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Oggetti misteriosi al museo retico di Coira

Durante le visite ai musei capita spessissimo di trovarsi faccia a faccia con oggetti mai visti prima e dalla funzionalità sconosciuta. Una buona raccolta l’avevo già trovata in un esposizione temporanea al museo di storia di Basilea.

Anche al museo di storia di Coira mi trovo faccia a faccia con alcuni oggetti di interesse.

Cappuccio anticaduta per bambini

Coira, XVIII secolo

Chi impara a camminare, ogni tanto cade. Per proteggere la testa dei bambini piccoli dalle conseguenze di una caduta, dal XVI secolo si utilizzavano cuffie imbottite, cosiddetti «cappucci anticaduta». Durante l’Illuminismo persero importanza a causa degli innovativi concetti educativi. Nel suo famoso romanzo «Emilio o dell’educazione», Jean-Jacques Rousseau (1712‒1778) raccomandava di non interferire nello sviluppo naturale del bambino. Nell’ambito di questa ideologia, gli ausili come il cappuccio anticaduta non avevano più ragione di esistere.

Nel XIX secolo, i cappucci anticaduta venivano utilizzati solo nelle cliniche psichiatriche. Divennero così il simbolo della persona insana.

Bidente per dissotterrare lumache

Lumbrein, senza data

In passato le lumache erano un tipico «cibo per poveri». Inoltre, per la chiesa i molluschi non erano considerati carne, per cui erano apprezzati come cibo per i periodi di digiuno. La raccolta delle lumache era molto diffusa anche nei Grigioni. Era effettuata per lo più manualmente, ma per dissotterrare le lumache fra le rocce e dalla terra si utilizzava un bidente di questo tipo.

Le lumache raccolte venivano arrostite subito al fuoco oppure ingrassate e conservate in vasche sino a quando si ritiravano, vale a dire fino a quando avevano chiuso l’ingresso del loro guscio per il letargo. Erano messe in botti e poi esportate, in particolare in Italia.

Raganella in legno usata il Venerdì Santo

Grigioni, XIX secolo

Nelle chiese cattoliche, si smette di suonare le campane dopo la cena del Giovedì Santo per ritornare a suonarle solo a Pasqua. Questa usanza intende ricordare la sofferenza, la deposizione e la permanenza nel sepolcro di Cristo. La leggenda narra che le campane volino a Roma per farsi benedire dal Papa.

In questo lasso di tempo, in alcuni posti le campane vengono sostituite da apposite raganelle in legno, dette appunto “del Venerdì Santo”. Queste risuonano nel campanile oppure invitano a sfilare per il paese per andare a messa. Nel caso del nostro modello, il suono viene prodotto da un martello di legno che oscilla in entrambe le direzioni su un asse. Nei Grigioni, l’usanza religiosa delle raganelle in legno usate il Venerdì Santo venne sempre meno praticata a partire dagli anni Cinquanta e oggi è piuttosto rara.

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