Due anni! Due anni per trovare questo misterioso ed unico quadro nel suo genere in terra ticinese. O almeno che io sappia. Anonimo l’autore mentre il titolo che lo accompagna recita “anima di donna dannata”. Purtroppo é andata persa la fonte dove ho preso questa informazione così come una foto piuttosto sfuocata dell'opera. Impossibile trovare il quadro in rete. Non restava che trovarlo in carne e ossa.
Oggi con grande piacere lo schiaffo bellamente dietro il mio faccione sotto qualche riga di testo introduttivo con tanto di indicazione nella didascalia di dove si può ammirare.
Così come a Parigi ci si selfa davanti alla torre Eiffel ad Ascona lo si fa davanti ad anime dannate
Toh!
“Anima di donna dannata», tela di autore anonimo della prima metà del Seicento
(Ascona, Museo parrocchiale presso l’oratorio dei santi Fabiano e Sebastiano ).
P.S. E fattelo un selfie ogni tanto...si cazzo! Oggi si! Mi sembra di essere il cacciatore che si fa fotografare con il cervo subito dopo averlo abbattuto.
Storia del ritrovamento
L’altra informazione in mio possesso oltre al titolo, preziosissima, era la sua presunta ubicazione: chiesa San Michele Ascona.Con grande slancio mi recai alla prima occasione, ma proprio come indicato nella semibibbia di Google Maps la trovai chiusa.
Chiesa di San Michele, Ascona
Mi dovetti accontentare del panorama del borgo dalla chiesa e un bel sorbetto al limone in riva al lago. Sempre meglio che un calcio sugli zebedei pensai. Ma potevo veramente archiviare il caso con questa mascolina affermazione?
Vista su Ascona dalla chiesa di San Michele. Il mio viaggio odierno finisce qui (?)
Dalle informazioni basilari della chiesa di San Michele riuscii a risalire al numero di telefono della parrocchia. Chiamai all'istante, la mia speranza era quella di trovare qualcuno disposto ad aprire e lasciarmi dare una sbirciatina dentro, soprattutto in sacrestia, tanto per non lasciare nulla al caso. Nulla da fare, non rispose nessuno (già bello che squillava).
Iniziai a rassegnarmi all’idea che quel quadro si trovasse chissà dove, non lontanissimo ma chissà dove, magari in qualche soffitta, coperto per mascherarlo dalla sua orripilenza.
Diedi comunque un occhiata a cos’altro ci fosse ad Ascona di visitabile, visto anche il classicissimo “ormai che son qui...”.
Tra le varie cose un’icona “non museale” indicava un oratorio vicino al Papio.
All’interno della pagina di Google Maps un link che riporta alla pagina della parrocchia di Ascona. Scorro il menù arte e chiese, e proprio alla voce dell’oratorio in questione risulta esserci un museo.
Ecco la descrizione sul sito della parrocchia di Ascona
Chiesa dei SS. Fabiano e Sebastiano
Nell’antica chiesa dei Santi Fabiano e Sebastiano, in via delle Cappelle, si trova il Museo Parrocchiale, dove sono custoditi diversi reperti archeologici, quadri e arredi sacri che documentano la storia religiosa del borgo. L’edificio risale all’alto medioevo, composto da un’unica navata quadrangolare, chiusa da un’abside semicircolare.
Il Museo parrocchiale è aperto da aprile a ottobre.
Il mio quadro potrebbe essere lì, ma non ci credo nemmeno troppo, mi segno comunque l’indirizzo e le date di apertura, prima o poi tornerò a darci un occhiata.
Prima o poi un fico secco
Ed é proprio qui la differenza, non procrastinare troppo quel prima o poi, fissare una data e semplicemente andarci, senza tentennamenti, specialmente per un pezzo a cui si tiene particolarmente
Fisso finalmente una data; durante la giornata sono quasi tentato di chiamare per assicurarmi che l'oratorio sia effettivamente aperto, ma non lo faccio.
Arrivo davanti l'oratorio pochi minuti dopo le 17:00, la porta é aperta, bene primo step superato. Entro e subito noto diverse teche e diverse opere alle pareti, sento dei rumori provenienti dall'altra estremità della chiesa. Mi dirigo verso di essi per segnalare la mia presenza al custode. Lo trovo che sta armeggiando con un telecomando di un grosso televisore. Subito gli svelo l'obiettivo della visita, un quadro molto brutto senza per ora scendere nei particolari.
Nel frattempo ho già notato che tra tutti i quadri della navata lato sinistro che ho percorso per andare dal custode dell'anima dannata non c'é traccia. Mentre sto ancora parlando mi giro per dare un occhiata sul lato destro e...eccolo!
Sotto un celeberrimo quadro di Caravaggio (una copia ovviamente) il quadro tanto cercato. Riprovo ora la stessa emozione di quando ho fatto questo scatto appena identificato, come se potesse di colpo animarsi e scapparmi via per altri due anni.
"Per lui! Sono qui per lui!"
"Ah si! Quello é veramente brutto"
"Si, é talmente brutto che é bello!"
Il custode accenna un sorriso
Analisi di un appassionato dilettante
Finalmente me lo ritrovo davanti a pochi decimentri, lo voglio guardare attentamente, ogni cm2

La prima domanda, che mi era già sorta vedendolo per la prima volta, é inerente il sesso del protagonista: il titolo recita di una dannata, difficile capirlo, potrebbe essere una donna come un giovane uomo dai lineamenti effeminati.
La morbida curva sotto l'ascella potrebbe far pensare ad un seno. È l'unico indizio che potrebbe dare quella sicurezza di affermare che si tratti di dannata piuttosto che dannato
Diverse figure tutt'altro che scontate compongono la scena, a partire dal mostro più grande che si prende la scena del quadro assieme alla dannata sedendosi sopra di essa.
Una donna alla sua destra a seno scoperto le sfiora la mano più per stuzzicare che per confortare. Essa potrebbe rappresentare la lussuria,
Artista Nordeuropeo Del XVI-XVII Secolo
Allegoria della Vanità o della Lussuria.
Questa presenza assieme al quadro nel quadro potrebbero essere i due indizi decisivi per comprendere l'opera: il quadretto in alto raffigura una nudità bellamente sdraiata su quello che potrebbe essere lo stesso letto della donna dall'anima dannata, osservando poi con attenzione si nota una presenza accanto al viso, da colore e forma potrebbe trattarsi di un teschio, la stessa donna sembra impugnare un oggetto, istintivamente per chiudere il cerchio direi uno specchio (la fantasia corre troppo?).
Statuetta della danza della morte di Basilea. l termine "vanitas" si riferisce a un genere di natura morta diffuso soprattutto nel Seicento, che allude alla caducità della vita e all'effimera condizione umana.
La parola "vanitas" deriva dal latino e significa "vuoto", "inutile", "fugace", e "vano"
Quello che colpisce ulteriormente (come se ce ne fosse bisogno) é lo sguardo della protagonista; é l'unica presenza che guarda verso lo spettatore coinvolgendolo inevitabilmente nella scena "hey, se non stai attento finirai anche te in questa indesiderabile baldoria"
Momento multitasking
A sinistra fuori dalla porta si intravede una figura angelica con le mani congiunte che da le spalle e abbandona mestamente la scena seguito beffardamente dallo sguardo di un adorabile mostriciattolo. Questa unica presenza positiva lascia così la donna in balia della sua dannazione, il verdetto é chiaro.
Una preghiera non si nega a nessuno ma comunque...sa vedom
In basso a destra microscopiche presenze bruciano all'inferno. Un becco spunta da fuori campo, potrebbe far parte di una maschera del medico della peste.

La scena si trova esattamente all'angolo opposto dell'angelo che sta lasciando la scena sconfitto.
Voglio chiudere in dolcezza con il simpatico esserino avvinghiato a mò di koala ad una gamba del letto, peluscioso e sicuramente più amabile di quell'obbrobrio che va di moda oggi.
Peluscioso si ma sputo fuoco
Insomma, roba da perderci il sonno per un ignorante medio.
Mentre mi rombano queste cose per la mente do un occhiata al quadro vicino, anch'esso di autore ignoto
Potrebbe essere lo stesso autore ignoto, ne discuto brevemente con il custode; lo stile sembra lo stesso. In questo quadro, molto più chiaro le presenze maligne sono in netta inferiorità ed escono palesemente sconfitte a sinistra.
Quello che mi resta da fare ora é cercare altre informazioni, sperare che qualche esperto spieghi l'opera, gli assegni un autore, la espongano al Kunsthaus di Zurigo e/o Basilea e sull'onda del successo facciano in seguito dei gadgets come penne e magliette...
....ok mi calmo, come sempre. Prendo una breve pausa dal dipinto e ne approfitto per visitare il resto, ma questa é già un altra storia....
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