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Adrian von Bubenberg

In Svizzera ci sono eroi di seconda fascia, che come spesso capita vivono completamente all'ombra di personaggi, magari addirittura mai esistiti. Deve essere frustrante. Per loro fortuna essi non sono più tra noi per potercelo dire.
Il signor Adrian von Bubenberg vive all'ombra di mostri sacri come San Nicolao dell Flüe, Guglielmo Tell, il general Guisan e addirittura il pappagallo blu con i pantaloni stile Think Pink: Glöbi.

Eppure se guardiamo da un lato concreto di cosa ha portato Adrian al Nostro Paese non é da meno di nessuno. Un occasione di fare un Focus sulle sue gesta é nel museo nel castello di Spiez, dove all'esterno troviamo la sua statua.
 
La statua di Adrian von Bubenberg all'esterno del castello di Spiez

Simbolo del cavaliere generoso e dell'esemplare uomo di Stato al servizio della patria, Bubenberg fu oggetto ancora alla fine del XIX sec. di un'aspra controversia, nata in occasione del concorso per un monumento a lui dedicato, che divise le opinioni circa la scelta della sua raffigurazione quale prode cavaliere o piuttosto quale uomo di Stato a piedi (versione infine realizzata, inaugurata nel 1897).

La statua presente a Berna nei pressi della stazione ferroviaria. 
Le due frasi presenti ai lati del piedestallo inquadrano bene il personaggio
"il mio corpo e i miei beni sono tuoi fino alla morte"
"finché una vena vive in noi, nessuno si arrende"

Ma che ha poi fatto?

I due eventi per i quali é più conosciuto sono la resistenza all'assalto della guarnigione di Morat durante la guerra di Borgogna e l'episodio al Ranft con San Nicolao. Ma procediamo con ordine

A leggere la biografia completa del buon Bubenberg (nato nel 1434) c'é da impallidire, tra le varie peripezie si segnalano:

1. A 17 anni (!) entra a far parte del gran consiglio di Berna (1451)
2. Supplente del balivo (1454-55)
3. A 23 anni balivo di Lenzburg (1457-61)
4. Nel 1455 si recò con una propria truppa a Digione per partecipare alla crociata contro i Turchi, guidata dal duca Filippo il Buono di Borgogna ma poi annullata.
5. Dopo la morte di suo padre, divenne nel 1465 signore di Spiez e membro del Piccolo Consiglio di Berna. 
6. In occasione di un pellegrinaggio a Gerusalemme, nel 1466 fu armato cavaliere presso il Santo Sepolcro. 
7. Nel 1468 fu eletto scoltetto per la prima volta (poi di nuovo nel 1473-74 e dal 1477 al 1479);
8. Nello stesso anno comandò le truppe bernesi nella spedizione del Sundgau. 
9. Nel 1469 si recò nella gola di Ranft per appurare la veridicità del miracoloso ascetismo di Nicolao della Flüe. 
10. A più riprese partecipò a missioni diplomatiche in Savoia, in Borgogna e nell'Impero. 

Querela dei signori giustizieri: nobili signori convocati a corte nel 1470
La nobiltà bernese in tribunale, si riconoscono gli stemmi di Diesbach, Scharnachthal e Bubenberg. Giudice, cancelliere e Weibel in alto a sinistra.

11. Alla vigilia delle guerre di Borgogna (1474-77), Bubenberg si oppose con risolutezza alla decisione dell'alleanza offensiva con la corona francese contro il duca borgognone, decretata dalla maggioranza del Consiglio sotto la guida di Niklaus von Diesbach. A seguito del suo dissenso, il 10.7.1475 venne espulso dal Piccolo Consiglio e gli fu interdetta qualsiasi attività politica.
12. Nell'aprile del 1476, tuttavia, fu chiamato alla difesa di Morat

Adrian von Bubenberg arriva a Morat l'8 aprile 1476 nelle vesti di comandante
Adrian indossa una sontuosa armatura mentre dietro di lui uno scudiero porta lo scudo con le insegne di famiglia

La città sotto la sua guida resistette per 12 giorni all'assedio dei Borgognoni, sconfitti infine nella battaglia di Morat (22.6.1476)

La guarnigione di Morat comandata da Adrian von Bubenberg nel giugno 1476
Nella città le truppe bernesi si apprestano a fare una sortita. 
Al centro il loro comandante Adrian von Bubenberg

Difesa di Morat contro Carlo il temerario, duca di Borgogna. Aprile giugno 1476.
Le difese della città sono state rinforzate con delle pile di legna e dei barili

Pienamente riabilitato a Berna, fu rieletto scoltetto della città e assunse numerose missioni diplomatiche in Savoia e in Francia. 

Ritorno di Bubenberg a Berna - Karl Emanuel Tscharner - 1844

13. Nel 1477-78 ebbe un ruolo moderatore nell'affare Amstalden. 
14. Nel dicembre del 1478 guidò attraverso il San Gottardo la campagna bernese contro Bellinzona (unitamente a Waldmann non fu però tra quelli che si fermarono a Giornico incalzati dalle truppe milanesi)

Le difficoltà finanziarie che lo tormentarono durante tutta la vita non cessarono di perseguitarlo nemmeno dopo la morte. Secondo la volontà del papa, che nel 1481 lo aveva incriminato per indebitamento e quindi scomunicato, Bubenberg avrebbe dovuto essere condannato tra i disonorati; il Consiglio, tuttavia, si oppose alla richiesta di riesumazione e lasciò le sue spoglie nel coro della cattedrale bernese.

Statuetta in bronzo «Adrian von Bubenberg», 1925
Ci sono diverse copie del modello presentato al concorso da Karl Stauffer (1857-1891) per un monumento a Bubenberg. Presentato in gesso nel 1890, oggi una copia in bronzo si trova al Kunstmuseum di Berna. Una copia successiva viene donata dal Consiglio federale nel 1925 al colonnello Hans von Steiger in occasione del suo congedo dal servizio federale. Nel 2017 entra a far parte della collezione del castello di Spiez come donazione.
Donazione di Adrian von Steiger in occasione del decimo anniversario della Fondazione Castello di Spiez.

La tempra

Ma oltre alle gesta tramandateci dalla cronache cosa sappiamo di lui? Ci sono reperti che possono farci apprezzare maggiormente la sua tempra? L’episodio citato sopra del Ranft é testimoniato nel libro sulla vita del santo. Riporto quindi i passaggi chiave per vedere il nostre eroe finalmente, anche se brevemente, in azione

Stemma della famiglia Bubenberg, intorno al 1500 Sopra lo scudo c'è un elmo con una figura decorata con una stella come cimiero. Il sostenitore è un essere fantastico, il Selvaggio, che tiene lo stendardo dei Bubenberg nella mano sinistra.

Contesto: il vescovo Thomann si reca al Ranft di San Nicolao per verificare la veridicità del miracolo dell'ascetismo. Tra i presenti anche Adrian von Bubenberg, amico del frate.

Il vescovo Thomas iniziò a parlare con Bruder Klaus e a interrogarlo sulla fede e su argomenti religiosi. Il colloquio durò a lungo. Probabilmente dopo un po' qualcuno portò nella cella alcuni sgabelli della chiesa, in modo che i signori e Bruder Klaus potessero sedersi. 

Per il momento il vescovo non notò nulla di preoccupante. Poco a poco portò il discorso sull'argomento del digiuno. Il suo piano era di indurre l'eremita a mangiare qualcosa. Bubenberg vigilava come un falco. Dovette stare a guardare il suo venerato amico, che non mangiava e non beveva da un anno e mezzo, costretto a implorare invano che gli venisse risparmiato quel dolore, e il vescovo che scuoteva il capo e gli porgeva il primo pezzetto di pane intinto nel vino senza togliergli gli occhi di dosso. 

Bruder Klaus prese umilmente il pane, lo accostò alle labbra con la mano che gli tremava e lo mise in bocca. Bubenberg vide che deglutire gli procurava un grande tormento. Il suo povero amico rimase quasi soffocato da quel minuscolo boccone. Più d'una volta Bruder Klaus pregò il vescovo di usare clemenza e risparmiargli quella prova. Ma l'ecclesiastico fu irremovibile e gli porse il secondo pezzetto di pane. Klaus era prossimo alle lacrime e di nuovo implorò di potersi astenere. La risposta fu no.
Tutti vedevano come l'eremita si sforzava, masticando e rimasticando il pezzetto di pane come se fosse un tiglioso cosciotto di bue. A fatica, con gli occhi stretti e la bocca deformata da una smorfia di dolore, lo mandò giù. Quando, dopo che ebbe ingoiato, un filo di sangue gli colò dalla bocca, i presenti mormorarono che bastava. La risposta fu ancora no, Nicolao doveva mangiare anche il terzo boccone.
Bubenberg strinse la mano sulla spada; quando il vescovo mise l'ultimo pezzo di pane sotto al naso dell'eremita, per lui fu troppo. In tono minaccioso ma con cortesia tutta medievale, il nobile bernese sibilò all'ecclesiastico: "Mio signore, se dovesse capitare che voi, con questo cibo, provocaste la morte del fratello Nicolao, anche Vostra Grazia vedrebbe accorciata la sua vita"

Quelle parole fiorite erano una minaccia di morte bella e buona. Chi minacciava un vescovo era passibile di scomunica. Bubenberg corse un grosso rischio, ma ne valse la pena.

Il vescovo rinunciò, sicuramente anche perché non dubitò nemmeno per un attimo che quei bifolchi lo avrebbero preso per il collo senza battere ciglio
Così, tra le occhiate bieche dei presenti, interruppe la prova, raccolse le sue cose e si affrettò a lasciare il Ranft

Pittura su vetro:
il santo cavaliere Adrian. Adrian era il santo patrono degli sposi.
Questo nuovo nome nella famiglia Bubenberg fa riferimento a Enrico IV e Anna, i genitori di Adrian, che hanno dovuto aspettare per tanti anni l'arrivo di un erede maschio.
Copia della vetrata della cattedrale di Berna, donata da Adriano II.


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