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Patto di Locarno

Sono divorziato. Da molti anni ormai. 
Il divorzio non deve essere letto come qualcosa di negativo, spesso é un miglioramento delle condizioni di vita. Spesso? Diciamo sempre. Quando quel giorno nella sala del pretorio di Locarno ero intento a battagliare con l'avvocato della mia ex non sapevo che circa 90 anni prima nella stessa aula si tenevano discorsi ben più importanti per l'umanità intera. Presenti tutti i pezzi grossi dell'Europa

In breve

Dal 5 al 16 ottobre 1925 si svolse a Locarno una conferenza diplomatica tra le delegazioni di sette stati europei: il Belgio, la Francia, la Germania, il Regno Unito, l’Italia, la Polonia e la Cecoslovacchia. 
Dopo dieci giorni di trattative, furono parafati sette trattati e convenzioni, di cui il principale fu un trattato di garanzia reciproca – chiamato anche Patto Renano – tra il Belgio, la Francia, la Germania, il Regno Unito e l’Italia, con il quale la Germania accettava la frontiera lungo il Reno scaturita dal trattato di Versailles. Il Regno Unito e l’Italia fungevano da garanti, ovvero avrebbero dovuto intervenire a sostegno del paese aggredito, qualsiasi fosse stato l’aggressore. 

Inoltre, la Germania sottoscrisse due convenzioni d’arbitrato con la Francia e con il Belgio e due trattati d’arbitrato con la Polonia e la Cecoslovacchia. La Francia stipulò due trattati di garanzia con la Cecoslovacchia e la Polonia, che tuttavia non rientravano nel sistema di Locarno. Gli Accordi di Locarno contribuirono a un breve periodo di distensione e di collaborazione tra le nazioni europee a seguito la Prima guerra mondiale.

Mostra permanente al castello di Locarno

Ciò che sorprende della Conferenza è che, nonostante le divergenze tra due dei suoi protagonisti principali, i lavori si svolsero in un clima di generale buona volontà e cordialità, senza l’astio che aveva contraddistinto tra le potenze vincitrici e quelle sconfitte in molte precedenti conferenze internazionali.

Perché Locarno?

La scelta di Locarno come sede della Conferenza fu motivata principalmente da due fattori: la neutralità della Svizzera e la prossimità di Locarno all’Italia, per facilitare la partecipazione di Mussolini (l’Italia era membro permanente del Consiglio della SdN).

Nel contesto del Patto di Locarno, merita particolare attenzione la figura di Giovan Battista Rusca, politico locarnese e sindaco di Locarno. Questo avvenne perché il Consiglio federale svolse il ruolo di ospitante in molto discreto e non si fece rappresentare ufficialmente a Locarno perché le trattative non concernevano la Svizzera.

Palazzo del pretorio

Anche l’autorità cantonale mantenne lo stesso atteggiamento. Fu quindi il sindaco di Locarno ad accogliere i diplomatici, dopo aver avuto a disposizioni solo una decina di giorni per preparare la città, poiché la Germania accettò la proposta francese di tenere la conferenza a Locarno il 26 settembre 1925.

Entrata del pretorio oggi

Woodrow Wilson e i 14 punti

La guerra del 1914-1918 lasciò un segno profondo nei popoli. Fu guerra "totale", caratterizzata dalla mobilitazione di massa, dalla subordinazione della vita civile e delle attività economiche alle esigenze belliche.
La violenza e la morte furono compagne inseparabili di milioni di soldati nelle trincee. Al termine del conflitto l'Europa, profondamente traumatizzata, fu confrontata a dirompenti conflitti sociali, economici e ideologici.

Nel 1918 il presidente americano Woodrow Wilson propose l'istituzione di una Società delle Nazioni che avrebbe dovuto mantenere la pace garantendo alle nazioni l'integrità territoriale, 'indipendenza politica e il diritto all'autodeterminazione dei popoli. Il suo obiettivo era un organismo mondiale, e non europeo, responsabile del mantenimento della pace.

Programma per la pace del mondo del presidente Wilson, 8 gennaio 1918.

Un barbaro prussiano ammira un documento da cui emana una splendida luce.
È la parafrasi dei 14 punti del presidente Wilson

La Germania nel dopoguerra

Nella fase finale della guerra le tensioni sociali e politiche provocarono in Germania la caduta della monarchia e l'istituzione della Repubblica di Weimar.

Deludendo le aspettative scaturite dal programma di Wilson, a Versailles furono imposte agli sconfitti pesanti condizioni di pace. La Germania e i suoi alleati furono dichiarati responsabili della guerra. Ciò legittimava la pretesa del pagamento di riparazioni di guerra e misure di smilitarizzazione. La Germania fu ridimensionata.


I delegati riuniti a Versailles mentre la Germania firma il Trattato di Pace nel 1919.

La Direzione suprema degli eserciti accusò i politici socialdemocratici e democratici della Repubblica di Weimar di aver pugnalato a tradimento l'esercito provocando la sconfitta. Il mito diventò un leitmotiv della propaganda tesa a screditare la repubblica e il Trattato di Versailles.

Un' immagine che propaganda la leggenda della pugnalata alle spalle.

La Francia nel dopoguerra

La Francia aveva subito molte perdite durante la guerra.
Il fronte occidentale si snodava su suolo francese. La richiesta di riparazioni di guerra alla Germania dominava la sua politica estera. Le riparazioni erano considerate la giusta punizione e il mezzo migliore per mantenere inoffensivo lo storico rivale.


Il simbolo dell'esecuzione rigorosa del trattato di Versailles fu il primo ministro e ministro degli esteri Raymond Poincaré, ritratto nella vignetta mentre svuota le tasche ai tedeschi.


La situazione fu aggravata dall'isolazionismo degli USA e dall'atteggiamento della Gran Bretagna che non voleva un incontrastato predominio francese sul continente. Infatti ciò alimentava il senso d'insicurezza della Francia che pur avendo annesso l'Alsazia Lorena, ottenuto la smilitarizzazione della Renania e una drastica riduzione della forza militare tedesca, continuò a temerne possibili futuri attacchi.


Monumento del principe prussiano Friedrich Carl gettato a terra dallo zoccolo dopo la riconquista francese dell'Alsazia Lorena.

Le riparazioni di guerra e l'occupazione della Renania

La Germania dovette pagare riparazioni di guerra che non tenevano conto della sua debolezza economica. Ciò provocò una crisi che culminò nel gennaio 1923 nell'occupazione militare della Renania da parte di truppe francesi e belghe con l'intenzione di procurarsi un "pegno attivo" a garanzia dei pagamenti.

"Giù le mani dalla Ruhr". Manifesto di propaganda contro l'occupazione francese della Ruhr. La Francia é personificata da Marianna

Occupazione francese della Renania. Il primo ministro Poicaré divora i bambini della Ruhr

La Germania reagì con la resistenza passiva. Il governo pagava i salari di chi si rifiutava di lavorare per la Francia stampando denaro: ciò aggravò la crisi economica e provocò l'iperinflazione.

Nell'autunno del 1923 la Germania dovette rinunciare alla resistenza passiva. Questa fu la premessa per tornare al tavolo delle trattative. Fu così elaborato il Piano Dawes che scaglionò i pagamenti in modo più sopportabile.

In una corte di Berlino la popolazione impoverita attende in coda la distribuzione di minestra.


Una lettera stampigliata il 19 novembre 1923 con francobolli del valore di 30 miliardi di marchi.


Nel 1923 la Reichsbank di Berlino consegna il denaro in cesti della biancheria.
(Riproduzione colorata su pacchetti di sigarette del 1934).

Gli obiettivi perseguiti dalle singole nazioni a Locarno

Germania

A Locarno la Germania accettò liberamente l'inviolabilità delle frontiere occidentali mentre ad est, sottoscrivendo trattati d'arbitrato, rinunciò al revisionismo con la forza delle armi. In cambio ottenne un nuovo ruolo tra le altre potenze europee e il sostegno per essere ammessa alla Società delle Nazioni.

Francia

Nel dopoguerra la Francia era convinta che la sua sicurezza fosse garantita solo dall'applicazione rigorosa di Versailles. Nel 1924 cambiò atteggiamento e accettò di discutere un sistema di sicurezza collettivo nell'ambito della Società delle Nazioni. A Locarno la Francia ottenne la garanzia della Gran Bretagna e dell'Italia per le sue frontiere con la Germania e consolidò le sue alleanze con la Cecoslovacchia e la Polonia.

Belgio

Dopo la grande guerra il Belgio cercò di garantire la propria sicurezza mediante accordi con la Francia e, senza esito, con la Gran Bretagna. Nel 1925 voleva soprattutto evitare di essere escluso da accordi sulle frontiere che lo riguardavano.

Gran Bretagna

Dopo la crisi renana la Gran Bretagna si era convinta di dover dare maggiori garanzie alla Francia se voleva convincerla a essere più conciliante. A Locarno assunse il ruolo di mediatore favorendo la distensione. Non accettò di garantire i confini ad est perché non rientravano nel suo ambito strategico e perché reputava inevitabile una loro revisione.

Italia

L'Italia fu invitata alla conferenza perché Potenza membro del Consiglio della Società delle Nazioni. Mussolini chiese invano garanzie per la frontiera del Brennero temendo l'Anschluss dell'Austria, ma la questione non fu discussa.
La presenza di Mussolini alla seduta conclusiva della conferenza ebbe lo scopo di consolidare il prestigio internazionale del duce.

Polonia

La Polonia, alleata con la Francia, aveva rapporti conflittuali con la Germania per la questione delle minoranze, il corridoio di Danzica e il commercio del carbone. Riteneva di essere una potenza, ma di non essere riconosciuta come tale.
A Locarno dovette accontentarsi di un ruolo di secondo piano. Non nascose la sua delusione per i risultati raggiunti.

Cecoslovacchia

La Cecoslovacchia era alleata alla Francia, ma anche in buoni rapporti economici con la Germania. A Locarno fu costretta a un ruolo di secondo piano. Riteneva però utile il Trattato d'arbitrato con la Germania perché frenava il movimento separatista dei Sudeti e perché aveva fiducia nella Società delle Nazioni e nel sostegno della Francia.

Il ruolo delle grandi potenze dietro le quinte

Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche

L'URSS non fu invitata a partecipare alla Conferenza di Locarno. Fece pressioni sulla Germania e sulla Polonia perché temeva che il riavvicinamento tra le potenze occidentali potesse preludere alla nascita di un fronte antisovietico.

Stati Uniti d'America

L'isolazionismo degli USA era relativo: nel contesto europeo avevano sostituito la diplomazia tradizionale con la "politica del dollaro". Premevano a favore della distensione perché favoriva il ricupero dei prestiti di guerra concessi alla Francia e alla Gran Bretagna e facilitava gli investimenti in
Germania.

Gli accordi di Locarno

La dichiarazione d'intenti

I Trattati di Locarno volevano preservare le nazioni dalla guerra e stabilire regole per risolvere pacificamente i conflitti così da contribuire alla distensione, favorire la soluzione dei problemi politici ed economici, rafforzare la sicurezza in Europa promuovendo il disarmo.

Il Patto Renano

Il trattato di garanzia mutuale tra Germania, Belgio, Francia, Regno Unito e Italia. Questo trattato aveva come obiettivo quello di garantire i confini esistenti e di favorire la pace. Il suo contenuto sottolinea l’impegno reciproco ad assistersi in caso di violazioni, in particolare riguardo ai confini tra la Germania e i suoi vicini, Belgio e Francia. Inoltre, il trattato riafferma la promessa della Germania di non attaccare questi Paesi e mira a consolidare la stabilità del continente europeo dopo la Prima guerra mondiale. 

Gli accordi d’arbitrato tra la Germania e Belgio, Francia, Polonia e Cecoslovacchia.

Questi quattro atti – due convenzioni e due trattati –, simili nella struttura e nei contenuti, stabilivano che eventuali controversie tra le Parti che non potessero essere risolte per via diplomatica sarebbero state affrontate, attraverso un arbitrato internazionale, la Corte Permanente di Giustizia Internazionale o una commissione di conciliazione. Le Parti si impegnavano inoltre a evitare azioni unilaterali che potessero aggravare i conflitti durante le fasi di risoluzione.

I trattati di garanzia mutuale tra Francia e Polonia, e tra Francia e Cecoslovacchia. 

Questi trattati prevedevano il sostegno reciproco in caso di aggressione non provocata da parte della Germania, in violazione degli impegni presi a Locarno. Il trattato stabilisce che nel caso in cui la Società delle Nazioni non fosse in grado di intervenire, allora Francia e Polonia sarebbero intervenute militarmente in sostegno.

I Trattati tra la Francia e la Polonia e tra la Francia e la Cecoslovacchia

La Francia sottoscrisse a Locarno Trattati di riassicurazione con la Polonia e con la Cecoslovacchia, che prevedevano un reciproco aiuto militare in caso di aggressione della Germania sulla base dell'articolo 16 del Patto della Società delle Nazioni.

Lo spirito di Locarno

Una delle conseguenze più immediate e concrete del Patto fu il ritiro delle truppe di occupazione dalla della Renania, avvenuto nel gennaio 1926, e l’ammissione della Germania alla Società delle Nazioni nel settembre 1926. Per la prima volta dal termine della Prima guerra mondiale, le ex potenze alleate si incontrarono con la Germania su un piano di completa uguaglianza, un gesto altamente simbolico che contribuì a ridurre le tensioni post-belliche.

La civiltà, aperta la porta di Locarno, esce dal buio verso una stanza luminosa

In questo senso, il Patto di Locarno può essere letto come espressione della cosiddetta “nuova diplomazia”. Si trattò di un approccio inclusivo, internazionalista e democratico, che rifiutava la guerra come strumento di risoluzione dei conflitti. Il processo di negoziazione e l’ampia copertura mediatica dell’evento rappresentarono una novità importante: l’opinione pubblica cominciava a esercitare un’influenza tangibile sulla politica estera.

Versailles: un trattato di pace monco. 
Locarno potrà giovare, ma non fino al punto di far ricrescere le gambe

Un altro effetto significativo fu che, a seguito della conferenza di Locarno, emerse una chiara volontà di evitare il ricorso alla guerra, privilegiando invece la via diplomatica per la risoluzione dei conflitti, segnando una discontinuità netta con le logiche del passato. Questa ricerca della pace, che aveva positivamente impattato la politica europea in quel periodo, valse inoltre a Chamberlain, Briand e Stresemann il Premio Nobel per la Pace del 1925 e del 1926.

Nel 1925 e nel 1926 il Premio Nobel per la Pace é stato assegnato ai tre protagonisti della Conferenza di Locarno e a Charles Gates Daves per il loro impegno nel garantire la pace tra gli acerrimi nemici Germania e Francia, favorendo la distensione e la riconciliazione

La Germania diventa membro della Società delle Nazioni

Nel settembre del 1926 la Germania fu accolta dalla Società delle Nazioni superando l'isolamento in cui era stata costretta dopo la guerra.

La Conferenza sul disarmo

Nel 1925 fu istituita una Commissione preparatoria della Conferenza sul disarmo. La Conferenza si svolse a Ginevra dal 1932 al 1934. Nel luglio del 1932 la Germania si ritirò una prima volta dalla Conferenza, ma tornò a parteciparvi dopo aver ottenuto concessioni. Lasciò poi definitivamente la Conferenza sul disarmo e la Società delle Nazioni dopo l'elezione di Hitler a cancelliere del Reich.

Il Patto Briand-Kellogg

Nel 1928 il ministro degli esteri francese Aristide Briand e il segretario di stato americano Frank Kellogg elaborarono un patto di rinuncia alla guerra che fu firmato fino al 1939 da 63 stati. Dopo la Seconda Guerra Mondiale il Tribunale Militare Internazionale di Norimberga si riferì al Patto Briand-Kellogg per giudicare i crimini di guerra nazisti.

Il progetto di unione europea

Nel settembre del 1929 Aristide Briand pronunciò a Ginevra, davanti all'Assemblea della Società delle Nazioni, un discorso con cui invitava i popoli europei a stringere un legame federale in campo economico, sociale e culturale senza ledere la sovranità delle nazioni. La proposta fu molto applaudita, ma il successivo memorandum non incontrò più lo stesso favore.

Il Piano Young e la fine dell'occupazione dalla Renania

Gli impegni previsti dal Piano Dawes si rilevarono un onere troppo gravoso per la Germania. Nel 1929 fu riunita una commissione di esperti diretta da Owen Young col compito di elaborare un nuovo piano per le riparazioni di guerra approvato nel 1929 e abbandonato nel 1932 a causa della crisi economica.

Parallelamente Gustav Stresemann ottenne l'evacuazione dell'intera Renania dalle truppe d'occupazione, ciò che avvenne entro il 30 giugno 1930, con cinque anni di anticipo rispetto a quanto stabilito a Versailles.


Le speranze di Locarno. Le potenze trascinano con forza il ronzino della pace fuori dalla stalla. Speriamo che Stresemann non ritorni a casa solo con lo sterco

Lo sgretolarsi dello spirito di Locarno

Nonostante le grandi speranze suscitate dalla Conferenza, gli sviluppi successivi ne dimostrarono i limiti strutturali e politici. Il clima di cooperazione e fiducia degli anni Venti venne rapidamente messo in crisi negli anni Trenta, segnati dalla grande depressione economica, dalla crescente instabilità politica e, soprattutto, dall’ascesa al potere di Adolf Hitler in Germania nel 1933.

In particolare, il momento decisivo arrivò nel marzo del 1936, prendendo a pretesto la ratifica del Trattato Franco-Sovietico Adolf Hitler ordinò l'occupazione militare della Renania, zona che sarebbe dovuta restare smilitarizzata come garanzia di sicurezza per la Francia e il Belgio, in palese violazione del trattato di Versailles e del Trattato di Locarno.


La caccia grossa di Hitler. Tra i vari trofei: Weimar, Versailles, Locarno

La Francia rinunciò a reagire militarmente e si appellò alla Società delle Nazioni. Le potenze "locarniste" non trovarono un'intesa per reagire con fermezza.

La Società della Nazioni (indebolita dall'uscita dell'Italia e della Germania) non riuscì a trovare il consenso necessario per condannare o sanzionare la trasgressione del Patto di Locarno.

La Francia personificata da Marianne osserva contrariata la Germania che lascia il palazzo della Società delle Nazioni

Per il regime nazista la rioccupazione militare della Renania fu un azzardo e si rivelò un grande successo: per ammissione dello stesso Führer probabilmente la Germania non avrebbe potuto resistere a un intervento militare francese.

Le potenze locarniste non riuscirono a reagire in modo efficace: le potenze garanti non intervennero. Perciò la trasgressione e la denuncia dei trattati di Versailles e di Locarno si risolse a favore della Germania nazista.

Copertina della rivista liberale francese "L'Animateur des temps nouveaux" con un'immagine critica sulla distensione franco-tedesca dei "falsi profeti socialisti"

Il Fronte di Stresa

Nell'aprile del 1935 l'Italia invitò la Gran Bretagna e la Francia a una conferenza nella nota località sul Lago Maggiore con lo scopo di confermare gli Accordi di Locarno e l'indipendenza dell'Austria. L'Italia voleva barattare il suo sostegno ai Trattati di Locarno con l'accettazione delle sue mire coloniali. Ma l'Inghilterra sottoscrisse due mesi dopo Stresa un accordo navale con la Germania che legittimava di fatto il riarmo tedesco. Il Fronte di Stresa delle potenze "locarniste" non aveva futuro.

L'Italia e la Germania e l'aggressione all'Etiopia

La firma del Patto Franco-Sovietico e dell'Accordo navale Anglo-Tedesco dimostrarono che la Francia e la Gran Bretagna cercavano la loro sicurezza in accordi bilaterali piuttosto che nel Fronte di Stresa con l'Italia. Inoltre entrambi i paesi condannarono nell'ottobre 1935 l'aggressione italiana all'Etiopia e votarono le sanzioni decise dalla Società delle Nazioni. Perciò l'Italia cercò un riavvicinamento con la Germania e successivamente non reagì alla violazione dei Trattati di Locarno.

Manifesto esposto a Milano durante la guerra tra l'Italia e l'Etiopia

Il Patto Franco Sovietico

Questo trattato prevedeva la collaborazione fra i due paesi in caso di un'aggressione. L'obiettivo era di garantirsi contro un attacco da parte della Germania nazista che aveva ripristinato la coscrizione obbligatoria violando il Trattato di Versailles. La ratifica del nuovo trattato da parte del Parlamento francese nel febbraio 1936 fu il pretesto per l'occupazione tedesca della Renania il 7 marzo 1936.

Il sistema di Locarno entrò paradossalmente in crisi con lo spezzarsi di quello che sembrava il suo l'anello più saldo: la frontiera Renana che godeva della garanzia di due potenze europee.

I protagonisti della conferenza di Locarno

Gli Accordi di Locarno furono il risultato dell'intelligente opera politica di Gustav Stresemann, Aristide Briand e Austen Chamberlain. Per i loro meriti ricevettero il premio Nobel per la pace.
La complessità politica e giuridica dei trattati richiese di risolvere molte difficoltà. Un lavoro immenso e certosino svolto dai membri delle delegazioni diplomatiche che ogni nazione inviò alle trattative di Locarno.

Germania

Hans Luther (1879-1962)
Di formazione giurista, negli anni 1923-1924 contribuì a elaborare le misure per stabilizzare la moneta tedesca. Fu ministro dell'approvvigionamento e ministro delle finanze. Dal 1925 al 1926 fu cancelliere della Repubblica di Weimar, appoggiato da una coalizione di centro-destra.
Nel 1926 fu costretto alle dimissioni dalle proteste della destra contro la firma del trattato di Locarno.

Gustav Stresemann (1879-1929)
Gustav Stresemann fu un nazionalista convinto, ma seppe tenere conto delle realtà economiche e politiche nazionali e internazionali. Fu leale alla Repubblica di Weimar. Eletto cancelliere nel 1923 prese la difficile decisione di porre fine alla resistenza passiva nella Renania, premessa della politica che portò, su sua iniziativa, a Locarno.

Stresemann indica la via verso Locarno

Francia

Aristide Briand (1862-1932)
Avvocato e giornalista socialista. Fu presidente del consiglio durante gli anni della grande guerra e poi nuovamente nel 1921. Dapprima difese l'applicazione rigorosa dei trattati di Versailles.
Comprendendo che i rapporti di forza internazionali si erano modificati, dal 1924 si impegnò per consolidare la pace in Europa e nel mondo. Dopo gli accordi di Locarno promosse il trattato Briand-Kellogg e un progetto per un'Europa unita.

Belgio

Emile Vandervelde (1866-1938)
Giurista e economista, fu tra i fondatori della Seconda internazionale socialista. Deputato al parlamento belga dal 1894, fu membro del governo in esilio all'Aia durante la guerra (1914-1918).
Delegato alla Conferenza di pace del 1919 a Versailles, rappresentò il suo paese a Locarno come ministro degli affari esteri.

Gran Bretagna

Austen Chamberlain (1863-1937)
Era un discendente di una famiglia che influenzò fortemente la politica britannica.
Pur avendo ereditato dal padre Joseph Chamberlain l'amore per l'Impero britannico era legato alla tradizione liberale di concertazione tra le nazioni. Ministro degli esteri dal 1924 assunse durante la Conferenza di Locarno il ruolo di conciliatore favorendo la soluzione delle diverse problematiche.

Italia

Benito Mussolini (1883-1945)
Fondatore del Fascismo fu dal 1922 presidente del Consiglio del Regno d'Italia.
Nel gennaio del 1925 assunse poteri dittatoriali e nel dicembre acquisì il titolo di capo del governo primo ministro segretario di stato.
Giunse a Locarno alla fine della conferenza per la cerimonia della parafa dei trattati accolto calorosamente dai suoi ammiratori, mentre gli antifascisti protestavano per le violenze degli squadristi fascisti a Firenze.

Mussolini a Locarno, Villa Farinelli, 16 ottobre 1925.

Vittorio Scialoja (1856-1933)
Professore di diritto romano, fu capo della delegazione italiana alla Conferenza di Locarno. Dal 1904 fu senatore, ministro della giustizia dal 1909 al 1910, ministro senza portatoglio per la propaganda di guerra dal 1916 al 1917 e ministro degli affari esteri dal 1919 al 1920. Delegato italiano alla conferenza di pace del 1919 fu inseguito il rappresentante italiano alla Società delle Nazioni.

Polonia

Alexander Skrzynski (1882-1931)
Di formazione giurista fu ambasciatore dell'Impero Austro-Ungarico al Vaticano e poi ciambellano dell'imperatore Franz Joseph I e diplomatico all'Aia. Durante la guerra prestò servizio come sottotenente e aiutante del generale Tadeusz Rozwadowski. In seguito, al servizio della Polonia, fu diplomatico a Berlino e a Parigi. Fu primo ministro e ministro degli affari esteri nel 1925. Sostenne una politica pacifista fonda-ta sulla stabilità delle frontiere.

Cecoslovacchia

Eduard Benes (1884-1948)
Fondatore dello stato cecoslovacco, membro del Partito nazional-socialista d'orientamento di centro sinistra, fu ministro degli esteri dal 1918 al 1935.
Ebbe un ruolo importante nella Società delle Nazioni perché pensava che sostenesse la stabilità in Europa e le aspirazioni dei piccoli stati. Nel 1924 si adoperò a favore del Protocollo di Ginevra. Era convinto che Locarno fosse un'opportunità per pacificare l'Europa.




I delegati riuniti nella sala delle conferenze nel Palazzo del Pretorio a Locarno.

Sguardo a posteriori

I giudizi sul Patto di Locarno non sono unanimi. Alcuni storici, scorgendo un collegamento diretto con gli eventi che portarono alla seconda guerra mondiale, considerano questi trattati un “pezzo di carta” senza valore, una pericolosa illusione. 
Secondo i critici, gli Accordi di Locarno rappresentano lo smantellamento del sistema repressivo antitedesco di Versailles e perciò una delle premesse che hanno reso possibili le successive aggressioni naziste. Interessante, a questo proposito, è il fatto che Hitler denunciò gli Accordi di Locarno perché li riteneva una prosecuzione della politica di Versailles, che imponeva ingiustificate “servitù” alla Germania. Secondo gli storici dei paesi dell’Europa dell’est, inoltre, il Patto di Locarno aveva sancito due gradi di frontiere, le prime garantite dalle potenze, mentre le altre non lo erano. Con ciò, a loro avviso, si era in pratica invitato la Germania ad attivare una politica espansionista ad est. Gli accordi sono stati anche interpretati come un’ammissione di debolezza da parte della Società delle Nazioni, costretta a propugnare soluzioni regionali poiché non riusciva a proporre una pace globale. Dal canto suo, la storiografia d’ispirazione sovietica e comunista ha sempre ritenuto il Patto di Locarno una manovra del capitalismo imperialista, soprattutto inglese, per creare un blocco contro l’URSS.

Per altri invece il Patto di Locarno ha rappresentato la svolta fra gli anni di guerra e gli anni di pace. Ha messo un termine alle ostilità tra la Francia e la Germania ed è stato il “vero” trattato di pace. L’accordo, a differenza dei tradizionali sistemi d’alleanze, non era diretto contro altri Stati e aveva una durata illimitata. Indicava che la mediazione dei contrasti era da ricercare nel diritto internazionale e nell’arbitrato. Inoltre era stato all’origine di un nuovo clima di fiducia tra gli Stati. La suddivisione in vinti e vincitori era stata superata per sviluppare un progetto d’intesa comune. E, negli anni successivi, gli Accordi di Locarno furono presi a modello quale possibile soluzione elastica e pragmatica per i conflitti regionali: in particolare si era proposta una “Locarno” per i Balcani. La Conferenza di Locarno è stata considerata una premessa per il Patto Briand-Kellogg (1928), a cui aderirono una sessantina di Stati impegnandosi a considerare la guerra uno strumento illegale.

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Il tempo passa ma per la vergine di Norimberga presente al castello di Kyburg sembra non incidere, ache se poi vedremo che qualche ritocco l'ha necessitato pure lei. Che poi se ne possano dire finché si vuole ma la vera superstar del castello di Kyburg é lei, proprio come aveva ben visto chi l'acquistò proprio per questo scopo. «Vergine di ferro» I visitatori del castello si aspettavano sempre di vedere armi storiche e strumenti di tortura.  Appositamente per loro venivano realizzate delle «vergini di ferro». Matthäus Pfau acquistò il suo esemplare nel 1876 in Carinzia per mettere in mostra «il lato più oscuro del Medioevo».  A quel tempo, le forze conservatrici cercavano di reintrodurre la pena di morte, che era stata abolita poco prima in Svizzera. Attrazione turistica È risaputo che la Vergine di ferro fu inventata nel XIX secolo. Non vi è alcuna prova che in una simile cassa dotata di lame e con una testa di donna sia mai stata uccisa o torturata una persona.  Le verg...

Piccolo manuale museale e affini

 Intro Questa piccola guida ai musei e affini non era programmata e nemmeno un obiettivo dichiarato. È nata con le esperienze accumulate nel vario girovagare per musei, monumenti, vicoli più e meno grandi. Piccole accortezze, da applicare con lo scopo di migliorare qualitativamente le giornate dedicate alla visita/vista di qualsiasi tipo di oggetto culturalmente rilevante. "L'opera" é in continuo aggiornamento, una versione finale sarà in coincidenza con la mia dipartita. La vergine di Norimberga presente nel museo del castello di Kyburg;  trattasi di un falso acquistato nei secoli passati dai proprietari del castello per sorprende e intrattenere gli ospiti  La Vergine di Norimberga, spacciata come uno strumento di tortura medievale, è in realtà un prodotto del XIX secolo, un’epoca in cui l’Europa era affascinata da una visione romantica e distorta del Medioevo. Questa riscoperta del Medioevo non era basata su una comprensione storica accurata, ma piuttosto su una visione...

Festa cantonale ticinese di Lotta Svizzera

“Se assaggi una volta la segatura, poi ti scorrerà per sempre nel sangue”. Il truciolato, rigorosamente di abete e non di castagno (perché le scaglie di quel legno ferirebbero la pelle), è quello dei cinque anelli, ognuno del diametro di 12 metri, sul grande prato a Biasca, dove sabato 20 settembre circa 200 lottatori, tra cui 9 ticinesi e 11 coronati federali, si sono sfidati alla Festa cantonale ticinese di Lotta Svizzera. Si, sono dovuto tornare. A Mollis ho visto molto ma sento manca qualcosa, il clou, la lotta appunto. E con la lotta un sacco di aneddoti legati ad essa.  A Mollis in maniera molto ingenua ero andato allo stand delle informazioni a chiedere se c'erano ancora biglietti " no, da sette mesi non ce ne sono più. Sono stati venduti tutti in 7 minuti ". Evidentemente non mi rendevo conto dell'importanza della festa ma la manifestazione che si tiene a Biasca sembra fatta apposta per darmi l'opportunità di partecipare all'interno dell'arena. de...

Da Campo Valle Maggia a Bosco Gurin - parte II - Da Cimalmotto al passo Quadrella

Sbuco su Cimalmotto dal sentiero proveniente da Campo Valle Maggia verso mezzogiorno. Non mi aspetto di trovare spunti storici altrettanto avvincenti che a Campo, sarebbe impensabile in così pochi ettari sperare in tanto. Eppure.... Vista da Cimalmotto in direzione di Campo Valle Maggia di cui si intravede il campanile in lontananza Ci sono due elementi geologici che caratterizzano questa parte della valle: la frana che domina la parte inferiore e il pizzo Bombögn che sovrasta la parte superiore. Campo Valle Maggia e Cimalmotto sono l'affettato di questo ipotetico sandwich Chi visita Campo e le sue frazioni con occhio attento non può non rimanere esterrefatto dal contrasto fra la bellezza paesaggistica della zona e la ricchezza dei monumenti storici da un lato e la desolante povertà demografica dall’altro. I motivi sono diversi: innanzitutto Campo, al momento dell’autarchia più dura, era uno dei comuni più popolati della Valmaggia (nel XVIII superava i 900 abitanti; nel 1850 erano...

Bürgenstock

Non era in programma. O meglio, sapevo che probabilmente sarei passato da lì ma non avevo in mente di fare approfondimenti. La svolta leggendo un cartello a Kehrsiten: alla voce corrispondente la stazione della partenza della funicolare per il Bürgenstock una parolina, tra parentesi: “museo”.  Questo, sommato ad una certa curiosità che andava aumentando ad ogni passaggio di battello sotto il “massiccio” del Bürgenstock, risulta decisivo per una piccola deviazione dal programma odierno.   Il "massiccio" del Bürgenstock. A destra Stanstadt, la righettina che si vede sulla sinistra non é un difetto di stampa ma il tracciato della funicolare. In alto tutto a sinistra si intravede il lift Lucerna punto di ritrovo della nobiltà Dalla metà del XIX secolo, la ferrovia porta i viaggiatori a Lucerna in modo comodo e sicuro.  La città sul Lago dei Quattro Cantoni diventa il punto di ritrovo dell'alta nobiltà europea.  Nascono grandi hotel, lungolaghi e parchi che soddisfano le...

Tarasp

Questo il castello visto per l’ennesima volta prima della mia visita su una cartolina acquistata nel chiosco della stazione di Scuol, a pochi km dal maniero.  Web Il castello me l'aveva segnalato mesi prima un compaesano "vai a Tarasp" e per convincermi mi aveva mostrato un paio di foto trovate sul momento in rete. Il fascino é indubbio, difficile resistere per uno come me. Lo annoto nella lista di posti da vedere,  Fin dall'inizio mi resi conto che essendo piuttosto lontano dall’uscio di casa ci voleva una visita ben preparata. Tarasp infatti si trova in Engadina, all'estremo est della Svizzera, zone ancora inesplorate.  Affinando le idee decisi poi di dedicare alcuni giorni agli estremi della Svizzera, dopo due giorni all'estremo occidente (Ginevra) optai per un esplorazione in estremo oriente (Engadina) che mi avrebbe portato tra gli altri posti a Scuol, Sent, Curon , Glorenza e Munstair Ed eccomi arrivato; oggi é il primo giorno e sono appena giunto alla ...