Uno dei tre grandi monumenti elvetici a proclamare le grandi vittorie della Confederazione riprende l'episodio della battaglia di Näfels nel canton Glarona. Gli altri due sono il monumento per la vittoria a Morat (1476) e il monumento a Winkelried per la vittoria a Sempach (1386)
Monumento alla battaglia presente a Näfels
Ma cosa é successo a Näfels nel 1388? E come si é arrivati a tanto?
Lo scontro svoltosi a Näfels costituisce la fase intermedia del conflitto che tra il 1386 e il 1393 oppose, su diversi campi di battaglia, i Confederati e gli Austriaci (guerra di Sempach). Il motivo scatenante fu l'attacco austriaco alla cittadina di Weesen (congiura notturna del 21/22 febbraio 1388), occupata dal 1386 dai Glaronesi e dai Confederati.
Il Letzi (muro)
In quel periodo, gli abitanti di Glarona iniziarono a costruire un possente muro vicino a Näfels. La data di completamento è incerta. La muratura aveva lo scopo di impedire a un attaccante di invadere indisturbato il Glanerland e di scacciare il bestiame. Inoltre, il Letzi era un segno visibile di potere, come un muratore della città. Nel 1388, l'esercito asburgico sconfisse i Letzi e si diede al saccheggio. Quando gli invasori in ritirata si ammassarono al Letzi, i Glaronesi inflissero loro una sanguinosa sconfitta.Ricostruzione di un pezzo del muro
Ricostruzione grafica del muro
Mappa del muro che attraversava il fondovalle :
1. pezzo ovest del muro ( ancora riconoscibile)
2. Pezzo est del muro
3. Pezzo del muro ricostruito nel 1983
4. Monumento alla battaglia
5. Convento Mariaburg
La battaglia
Da questa località il 9 aprile 1388 venne sferrato l'attacco principale contro il canton Glarona, considerato ribelle. Ca. 5000 uomini comandati dal conte Donat von Toggenburg e dal cavaliere Peter von Thorberg espugnarono la muraglia difensiva (Letzi) di Näfels. Una seconda colonna formata da 1500 soldati agli ordini del conte Hans von Werdenberg-Sargans avanzava provenendo dal Kerenzerberg.
Illustrazione della battaglia presente nel museo cantonale di Näfels |
I ca. 400 Glaronesi, cui diedero man forte alcune dozzine di Svittesi e Urani, si ritirarono dal Letzi verso il fianco occidentale della valle e, favoriti dalla nebbia e dalla neve, attaccarono l'esercito di cavalieri dedito al saccheggio. Dopo un breve combattimento, i glaronesi inseguirono i nemici in fuga, che in gran numero morirono annegati nella Maag in seguito al crollo del ponte presso Weesen. Avuta notizia della sconfitta, una seconda colonna arrivata fino a Beglingen presso Mollis decise di tornare indietro.
Miniatura della battaglia nella sua parte conclusiva, si noti la presenza del santo Fridolino sulla destra
La mappa della battaglia
1. Gli austriaci marciano e sfondano il muro I glaronesi si ritirano fino al Rauti
2. Una moltitudine di glaronesi avanzano mentre gli austriaci saccheggiano e li attaccano
3. I glaronesi si ritrovano e riorganizzano al Rauti, gli austriaci sono messi in fuga
4. I glaronesi inseguono gli austriaci in fuga, mentre la colonna laterale degli austriaci dopo una prima avanzata decide di ritirarsi
I glaronesi interpretarono la loro vittoria, conseguita con l'aiuto del patrono cantonale Fridolino, come un giudizio divino. I caduti vennero onorati con una commemorazione religiosa; già nel 1389 fu eretta una cappella a Sendlen. Da ciò ebbe origine il pellegrinaggio di Näfels (Näfelser Fahrt), una sorta di processione ancora oggi compiuta ogni anno (generalmente il primo giovedì del mese di aprile) per ricordare i morti e commemorare la battaglia. Questa tradizione ha avuto un ruolo significativo nella formazione dello spirito comunitario e dell'identità glaronesi..
Decorazione in vetro del 1604 che ricorda le varie fasi della battaglia.
Si possono notare il muro con i confederati alle spalle che stanno scacciano gli austriaci che vanno ad annegare nella Maag. In alto a sinistra la bandiera di San Fridolino
Immagini della battaglia nella fase conclusiva su una stufa presente al museo nazionale di Zurigo.
Si noti che mentre il giorno e il mese corrispondono l'anno qui indicato é il 1387
Alabardiere glaronese con la bandiera raffigurante San Fridolino |
Commenti
Posta un commento