribuirono al suo trasloco vicino all’anfiteatro Flavio, a cui poi darà il nome ben più familiare di Colosseo.
Le gigantesche dimensioni, di circa 35 metri di altezza, ricostruibili dalle proporzioni del basamento e da un passo di Plinio il Vecchio, ne facevano la più grande statua in bronzo mai realizzata nel mondo antico. Così che Adriano, impegnato nei lavori di costruzione del Tempio di Venere e Roma, dovette impiegare un carro trainato da ventiquattro elefanti per spostarla dalla sua collocazione originaria.
Vespasiano provvide a trasformarla in simulacro radiato del Sole, successivamente l'Imperatore Commodo trasformò il colosso in una statua di sé stesso nelle vesti di Ercole sostituendo la testa originaria, ma dopo la sua morte il colosso fu restaurato all'aspetto precedente, e così rimase fino alla scomparsa
"….. una statua colossale, alta 120 piedi, immagine di Nerone, poteva entrare nel vestibolo della casa; l'ampiezza di questa era tale da includere tre portici lunghi un miglio e uno stagno, anzi quasi un mare, circondato da edifici grandi come città. Alle spalle, ville con campi, vigneti e pascoli, boschi pieni di ogni genere di animali domestici e selvatici".
(Svetonio, Nerone, 31, 1)
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