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I mulini sotterranei di "Col-des-Roches"

"Floating down, the sound resounds
Around the icy waters underground"


Sono due strofe di Astronomy Domine, canzone dell'era psichedelica degli amatissimi Pink Floyd. E le ghiacciate acque sotterranee sono state le protagoniste della giornata odierna.

A poche centinaia di metri dall'abitato di Le Locle (il nome si pensa arrivi dal celtico e significa acqua nascosta) e ad ancor meno centinaia di metri dal confine con la Francia si ergono delle costruzioni nei pressi di una galleria. Al viaggiatore che passa di li mai passerebbe per la mente che sotto una di questa costruzioni si snodano diverse gallerie contenenti ruote e ingranaggi andando a formare un perfetto mulino sotterraneo

Rete dei tunnel e delle ruote presenti nel sottosuolo

Ma andiamo con ordine, perché proprio un mulino sotto terra invece che in superficie?
Nel XVII esimo secolo questa parte della valle é un acquitrino che raccoglie le acque dei due versanti. Il dislivello  del fondovalle inoltre é lieve.  Il fiume Bied che la attraversa poi però sfocia nelle grotte Cul-des-Roches snodandosi in diverse cascate sotterranee.

La vallata di Locle, sulla destra il villaggio di Le Locle, a sinistra le costruzioni sopra i mulini sotterranei (Col-des-Roches). La parte scura a fianco della strada che collega Le Locle al Col-des-Roches indica che si trattava di zona paludosa, unita allo scarsa pendenza rendeva impensabile costruire un mulino in questa zona. 

Col-des-Roches, la galleria fa da confine tra Svizzera e Francia

Dal 1652 queste caratteristiche geologiche sotterranee sono sfruttate grazie a due ruote idrauliche. 
In seguito il mulino cambierà di gestione, le ruote aumenteranno per poi diminuire di nuvo quando il proprietario dichiarerà banacrotta. 

Principio di funzionamento. La ruota situata in basso viene fatta girare grazie all'acqua. Girando attraverso degli ingranaggi la trasmissione viene portata più in alto dove un ingranaggio grande in marrone fa girare molto velocemente l'ingranaggio più piccolo grigio. Quest'ultmio fa roteare la parte superiore della macina (quella inferiore é ferma). L'orzo é l'avena inseriti tra le due macine vengono lavorate ottenendo così la farina

In seguito il posto diventerà un macello, i resti degli animali verrano buttati nella caverna fino ad ostruirla completamente

Nel 1884 il municipio di Locle acquista ilo complesso e nel 1899 sono trasformati in mattatoio. Al momento della sua chiusura nel 1966 il sito é gravemente inquinato. Nel 1973 un gruppo di amanti della storia e di speleologia puliscono le grotte e restaurano parzilamente dei mulini. Dopo 15 anni di lavoro la confraternita dei mugnai di Col-des-Roches può aprire al pubblico il manufatto

Ruota idraulica nella grotta Col-des-Roches, inizio XIX secolo

Il lavoro del mugnaio in queste condizioni non era dei più facili, umidità, scarsa illuminazione, temperatura costante a 8°C. La sua retribuzione corrispondeva ad 1/24 della farina prodotta. Non c'era un ordine prestabilito, le uniche persone che potevano saltare la fila erano le donne in stato interessante, ma ben in poche si presentavano con dei sacchi di orzo per poi andarsene con un sacco di farina sulle spalle

Parte superiore del mulina, qui si infilava l'orzo e l'avena che venivano macinati creando così la farina. La farina conteneva la crusca, ovvero le bucce dell'orzo e dell'avena che venivano ripuliti a mano a casa delle famiglie

Oltra alle macine una grossa sega era azionata dai mulini. Al centro il foro che conteneva una ruota più piccola

Una ruota presente nelle grotte che azionava la macina

AL centro subito sotto e a destra della lampada si intravedono gli ingranaggi che trasferiscono il movimento alla macina situata al piano superiore

1. Pane d'orzo, 8kg, ca 1770
2. Razione giornaliera media di pane d'orzo per un adulto / 800g ca 1770
3.Razione giornaliera media di pane per un adulto / 150g ca 2000

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