Intro
1. Le basi
1.1. La storia (mal) inculcata
1.2. "Passion belli"
1.3 Iconologia della storia
1.4 Il ruolo della geografia
1.5. Ruota tutto attorno a tutti
1.6. Gli ingredienti indispensabili
1.6.1. Il tempo
1.6.2. Il desiderio di conoscenza
1.6.3. Conoscere la storia per evitare figuracce nazionali
1.6.4. La nostalgia della storia
1.6.5. L'entusiasmo
1.8 Ma quanto ci pensi?
1.9. Ma quanto sei intriso di storia?
1.10 E se il passato fosse il futuro?
1.11 E se la storia devesse finire?
1.12 Il derby storia-arte
2. Fuori dal museo
2.1. L’occhio medievale
2.2. Direttamente sul posto
2.3. Le statue
2.4. Kappelbrückiani
2.5. L'attimo fuggente
2.6. L’era di internet
2.7. Foto a raffica
2.8. Rovine e (aspiranti) modelle
2.9. I falsi interessati
2.10. Musei gratuiti
2.11. Il potenziale dell'esclusività
2.12. L'arte seduttoria mediante nozioni storiche.
2.13. L'assuefazione
2.14. Scroccare dai Ciceroni
2.15. L'ufficio informazioni
2.16. Le conferenze
2.17. L'humor
3. Al museo
3.1. La definizione di museo
3.2. Da soli o in compagnia?
3.2.1 I riflessi
3.3. I bambini e la visita parallela
3.4. Musei pasticciati
3.5. L'intensità
3.6. Fobie museali
3.7. Fobie legate alla lettura
3.8. Gli incontri casuali
3.9. L’amore museale con partner
3.10. L'amore museale puro
3.11. Il mattino ha l’oro in bocca
3.12. Eventi concomitanti: il matrimonio
3.13. Eventi concomitanti: le scolaresche
3.14. Sconforto alle casse
3.15. Divieto di fotografare
3.16. Occhio alle stufe
3.17. Le comparse
3.18. Le fondazioni
3.19. Oro colato?
3.20. Ingoiare il rospo
3.21. Lo shop
3.22. Regalie
3.23. Gli orari di apertura
3.24. La stagione museale
3.25. Il plurilinguismo
3.26. Il museo interattivo
3.27. Il secondo viaggio
3.28. Chiudersi dentro (e di conseguenza chiudere fuori gli altri)
3.29. I nicchiati
3.30. Il libro delle visite
3.31. Qualche dritta dal bon ton
3.32. Sporcare la fedina penale
3.32.1 Chiesa Bironico
3.32.2 Mostra temporale Forum storia svizzera di Svitto
3.33. Il museo a casa
4. L'influsso della storia nella socialità
4.1 La deriva ideologica
4.2 L'integrazione come soluzione
5. La diffusione
5.1 Il buon e cattivo uso
5.2. I social
6. Aspetti puramente logistici e tecnici
6.1. Logistica: i trasporti
6.2 Logistica: il vitto
6.3. Tecnica: il raddrizzamento delle immagini
7. Osservazioni e conclusioni
8. Termini
1. Le basi
1.1. La storia (mal) inculcata
L'imprinting é una delle possibili via verso l'amore per la materia storica |
1.2. "Passion belli"
"Ogni gruppo umano, famiglia, città o nazione che dimentichi i suoi antenati e che non si preoccupi della sua Storia, per modesta che sia, non è che un gregge di passaggio dedito solo al pascolo"
"Documents et notices historiques sur la vallée de l'Ubaye" del notaio François Arnaud (1898), nell'opera di Anne Vallaeys, Le loup est revenu, Paris, Fayard, 2013Nescire... quid ante quam natus sis acciderit, id est semper esse puerum.
Ignorare ciò che è accaduto prima che tu sia nato è come rimanere sempre fanciullo.(CICERONE, Epistulae ad Brutum, 34, 120)
L'espressione denota la grande venerazione di Cicerone per la storia e come invito all'approfondimento di tale disciplina può essere citata in ambito dotto o scolastico.
"La storia é più interessata ai vivi che ai morti"
Mark BlochHistoria vero testis temporum, lux veritatis, vita memoriae, magistra vitae, nuntia vetustatis.
La storia è testimone dei tempi, luce della verita, vita della memoria, maestra di vita, nunzia dell'antichità.(CICERONE, De oratore, 2,36)
Espressione indicativa della venerazione per la storia nutrita da Cicerone. Più spesso si cita soltanto Historia magistra vitae, per sottolineare l'importanza degli insegnamenti tratti dall'esperienza storica.
La più grande gioia è stata scoprire che non esiste aspetto del passato così oscuro, così démodé, così poco noto da non poter risultare interessante.
Percepire un brivido di eccitazione nel corso di una ricerca su un certo aspetto storico è davvero uno dei grandi piaceri della vita.
"Le nostre vite sono un modo per scrivere la storia. Dobbiamo preparare l'antenato che noi stessi diventeremo".
Mamo Camilo Izquierdo, capo Arhuaco
1.3 Iconologia della storia
A lungo andar: ma il nostro studio è quello
Tiene posato il piede sopra il quadrato, perché l'Historia deve star sempre salda, ne lassarsi corrompere, o soggiogare da alcuna banda con la bugia per interesse, che perciò si veste di bianco. Se le mette a canto Saturno, perché l'Historia è detta da Marco Tullio testimonianza de i tempi, maestra della vita, luce della memoria, & spirito dell'attioni.
1.4 Il ruolo della geografia
La storia non é fatto solo di date, dopo aver costruita una linea temporale degli avvenimenti principali che la caratterizzano occorre poi poterli piazzare nello spazio. Per far questo la conoscenza della geografia é indispensabileChe in un modo un po' più elegante è quello che disse Abramo Ortelio nel 1570, dichiarando che «la geografia è l'occhio della storia». Era un'idea presa dagli antichi, a partire da Tolomeo, e voleva sostanzialmente dire che la geografia serve a collocare nello spazio le imprese o i fatti avvenuti in un dato tempo. Insomma, un senso quasi pedagogico: sapere bene lo spazio dove avvengono i fatti ti permette di collocarli bene. Sacrosanto.
1.5. Ruota tutto attorno a tutti
Evidentemente per un abitante di Airolo verrà naturale informarsi sulla storia del suo comune, del suo cantone (Ticino) della sua patria (Svizzera) e dell'Europa. "Altro?" come dicono al bancone del macellaio appena consegnano le braciole che abbiam chiesto di tagliare fini fini. Già, altro? E il resto del mondo? Siamo convinti che ruota tutto attorno all'Europa? Così come un americano ruoti tutto attorno al suo gremio così come la Cina eccetera eccetera.1.6. Gli ingredienti indispensabili
Scovo alcuni termini derivanti da lingue straniere o neologismi che ben inquadrano quali sono gli ingredienti necessari per intraprendere questo viaggio:1.6.1. Il tempo
È il bene più prezioso, riuscire a ritagliarsi il proprio tempo per fare ciò che si ama é di fondamentale importanza, così come é poi goderlo appieno senza pressioni esterneotium (latino): Liberarsi dalle incombenze della vita quotidiana per dedicarsi intensamente ad attività spiritualmente nobili (letteratura, arte, scienza, conversazione colta, ecc.).
ailyak (bulgaro): La sottile arte di fare qualunque cosa con calma e senza precipitazione, anzi godendo ogni singolo istante e la vita in generale.
Torschlusspanik (tedesco): La sensazione di angoscia e ansia quando il tempo a disposizione per fare qualcosa sta per finire
1.6.2. Il desiderio di conoscenza
1.6.3. Conoscere la storia per evitare figuracce nazionali
L'ignoranza per l'ennesima si prende la scena
La Brigata combatté dal 3 marzo del 1945 nelle zone dell’Appennino tosco-romagnolo: in provincia di Ravenna, a Rimini, Forlì, Faenza partecipando anche allo sfondamento della Linea Gotica sul fronte del fiume Senio. Il bilancio di 54 giorni di combattimenti fu di 51 morti.
1.6.4. La nostalgia della storia
Mi capita spesso, specialmente quando mi trovo nei villaggi della mia terra, il Ticino, di sentire il richiamo proveniente dal nucleo, dalla parte più vecchia dell'insediamento, quella solitamente situata attorno al campanile. Qui tra queste viuzze strette e ripide riesco ancora a captare, o meglio, cerco di immaginare la vita che qui scorreva anche solo 100 anni fa: malgrado l'esistenza era fatta di stenti sull'altro piatto della bilancia percepisco un attaccamento alla vita, ai gesti primordiali più genuini e sinceri di oggi.Amo pensare a quando la vita era ancora "intatta", libera dalla tecnologia e dall'evoluzione che hanno poi svuotato queste stradine di quelle misere esistenze che la rendevano al contempo così piene di vita.
Ecco cosa intendo per "nostalgia" della storia
hiraeth (gallese): Profonda nostalgia per la propria terra o per il tempo passato.
anemoia (grecismo): Nostalgia per un tempo che non si è mai vissuto.
klexosq (neologismo di J. Koenig) L'arte di vivere nel passato.
eramnesia: la sensazione di essere nati nell'epoca sbagliata e il desiderio di voler vivere in un altro tempo
1.6.5. L'entusiasmo
Sono solito spiegare il mio livello di entusiasmo con queste parole: bastano 3 sassi messi sopra uno sopra l'altro con la certificazione di u organo competente che si tratti di reperti storici autentici e per me vale già una visita e approfondimento1.8 Ma quanto ci pensi?
1.9. Ma quanto sei intriso di storia?
1.10 E se il passato fosse il futuro?
1.11 E se la storia devesse finire?
1.12 Il derby storia-arte
2. Fuori dal museo
2.1. L’occhio medievale
2.2. Direttamente sul posto
Recarsi in un luogo teatro di vicende belliche o altre vicende storiche aiuta in maniera decisiva il trasporto, il viaggio mentale nel tempo ad immedesimarsi nelle gesta ormai facenti parte del passato2.2. Le chiese
2.3. Le statue
2.4. Kappelbrückiani
Capitate in una località e subito dai primi passi vi rendete conto che il posto é molto più affollato di quello che pensavate? Non abbacchiatevi, é tanto fumo e poco arrosto, o se preferite un pallone pronto a sgonfiarsi in men che non si dica. Vi renderete conto che al momento di entrare al museo tutta la calca si sarà diradata, come se dei ciotoli di fiume fossero stati passati al setaccio per farine, passa solo una minima parte.
Questo fenomeno lo si può spiegare così: malgrado sia piccola la Svizzera nasconde tante perle. Per intenderci la gente é abituata a conoscere le attrazioni che vanno per la maggiore, quelle riportate in pompa magna sulle cartoline o per stare a passo coi tempi, dalle pagine internet dei vari enti turistici e tour operator. Per dire un classico sarebbero quelli che vanno a Parigi per la torre Eiffel (meritevole per carità) snobbando però tranquillamente chicche altrettanto, se non addirittura più meritevoli, di visita. Sia chiaro io alla fine sono contento che queste masse di pecore che si spostano all'unisono vanno ad intasare i grandi classici lasciando così aria negli altri posti.2.5. L'attimo fuggente
- Eseguire le foto nel cuore della notte
- Aspettare il cattivo tempo
- Munirsi di una pazienza infinita, che però potrebbe non bastare
2.6. L’era di internet
Con l’avvento di internet gridare al mondo intero “hey guarda, io c’ero” é diventato di vitale importanza. Peró come nel caso sopra del Kappelbrücke alla maggior parte dei visitatori basta un unico scatto nel o con l' oggetto simbolo, senza andare poi ad approfondire un minimo l’argomento, il “e io c’ero” é più che sufficiente.
Quindi se vi trovate in qualsiasi località o situazione che presenta un oggetto, costruzione, internazionalmente e soprattutto socialmente (nel senso social network) riconosciuto non temete, l’80-90% delle persone una volta eseguito lo scatto sparisce, a scapito di shopping o altre attività simili. Sarà quindi altamente improbabile che essi vadano a sborsare soldi per approfondire argomenti dei quali non glie ne frega una emerita cippa, l’importante era la foto.
Al contrario dovreste quindi ammirare chi entra come voi nei musei e non si ferma alla superficialità; più ci si addentra nella storia e la cultura e sempre meno gente ci sarà, quelli che restano sono colleghi, come quelli che incrociate in alta montagna; ma anche come per la montagna ci sono colleghi che salgono in funivia e altri a piedi, chi con la bici elettrica, chi con la forza delle proprie gambe. Possiamo perlomeno affermare di essere nella grande cerchia di persone con passioni di base simili anche se vissute con intensità differenti.
2.7. Foto a raffica
2.8. Rovine e (aspiranti) modelle
- Lui scatta una-due foto
- Lei immediatamente chiede di vederla. Non va bene. Da indicazioni a lui.
- Lui scatta altre una-due foto
- Lei immediatamente chiede di vederla. Primi mugugni vistosi verso il fotografo. Seguono altre indicazioni ma in tono più deciso.
- Lui scatta più foto con la speranza che almeno una vada bene.
- ..ALT! Qui bisognerebbe iniziare a farsi notare, se ancora non é successo, inizialmente un semplice occhiata, in caso ricorrere ai classici colpetti di tosse.
2.9. I falsi interessati
2.10. Musei gratuiti
A ben guardare, in ogni piccolo raggruppamento di abitazioni abbiamo un museo a disposizione, gratuitamente. Le chiese oggigiorno sono sempre meno frequentate per quello per cui sono state create, ovvero come luogo di culto, e parallelamente sempre di più da curiosi o amanti della storia dell'arte. Dare una sbircita in una chiesa non costa nulla (in tutti i sensi) e ci si può sorprendere di trovare testimonianze ben diverse che le usuali passioni di cristo o madonne nelle cripte laterali da venerare2.11. Il potenziale dell'esclusività
2.12. L'arte seduttoria mediante nozioni storiche.
- Sgarbi tratta l'arte e non la storia
- Sgarbi va in TV, voi no
- Sgarbi é un esperto della sua materia e sa quello che dice, voi no.
- Sgarbi ha l'autista ed é presumibilmente benestante. Voi avete l'autista?
2.13. L'assuefazione
Per qualcuno che giunge da fuori e che si ritrova per la prima volta faccia a faccia con le varie opere si viene invece a creare un effetto più dirompente, una specie di shock di meraviglia per la sorprendente novità.
2.14. Scroccare dai Ciceroni
2.15. L'ufficio informazioni
2.16. Le conferenze
Se visitare città e musei non fosse ancora sufficiente per approfondire la nostra sete di sapere esistono le serata informative. Ho presenziato ad un paio di esse, tanto da poter giungere a delle piccole conclusioni.- Domanda completamente futile / fuori argomento: queste vengono facilmente e velocemente raddrizzate e liquidate da un relatore minimamente abile
- Domanda lunghissima da vaneggio: solitamente fatta da persone in età avanzata, con lo scopo di mostrare ai partecipanti la conoscenza di determinanti avvenimenti storici, solitamente difficilmente riscontrabili e poco coerenti con l'argomento principale. Spesso tali interventi non terminano con un punto interrogativo ma esclamativo. Da fobia.
2.17. L'humor
3. Al museo
3.1. La definizione di museo
3.2. Da soli o in compagnia?
3.2.1 I riflessi
3.3. I bambini e la visita parallela
3.4. Musei pasticciati
3.5. L'intensità
3.6. Fobie museali
È risaputo che esistono una serie di fobie, anche per le situazioni più disparate. La mia grande passione per la storia mi ha portato a provare sensazioni, più che di terrore di timore.
3.6.1 La prima fobia: Koinoiprorismoifobia
Essa si presentano sui mezzi di trasporto (specialmente pubblici) mentre ci si reca ad un museo o a un esposizione. Il timore nasce pensando che tutti i presenti sul mezzo di trasporto stiano andando nello stesso nostro museo, intasando di conseguenza le casse, in seguito si passerà ad un affollamento generale delle sale con un forte rischio che sosteranno tutti contemporaneamente davanti alle stesse opere.
Una catastrofe!
Essa si potrebbe tradurre come una fobia di destinazione in comune che porterebbe al disastroso raggruppamento simultaneo davanti alla stessa vetrina in un contesto espositivo
Paura delle destinazioni comuni => Koinoí prorismoí => Koinoiprorismoifobia => Koprorifobia per facilitare la dicitura ed eventuale divulgazione
3.6.2 La seconda fobia: Toeamdi Piruca
Trattasi della sensazione di essere osservato in ogni momento dalle telecamere, una fobia presumibilmente comune, ma questa volta legata alla visita museale: la catastrofe immaginata risiede nell'arrivare di soppiatto di un addetto del museo che incazzato nero proferisce la seguente frase (o simile):
" La sto seguendo attraverso le telecamere da quando é arrivato. Sta fotografando praticamente tutto! Cosa intende farne? Ma lo sa che se le pubblica potrebbe disinvolgliare le persone che le vedono a raggiungerci? Resetti tutte le foto" ecc ecc.
Più volte nella testa mi ripeto che le tipe alla cassa se ne sbattono altamente delle telecamente e piuttosto staranno discutendo a dove erano ieri sera e dove andranno la prossima sera.
Paura di essere osservato dalla direzione del museo mentre si scattano fotografie a raffica => Timor observatus est a administratione musei dum imagines photographicas in ruptis capiendis => prendendo le iniziali => Toeamdi piruca
3.6.3 La terza fobia: Timeo Claudata in Perpetum
Questa fobia é abbastanza semplice da descrivere: paura che un luogo chiuda definitivamente prima di essere visitato.3.6.5. La quinta fobia: Timor inveniendi mortuos => abbreviato e romanizzato Tinvediilmortus
3.6.7 Notifica fobia a ente universalmente riconosciuto
Ho provato su google la ricerca:
3.7. Fobie legate alla lettura
Oltre alla mia personalissima fobia ho il sollievo di venire a conoscenza che altre fobie di cui sono soggetto (ma in tono minore) sono riconosciute a livello internazionale. La sensazione di non sentirmi solo é di grande conforto. Esse fanno soprattutto riferimento ai libri di testo da consultare per gli approfondimenti. Tassello per me chiave, amo leggere sul treno durante i lunghi trasferimento tra un castello ed un museo.3.8. Gli incontri casuali
Ammettendo che il caso della fobia del punto precedente non si avveri potrebbe capitare di aver voglia di scambiare due parole con un altro visitatore del museo. Solitamente si tratta di scambi di opinioni e punti di vista senza però alcun valore certificato. Quando invece si ha la fortuna di parlare con un curatore o con uno storico lo scenario cambia radicalmente, si passa da affermazioni a frasi interrogative. Approfittare della presenza di un luminare é d’obbligo. Pensare di trovare persino l'amore in un museo non é un ipotesi da scartare, sembra comunque più probabile che trovarlo nel reparto frutta & verdura nei grandi magazzini, dettagli nel prossimo capitolo.
3.9. L’amore museale con partner
3.10. L'amore museale puro
3.11. Il mattino ha l’oro in bocca
Il metodo migliore per evitare code, ammassamenti di persone é il solito, chi primo arriva meglio alloggia, o dicesi anche, svegliarsi di buonora.
Il turista medio, o meglio, l'ammasso di ovini in vacanza nelle città d'arte ha la cattiva (per fortuna) abitudine di esitare e bruciare a letto prezioso tempo che potrebbero dedicare alla visita della città (non capita di andare a Roma tutti i giorni)
Calcolando che l'apertura della stragrande maggioranza dei musei é tra le 09:00 e le 10:00 giungendo all'orario di apertura vi assicurate almeno 1.5-2h di relativa tranquillità. Calcolate poi che quando la grande affluenza raggiungerà il museo (12:00 in avanti) voi vi sarete già tirati avanti, essi probabilmente vi raggiungeranno ma se vi pianificate e preparate bene su cosa volete fare il focus vi rimarranno le parti di museo di secondo piano.
3.12. Eventi concomitanti: il matrimonio
Uno dei pericoli in cui si può incorrere durante una visita é la presenza in concomitanza del evento paralleli. Possiamo distinguerli in due sottoclassi:
Eventi pubblici: questi sono facilmente individuabili tramite una piccola ricerca in rete. Si tratta di manifestazioni come ad esempio feste all’interno di monumenti storici, solenni messe nelle chiese, gruppi di rivisitazioni storiche (che potrebbe essere interessante) eccetera.
La seconda tipologia é più meschina e difficile da rintracciare, si tratta di eventi privati non sbandierati su internet. La maggior parte dei casi si tratta di matrimoni in castelli.
Con dei semplici accorgimenti riusciremo ad evitare bellamente queste situazioni. Per gli eventi pubblici ad esempio come detto basterebbe una veloce ricerca su Internet.
In alternativa avere un piano B attuabile (ad esempio cambio di destinazione) può ritornare utile. Nel caso di un matrimonio risulta abbastanza semplice, solitamente si tratta di una breve cerimonia con le mura del castello a fare da sfondo , basta temporeggiare e dare rampo alla marmaglia di spostarsi in zona brindisi che solitamente si tiene in disparte al castello.
3.13. Eventi concomitanti: le scolaresche
3.14. Eventi concomitanti: gli hobbysti
3.15. Sconforto alle casse
Non contate sul personale alle casse, o almeno partite con aspettative molto basse. Chi lavora alle casse non é il curatore del museo, lavora alla cassa semplicemente per una questione di competenze, così come un cuoco che lavora al CERN di Ginevra non significa che sia un ricercatore scientifico. Certo provare non costa nulla, ma tenete conto che ogni risposta che otterrete é già un piacevole bonus al biglietto d'entrata.
3.16. Divieto di fotografare
- Venite avvisati all'entrata, tramite cartello o dagli addetti che é vietato fare foto, purtroppo la vecchia tattica di NON chiedere non funziona, vi hanno chiaramente avvisato.
- Camminare nel museo e cercare un oggetto particolare, un quadro, sul quale porre una domanda mirata agli addetti del museo. Importante: é preferibile che l'oggetto sia distante dall'ingresso
- Chiamare il personale e porre la domanda. La domanda deve essere ricercata, bisogna avere una certa sicurezza che l'addetto difficilmente riuscirà a rispondervi sui due piedi senza consultare della documentazione cartacea / digitale. (se sa rispondervi approfittate della sua presenza per altre domande, vedi capitolo 3.4)
- Il personale si allontanerà per cercare la risposta al vostro quesito, ora avete la certezza che per un paio di minuti (più siete lontani dalla casa più il tempo si dilata) non vi spunterà di soppiatto alle spalle. Aproifittare per fotografare a raffica.
- Quando il personale giunge con la risposta ringraziare con ampi sorrisi
3.17. Occhio alle stufe
3.18. Oggetti ripetitivi
È inevitabile, ci sono temi ed oggetti di primo piano che si trovano spesso nei musei. Per fare un esempio potrei citare le alabarde, oggetto molto rappresentativo della nostra identità e quindi molto facile da trovare. Per quel che riguarda le immagini la più famosa in assoluto é quella che rappresenta una dieta; chi non l'ha incontrata nemmeno una volta non può dire di far parte del club degli appassionati dei musei
Per quel che mi riguarda, il più vicino é stato il presepe di Giornico, ammirato prima nei magazzini del museo a Giornico e qualche mese dopo esposto al museo nazionale di Zurigo
3.19. Le comparse
In alcuni musei può capitare di incontrare delle comparse o degli attori che rappresentato la parte viva del museo. Solitamente si tratta di attori pagati per eseguire determinati lavori (ad esempio al museo del Ballenberg dove troviamo chi fila la lanca, che si da da fare con la forgia).3.2'. Le fondazioni
3.21. Oro colato?
3.22. Ingoiare il rospo
3.23. Lo shop
Salvo rare eccezioni lo shop si trova sempre nei pressi della cassa. Malgrado la tentazione sia forte, NON visitatelo! Il motivo é semplice, sovente lo shop contiene i pezzi più particolari e pregiati esposti nel museo stesso, sarebbe come leggere l’ultima pagina di un libro giallo, rischiereste di spoilerarvi la visita
3.24. Regalie
3.25. Gli orari di apertura
3.26. La stagione museale
Come si deduce facilmente da novembre a marzo il traffico di visitatori cala visibilmente. Va anche detto che in questo periodo diversi musei chiudono per la stagione invernale. Parallelamente c'é la certezza che ci sono dei giorni particolarmente a rischio, ad esempio durante le vacanze pasquali
3.27. Il plurilinguismo
3.28. Il museo interattivo
3.29. Il secondo viaggio
3.30. Chiudersi dentro (e di conseguenza chiudere fuori gli altri)
A meno di chiamarsi Sgarbi raramente capiterà l'occasione di avere uno spazio, un locale dal valore artistico e/o storico tutto per se, solo per se.Queste occasioni sono da prendere al volo, riuscire ad isolarsi in un luogo pregno di storia facilita il viaggio temporale; immaginarsi che da centinaia di anni, se non migliaia di anni sono passate di li tantissime altre persone che hanno visto le stesse cose che si stanno osservando nel presente genera un rapporto magico, di intimità e di unicità.
Un paio di esempi.
Raggiungere il trafficatissimo passo del San Gottardo in pieno inverno e trovarlo completamente vuoto di presenze umane lo fa sentire "tutto nostro". Questo posto, così pieno di storia e di vicende di uomini che hanno segnato la storia, averlo tutto per se per un momento é un esperienza di grande trasporto

Riuscire poi ad isolarsi in un area ancora più piccola e circoscritta da mura é un impresa ancora più ardua. Per la chiesa di San Pellegrino fuori Giornico esiste questa possibilità. Per poter accedere alla chiesa occorre scaricare un app registrarsi e poi l'accesso viene garantito a distanza. Basta entrare e chiudersi la porta dietro; certo non abbiamo la garanzia che nessuno entri ma ben difficilmente troveremo persone disposte a scaricare applicazioni e registrazioni per vedere l'interno di una (in questo caso bellissima) chiesa.
3.31. I nicchiati
Un altro fenomeno curioso che potrebbe presentarsi é quello dei nicchiati; trattasi di persone che in massa si recano in un particolare museo perché di loro specifico interesse. Sono visitatori questi che hanno come ambizione un unica tipologia di museo, e dato che i musei trattano argomenti relativamente generici il loro interesse é un museo che tratta un unico argomento, solitamente di nicchia.3.32. Il libro delle visite
3.33. Qualche dritta dal bon ton
Derivato dal Galateo del Della Casa- non facciamo mai i furbi per evitare le code: informiamoci prima della possibilità di prenotare la nostra visita;
- osserviamo bene i cartelli che indicano cosa è consentito e cosa non è consentito fare durante la visita; in ogni caso, preparariamoci a togliere il flash dalla nostra fotocamera;
- moderiamo il tono di voce;
- se optiamo per la visita guidata, mostriamoci interessati al racconto: è una forma di rispetto nei confronti di chi sta lavorando (anche) per noi;
- evitiamo reazioni esagerate di fronte a un'opera famosa o che apprezziamo molto: "sindromi" di questo tipo stanno bene solo se siamo Stendhal;
- non sostiamo troppo a lungo di fronte a un'opera: tutti hanno il diritto di ammirare l'arte per quanto possibile da vicino;
- se siamo a un vernissage, occhio ai commenti: l'autore/trice dell'opera potrebbe spuntare all'improvviso alle nostre spalle.
- non sostiamo troppo a lungo di fronte a un'opera: tutti hanno il diritto di ammirare l'arte per quanto possibile da vicino;
- non sostiamo troppo a lungo di fronte a un'opera: tutti hanno il diritto di ammirare l'arte per quanto possibile da vicino;
- non sostiamo troppo a lungo di fronte a un'opera: tutti hanno il diritto di ammirare l'arte per quanto possibile da vicino;
3.34. Sporcare la fedina penale
Sporcare la fedina penale in queste attività? Se ci si pensa bene non é difficile venire arrestati in un museo. L'esempio viene dagli episodi recenti consistenti in atti di protesta dove giovani (solitamente giovani) fanno gesti eclatanti quali svuotare una scatola di ravioli Rocco su qualche tela più o meno famosa. Ma questi sono episodi estremi, in cui c'é una motivazione "forte" e ben precisa di fondo.3.34.1 Chiesa Bironico
3.34.2 Mostra temporale Forum storia svizzera di Svitto
3.35. Il museo a casa
4. L'influsso della storia nella socialità
4.1 La deriva ideologica
Quanti uomini sono morti, hanno pagato col sacrifico per poter consegnarci il Paese di cui oggi possiamo godere? La tanto agognata libertà, parola di riferimento senza tempo. Inteso parlo per la nazione che conosco, la mia patria, la Svizzera
Gli incessanti e martellanti esempi di sacrifici di uomini proposti dai vari musei fanno germogliare una necessità di rispetto per chi ha tanto lottato per tutto questo, un senso di riconoscenza e gratitudine; nulla sarebbe più irrispettoso che non tenere conto di questi sacrifici.

Rapportarci poi con alte persone che ignorano o peggio, non rispettano questi sacrifici ci mette alla prova. Un senso di intolleranza verso questi comportamenti, rafforzati appunto dal bagaglio di conoscenze apprese nei vari musei prende il sopravvento; chi manca di rispetto e riconoscenza verso chi ha costruito la Nazione o la Nazione stessa é mal sopportato. Il giorno della festa Nazionale rappresenta un evento importante carico di significati, chi snobba o peggio non rispetta questo giorno é mal sopportato. Questa deriva ideologica é pressoché inevitabile a chi bazzica con frequenza musei storici e mal si sposa con determinati temi di attualità estera, alcuni dibattiti politici che prima suscitavano in noi scarso interesse ora infervorano e catturano l'attenzione, a questo punto si é certi che il succo museale ha generato una deriva ideologica nel nostro pensiero civico/politico.
4.2 L'integrazione come soluzione
5. La diffusione
5.1 Il buon e cattivo uso
5.2. I social
6. Aspetti puramente logistici e tecnici
6.1. Logistica: i trasporti
- Leggere libri (di storia naturalmente)
- Guardare fuori dal finestrino e fare pensieri filosofici
- Dormire
“Amore il mio telefono ce l’hai tu?”
“Si”
“Ma é nella borsa tasca anteriore destra o tasca anteriore sinistra?”
“Dipende da che parte guardi la borsa”
“Come é messa adesso”
“Ah ok allora destra”
“Ma di solito la destra é per la crema solare, dove é la crema solare?”
“Oh che sbadato, l’ho messa nella tasca dello zainetto. Scusa”
(breve pausa)
“Vuoi fare cambio che così non viaggi all’indietro?”
“Sarebbe bello ma poi ho il sole in faccia”
“Abbassiamo la tendina”
“Ma poi non vedo il panorama”
….
Metto le cuffie, Sepultura, volume alto.
6.2 Logistica: il vitto
6.3. Tecnica: il raddrizzamento delle immagini
7. Osservazioni e conclusioni
Qualche citazione per riassumere il museo:(me medesimo)
(me medesimo)
Un museo è un luogo dove si dovrebbe perdere la testa.
(Renzo Piano)
I veri musei sono quei posti dove il Tempo si trasforma in Spazio.
La cosa che sente più stupidaggini al mondo è probabilmente un quadro di museo.
(Edmond e Jules de Goncourt)
(Émile-Auguste Chartier, detto Alain 1868-1951)
8. Termini
castling (inglese): Visitare molti castelli durante una vacanza.churfing (neologismo) Visitare più chiese, da parte di un turista, in un'unica sessione.
flâner (francese): Girare per una città senza un piano preciso e lasciarsi sorprendere da ciò che si incontra.
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