Passa ai contenuti principali

L'obelisco del Vaticano

La piazza del Vaticano é caratterizzata da due porticati laterali che sembrano cingere in un abbraccio il pellegrino che vi giunge. Al cento della piazza domina incontrastato un obelisco.

L'obelisco

Esso é di provenienza egiziana ed é privo di geroglifici. Si tratta dell'unico obelisco antico di Roma a non essere mai caduto, alto 25 metri e pesante 330 tonnellate é anche il secondo più alto degli obelischi presenti a Roma.
Verrà trasportato a Roma nel 40 D.C. per il volere dell'imperatore in carica: Caligola. 
Il suo trasporto dall'Egitto fu organizzato su una nave riempita di lenticchie per evitare che si spezzasse, e lo si innalzò nella spina del suo circo poi divenuto circo di Nerone, localizzato sul lato sinistro dell’antica basilica costantiniana, nell’area corrispondente all’attuale piazza dei Protomartiri Romani. Qui rimase per tutto il Medioevo e oltre, esercitando una forte attrazione per l'alto simbolismo che vi si leggeva: monumento legato al martirio di Pietro ma anche al mondo romano ed a Giulio Cesare in particolare, poiché si credeva che nella sfera di bronzo sulla cima si conservassero le sue ceneri.


Piazza San Pietro, le due ali laterali mancavano ancora mentre l'obelisco in basso a sinistra é già presente

Modellino della Città del Vaticano presente nell'omonimo museo. SI nota bene l'obelisco che assume un punto di riferimento centrale 

Il progetto

Sisto V, riprendendo un desiderio che era già stato dei suoi predecessori, ordinò che venisse spostato al centro di piazza San Pietro e dopo aver esaminato diversi progetti, il difficile compito fu affidato all’architetto Domenico Fontana di Melide che presentò al papa un modello di legno contenente una griglia di piombo, facsimile dell’obelisco, a dimostrazione di poter abbassare e alzare facilmente il monolite.
Sisto V é papa della Chiesa cattolica dal 1585 al 1590. A sinistra del dipinto, si distingue piazza San Pietro, dove oltre alla cupola di San Pietro, completata sotto il suo pontificato, fa erigere un obelisco alto 25 metri ornato con il suo stemma (Pietro Facchetti, ritratto di Sisto V, ca. 1590, olio su tela)

Fabbricate solide fondamenta per accoglierlo, i lavori preparatori durarono sette mesi e Fontana, coadiuvato da Maderno, per trasferirlo dovette demolire alcune case e sfondare la rotonda di Sant'Andrea. Il 30 aprile 1586 ebbe inizio la prima parte dell'impresa alla quale parteciparono 907 uomini, 75 cavalli e 40 argani.

Nel suo libro, Domenico Fontana descrive le tecniche d'ingegneria di cui si é avvalso per erigere l'obelisco in Vaticano. Da notare il gran numero di persone, cavalli e materiali necessari per trasportarlo (Domenico Fontana e Natale Bonifazio, Della trasportazione dell'obelisco vaticano [...], Roma, 1590)

Il trasporto dell'obelisco doveva senza ombra di dubbio essere un avvenimento spettacolare e difficilmente ripetibile, lo testimonia anche il fatto che la scena del suo trasporto sulla piazza San Pietro é stata dipinta all'interno dei musei Vaticani

Azione!

Il 10 Settembre del 1586 giunse finalmente il momento di innalzare quell’immenso obelisco. All’alba, uomini, cavalli e argani erano finalmente pronti ad attivare la mastodontica macchina. Per ottenere la simultaneità delle operazioni, il silenzio che dicevamo prima era indispensabile, tanto che papa Sisto V, promotore del progetto, per evitare confusione e favorire la propagazione degli ordini, promulgò una legge che prevedeva la pena capitale a chi avesse solo detto una parola fuori dal contesto operativo.
L’innalzamento ebbe quindi inizio; quando però il pesante monumento fu a metà strada, le funi iniziarono a scaldarsi pericolosamente, annunciando un’imminente rottura con conseguente distruzione dell’obelisco.

Il 10 settembre 1586 va in scena il momento clou

Fu a questo punto, che un padrone marittimo di Sanremo, tale Benedetto Bresca, urlò in dialetto ponentino “Bagnate le funi!”. In effetti, Bresca ben conosceva le cime di canapa, sapeva come si comportavano sotto sforzo con gli argani di bordo e poi era al corrente della loro proprietà di espandersi quando bagnate, proprio come facevano i maestri calafatai per sigillare gli interstizi tra le assi di legno in coperta.
Gli assistenti di Fontana gettarono acqua su quelle corde, permettendo così la ripresa delle operazioni.
Purtroppo, Bresca fu immediatamente circondato dalle guardie pontificie e immobilizzato. 

Domenico Fontana da Melide 

Happy end

Papa Sisto V, dopo il successo ottenuto dalle maestranze, intese che il marinaio sanremese aveva difatti evitato un disastro storico totale e dispose in suo favore una pensione e il permesso di trafficare con i suoi barchi varie merci con Roma. Tra queste v’erano le palme per il periodo pasquale: tale rapporto ha poi continuato fino ad epoca moderna.
Ciò che Benedetto Bresca urlò nel silenzio di San Pietro fu ricordato come un coraggioso monito utilizzato in quelle situazioni dove bisogna far presto per salvarsi da un imminente pericolo.=

(tratto da:  “Capitani e Bastimenti di Liguria del XIX secolo/Ponente” di Gio Bono Ferrari)

Fontana e il papa discutono il progetto della facciata principale di San Pietro. Alle loro spalle si intravede il cupolone con le impalcature da cantiere

La premiata coppia Sisto V e Domenico Fontana

Eccomi in posa di fianco all'obelisco nella primavera 2022

Commenti

Post popolari in questo blog

Festa cantonale ticinese di Lotta Svizzera

“Se assaggi una volta la segatura, poi ti scorrerà per sempre nel sangue”. Il truciolato, rigorosamente di abete e non di castagno (perché le scaglie di quel legno ferirebbero la pelle), è quello dei cinque anelli, ognuno del diametro di 12 metri, sul grande prato a Biasca, dove sabato 20 settembre circa 200 lottatori, tra cui 9 ticinesi e 11 coronati federali, si sono sfidati alla Festa cantonale ticinese di Lotta Svizzera. Si, sono dovuto tornare. A Mollis ho visto molto ma sento manca qualcosa, il clou, la lotta appunto. E con la lotta un sacco di aneddoti legati ad essa.  A Mollis in maniera molto ingenua ero andato allo stand delle informazioni a chiedere se c'erano ancora biglietti " no, da sette mesi non ce ne sono più. Sono stati venduti tutti in 7 minuti ". Evidentemente non mi rendevo conto dell'importanza della festa ma la manifestazione che si tiene a Biasca sembra fatta apposta per darmi l'opportunità di partecipare all'interno dell'arena. de...

Piccolo manuale museale e affini

 Intro Questa piccola guida ai musei e affini non era programmata e nemmeno un obiettivo dichiarato. È nata con le esperienze accumulate nel vario girovagare per musei, monumenti, vicoli più e meno grandi. Piccole accortezze, da applicare con lo scopo di migliorare qualitativamente le giornate dedicate alla visita/vista di qualsiasi tipo di oggetto culturalmente rilevante. "L'opera" é in continuo aggiornamento, una versione finale sarà in coincidenza con la mia dipartita. La vergine di Norimberga presente nel museo del castello di Kyburg;  trattasi di un falso acquistato nei secoli passati dai proprietari del castello per sorprende e intrattenere gli ospiti  La Vergine di Norimberga, spacciata come uno strumento di tortura medievale, è in realtà un prodotto del XIX secolo, un’epoca in cui l’Europa era affascinata da una visione romantica e distorta del Medioevo. Questa riscoperta del Medioevo non era basata su una comprensione storica accurata, ma piuttosto su una visione...

Motivazioni per festeggiare il proprio compleanno - parte 5 - Il vecchio editore

Giungo da Roveredo in perfetto anticipo, ho il tempo anche di gustarmi un Campari soda in piazza grande; la giornata volge al termine ma ho ancora una tappa finale in programma. Essa ha luogo nella ridente Locarno dove per l’occasione sono stati trasportati due vagoni in piazza Grande Vagoni della Pace in piazza grande L’occasione é la presentazione di un libro legato ai patti di Locarno del 1925, tema già accennato nelle settimane scorse. La vera première della serata é la possibilità di visitare il palazzo della Sopracenerina, vera e propria icona della nostra storia Cantonale Il palazzo della sopracenerina alle spalle dei due vagoni Storia del palazzo La realizzazione del Palazzo oggi comunemente definito «della Sopracenerina» – proprietaria dello stabile – data degli anni Trenta dell’Ottocento ed è frutto di una contingenza storica particolare, quella della capitale itinerante, quando Bellinzona, Lugano e Locarno ospitano a rotazione le istituzioni cantonali. La Costituzione cant...

Il leventinese eroe a Lugano e martire a Novara

Giacomo Mottino, un nome che nei miei paraggi rievocherà il cognome Mottini, piuttosto presente sul territorio (ne abbiamo nel comune di Airolo e Quinto, in particolare nella frazione di Altanca). Come ho modo di leggere nelle pagine riportate dagli storici svizzeri il Mottino si rese protagonista in eventi nel momento caldissimo in cui gli svizzeri erano al centro del mondo, (da me nominato l’era delle picche ) giusto prima della epica battaglia di Marignano , alla quale però non prese parte perché morì nella battaglia di Novara due anni prima. Lasciamoci quindi cullare da queste epiche righe che danno modo a noi abitanti di una vallata di gonfiarci il petto e creare qualche canzone a mó di sfottò hockeystico Giacomo Mottino   Due mercenari alla battaglia di Novara del 1513. In questa battaglia ci furono svizzeri sui due fronti e Giacomo Mottino di Leventina fu un protagonista di primissimo piano  Dal Dizionario leventinese Personaggio storico illustre ma pressoché ignoto in ...

Motivazioni per festeggiare il proprio compleanno - parte 1 - L’uomo col gozzo

Festeggiare il tempo che passa é deleterio, così come passare il giorno del proprio compleanno lavorando é umiliante. Lavoriamo una vita intera, evitiamo di farlo anche il giorno in cui tutti ci dicono "Auguri! E ora torna a lavorare!" Ma che senso ha festeggiare il proprio compleanno quindi? Spesso si dice che dagli anta in su andrebbe passato in sordina. Potrebbe però essere la possibilità di aggiungere un giorno di libero con la scusa di autocelebrarsi. Da qualche anno infatti (la prima volta fu a Vufflens le Château ) in corrispondenza di questa ricorrenza, ho preso l'abitudine di farmi un regalo, a dire il vero me ne faccio in continuazione, organizzare trasferte per alimentare le mie passioni sono gesti d'amore verso se stessi. Ogni anno cerco di organizzare una gita particolare, fuori dagli standard, magari approfittando che sia in un normalissimo giorno in cui tutti il resto del mondo (o quasi) sta lavorando. Tra gli obiettivi li nel cassetto una chiesa che h...

Motivazioni per festeggiare il proprio compleanno - parte 4 - Le tre colonne

Ci vogliono pochi minuti dalla chiesa di San Giulio alle famigerate tre colonne nella campagna di Roveredo. La mia prossima tappa é semplice, spartana dal lato concreto ma carica di significati. Le tre colonne Ci sono tre colonne nella campagna di Roveredo, un collega originario di li mi ha riferito che quando hanno costruito l'autostrada hanno previsto una curva per preservare il sito. Tutto per tre piccole colonne, anzi, avanzi di colonne.... Le tre colonne di Roveredo Incrocio due signore a qualche centinaia di metri dal posto, scambio due parole, sono tentato di chier loro cosa sanno in proposito ma non lo faccio. Avrò modo di scoprire più tardi che le persone del luogo sono tutti a conoscenza della loro presenza e spannometricamente della loro funzione. Nessuno però sa indicare con precisione cosa si svolgeva. Sulla sinistra si intravedono i resti delle tre colonne Dopo pochi minuti giungo in vista del luogo. È a qualche metro dalla strada che costeggia il fiume e che una volt...

Il monastero di Claro

“Posso farle una domanda?”- era da parecchio tempo che aspettavo questo momento, quello di porre una semplice domanda, molto probabilmente ingenua dal punto di vista della monaca di clausura che si appresta ad ascoltarla, ma così carica di significati per me. Sarei però un folle a riportare qui il punto apice della mia visita al monastero benedettino di Santa Maria assunta sopra Claro , questo il nome ufficiale che per motivi di scorribilità della lettura non ripeterò più in maniera completa  Il monastero da un depliant presente al monastero. La zona aperta al pubblico é assai limitata, consiste nella terrazza che da sulla valle (tutta a sinistra) con annessa chiesa e localino per gli acquisti (vedi sotto) L’itinerario odierno parte e finisce nell’abitato di Claro, ridente agglomerato ai piedi del monastero. Prima di salire al monastero faccio un giro alla ricerca dei luoghi di interesse in paese. Mentre cammino per i vicoli noto gente indaffarata: un'intera famiglia sta partecipan...

Glorenza

Approfitto della mia tre giorni in "estremo oriente" (con le dovute proporzioni), per penetrare in Italia, o meglio ancora nel ambiguo territorio della Val Venosta. Dopo aver visitato Curon mi sposto a sud per visitare Glorenza. Glorenza é affascinante per una sua caratteristica che difficilmente si riscontra nei villaggi nelle Alpi: le sue mura. Quando si entra da una delle sue tre porte si ha la voglia di scoprirne ogni angolo, di non lasciarsi sfuggire l’occasione di sentirsi catapultati in un altra epoca ad ogni passo che si fa. Per dare un’immagine dell’urbanistica della cittadina la miglio soluzione é dall’alto.  Foto scattata all’esterno del museo storico di Glorenza Ma non bisogna fantasticare troppo, avere la testa tra le nuvole potrebbe diventare estremamente pericoloso, meglio guardare chi arriva, soprattutto dai due assi principali che tagliano la cittadina; se una volta era cavalli oggi i tempi di reazione devono essere più scattanti, perché chi sopraggiunge po...

Motivazioni per festeggiare il proprio compleanno - parte 2 - Il Dio di lamiera

Il tragitto in postale tra Mesocco e Roveredo dura pochi minuti, non c'é nemmeno il tempo di sentiere le emozioni della prima tappa scendere che già si giunge nella ridente capitale della Moesa.  Roveredo Roveredo ha preso il suo nome dai folti boschi di rovere che lo circondano. Negli antichi documenti troviamo spesso le impronte del sigillo di Roveredo. Il più antico porta la data del 1615 e non rappresenta altro che un rovere con sei rami, tre per lato, armonizzati in uno stemma. Attorno sta la dicitura “Sigilium Roveredi Comunitatis”. Roveredo (GR): casa Zuccalli con i suoi graffiti risalenti alla metà del sedicesimo secolo. Nella foto il graffito presente sulla facciata della casa risalente alla metà del sedicesimo secolo riscoperto e restaurato. Al primo piano, dopo un restauro parziale eseguito dal restauratore Marco Somaini nel 2004, possiamo ammirare  il dio greco Hermes dai piedi alati, messaggero degli dei e protettore dei mercanti (il dio Mercurio romano) e i...

Insulti e similitudini in dialetto di Airolo

La globalizzazione sta standardizzando tutto, siamo in balia di un appiattimento generale, insulti compresi. Quelle belle chicche di nicchia, sortite da personaggi estremamente arguti e salaci rischiano di andare perse. E sarebbe un peccato, perché almeno gli insulti possono essere riutilizzati con una certa frequenza. Quotidianamente. Ma farlo con una certa estrosità non ha prezzo, insulti talmente fini ed elaborati che potrebbero nemmeno essere capiti dai destinatari. Un rischio che va corso. Assolutamente. Detto questo mi permetto di snocciolare una serie di affermazioni, rigorosamente di Airolo e dintorni,  da sfoggiare nel momento giusto, imperativamente, la gente va insultata con regolarità, il rischio é quello di perdere questo meraviglioso patrimonio.  Leggere e propagare Mocciosi che ciondolano sulla via principale di Airolo, sanababicci Difetti fisici (dalla nascita, malattia o dall’invecchiamento) U pèr un ğatt tirò fò d'um büi : é malconcio, fa pietà; letteralmente...