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Tradizioni molto svizzere

Dopo anni di tentennamenti decido finalmente di partecipare ad un avvenimento che nella Svizzera tedesca é assolutamente irrinunciabile: la festa federale che si tiene ogni tre anni.
Oggi saró circondato da svizzeri che fanno cose molto svizzere.

Moltissime tradizioni svizzere in questo disegno creato appositamente per la festa federale 2025, se volgiamo cercare il pelo nell'uovo manca l'Hornuss

La prima cosa che noto già nell’avvicinamento sul treno é il consumo di birre in lattina con conseguente coda davanti alle toilette, questo anche se ci troviamo a primo mattino
I più impavidi sortiscono dagli zainetti i bicchierini da cichett e brindano a non meglio identificate entità. Il lieve aroma di schnapps alle prugne si diffonde nell’area del vagone. Seguono racconti gogliardici accompagnati da grasse risate. Purtroppo non conosco bene l’idioma svizzerotedesco e non riesco a percepire se il genere di sense of humor degli allegri compagni di viaggio farebbe sganasciare pure me.

Da un telefonino appoggiato sul tavolino del treno in diretta le immagini dei primi combattimenti di lotta svizzera ai quali i simpatici personaggi buttano un occhio a intervalli irregolari. In questo ambiente si arriva in men che non si dica a Mollis nel canton Glarona.
Non occorre sapere dove si tiene la festa, basta semplicemente seguire la massa sbevazzante.

Premessa prima di entrare: non pretendo assolutamente di scoprire l’ambiente, le tradizioni e tutto quello che ruota attorno o a questa festa in poche ore, ma un assaggio qua e là mi aiuterà ad immergermi in questo mondo che pur essendo così svizzero é altrettanto lontano dai ticinesi, in fondo questo un fenomeno paradossale e tipicamente svizzero

La festa si tiene a Mollis, o meglio sull’aeroporto di Mollis, località glaronese poco distante da Näfels già visitata in passato. 

Entrata sud, a sinistra si intravede l’iconico toro, altro ingrediente riproposto in diverse salse alla festa come avrò modo di notare

Due lottatori nella posizione iniziale dello «Zämegriffe», con lo sfondo delle montagne del Cantone di Glarona, decorano il logo dell'ESAF 2025. «Per noi è stato subito chiaro che poteva esserci solo una base: il nostro Glarner Tüechli», dice Karin Egger, responsabile del marketing e della comunicazione dell'ESAF. Con il suo inconfondibile motivo Paisley, è un pezzo di storia glaronese famoso in tutto il mondo. Il rosso e il bianco rappresentano sia il Cantone di Glarona che la Svizzera. Il «+» vuole sottolineare che la festa è un lavoro di squadra, a cui contribuiscono anche le associazioni di lotta svizzera della zona, oltre i confini cantonali.

Appena entrato mi rendo conto che tutto é a tema: una serie infinita di bancarelle di sponsor che promuovono i loro prodotti alternati a posti per la mescita.

Qualche cifra

Su un giornalino all'interno della festa trovo qualche numero inerente l'organizzazione, riposrto quelli più succosi.

274 lottatori si sfideranno nell'ESAF nel Cantone di Glarona. Questi posti sono divisi tra le cinque associazioni regionali e i lottatori stranieri (6 posti).

Sono attesi 350 000 visitatori durante i tre giorni dell'ESAF, dal 29 al 31 agosto.

37 tonnellate di segatura vengono distribuite sui sette anelli di gara nel Teamschwingen. Servono a garantire una base stabile.

696 toilette sono a disposizione dei visitatori.

Secondo le stime ufficiali dell'organizzatore, verranno vendute 450.000 salsicce. Questo è quello che è successo nelle ultime feste di lotta svizzera.

Edelweiss-Stoff

Una delle prime cose che si notano sono le camicie, tutte stesso modello, stesso motivo. Il tessuto che va per la maggiore é una stoffa azzurrognola con ricamati i fiori, moltissimi partecipanti la indossano, é indubbiamente un simbolo identificativo, la trama poi del tessuto é replicata ovunque, anche nei posti più improbabili

La camicia Edelweiss: il costume tradizionale moderno

Un must. Mollis 30.08.2025

Le camicie Edelweiss ci sono dagli anni '50. Il tessuto è stato inventato dalla tessitura Gugelmann a Roggwil/BE. Più tardi, quando la ditta Gugelman ha chiuso, la tessitura Lauterburg nell'Emmental ha preso il modello. In quel periodo anche la tessitura Habis nella Svizzera orientale ha iniziato a tessere il tessuto. Tuttavia, con un fiore rotondo. Ciò fu possibile perché non si pensò a proteggere il modello. Chi avrebbe mai immaginato allora che questo modello avrebbe raggiunto un tale status di culto? All'inizio il tessuto, allora tessuto in larghezze di 90 cm, veniva venduto quasi esclusivamente per il lavoro a domicilio. Erano soprattutto le contadine a cucire le camicie a casa.

Per molto tempo la camicia Edelweiss è stata considerata una camicia da contadino. L'associazione dei contadini l'ha quindi inserita in una campagna pubblicitaria in cui, ad esempio, Michele Hunziker o Michael Schumacher sono stati fotografati con indosso la camicia Jenni Edelweiss, con messaggi positivi per l'agricoltura svizzera. 

Da allora la camicia è diventata sempre più di moda, anche nelle aree urbane. La camicia Edelweiss era originariamente indossata come camicia da lavoro. È bello che una camicia del genere sia diventata un pezzo di tradizione svizzera.

La classica tra le camicie Edelweiss rimane l'originale Edelweiss blu. La camicia Edelweiss originale è a maniche lunghe, con abbottonatura a metà e senza colletto, e realizzata nel comodo tessuto Edelweiss in fustagno. Dato che il colletto è particolarmente sollecitato dall'attrito della barba incolta durante il lavoro, le tradizionali camicie Edelweiss venivano indossate senza colletto (colletto alto). Questa «forma di colletto» resiste a lungo anche in caso di forte sollecitazione e offre una maggiore libertà di movimento. Ecco perché è ancora oggi così popolare tra i lottatori e le lottatrici. Al momento, le camicie con collo alto stanno vivendo un vero e proprio revival, anche al di fuori della moda folcloristica tradizionale.

Non solo sulle camicie

Come annunciato in precedenza non solo sulle camicie si presenta l'ormai popolare motivo, la fantasia degli stilisti e designer non ha confine

Sarebbe persino un peccato togliersele...

Un mix esplosivo.

Anche questo camion vicino all'entrata sud  é stato vestito a tema

Probabilmente il pezzo Edelweiss più clamoroso addocciato oggi: un boiler che andrà in premio ad uno dei lottatori

Tutto parla di tradizioni

Mi diverto ad osservare come i vari espositori e sponsor hanno trovato la maniera di avvicinarsi al tema o anche semplicemente di integrare elementi della tradizione per vendere i prodotti.

Una delle pubblicità più iconiche dell'assicurazione "La Mobiliare" che negli anni ha proposto gli schizzi più improbabili ma comunque possibili di incidenti che potrebbero capitarci. Come non poter tirare in ballo la festa federale?

La massima ammirazione per l'artista che per una noto fabbricante di motoseghe ha creato quest'opera, i dettagli della motosega sono degni di nota
 
Non possono certo mancare prodotti per incipriarsi il naso e dintorni.

Posti a sedere

Proseguo la mia esplorazione fiondandomi nel box delle informazioni
In maniera molto ingenua  pongo una domanda che per il 99,9% dei presenti ha una risposta ovvia:

"scusi ma si paga per vedere gli incontri?"
"si, ma i biglietti sono stati venduti in pochi minuti da tempo."

Ammutolito prendo una cartina della festa e mi dirigo verso l'arena.

Microspoiler: ecco la mia visione massima dell'arena nella giornata odierna
Mi accontenterò a prendere parte alle piccole ma gremite tribune gratuite all'esterno perle qualificazioni al lancio delle pietre. 

Un posto a sedere coperto all'ESAF 2025 costa 290 franchi. Uno scoperto costa 220 franchi, un posto a sedere sul prato costa 180 franchi e un biglietto giornaliero in piedi costa 63 franchi. Sono stati messi in vendita 4000 posti. L'associazione di lotta svizzera ha distribuito 34000 biglietti alle associazioni affiliate. Altri biglietti sono andati a sponsor, benefattori, donatori e enti pubblici.
Di solito c'è un sacco di gente che li vuole: nel 2022, 220'000 persone volevano i 4000 biglietti in vendita libera a Pratteln. Una consolazione per chi non è riuscito a prenderli: l'ingresso all'area della festa è gratis.

Ancora non lo so, ma oltre alla domanda da birbante infrango un ulteriore regole vigente in questa manifestazione, lo scoprirò sul treno mentre rientro sfogliando la varia documentazione

Mentre proseguo lungo l'aeroporto in direzione dell'arena e la parte calda della festa osservo ovunque. Una delle cose che preferisco é il comparire in maniera apparentemente del tutto improvvisata di eventi nel bel mezzo della strada, un gruppo di corni delle alpi, un uomo che schiocca la frusta, sembra di fare un salto nel tempo

Dura pochi secondi ma gli schiocchi riecheggiano impetuosi 

Giungo in zona delle competizioni, fuori c'é una microarena dedicata al lancio dei massi, mentrte a fianco la mastodontica arena per a lotta svizzera e altre manifestazioni, il vero punto clou della festa

Galateo per gli ospiti dell'ESAF

Visitare l'ESAF (Frasta Federale, inteso come arena di lotta) è un'esperienza speciale! Ecco alcuni consigli per godersi appieno la festa:

Fallo assolutamente

+ Puntualità e rimanere nell'arena fino alla fine
+ Dare del tu a tutti
+ Abbigliamento comodo e resistente alle intemperie
+ Portare provviste (ad esempio vino e salumi) e condividerle con i vicini di posto
+ Comportamento corretto e rispettoso in tribuna
+ Godersi una birra o un bicchiere di vino e, chi lo desidera, fumare la pipa o un sigaro
+ Informarsi sulle classifiche provvisorie per conoscere la situazione attuale situazione
+ Informarsi in anticipo sul programma e sui vari eventi
+ Una sniffata va sempre bene - con un detto dedicato al tabacco da fiuto
+ Un caffè corretto è d'obbligo tra gli amici della lotta svizzera già al mattino presto
+ Visita al tempio dei premi
+ Urla di gioia e jodel spontanei
+ Usare il binocolo

Meglio lasciar perdere

- Protestare o fischiare contro i lottatori o arbitri
- Portare ombrelli o ombrellini e non gli altri spettatori
- Comportamento decadente
- Abbigliamento troppo elegante (niente giacca e cravatta o abito)
- Usare espressioni inglesi
- Arrivare in tribuna troppo tardi
- Dare del "lei" agli altri visitatori
- Andare a casa prima della finale
- Lasciare rifiuti per terra

La Glarnerland Arena, vicino all'aeroporto di Mollis, può ospitare 56.500 spettatori.

La competizione

L'ESAF ha il carattere di una competizione a squadre.
Le cinque associazioni affiliate Associazione cantonale bernese di lotta svizzera
(BKSV), l'Associazione di lotta svizzera della Svizzera centrale (ISV), l'Associazione di lotta svizzera della Svizzera nord-orientale (NOSV), l'Associazione di lotta svizzera della Svizzera nord-occidentale (NWSV) e l'Associazione di lotta svizzera della Svizzera sud-occidentale (SWSV) si sfidano tra loro. I circa 280 lottatori partecipanti devono qualificarsi per l'ESAF nella loro federazione regionale. Tra loro c'è anche un gruppo di svizzeri all'estero.

Bandiera dell'Associazione di lotta svizzera della Svizzera nord-orientale 

Chi vincerà una corona?

Dal 15 al 18% dei lottatori partecipanti vincerà l'ambita corona. I vincitori della corona federale sono chiamati «Böse» o «Eidgenossen».

La suddivisione dei lottatori per il 1° turno avviene in base alla loro qualificazione. Nei turni successivi, la suddivisione viene effettuata in base al punteggio già ottenuto.
Inoltre, si fa in modo che i lottatori dello stesso club o della stessa associazione non debbano lottare l'uno contro l'altro. Dopo ogni turno, la commissione tecnica (direttore tecnico ESV e direttori tecnici delle cinque associazioni affiliate) procede a una nuova suddivisione. L'ultima parola spetta sempre al responsabile della suddivisione (direttore tecnico ESV).

Più stelle ha un lottatore, più è tenuto a condurre attivamente il combattimento. 

Vincitore della festa

La finale è disputata dai due lottatori con il maggior numero di punti ottenuti nei primi sette turni. Se più lottatori hanno lo stesso punteggio la giuria di classificazione determina la coppia che disputerà la finale. Essa decide anche la durata della finale. La finale di una festa federale dura al massimo 16 minuti.
Alla fine, vince la festa di lotta svizzera il lottatore con il punteggio totale più alto, che non deve necessariamente essere uno dei lottatori della finale.

Ferdinand Hodler rappresenta così il vincitore di lotta svizzera

La lotta Svizzera 

Lo Schwingen è il combattimento più popolare in Svizzera! Altri popoli hanno giochi simili. In Islanda c'è il Glima (combattimento lampo), che è il tipo di combattimento più simile al nostro Schwingen, e che è attestato fin dal X secolo. I pantaloni sono sostituiti da una rete di cinghie. 

Questi tipi di combattimento dovevano essere diffusi in tutta Europa. Lo Schwingen è una lotta con gli abiti, che in origine è sicuramente derivata dalla lotta libera attraverso la regolazione delle prese. Nelle Alpi salisburghesi è attestato come «Kleiderangeln»; anche in Bretagna era conosciuto un tipo di lotta con gli indumenti e persino le popolazioni remote delle tribù kalmucche pare si esercitassero nell'«Abaldäna», una variante della lotta svizzera. I greci lottavano senza vestiti, con il corpo oliato; invece, già in passato, nella lotta degli alpeggianti erano permesse le prese. Si dice che gli abitanti di Appenzello si afferrassero per le cinture dei pantaloni, il che potrebbe spiegare il nome «Hosenlupf» (sollevamento dei pantaloni) dato a questo gioco di lotta.

Uno dei più antichi documenti illustrativi sulla lotta svizzera. Coppia di lottatori/lottatori svizzeri secondo un disegno a mano libera tratto dal quaderno di schizzi dell'architetto francese Villard de Honecourt, risalente al 1235 circa.

All'inizio della gara di lotta svizzera, c'erano delle prese specifiche da usare, tipo quelle alla cintura e alle cosce (Gurt e Gstöss), dove le cosce venivano tirate su quasi fino ai fianchi. A volte si usavano cinghie di cuoio e corde, anche nastri, che venivano messi intorno alla vita e alle cosce, e più tardi pantaloni da lotta o pantaloni corti di tela resistente. 

Durante la lotta svizzera dovevano essere rispettate rigorosamente alcune regole. Le prese violente e pericolose erano malviste e non consentite. Grazie alla presa salda, il concorrente più agile aveva la possibilità di sollevare il suo avversario, farlo oscillare in cerchio (Langzug) e sconfiggerlo con un lancio alto. Questo spiega forse il termine «Schwingen» (lotta). Poiché il «Hosenlupf» o il «Rutzen» spesso sfociavano in risse o addirittura in scontri fisici, nel 1666 ad Appenzello le «Allmenwegstubeten» furono vietate dalle autorità. Divieti ufficiali c'erano anche nel cantone di Berna già nel 1611, così come nel cantone di Svitto. A Nidvaldo la lotta svizzera fu vietata per ben 226 anni, dal 1682 al 1908: la «lotta svizzera inutile e facile da imparare» era completamente vietata «sotto pena di punizione e senza pietà da parte delle autorità superiori».
Tuttavia, i divieti non venivano sempre rispettati ovunque. 

Le origini della lotta svizzera risalgono alle montagne, ai malgari e agli alpigiani dell'Oberland bernese, dell'Emmental, dell'Entlebuch, di Obvaldo e Nidwalden, nonché dei cantoni di Svitto e Appenzello, dove le prime testimonianze risalgono al X secolo.

Forse questo sport di lotta tradizionale è antico quanto l'umanità. Probabilmente in questo senso il pastore J. Stalder di Escholzmatt, all'epoca presidente della Società Elvetica, nei suoi «Fragmenten über das Entlebuch» (1797/98) fa risalire la lotta svizzera «alla più remota oscurità dei tempi antichi». Non si sa da quanto tempo lo Schwingen esista nel nostro Paese. Tuttavia, si può presumere che questo gioco di forza fosse già praticato all'epoca della fondazione della Confederazione o addirittura prima. Lo Schwingen è tramandato dai tempi più antichi attraverso la leggenda popolare, poiché le testimonianze scritte non risalgono a molto tempo fa. La più antica tradizione storica che fa riferimento all'evento popolare dei giochi di lotta sono stati introdotti in occasione della riconciliazione tra il barone Burkhard von Unspunnen e il duca Berchtold V von Zähringen, intorno all'anno 1215. In seguito, in ricordo di questo atto di riconciliazione, si sarebbero svolti ogni anno su un prato ai piedi del castello di Unspunnen e alla vista del maestoso mondo alpino. La stirpe degli antichi signori di Unspunnen si estinse e così le feste di Unspunnen caddero nell'oblio.

Finora non sono state trovate altre prove preistoriche sugli inizi della lotta svizzera. 

Il documento più antico sulla lotta svizzera è una scultura in legno della prima metà del XIII secolo che si trova nell'antico coro della cattedrale di Losanna, che mostra chiaramente una coppia di lottatori che si affronta.

Sedili del coro nella cattedrale di Losanna, metà del XIII secolo.

Evoluzione della lotta 

La lotta è il gioco di combattimento più autentico dei contadini svizzeri. Da una rissa iniziale senza regole, col tempo si è trasformato in un gioco di combattimento regolamentato. Ben presto ci si rese conto che certe prese, posizioni e movimenti garantivano il successo più di una lotta senza regole. 

Il modello per gli alpigiani era la natura, ad esempio le mucche, poiché gli animali che allevavano offrivano uno stimolo sufficiente per consumare l'energia in eccesso. Quando si torna al pascolo, si svolge la famosa lotta con le corna per la supremazia (mucca del gregge). In questo caso si può osservare come gli animali, fronte contro fronte, cercano di spingersi indietro a vicenda. In un lampo, una delle mucche in lotta si allontana, attacca la sua avversaria con le corna dal lato e la pugna
Chi non pensa inevitabilmente alla «puntata» nella lotta svizzera? Un movimento che purtroppo sta cadendo nell'oblio nelle arene di lotta. «colpo di piede», «gamba» (gamba/piede) 
Da un certo Peter Eggler (1773-1836), Brienz, detto «Flät», che negli anni 1790-1800 fu più volte vincitore all'Unspunnen, dovrebbe derivare il «Brienzer».


Non si sa niente di statuti o regole scritte, di associazioni o società di lotta svizzera dei secoli passati. Bastava che i capi dell'epoca invitassero personalmente i lottatori famosi delle valli. Le regole della lotta e le condizioni della festa erano note a tutti grazie alla tradizione orale e venivano spiegate di nuovo dal giudice prima dell'inizio della competizione. Le feste più semplici erano quelle degli alpeggi, dei villaggi, delle sagre e dei ragazzi, che erano considerate eventi regionali e di solito davano al vincitore una pecora come primo premio. 

Un gradino più in alto c'erano quelle feste in cui intere valli si sfidavano e infine i più forti dell'Oberland, dell'Emmental, dell'Entlebuch e di Ob- e Nidwalden si incontravano alle feste di Unspunnen o il lunedì di Pasqua sulla «Schanze» a Berna. 
Queste feste, in un certo senso come feste centrali, corrisponderebbero alle attuali feste federali di lotta svizzera e feste alpine. Erano considerate le feste popolari più popolari della metà del XVIII secolo e si ripetevano quasi ogni anno fino alla metà del XIX secolo. Da queste feste dovrebbe derivare il termine «Schwingerkönig».


Anche gli abitanti di Svitto avevano le loro feste di lotta, in particolare sul Rigi, dove, in parte sotto il protettorato delle confraternite dei malgari, si sono conservate fin dai tempi antichi come feste popolari. Dalla preistoria storica si è conservata fino ai giorni nostri anche la stretta di mano prima e dopo il combattimento come segno di onore indispensabile. Un voto solenne che il duello fosse una misurazione amichevole di forza, agilità e abilità tecnica, ma anche di rispetto reciproco come compagni e, infine, di riconoscimento incondizionato delle decisioni del giudice.

Festa della lotta svizzera sull'Allmend a Schüpfheim intorno al 1790.

Alpeggiatori e ginnasti

Fino ad allora solo gli alpeggiatori praticavano la ginnastica, ma verso la metà del secolo scorso anche i ginnasti iniziarono a interessarsi a questa disciplina. Quando all'inizio del XIX secolo fu introdotta la ginnastica di Jahn (tedesca), gli stessi ginnasti pensarono che questi sistemi stranieri importati avrebbero soppiantato i nostri esercizi, che erano nati dal popolo e adatti a esso, e che quindi l'interesse per i nostri costumi e tradizioni, in breve l'amore per la patria, sarebbe diminuito.

Partendo da questo punto di vista, il ginnasta zurighese e futuro pastore Hiestand chiese nel 1846 che «gli esercizi fisici già praticati nella nostra patria, come la lotta svizzera, la lotta libera, il lancio del peso e il lancio del martello, fossero inseriti nelle attività ginniche e nelle feste come competizioni». Questo fu deciso nel 1853 e ammesso per la prima volta come competizione alla Festa federale di ginnastica del 1855 a Losanna. Da allora, la lotta svizzera ha fatto rapidi progressi anche in pianura ed è risaputo che anche la ginnastica ha contribuito in modo significativo alla diffusione di questo sport.

Immagine decisamente romantica sullo Schwingen. I malgiari hanno appoggiato vestiti e cadole per affrontarsi su un soffice prato, si direbbe un "dai facciamo veloce una pausa e approfittiamone per una lotta". Diverse presenze femminili osservano ammaliate la scena mentre, al contrario, sulla destra due mucche se ne infischiano altamente di quello che sta succedendo ma ne approfittano per godersi al massimo questa splendida giornata ai piedi di imponenti montagne

Primo manuale di lotta svizzera

All'inizio, questa lotta ginnica era piuttosto rudimentale, troppo simile alla lotta libera, perché i ginnasti non avevano maestri. La situazione rimase tale fino al 1864, quando il Prof. R. Schärer pubblicò un «Manuale di lotta svizzera» in cui erano illustrate le principali tecniche di lotta e fornite istruzioni per impararle. Il Prof. Dr. Rudolf Schärer (1823-1890), dal 1859 direttore della clinica psichiatrica Waldau di Berna e in seguito professore di psichiatria all'Università di Berna, appassionato promotore dell'educazione fisica, lui stesso ginnasta e campione di lotta svizzera, si dedicò agli sport fisici, in particolare alla lotta svizzera. Con la sua «Guida alla lotta svizzera» ha introdotto questa competizione nazionale tra i ginnasti, diventando così il principale promotore della lotta svizzera nel nostro Paese. 

Questo primo libretto sulla lotta svizzera non era solo un ottimo strumento di autoapprendimento grazie alle descrizioni chiare e precise, integrate da illustrazioni, ma ha anche avuto un effetto estremamente stimolante e incoraggiante sui giovani grazie alla descrizione di una festa di lotta svizzera. 

In questo manuale di lotta svizzera Rudolf Schärer ha in parte sostituito la denominazione delle prese con espressioni migliori. Per completezza va detto – sarebbe storicamente ingiusto non farlo – che già nel 1798 il pastore J. Stalder di Escholzmatt nel suo libro «Fragmente über das Entlebuch» (Frammenti sull'Entlebuch) aveva descritto in modo dettagliato 10 mosse con le contromosse appropriate e ne aveva spiegato l'applicazione.

Rinascita dell'Unspunnen

«Un popolo che non onora i propri giochi nazionali rinuncia a se stesso.»

Niklaus von Mülinen, 1805

Un punto di svolta importante nella storia della lotta svizzera dell'Oberland bernese, del Cantone di Berna e della Confederazione è rappresentato dalla festa degli alpigliatori di Unspunnen. Fu lo scoltetto bernese di Mülinen che, dopo il crollo della vecchia Confederazione, in un periodo non proprio glorioso, ebbe l'idea di organizzare una grande festa popolare, sperando che il gioco tradizionale degli alpigiani fosse il modo migliore per rafforzare il senso di appartenenza dei singoli cantoni e l'identità nazionale. In particolare, voleva superare definitivamente le differenze tra città e campagna, soprattutto tra Berna e l'Oberland.tra i singoli cantoni e rafforzare l'identità nazionale. Inoltre si intendeva mostrare agli abitanti delle città i semplici costumi e le usanze della popolazione di montagna. 

Il festival di Unspunnen 1805: un sacco di gente si raduna intorno ai lottatori e ai lanciatori di pietre; a sinistra ci sono due tende a strisce rosse e bianche e un tavolo da pranzo; diverse persone portano barili di bevande, in primo piano a destra una donna serve da bere da un barile sotto un albero e due uomini discutono, uno con un corno svizzero, l'altro con un fucile; sullo sfondo si vede la Jungfrau coperta di neve.
Litografia colorata a mano.


Così, nel 1805 e nel 1808, nei pressi delle rovine abbandonate del castello di Unspunnen si tennero due fastose feste dei pastori alpini. Molti ospiti svizzeri e stranieri, personaggi famosi e costruttori edili, cittadini e contadini si divertirono con i giochi alpini. Lottatori, lanciatori di pietre, tiratori, suonatori di corno alpino e jodler si sfidarono in una competizione amichevole. I migliori ricevettero come premi pecore spagnole, semi di lino russi, fucili di nuova concezione, cinture da mandriano, sacchetti di sale, berretti da malgaro, medaglie e libretti di canzoni. Già alla prima edizione la lotta svizzera era al primo posto tra i concorrenti, dato che si presentarono solo due suonatori di corno alpino. Con la consegna di montoni e pecore spagnole si voleva promuovere l'allevamento ovino nell'Oberland bernese.

Il motto del 1805 lo dimostrava: «L'uomo munge la pecora, la donna filava la lana, il bambino indossava le calze». 

All'inizio si pensava di fare la festa ogni due anni. Non si sa bene perché dopo il 1808 non ci sia stata un'altra festa. Ci sono diverse ipotesi. È comunque un dato di fatto che le feste di Unspunnen del 1805 e del 1808 non portarono il successo politico sperato. Le tensioni tra la città di Berna e l'Oberland continuarono e si acuirono. 

Nel 1876 e nel 1879 si tennero due feste cantonali di lotta svizzera sul prato storico di Unspunnen. Nel 1895 si tennero due feste di lotta svizzera e di alpiglieria, alle quali Fritz Flück, Burgdorf, primo presidente dell'Associazione federale di lotta svizzera fondata nello stesso anno, partecipò nella giuria. La festa dovette essere interrotta nel corso del pomeriggio, prima dell'inizio della finale, a causa del maltempo, e fu riprogrammata senza indugio per la settimana successiva.

Lo spirito di Unspunnen si risvegliò soprattutto nel 1905, quando Interlaken ospitò dal 24 al 26 giugno il centenario della manifestazione con una festa federale di lotta svizzera e giochi alpestri sulla Höhematte e nel Kursaal, accompagnata da una ricchissima sfilata storica. Come era consuetudine all'epoca, la lotta svizzera si svolgeva la domenica e il lunedì, perché il sabato si lavorava. In questo modo, i lottatori che potevano disputare solo quattro incontri non perdevano nessuna giornata di lavoro. Il prezzo d'ingresso per un posto riservato era di 5 franchi, per un posto a sedere di 1ª, 2ª o 3ª categoria 3 franchi, 2 franchi o 1,50 franchi, mentre un posto in piedi costava 1 franco. 

Le due guerre mondiali e la crisi economica che si è verificata nel periodo tra le due guerre non hanno permesso di pensare all'organizzazione di un'altra festa degli alpigliani. I preparativi per una festa nel 1926 sono rimasti allo stadio iniziale a causa di varie difficoltà. Dopo i disordini della seconda guerra mondiale, si decise di organizzare un'altra festa federale dei pastori alpini per mostrare la nostra identità svizzera, le nostre tradizioni e la nostra voglia di indipendenza in una festa patriottica.L'Associazione bernese di lotta svizzera approvò successivamente lo svolgimento della festa di Unspunnen ogni sei anni. 

Un desiderio a lungo coltivato dal club di lotta svizzera di Interlaken si è avverato nel 1987. L'Unspunnen-Schwinget è stato inserito nello statuto dell'Associazione federale di lotta svizzera e da allora è considerato un evento di carattere federale. 

 Alla tradizione della festa di Unspunnen appartiene senza dubbio il lancio del masso di Unspunnen, che pesa 83,5 kg. Questo ha una storia movimentata. Dopo la festa del 1905, nessuno si è più occupato del masso, che probabilmente era finito nella proprietà di un contadino. Nel 1946 è stato possibile recuperarlo. La società ginnica di Interlaken ne ha preso cura. Il lancio della pietra di Unspunnen fa parte da sempre delle gare della festa federale di lotta svizzera. Nel 1984 la pietra è stata rubata dai Béliers dal museo del turismo di Unterseen e da allora è scomparsa. Dal 1986 si usa una pietra sostitutiva delle stesse dimensioni, forma e peso. Questo duplicato è ora al sicuro nella sala sportelli della Banca Svizzera Unita a Interlaken. Un'altra pietra sostitutiva si trova nel Museo del Turismo di Unterseen. 

I portatori della lotta tradizionale

Tutto quello che si sa ancora di queste feste dei pastori si limita per lo più a personaggi che si distinguevano per la loro forza o abilità nella lotta tradizionale e che quindi non solo hanno raggiunto una fama momentanea, ma sono rimasti nella memoria popolare. A differenza di oggi, un tempo molti più accademici praticavano la lotta tradizionale. Ai tempi di Jeremias Gotthelf, tra i lottatori attivi c'erano parroci, insegnanti, ingegneri, statisti e poeti. Il gruppo principale dei grandi sostenitori della lotta tradizionale era composto da accademici..  I principali promotori delle usanze locali erano i bernesi, nella cui tradizione la lotta svizzera è rimasta da sempre profondamente radicata. Le ricerche su queste leggendarie figure di lottatori o accademici si esauriscono già nel XVIII secolo. Non sarebbe possibile citarli tutti per motivi di spazio. 

A titolo rappresentativo di tutti gli altri, ecco quindi alcuni nomi scelti a caso. 

In passato, prima che arrivassero le macchine, quando tutto doveva essere fatto a mano, c'erano dei veri e propri uomini di forza, capaci di sollevare pesi incredibili e molto rispettati dalle donne e da tutti.

Gli abitanti dell'Emmental, intorno al villaggio agricolo di Trub, sono stati per decenni la roccaforte dei lottatori bernesi. 

Christian Wüthrich, Trub (1762-1806), detto «Selten Jakob Wü Michael Uhlmann, Trub (1804–1874), campione nel si dice che si allenasse con un pesante bastone di quercia. 

Hans Ueli Beer, Trub (1827-1907), il lottatore di successo e più esperto dell'epoca, maestro nel Kurzziehen e nell'Hochschwung, nel 1859 a Zurigo Schwingerkönig. 

Hans Ueli Beer, Trub, 1827–1907

Mathias Wittwer, Schangnau (1814–1858), detto «il forte Thys», riusciva si dice che sollevasse una botte di vino piena e pesante all'altezza del petto e bevesse il vino direttamente dal foro di spillatura.

A oggi pensavo solo Obelix fosse capace di tanto

Mathis Wittwer, Schangnau, 1814–1858; «il forte Thys»

A un'epoca più tarda risalgono gli anni di successo dei fratelli Franz (1831-1884) e Xaver Wob Hans Rotzer della Melchtal, che nel 1662 divenne consigliere comunale, era considerato da tutti un lottatore imbattibile e allo stesso tempo l'uomo più forte. La leggenda racconta che per la costruzione della chiesa di Sachseln trasportò dalla Melchtal attraverso il Melchaa blocchi di marmo così pesanti che le sue impronte rimasero visibili nei prati per anni! 

Con questo sguardo retrospettivo alle origini della lotta svizzera si vuole comunque dimostrare che la nostra lotta svizzera, in quanto gioco di lotta, è parte del patrimonio nazionale. 

Storia dell'Associazione federale di lotta svizzera 1895-1995

«Come nella storia dei popoli ci sono momenti in cui bisogna proteggere e conservare fedelmente per il futuro quello che i nostri antenati hanno conquistato e ottenuto, così anche l'Associazione federale di lotta svizzera ha il dovere di proteggere e mantenere puro quello che ci è stato lasciato in eredità: il magnifico sport nazionale della lotta svizzera!» 

Preistoria 

L'assoluta volontà di neutralità del nostro popolo svizzero, unita alla incondizionata volontà di difendere la patria da ogni aggressore con tutti i mezzi a nostra disposizione, ha tenuto lontane dai nostri confini le atrocità dell'ultima guerra mondiale (1939-1945). In esemplare unità, il popolo e l'esercito, insieme ai partiti di ogni colore, hanno sostenuto il governo, pronti a difendere la nostra patria unica e a dare tutto per essa. Non è sempre stato così, e non lo è nemmeno oggi (vedi l'iniziativa per l'abolizione dell'esercito!). 

Quando alla fine del XVIII secolo la Rivoluzione francese non si è fermata nemmeno davanti ai confini svizzeri, il nostro popolo, debole, e il nostro governo, ancora più debole, non sono stati in grado di contrastare e fermare le influenze straniere. In questo modo la Svizzera è diventata teatro di guerra., un popolo debole e un governo ancora più debole non erano più abbastanza forti per contrastare e fermare le influenze straniere. Di conseguenza, la Svizzera divenne teatro di guerra di eserciti stranieri. Senza dubbio, la struttura sociale ed economica del nostro Paese di allora doveva lasciare il posto a condizioni migliori.

Infine, ma non meno importante, il fatto che molti confederati abbiano lavorato per anni come mercenari in eserciti stranieri non ha potuto non influenzare il pensiero nazionale. Non c'è quindi da stupirsi che mancasse una volontà comune di difendere la patria.

Il crollo della vecchia Confederazione e la contemporanea perdita del sentimento patriottico spinsero uomini lungimiranti a cercare mezzi e modi adeguati per arrestare l'inesorabile declino. Si era consapevoli che la cura dei costumi e delle tradizioni locali esprimeva l'amore per la terra e per la patria e che l'organizzazione di feste popolari rafforzava il senso di appartenenza.

Animato da questa convinzione, lo scoltetto bernese Niklaus von Mülinen fece rivivere nel 1805 e nel 1808 le feste dei pastori al piede del castello di Unspunnen, che comprendevano giochi nazionali come il lancio del sasso, il sollevamento del sasso e giochi di danza, ma soprattutto il gioco di forza degli alpigiani, lo Schwingen.
 
Niklaus Friedrich von Mülinen ritratto davanti alla sua residenza di campagna La Chartreuse, situata nei pressi del lago di Thun. Olio su tela attribuito a David Sulzer, 1820 ca. (Bernisches Historisches Museum; fotografia Stefan Rebsamen.) Storico bernese "romantico", superò il nazionalismo cittadino, promuovendo l'organizzazione delle feste di Unspunnen (1805 e 1808) quali manifestazioni della coscienza nazionale.

A metà del XIX secolo si trovano solo rare notizie sulle feste di lotta svizzera. Dopo il 1848 gli eventi venivano riportati, anche se in modo frammentario, in un «Blättli» o nella rivista di ginnastica, e ogni anno si svolgevano feste di lotta svizzera, soprattutto feste di lotta ginnica.

Con l'ulteriore sviluppo aumentò il rischio che lo sport nazionale venisse sfruttato per scopi commerciali. Nel 1887 si tennero addirittura due eventi federali, uno a Berna e l'altro a Losanna. Uomini lungimiranti riconobbero il pericolo che ciò comportava per il rispetto dei nostri costumi e tradizioni, tanto più che a quel tempo i giovani erano attratti dai nuovi sport importati, come il calcio. Per dare il via a una regolamentazione chiara degli eventi federali, nel 1887, in occasione della Festa federale di lotta svizzera a Berna, si decise che il rispettivo Nel 1889, sotto la guida del Prof. Dr. Erwin Zschokke, un gruppo di appassionati di lotta si riunì a Zurigo per organizzare una festa federale di lotta e di Alpeggio. Non meno di 15 giochi popolari furono presentati e, per la prima volta, parteciparono ufficialmente anche i giocatori di hornussen, gli jodler, i suonatori di corno alpino e gli sbandieratori.

 

Le aspettative riposte nell'evento, ovvero rafforzare lo spirito nazionale, coltivare usi e costumi e promuovere i giochi popolari, furono pienamente soddisfatte. Di conseguenza sono nate nuove associazioni di giocatori di hornuss e club di jodler e si è proceduto alla fondazione di associazioni regionali di lottatori. 

Sempre più spesso è stata sottolineata l'opportunità di un'associazione fissa di lottatori e si è presa in considerazione la fondazione di un'associazione federale di lottatori. Si è tuttavia ritenuto indispensabile costituire prima delle associazioni parziali nei diversi cantoni. Una fusione dei lottatori si impose comunque, perché era giunto il momento di mettere ordine nell'organizzazione delle manifestazioni federali. Si concluse così un periodo di arbitrarietà!
  

Quando poi nel 1894 si tenne nuovamente a Zurigo una festa federale di lotta svizzera e giochi alpestri, l'allora presidente della festa, l'insegnante di ginnastica J. J. Mül Dato che le condizioni per un'unione erano già date, la comunità degli atleti accettò la proposta con entusiasmo e fu subito creato un comitato per elaborare lo statuto. Tutte le associazioni o federazioni di lotta già esistenti furono invitate ad aderire alla nuova federazione nazionale.

Dalla festa della lotta dei «vachers» allo sport nazionale svizzero

La lotta svizzera trionfò definitivamente nell'ultimo terzo del XIX secolo. Le feste di lotta dal carattere popolare e l'intensa attività di insegnanti di ginnastica debitamente formati hanno anche portato la lotta nelle grandi città. La «lotta iniziale dei pastori e dei contadini» è così diventata uno sport nazionale che coinvolge tutti gli strati sociali. Le associazioni, in particolare l'Associazione federale di lotta svizzera (AFLS, fondata nel 1895), hanno organizzato questo sport integrando le peculiarità regionali, elevandone il livello grazie a manuali e allenamenti e creando regole di competizione contemporanee.


Sebbene la lotta abbia così guadagnato molta popolarità, è ancora nelle regioni rurali delle Prealpi e delle Alpi della Svizzera tedesca che è più diffusa. E nel 2025, dopo Zugo e Pratteln, la FFLS si trasferirà per la prima volta in una regione rurale dove non si è mai svolta prima. Un grande onore per noi, abitanti della regione di Glarona+!

La FFLS 2025, regione di Glarona+, è una festa di lotta di carattere federale, che corrisponde al più alto livello di festa di lotta conosciuto in Svizzera. Insieme alla festa di Unspunnen e alla festa di lotta di Kilchberg, ospita le più importanti competizioni di lotta. Con una differenza: alla FFLS vengono assegnate delle corone.

Un lottatore che vince una corona durante una «Fédérale» (questo è il nome dato a questa festa delle feste nel mondo della lotta) viene ora chiamato «confederato». Nella famiglia dei lottatori, essere un «confederato» significa quindi far parte dell'élite dei lottatori.

Il vincitore della finale della Fédérale viene nominato «re della lotta» e riceve un «toro» di razza Bruna Svizzera con le corna, che è il primo premio. Tutti gli altri partecipanti possono anche scegliere premi interessanti nel grande padiglione dei premi.
E poiché i buoni lottatori hanno spesso un aspetto molto serio durante le competizioni e sono anche molto imponenti fisicamente, vengono familiarmente soprannominati i «cattivi». Sono le nostre star dello sport svizzero.

Durante le feste di lotta svizzera si indossano pantaloni chiari e scuri (chiamati anche Zwilchhosen). Il lottatore il cui cognome è più avanti nell'alfabeto indossa i pantaloni chiari (color naturale), l'altro lottatore quelli marroni. In caso di cognomi uguali, decide il nome di battesimo.

Le mosse principali

In totale, nello sport del combattimento svizzero esistono oltre 100 diverse tecniche di lancio.
Ecco una panoramica delle cinque tecniche più importanti:

Il breve


Il Kurzzug è uno degli swing più utilizzati. Questo swing intuitivo viene insegnato ai giovani lottatori già nelle prime fasi della loro carriera. Il lottatore attivo solleva l'avversario sulle ginocchia e da questa posizione lo ribalta sulla schiena. I lottatori che padroneggiano bene la presa corta possono eseguire diverse varianti simili (presa corta con presa sul braccio, presa corta con presa sulla coscia, presa corta sinistra ecc.

Il Gammen


L'attaccante aggancia con la gamba esterna la gamba dell'avversario, blocca il tallone dell'avversario, fissa contemporaneamente il suo braccio destro e spinge in avanti con il busto per sbilanciare l'avversario.

Il Brienzer


Il Brienzer in avanti è una delle tecniche più efficaci per gli schwinger con svantaggi fisici. Questa tecnica viene utilizzata in avanti e all'indietro, ma la variante in avanti è più frequente. L'attaccante afferra la cintura dell'avversario sopra la spalla, aggancia una gamba e afferra il suo braccio. Quindi solleva la gamba e lancia l'avversario in avanti.

Il Bur


Il Bur è particolarmente efficace quando una presa corta non porta al successo, poiché le gambe sono già posizionate correttamente. In questa posizione, l'attaccante blocca il busto dell'avversario a terra. La gamba sinistra blocca il ginocchio dell'avversario, mentre la mano destra afferra la cintura dei suoi pantaloni da lotta per limitare la sua libertà di movimento. Con un movimento rotatorio, l'avversario viene poi schiacciato a terra. È la mossa più utilizzata nel combattimento a terra.

Il Wyberhaken


Scopo dello Schwunos è un Platwarf, il che significa che deve essere raggiunto il punteggio massimo di 10 00. Lo Schwinger passa all'attacco e attacca il suo avversario con un Gammen. Blocca la gamba dell'avversario e con le sue gambe aggancia la gamba dell'avversario incrociandole. In questo incrocio di gambe l'avversario è bloccato saldamente e viene infine trasportato nella segatura

Durante la lotta sono vietati i pantaloni corti, strangolare l'avversario, esercitare pressione sulle articolazioni o tenere la testa ferma. Sono inoltre vietati i colpi, rifiutare il combattimento e anche l'uso di sostanze dopanti. L'Associazione federale di lotta svizzera è membro della Swiss Olympic Association (SOA). Tutti i lottatori e i funzionari sono soggetti allo statuto antidoping di Swiss Olympic.

I premi

I premi in natura hanno una lunga tradizione nella lotta svizzera. La prima testimonianza documentata risale al XIII secolo, quando i migliori lottatori ricevevano premi in natura. Nel corso dei secoli, e in particolare negli ultimi decenni, i premi sono diventati sempre più grandi, pesanti e preziosi. Nel 1926 il vincitore della Festa federale ha vinto una pecora, mentre nel 1961 il re della lotta svizzera Karl Meli ha ricevuto una mucca.

Il più noto è il toro vincitore, che viene consegnato al re della lotta come premio principale. Esistono anche altri premi in natura: all'ESAF si tratta spesso di bovini o cavalli, mentre nelle feste di lotta più piccole si aggiungono anche conigli e pecore.

Primo premio un toro vivo

In molte culture il toro è considerato simbolo di forza e grazia maschili. «Siegermuni Kolin», che era in palio alla Festa federale di Zugo, pesava ben 1,2 tonnellate.

Il toro vincitore ZIBU è nato il 6 novembre 2021. È un bellissimo toro con corna della razza Original Braunvieh. Attualmente viene preparato con grande cura e attenzione dai suoi esperti allevatori al suo importante compito. Grazie al suo carattere docile e poco pauroso, ZIBU girerà tranquillamente e con sicurezza nell'arena dell'ESAF 2025 Glarnerland+.

Per il toro vincitore Zibu è stata composta appositamente una melodia popolare.

Prima di essere tacciato di essere antianimalista, gridare allo scandalo delle catene e altre facili accuse tengo a dare sottolineare che il toro non é stato allevato in un allevamento intensivo senza spazio nemmeno per sdraiarsi a morire ecc ecc. Ha uno standard di vita invidiabile per qualsiasi toro

Zibu e il suo allevatore Bert Horner

La forma fisica è importante: per anni Zibu ha percorso a piedi i 30 chilometri che lo separano dall'alpeggio, seguendo un percorso tradizionale. «Ma quest'anno non più, il rischio è troppo grande», dice Horner. Comunque, il toro fa movimento ogni giorno.

In estate mangia fieno, in inverno un mix di mangime insilato e fieno, con l'aggiunta di un mangime energetico speciale. «Questo lo mantiene in forma», dice Bert Horner.

Una dieta speciale? «No, solo buon mangime e niente esperimenti».

La giornata di Zibu è tranquilla. Sta nella stalla, mangia, sonnecchia, viene accudito. Di tanto in tanto può uscire. «L'estate scorsa era sempre sull'alpeggio», racconta Horner. «Ma ora preferiamo restare nelle vicinanze, non si sa mai».

Se però ancora ci fosse qualcosa da dire nulla impedisce di passare l'intero weekend mostrando poster "animalistici" con tanto di gilet come il manipolo di persone che nei pressi dell'entrata sud espongono cartelloni a difesa dell'ignaro Zibu.


All'interno della festa il toro é ogni presente, un gioco di forza che prevede di prenderlo letteralmente per le corna é il punto di attrazione di uno sponsor

Mostrami quanto sei forte! (Concordia man)

Il tempio dei premi all'ESAF

Nel tempio dei premi, gli atleti possono scegliere personalmente il proprio premio. Vale la regola: i migliori per primi. Il vincitore, il secondo e il terzo classificato dell'ESAF 2025 riceveranno un premio in natura, potendo scegliere tra il premio in natura o il corrispondente valore in denaro. Il vincitore della festa riceve in premio un toro vivo. Con la sua forza e resistenza, il toro rappresenta i valori fondamentali della lotta svizzera ed è saldamente radicato nella tradizione. 


I lottatori che si classificano dal quarto al decimo posto possono scegliere qualsiasi premio, compresi, se lo desiderano, gli altri premi in natura.

Un bel quadro con la classica colonna pastori - bovini da o per l'alpe tra i premi

Per tutti gli altri lottatori ci sono premi interessanti da vincere nel tempio dei premi. Il tempio dei premi di un ESAF ha un valore complessivo di 1 milione di franchi. Ciò è reso possibile da decine di donatori e benefattori che finanziano un'incredibile collezione di premi. 

Divano cervo (circa 1880)
Divano Biedermeier (periodo 1815-1890) fatto a mano con la tecnica tradizionale di imbottitura.
Conosciuto anche come «Buuräsofa», era il pezzo forte delle case della classe media nelle zone rurali.

I premi spaziano da oggetti in legno come tavoli, orologi, cassapanche o set di tavoli e sedie, a frullatori a immersione, set per fonduta, scaldapiatti e biglietti per concerti, biciclette, sci e motoseghe, fino a saune e alle immancabili campane artigianali.


Dopo aver ricevuto il premio, è consuetudine che i lottatori ringrazino per iscritto il donatore o la donatrice. Le lettere di ringraziamento dovrebbero essere scritte a mano, se possibile.

Due schienali di sedie finemente lavorati

Lancio della bandiera, yodel e corono alpino 

Il lancio delle bandiere, lo jodel e il corno alpino arricchiscono le feste di lotta svizzera e contribuiscono in modo significativo alla convivialità, alla cura del cameratismo e alla vivacità delle tradizioni.


Le esibizioni e le rappresentazioni nell'arena hanno luogo durante lo svolgimento della festa. Anche durante la cerimonia ufficiale è tradizione che partecipino sbandieratori, jodler e suonatori di corno alpino.

Il lancio del masso come complemento sportivo alla lotta svizzera 

Il lancio del peso è uno degli sport più antichi: in Svizzera le sue origini risalgono al XIII secolo. Alle feste federali di lotta svizzera, il lancio del peso con il peso Unspunnen e il peso da 40 chili vanta una lunga tradizione.
Dopo una lunga pausa, dal 2004 anche il lancio del peso da 20 kg è tornato ad essere una disciplina fissa dell' ESAF.

Lancio della pietra della Mouta da fermo. Mollis 30.08.2025

Documenti storici dimostrano che il lancio del peso è uno degli sport più antichi dell'umanità. Si stima che già due milioni di anni fa gli uomini primitivi utilizzassero le pietre come armi per la caccia o per difendersi. Nel corso dei millenni, il lancio del peso si è evoluto da attività di sopravvivenza a passatempo ricreativo. In Grecia esistono testimonianze di lancio del peso come sport nel VI secolo con una pietra di 143,5 kg. Nel Medioevo (dal 500 al 1500 circa) il lancio del peso era una sorta di prova di forza sia per i giovani cavalieri che per la gente comune. Già allora esistevano tecniche di lancio da fermo e con rincorsa.

In Svizzera, l'origine del lancio del peso risale al XIII secolo. Si dice che all'epoca un burgravio di Basilea abbia partecipato a una gara di lancio del peso. È certo che gli antichi confederati utilizzavano il peso non solo a fini sportivi, ma anche in guerra, come nel 1315 a Morgarten, nel 1339 a Laupen o nel 1388 a Näfels. Le regioni di origine del lancio del peso come sport sono considerate Svitto e l'Appenzello. Sorprendentemente, il lancio del peso faceva parte del programma sportivo delle feste federali di tiro del 1456, 1471 e 1504. Venivano utilizzati pesi da 15, 30 e 50 libbre.

Storia Generale

Si dice che l'Oberland bernese, l'Emmental, l'Entlebuch e Obvaldo siano i luoghi di nascita dello Schwingen. Ma quando si parla di lancio del peso, il cantone di Svitto è da secoli uno dei posti più importanti per questa gara di forza.

Si può immaginare che nel Medioevo e all'inizio dell'età moderna gli eventi sportivi fossero spesso improvvisati o meno organizzati, e questo è confermato anche per l'antica Confederazione. Il lancio del sasso, la lotta, la boxe o le gare di corsa facevano parte della cultura locale delle regioni alpine e solo alla fine del XVIII secolo sono stati regolamentati e dichiarati sport nazionali. Le raffigurazioni di questi sport sono piuttosto rare, con l'eccezione della cronaca di Diebold Schilling del 1513 che mostra mercenari e servi davanti al monastero di Einsiedeln mentre praticano lo Schwingen, il lancio del peso e del disco, nonché il salto da fermo e con rincorsa.

Secondo la descrizione dell'immagine di Alfred Schmid, nel dipinto di Schilling si vedono dei «lancieri imperiali» che nella primavera del 1508 si divertono con varie gare sul prato davanti al monastero di Einsiedeln: «Si riconoscono gli sport: salto in lungo, lancio del peso, lotta svizzera e corsa». Nella ricerca storico-militare, il legame tra mercenari e sport è stato reso ancora più stretto, sostenendo che queste forme di allenamento fisico fossero praticamente un programma per i confederati. Lo sport e l'abilità militare sono stati interpretati come correlati e le gare come un modo per allenarsi e prepararsi alla difesa. Si è trascurato però il carattere divertente e spontaneo della competizione.

Il lancio del peso era sicuramente una pratica bellica, almeno nella tradizione narrativa esagerata della Confederazione sulla battaglia di Morgarten. Tuttavia, non era praticato solo dai confederati, ma anche, ad esempio, dai contadini scozzesi in modo ludico e competitivo. In entrambe le regioni, questi sport sono stati elevati a virtù nazionali solo nel XIX secolo e celebrati di conseguenza durante le feste. 

Le fonti medievali contemporanee del XV e XVI secolo, tra cui lo stesso Schilling, non danno però alcuna indicazione che tali competizioni servissero alla preparazione militare. Si trattava piuttosto di una prova di forza giocosa, che poteva avere un carattere puramente ricreativo: spesso questi giochi e queste competizioni si svolgevano infatti durante le feste patronali e le cosiddette feste dell'alpeggio, le Stubeten o Alpeten. Già nel 1972 lo storico militare Walter Schaufelberger sottolineava che nella cultura alpina e pastorale, nei periodi meno intensi dal punto di vista lavorativo, era possibile praticare la lotta svizzera, il lancio del sasso, la corsa e altre competizioni sportive. In un certo senso si potrebbe parlare di attività ricreative premoderne.

I mercenari si divertono con le gare sportive. Immagine tratta dalla Cronaca federale del lucernese Diebold Schilling, intorno al 1513.

Ciò dimostra ancora una volta che i nostri antenati, che a migliaia si recavano in paesi stranieri per combattere in Francia, Spagna, Olanda e Italia – durante il periodo di attesa si tenevano in forma con le discipline sopra menzionate. Se sopravvivevano alle guerre in paesi stranieri, questi mercenari tornavano nelle loro valli montane, dove in estate lavoravano principalmente come malgari e pastori. 

Grande festa dei tiratori a San Gallo, 1583.

Tra gli eventi sociali più importanti del XVIII e XIX secolo c'erano le feste degli alpigiani e il wrestling alpino, chiamati anche «Bergdorfet» nella regione di Berna. Qui la gente della valle si incontrava con i propri cari. Ad esempio nella zona di confine tra Berna e Obvaldo a Engst 

Già nel 1601, nell'annuario della confraternita dei malgari di Arth, fondata otto anni prima, si trova una voce relativa a 8,9 fiorini spesi per il lancio del sasso, la lotta svizzera e il salto. La zona del Rigi si trova notoriamente nel Cantone di Svitto, quindi non sorprende che siano stati soprattutto gli svittesi i primi a praticare il lancio del sasso a livello agonistico.

Gli atleti devono assicurarsi un posto in anticipo in una gara di qualificazione. Il lancio del peso richiede molto agli atleti. E questo non solo nella classe regina con la pietra di Unspunnen. Già la corretta manipolazione nel sollevare la pietra di Unspunnen richiede molta abilità e tecnica. La pietra di Unspunnen, la pietra delle pietre, pesa 83,5 chilogrammi. È considerata la classe regina nel lancio del peso. Non solo il suo peso è impressionante, ma anche la sua storia caratterizza da decenni questo sport ricco di tradizione. La pietra storica è già stata rubata due volte. Da allora, questo sport viene praticato con una replica.

Mollis 30.08.205, dopo pochi secondi gli 83.5kg del sasso iniziano a far tremare l'atleta e il sorriso sfoggiato per le foto di rito inizia a farsi decisamente innaturale

Il mistero della pietra

Il lancio del masso ha riscosso particolare attenzione durante le feste di Unspunnen del 1805 e del 1808. Una copia del masso di 83,5 kg utilizzato in quelle occasioni è stata utilizzata dal 1905 in altre feste di Unspunnen e nelle feste federali di lotta svizzera. La pietra di Unspunnen con incise le date dei primi eventi fu rubata nel 1984 dai Béliers, separatisti giurassiani, dal museo della regione della Jungfrau. In occasione del Marché-Concours, però, ricomparve a sorpresa a Saignelégier nel 2001, alla vigilia dell'Expo.02. Nel settembre 2005 la pietra è stata nuovamente rubata da sconosciuti e rimane tuttora dispersa. La pietra ufficiale della lotta è comunque sempre disponibile.

Percorsi separati - Pesi e tecniche diverse

Dal 1853 il lancio del masso fa parte del programma delle gare della ginnastica nazionale e viene praticato nell'ambito delle feste di ginnastica e di lotta svizzera. Alle «feste federali» gli atleti lanciano un masso di 20 kg con rincorsa, un masso di 40 kg da fermi e il masso di Unspunnen di 83,5 kg da fermi o con rincorsa.

Nel XIX secolo, gli atleti di lotta svizzera e ginnastica nazionale hanno preso strade separate con il lancio del masso. L'origine del lancio del masso insieme alla lotta svizzera risale alla festa degli alpigiani del 1805 presso le rovine del castello di Unspunnen a Interlaken. Poiché la pietra originale da 184 libbre non era più rintracciabile, nel 1808 fu utilizzata la pietra da 167 libbre, ancora oggi utilizzata. Già quasi 200 anni fa, i ginnasti nazionali utilizzavano pietre molto più leggere. Ancora oggi, la pietra di Muota, del peso di 40 kg, è il peso più pesante nei campionati svizzeri.

Alle feste federali di lotta svizzera, invece, sono tradizionali la pietra di Unspunnen, rotonda e del peso di 83,5 kg, con rincorsa, e la pietra squadrata da 40 kg da fermo. La competizione con la pietra da 20 kg non è stata svolta regolarmente. Dopo un'interruzione dal 1937, dal 2004 questa disciplina dinamica è tornata a far parte dei giochi.

La pietra di Unspunnen come disciplina regina

Da oltre 200 anni, la competizione con la pietra di Unspunnen gode della massima attenzione. Nel 1805 Josef Dörig, originario di Schwendi nell'Appenzello, avrebbe lanciato con entrambe le mani la pietra originale di Unspunnen, del peso di 92 kg, a una distanza di 10 piedi (3 metri). Prima della fondazione dell'ESV seguirono altri lanciatori di punta dello Schwyz: Martin Schelbert e Alois Ulrich della Muotathal e i tre fratelli Styger di Morschach.

La dinastia di lanciatori di pietra di Svitto continuò anche dopo la fondazione dell'ESV. Alle feste federali vinsero i fratelli Franz e Xaver Betschart di Ingenbohl e il cugino Martin Betschart, che nel 1911 a Zurigo dominò tutte e tre le categorie. Nel 1934 Kaspar Reichlin di Svitto stabilì un nuovo record con 2,60 m.
Sorprendentemente, il record con la pietra di Unspunnen del peso di 83,5 kg rimase a lungo sotto i tre metri, anche se i due atleti del Gasterland Sepp Rüegg (Kaltbrunn) e Alois Egli (Schänis) contribuirono alla diffusione della tecnica a due mani con la pietra sopra la testa a partire dal 1961. In precedenza, il lancio avveniva principalmente dalla spalla. 

Kaspar Reichlin, di Svitto, ha vinto con il masso di Unspunnen, che pesa 83,5 kg. Ha lanciato questo masso con un braccio solo a una distanza mai vista prima di 2,60 metri.

Nel 1976/77 seguì un'esplosione di prestazioni. Josef Küttel vinse all'Unspunnenschwinget e poi a Basilea con una distanza di 3,40 m. Nel 1981, l'atleta di Vitznau vinse addirittura a Unspunnen con 3,61 m. Tra il 1983 e il 1989, Josef Ambauen di Beckenried vinse tre campionati federali con la pietra di Unspunnen. Il suo record: 3,77 m. Il prossimo recordman fu Ernst Frieden di Langnau am Albis. L'atleta di Säuliämter migliorò il suo risultato ai campionati federali di Olten raggiungendo i 3,93 m. L'unico atleta ad aver superato i 4 metri è Markus Maire di Plaffeien. Nel 2004 a Lucerna stabilì il record ancora valido di 4,11 m.

Sorprendente stagnazione

Sebbene negli ultimi anni i metodi di allenamento siano diventati più sofisticati e sempre più atleti si allenino con i massi durante l'estate, dal 2004 nessun lanciatore dell'Unspunnen ha superato i quattro metri. Con il masso da 40 kg, il record di Roland Stählin risale addirittura a un quarto di secolo fa. Nel 1995, il gigante di Lachen ha lanciato il masso angolare da Chur a una distanza senza precedenti di 4,96 m. Anche l'ex lanciatore di peso tedesco Andreas Deuschle ha dovuto accontentarsi di distanze nettamente inferiori nelle sue due vittorie del 2016 e del 2019.

Outro

Tantissime le informazioni e le sensazioni nuove raccolte oggi, un overdose che devo riporre ordinatamente nei miei cassetti, dar tempo di assimilare per poi riprendere sicuramente l'argomento in futuro. È con questi pensieri che passo per un ultima volta di fianco al gigantesco toro in legno mentre lascio l'ubicazione della festa. L'arena é assai lontana ma ogni tanto giunge un boato, sta a significare che una mossa é andata a segna tra i lottatori nell'arena.

Mollis 30.08.2025 - Non importa che tempo fa, il morale dei partecipanti é inscalfibile e l'unica preoccupazione in caso di pioggia é che vada ad annacquare il contenuto del bicchiere


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Non son solito fare post dedicati agli alberghi, ma questo, come l’ hotel Dakota,  riporta eventi storici e merita una menzione  a parte. Chi entra in questa casa respira la storia e per uno come me non c'é nulla di più entusiasmante L'albergo sulla centralissima piazza di Müstair. Il monastero é a circa 100 passi di distanza Sopra la porta tutta a destra la mia stanza per una notte Nel 1254, la Chasa Chalavaina fu menzionata per la prima volta come locanda.  Questa casa è unica perché rappresenta l'hotel più antico della Svizzera.  1930 (?) La locanda, situata nella strada principale di Müstair, si trova a pochi passi dal monastero di St. Johann, patrimonio dell'Unesco. L'hotel comprende 18 camere, un ristorante, una cucina "colorata" di nero dalla fuliggine e un ampio giardino. Dove un tempo dormivano galline, gatti e capre, oggi ci sono camere per gli ospiti. Le stanze sono in parte arredate con mobili in legno secolari e in tutta la casa si trovano ute...

Il Dazio Grande e la via delle genti

Orson Wells afferma che gli svizzeri in 500 anni sono riusciti a creare ben poco, in particolare: "In Italia sotto i Borgia, per trent'anni, hanno avuto assassinii, guerre, terrore e massacri, ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e che cos'hanno prodotto? Gli orologi a cucù." Orson Wells - Il terzo uomo - fim 1949 Possiamo tranquillamente affermare che gli urani hanno seguito la stessa falsa riga per quanto riguarda il baliaggio di Leventina: in oltre 300 anni sono riusciti “solo” a migliorare la viabilità presso la gola del piottino (e di conseguenza fabbricarci il redditizio Dazio grande) . Le virgolette sul solo stanno comunque a sottolineare la difficoltà di costruire una strada in quel punto, questo senza nulla togliere alla difficoltà nel costruire un orologio a cucù che meritava forse anch’esso sarcasticamente le stesse virgolette nella battuta di Well...

Curon sul lago di Resia

Diciamo subito che io sappia non esistono altri Curon per cui si necessita aggiungere la precisazione “sul lago di Resia”. La scelta di aggiungere l’indicazione del lago é per facilitare la messa a fuoco del lettore. Se poi vogliamo esagerare sarebbe bastato dire “dove c’è la chiesa sommersa ed emerge solo il campanile." Sarebbe poi bastato aggiungere due foto del caso, da due angolazioni diverse e chiuderla lì, verso nuove avventure. Ma sarebbe stato “facile”, superficiale e maledettamente incompleto. Se il campanile compare un po’ ovunque, sulle portiere dei veicoli della municipalità agli ingombranti souvenir (vedi sotto) un motivo ci sarà.  Il classico dei classici. E non é legato all’aspetto “wow” che questo edificio immerso in uno scenario idilliaco suscita alla prima vista, come se si trattasse di un opera artistica moderna. C’è dell’altro. Basterebbe porsi semplici domande, ad esempio come si é giunti a tutto questo? Un inondazione? Una tragedia? Oppure é una semplice attr...

Mosé Bertoni

C'é una piccola sala nel museo di Lottigna, resta staccata dal complesso principale del museo, una piccola sala che per eventi sfortuiti (si con la "s" davanti) sono riuscito a vedere solo di sfuggita. Però quello che sono riuscito a assaggiare nei pochi momenti mi ha affascinato. Il classico ometto nato in un piccolo villaggio in una valle discosta per poi costruirsi una vita tutt'altro che scontata. Un personaggio amante delle tradizioni svizzere e dei principi anarchici, una combinazione piuttosto bizzarra per non dire incomprensibile. Si capisce fin dai primi momenti che si ha a che fare con un personaggio di nicchia, degno di un approfondimento. Mosè Bertoni verso il 1910 Foto F. Velasquez, Asuncion (Coll. priv.) Mosè Bertoni non è un uomo comune. Giovane irrequieto, dai molteplici interessi, impegnato politicamente tra i liberali innovatori e vicino all'anarchismo, a 27 anni decide di «dare un calcio a questa vecchia Europa» . Non è neppure un emigrante comu...

Kyburg e la vergine di Norimberga

Il tempo passa ma per la vergine di Norimberga presente al castello di Kyburg sembra non incidere, ache se poi vedremo che qualche ritocco l'ha necessitato pure lei. Che poi se ne possano dire finché si vuole ma la vera superstar del castello del castello di Kyburg é lei, proprio come aveva ben visto chi l'acquistò proprio per questo scopo «Vergine di ferro» I visitatori del castello si aspettavano sempre di vedere armi storiche e strumenti di tortura.  Appositamente per loro venivano realizzate delle «vergini di ferro». Matthäus Pfau acquistò il suo esemplare nel 1876 in Carinzia per mettere in mostra «il lato più oscuro del Medioevo».  A quel tempo, le forze conservatrici cercavano di reintrodurre la pena di morte, che era stata abolita poco prima in Svizzera. Attrazione turistica È risaputo che la Vergine di ferro fu inventata nel XIX secolo. Non vi è alcuna prova che in una simile cassa dotata di lame e con una testa di donna sia mai stata uccisa o torturata una persona....

Da Campo Valle Maggia a Bosco Gurin - parte II - Da Cimalmotto al passo Quadrella

Sbuco su Cimalmotto dal sentiero proveniente da Campo Valle Maggia verso mezzogiorno. Non mi aspetto di trovare spunti storici altrettanto avvincenti che a Campo, sarebbe impensabile in così pochi ettari sperare in tanto. Eppure.... Vista da Cimalmotto in direzione di Campo Valle Maggia di cui si intravede il campanile in lontananza Ci sono due elementi geologici che caratterizzano questa parte della valle: la frana che domina la parte inferiore e il pizzo Bombögn che sovrasta la parte superiore. Campo Valle Maggia e Cimalmotto sono l'affettato di questo ipotetico sandwich Chi visita Campo e le sue frazioni con occhio attento non può non rimanere esterrefatto dal contrasto fra la bellezza paesaggistica della zona e la ricchezza dei monumenti storici da un lato e la desolante povertà demografica dall’altro. I motivi sono diversi: innanzitutto Campo, al momento dell’autarchia più dura, era uno dei comuni più popolati della Valmaggia (nel XVIII superava i 900 abitanti; nel 1850 erano...