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Una nuova partenza

Ho gestito un blog dal 2004 al 2016

Dal 2016 ho preso una pausa, nel frattempo il mio stile di vita e i miei interessi sono mutati, si potrebbe sostenre che sono passato dall'epoca "tardo bimbominkia" al "consapevole di un esistenza da sfruttare bene", o ancora, come amo dire, aver cambiato la mia stagione umana, che sia da "primavera a estate" o da "estate a autunno" non l'ho ancora capito.

Nel frattempo i miei interessi si sono spostati fondamentalmente su due temi: montagna e storia.

Perché Suvorov55?

Suvorov55 é un nome che riesce a racchiudere entrambe le mie passioni, cosa abbastanza difficile in una parola; si tratta di un percorso proposto da una delle innumerevoli app di escursionismo che propone di ripercorrere il percorso fatto dal generalissimo Suvorov nelle alpi svizzere nel contesto delle guerre napoleoniche, il percorso si chiama appunto Suvorov55 ed é una dei miei innumerevoli obiettivi che mi sono proposto di raggiungere.

Lo spunto invece per ricominciare proprio in data odierna viene dal ritrovamento di un quadro che é stato il secondo punto che ha irrimediabilmente deviato i miei interessi per la storia.

Anni fa mi sono ritrovato a visitare una fortezza sotterranea (sasso delle pigne) con una guida.
La visita era molto particolare, oltre a me e mia figlia (che spesso si ritrova a seguirmi nel mio peregrinare) un gruppo di vallesani visibilmente e olfattivamente alticci.

Non ho mai interrotto la guida ponendo domande, abitudine questa che invece ho decisamente preso negli anni, l'unica domanda riguardava un quadro visto in uno stanzone:

"scusi e questo?" chiesi indicando il quadro
"Grandson?" fu la lapidaria risposta della guida.

Mi incuriosì il fatto che un quadro simile fosse esposto in un bunker, mi chiedevo il perché.
Nella mia mente giunsi alla conclusione che si doveva trattare di un avvenimento epico che esaltasse le gesta dei nostri avi in difesa di una Svizzera decisamente agli albori.
Tutto questo per motivare la truppa rinchiusa nel cuore della montagna a protezione dell'amata Patria

Poi di riflesso mi chiesi che cosa fosse successo di così epico a Grandson.

Oggi a diversi anni di distanza mi sono ritrovato davanti al quadro, nel frattempo ho scoperto che non si trattava di Grandson ma di Morat, la guida si era sbagliata di un anno e di qualche km ma la battaglia fa parte di un trittico (Grandson, Morat e Nancy) che racconterò più in la.

Il quadro ispiratore presente nel bunker: Carlo il temerario cinge d'assedio Morat nel 1476

Nulla dies sine linea

Da qui mi sono reso conto di avere un sacco di aneddoti in testa, piuttosto disordinati, e per cercare di tenere ordine ho deciso di iniziare questo blog, più per me, più per non dimenticare nulla tra montagna e storia. 

Già per non dimenticare...in uno di quei libri che contengono curiosità ne lessi una che mi lasciò particolarmente colpito: di tutte le cose che vediamo, sentiamo e apprendiamo ogni giorno l'80% va dimenticato, una vera sciagura. Per dirla come Plinio il Vecchio (un altro degli innumerevoli personaggi che incontrerò nel mio percorso):

Leggere non basta. Secondo un'antica tradizione, alla lettura deve accompagnarsi la scrittura. Come l'ape che durante il giorno raccoglie il polline volando di fiore in fiore, e giunta la sera non lascia che vada disperso ma lo condensa in miele, allo stesso modo i frutti delle disparate letture che facciamo nel corso della giornata rischiano di andare perduti se non li raccogliamo e compendiamo in forma scritta. Per questo Plinio il Vecchio raccomanda: Nulla dies sine linea (Storia naturale, XXXV, 84).

Link Museo

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