La mia esplorazione oggi mi porterà da una cappella in piena campagna fino al villaggio di Beromünster.
La cappella e il nome del villaggio posto come traguardo intrigano (Beromünster si chiamava fino al 1934 semplicemente Münster, monastero). Sono 7 km completamente piatti in una rovente giornata d’estate. Mi aspetto di vedere forse qualche giocatore di golf ad inizio percorso per poi isolarmi completamente tra campi e boschi fino all’arrivo, la tappa di per se non ha nulla che attiri le grandi masse, in Svizzera Mobile non fa nemmeno parte di un percorso a tema. Ma oggi per stare nella pace occorre ricorrere a questi tragitti di “seconda fascia”.
La vera gioia sta nell’apprezzare quello che la natura o la storia possono regalare nel tragitto, anche se piccolo, anche se apparentemente insignificante, ma questo dipende solo dal valore che vogliamo attribuirgli; ogni scorcio, ogni cognizione va ad aumentare il bagaglio di conoscenze o immagini da scolpire nella memoria. Questo fa bene, all’animo, alla psiche, la felicità di apprezzare quante cose offre ciò che ci circonda, come se non bastasse gratuitamente.
La libertà é poter mettersi le scarpe e poter camminare nel “nulla”, libertà é avere la mente sgombra per poter apprezzare quello che la giornata ci regala, libertà é saper essere pronti e ricettivi, svincolati da qualsiasi paturnia che ci potrebbe distogliere da quel che ci sfila di fianco, sia essa causata da un compagno di viaggio chiacchierone, o una miriade di potenziali problematiche che ci tiriamo dietro. Ma meritano veramente così tanta attenzione e tempo tutti i nostri pensieri?
Tra tanti ragionamenti il vero pericolo é quello di ratare la fermata del bus, già successo in passato. Perciò mi distolgo per concentrarmi sull'obiettivo "fermata del bus" e in un attimo mi ritrovo davanti alla cappella di Gormund.
La cappella di Gormund
Ex Voto
Il primo ex voto che scelgo non presenta nulla di veramente particolare se non la data: riporta eventi accaduti il 13.07.1662. L'outfit del personaggio intento a sbucciarsi le ginocchia davanti alla madonna lo conferma
La divinità è sempre un santo o nella stragrande maggioranza dei casi la Madonna, non Dio; un essere eletto in cielo ma con origini terrene e che quindi può essere “corrotto”:«Se mi fai la grazia, dopo ti dedicherò una tavoletta votiva» è il messaggio dell'attore richiedente al santo intercessore
Dei dubbi rimangono per l'ex voto di destra, e se fosse un ringraziamento per essere scampato dall'attacco?
Niklaus Wolf von Rippertschwand
Come detto un personaggio sembra aleggiare e supervisionare tutta la zona, il quadro tra i vari Ex Voto raffigurante un uomo elegante ha uno sguardo penetrante. Ha sicuramente avuto un ruolo predominante nella regione.Risolvo l'arcano sfogliando un libricino posto assieme ad altri volantini in un angolo. Il libretto é unico quindi non potrò prenderlo con me, sfogliandolo trovo sottolineature e appunti, ma soprattutto un ritratto (lo stesso del quadretto) e un nome Niklaus Wolf von Rippertschwand

Meridiane
Due meridiane abbelliscono l'esterno della cappella.Nella cappella
Entro finalmente nella cappella, é molto intima e arricchita da diversi elementi. Faccio un giro e quell'elemento "bonus" che cerco sistematicamente ogni volta che esploro qualsiasi qualcosa é su una parete a destra dell’altare, il valore artistico é sicuramente inferiore di tutto il resto presente ma storicamente lo batte di gran lunga: un ex voto piuttosto “movimentato”
Di fianco una breve descrizione dell’accaduto, abbastanza raro trovare anche queste informazioni
“Monstra te essem matrem” traducibile in “Mostra loro che ci sei” (?).
Alle scuole medie come opzione non ho fatto latino ma elettricità, quanto me ne pento.
La leggenda di Gordmund
Storia della cappella di pellegrinaggio
Balthasar dell'Ordine dei Predicatori, vescovo di Troia, vescovo ausiliare del cardinale Hugo e vescovo di Costanza, consacra il 7 febbraio la cappella di Gormund in onore della compassione della Madre divina e Vergine Maria. Affinché la cappella e l'altare siano tenuti in debita onoranza e i fedeli cristiani la frequentino con maggiore assiduità, il vescovo concede a tutti coloro che nei giorni festivi dei suddetti santi patroni, in occasione della consacrazione della chiesa e in altri giorni festivi, visitano la cappella, contribuiscono con le loro offerte alla manutenzione e alla riparazione della cappella e degli ornamenti, confessano con sincero pentimento i propri peccati, confessano con sincero pentimento, dalla tesoriera delle grazie di Dio e per intercessione dei santi apostoli Pietro e Paolo, un'indulgenza di 40 giorni per l'eternità.
La non danza di Neudorf
Sono soddisfatto, mi metto finalmente in viaggio, mi aspettano una decina di chilometri scarsi. La parte inziale prevede l'attraversamento di un campo da golf per poi finalmente mettermi su un sentierino nel bosco protetto da palle da golf e pensionati su bici rigorosamente elettriche
In pochi minuti mi trovo nel tanto agognato "nulla". I pensieri si fanno leggeri, il desiderio di fermare il tempo si fa avanti in maniera prepotente. I miei non-pensieri vengono interrotti al sopraggiungere di un odore nauseabondo, molto simile a quello a cui puzzano i piedi dopo che ha indossato le scarpe per lungo tempo. Mi trovo nei pressi di alcune case ed una stalla. L'odore é molto pungente, lascio in fretta il posto e scendo la collina che porta a Neudorf.
Già da lontano noto un dipinto sulla facciata della chiesa. Prendo il telefono e zoommo al massimo: si, ci sono due figure, una sembra avere una falce... Con la curiosità che si fa spazio tra i pensieri arrivo in paese e mi reco alla chiesa.
Si, si tratta effettivamente di due figure, una delle quali rappresenta la morte. Quello che si nota in un secondo momento é la funzionalità dell'affresco, si tratta di una meridiana posta nel mezzo ma inevitabilmente offuscata dalle due prominenti figure ai lati.
La frase posta sotto ridà giustizia alla meridiana e al protagonista incontrastato: il tempo, quello che oggi sto condendo in maniera accurata e saporita.
L'opera é molto recente rispetto a quelle solitamente osservate sull'argomento. L'immagine non vede più la morte prendersi gioco del mortale come nelle danze della morte, forte della consapevolezza che é solo questione di tempo per vincere la partita. Porta si la falce ma non come simbolo di morte ma apparentemente per il vero scopo per cui é stato creato questo attrezzo: per falciare. Lo testimonia il raccolto che tiene stretto sotto l'altro braccio. Questi fasci di raccolto potrebbero simboleggiare esseri umani che hanno fatto il loro corso e sono stati falciati e raccolti. La morte non appare irriverente ma sembra portare una sorta di rispetto, la scritta che inneggia all'eternità potrebbe essere la chiave di lettura: pur essendo noi mortali esiste un concetto di immortalità, ma non più incerto e fosco come lo possono essere purgatorio o inferno; sono lontani i tempi per cui per ottenere disciplina e soprattutto soldi con le indulgenze, si doveva ricorrere alla minaccia. Il concetto di base rimane invece sempre lo stesso: il tempo passa, nessuno può sfuggire.
Analogia con la morte dei tarocchi di Marsiglia
Sull'Arcano senza Nome c'è un personaggio scheletrico, che simboleggia chiaramente la Morte. Ha in mano una lunga falce con cui sembra tagliare teste e arti che sono sparsi per terra. Una di queste teste è coronata, come per dire che nessuno può sfuggire al tristo mietitore.
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