Prendiamo un caso limite, uno classico da scena finale di qualche film strappalacrime: lei é già sul treno che pian piano sta partendo, lui arriva all’ultimo, lei lo vede e abbassa il finestrino e si mette a chiamarlo ad alta voce. Lui a corsa la raggiunge e continuando a correre si dicono le ultime preziosissime parole, siamo agli sgoccioli, bisogna usare al meglio quegli ultimi istanti per comunicare qualcosa di indelebile…STOP.
Ora prendiamo la stessa identica situazione ma immaginiamoci di dover raccontare la storia della Svizzera in questi ultimi concitati momenti.
A primo acchito direi subito che ci é andata bene, sì perché la Svizzera ha vissuto diversi secoli di calma quasi piatta. Ecco quindi come la riassumerei io (partendo dall’era moderna)
“
Amore lo sai che tralasciando Tell e il patto del Grütli che sono serviti a fare un identità nazionale quando lo necessitavamo direi che da Marignano 1515 alla Repubblica Elvetica (1798) solo la peste e la riforma ci hanno fatto sobbalzare un attimo nella sonnolenza secolare Elvetica?"
(Pausa per riprendere fiato)
Creazione dell'Antica Confederazione
Grafica patriottica: l'Elvezia troneggia sopra la scena del giuramento del Rütli con vista sul Lago dei Quattro Cantoni e diverse cime montuose. I rappresentanti di Uri (al centro), Svitto (a destra) e Untervaldo (a sinistra) prestano giuramento il 1° agosto 1291.
Lei: “No, non lo sapevo, ma ti prego continua”
“Napoleone poi con l’atto di mediazione corregge il tiro e in seguito con la prima costituzione il paese prende forma. Riusciamo ancora a perderci e prenderci a schiaffi per qualche settimana (Sonderbund) ma poi dopo diverse risse nell'eterno derby politico liberlai-conservatori arriviamo più o meno intatti a oggi anche perché siamo stati alla larga dai conflitti mondiali”
Lui ha il fiatone, si ferma e osserva lei che si sporge dal finestrino mentre il treno si allontana
Cartolina postale della Prima guerra mondiale con Helvetia e un soldato della guardia di frontiera svizzera, armato di baionetta. Entrambi proteggono la Svizzera dalle sanguinose battaglie in Europa. DLM Po 1233.
Lei, ormai urlando per riuscire a farsi sentire “Ti amo talmente tanto che andrei a tirar su firme per il referendum e/o le iniziative gratuitamente”
Fine.
Versione museo "Drei Länder"
Il museo dei tre paesi di Lörrach non va molto distante da questo sunto, potremmo addirittura metterlo giù telegraficamente
La neutralità, i referendum e la salvaguardia dell'autonomia regionale caratterizzano la storia politica elvetica. STOP
L'alleanza dei cantoni primitivi del 1291 si allarga gradualmente e nel 1501 conta 13 membri. STOP
Nel 1648 la Confederazione esce dall'Impero. STOP
Nel 1798 Napoleone decreta la fondazione della Repubblica Elvetica sul modello francese e ne ridefinisce i confini. Viene creato il cantone di Argovia. STOP

Festa cantonale dei club di tiro, Rheinfelden 1905
Dal 1802 Rheinfelden e il Fricktal sono stati staccati dall'Austria e annessi al nuovo Cantone di Argovia.Il tiratore guarda con aria seria verso il Baden. I club di tiro, tradizionalmente conservatori, sostengono l'esercito svizzero e si allenano al tiro dopo l'introduzione del servizio militare obbligatorio.
Dopo il Congresso di Vienna del 1815, il territorio nazionale viene esteso ai confini attuali.
STOPAlcune parti dell'antico vescovado di Basilea vengono cedute ai cantoni di Berna e Basilea.
STOPNel 1848 la Svizzera diventa uno Stato federale moderno.
STOP
Le revisioni costituzionali del XIX secolo rafforzano la democrazia diretta e la coesione interna. STOP
Il Paese persegue una politica estera di rigorosa neutralità.
STOPSe poi passiamo alla vetrina con i luoghi comuni in quella Svizzera rilevo un paio di poster contro l’adesione all’UE,
“Diventeremo più poveri. Perderemo la nostra libertà. NO all'adesione all'UE”;
pollo spennato e legato con la croce svizzera sul collo, iniziativa popolare federale “Sì all'Europa”, votazione: 04.03.2001, AUNS
Una canzone di Sempach

..e un immancabile quadro di Tell, mi procuro gioia che non sia il classico tiro con la balestra ma rappresenti l meglio nozioni di tutto: il rifiuto di salutare il cappello del balivo in cima al palo
Illustrazioni allegate al libro: Guglielmo Tell, Chapelle-sur-Moudon, Ketty & Alexandre, 1985 (UE 1358)
Un tocco poi che noi ticinesi riteniamo tipico degli svizzeri tedeschi lo trovo nella vetrina dedicata alla Germania, ma nessuno mi vieta di metterlo qui

Un po’ riduttivo per raccontare la storia di un paese dai 700 e rotti anni? Sicuramente, ma se si desidera perseguire la strada del “Keep it simple” questo é quello che direi se avessi veramente poco tempo
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