Il passo del Sassello
Alcuni viandanti che superavano le Alpi centrali, transitando sul valico del San Gottardo, invece di seguire il corso del fiume Ticino, superavano il crinale tra la Leventina e la Vallemaggia. Tra i collegamenti più diretti e frequentati vi suggeriamo il passo del Sassello, che collega i con Fusio in Valle Lavizzara. È un passaggio ripido e faticoso che richiedeva una giornata di cammino per andare da una valle all'altra.
Samuel Butler
Ma veniamo a Samuel Butler, innanzi tutto chi é costui?Addio al Sambuco
Trovo in rete questo dialogo inerente il passo e la valletta del Sassello. La diga del Sambuco non é ancora stata costruita e il dialogo verte su quello che é e quello che sarà di questo meraviglioso angolo di Ticino.
Tratto da "Ossi da mordere" di Piero Bianconi, Edizioni del Cantonetto
Sapete come va con il leggere di sera, a letto, insonnoliti e ormai più di là che di qua: è un modo di cucire insieme veglia e sonno, di sovrapporre inestricabilmente coscienza e sogno; da non saper più, al momento buono, se la tal cosa l'avete davvero veduta o pensata, o se invece semplicemente sognata. Ci si dice sempre: guardarsene; ma poi ci si ricasca, puntalmente.
Così m'è capitato l'altra sera, l'altra notte.
Un amico m'aveva raccontato dei lavori in Valmaggia (in quella valle, dice lui, che oramai è ribattezzata in Maggiathal); mettendomi a letto, presi il libro di Samuel Butler, rilessi le pagine sull'incantata valletta del Sambuco. Già son pagine nelle quali sogno e realtà , visione e immaginazione si stringono intimamente, fuse dall'estro dell'Inglese; anche con gli occhi bene aperti non è facile dire se quella sua valletta händeliana il Butler l'ha davvero veduta o se piuttosto è da mettere nella assai più seducente geografia del mondo fantastico: figuriamoci a occhi socchiusi...
Fatto sta che a un certo momento, cascatomi il libro di mano e il sonno con dolce violenza premendomi le palpebre, mi parve di trovarmi innanzi in carne e ossa il sorridente Samuele, col suo sorriso complicato tra la barba dura, le scarpe immense e gli occhietti vispi al di sopra degli occhiali a stanghetta; e che continuasse a dirmi del Sambuco, di quell'incanto di colori e musica, e le trote, e Händel, e il suo amico albergatore, e i camosci, e il sentiero che scende dal Sassello e passa di lì, una volta l'aveva fatto col suo amico Guglielmoni: « Quando giungemmo in val Sambuco, la gente stava mungendo . le poche bestie, il latte faceva le fusa nei secchi con un fondo ronzio come di soddisfazione. Il sole si coricava rosso sul Campo Tencia, l'acqua era chiara, come l'aria; e l'aria, nell'ombra fonda della valle, aveva un che dell'azzurro profondo e della trasparenza dell'acqua... ».
Come faremo a salvarla? Come ci difenderemo dal progresso che rode e livella ogni cosa?
LUI: - Calma, figliuolo, calma. Così come io trovavo nella valletta sopra Fusio la musica di Händel, cosi voi potrete ripescare nella musica di Händel la valletta sommersa. Poi io già avevo notato che quella valletta è, evidentemente, un antico lago svuotato; che torni a esser lago dopo alcuni millenni è cosa che non deve far impallidire di sdegno... Quanto al progresso, andiamo adagio: 'facilissimo dirne male in nome d'un dubbio estetismo, bisognerebbe per cominciare saper fare a meno dei suoi benefici.
Provati un po' per una settimana a leggere e lavorare di sera a lume di candela: poi ne riparleremo. Prova un po' a costringer tua moglie a lasciar in pace la cucina elettrica, accenda il camino, la stufa economica, si sporchi di cenere e carbone, si arrostisca: e con lei sbrigatela poi da solo...
IO: - Caro Mister Butler, questi sono i suoi soliti spiritosi paradossi, il fatto concreto è che la valle del Sambuco è bell'e condannata, non la vedremo più, non udremo più il ronzio del latte nei secchielli, la sera, quando la gente munge le vacche e il sole si ritira sempre più alto e glorioso. Il mondo si impoverisce di poesia, di bellezza...
LUI: — Il sole sul Capo Tencia, quanto rimirarlo, verso settembre! Venivo apposta da Londra per guardarlo, per rivedere il mio amico Dazio. Ma credi che, una volta sommersa la valle, tramonterà in altro modo? E che queste montagne vorranno scomporsi per quella poca pozza che gli uomini meditano di fargli ai piedi? O che quella poca pozza si rifiuterà di riflettere la sagoma solenne e placida delle montagne? O che le proporzioni della valletta muteranno? Già a me piace immaginare che tenera luce inedita lo specchio dell'acqua farà brillare su queste pendici erbose, e magari anche come allegramente si moltiplicheranno le trote nel grande spazio acquatico, e cosa sarà veder baluginare il lago come una lunga lingua umida tra le montagne, scendendo dal Sassello con l'amico Guglielmoni, cosi brav'uomo, poveretto, e ottima guida...
IO: - Ma no, signor Butler, nessuno più scenderà di lassù, progettano di scavare una galleria, una strada carrozzabile da Fusio ad Airolo, diritta come un fuso, piana...
LUI: - Benissimo; tanto più che non ci sarà obbligo per nessuno di prender quella piuttosto che il sentiero del Sassello, o del Naret, o del Campolungo... Chi ha tempo e voglia passa i monti, chi ha furia passa sotto, cosa si domandare di meglio? Pensa alle due donne di Mogno che andavano a vender pollastri e uova in Leventina, traversando la montagna, che comodità poter usufruire della strada piana; bisognerà insegnargli l'auto stop, e saranno a cavallo...

Dalla vetta, ormai piccolissimo, si voltò un'ultima volta, con voce amabile soggiunse: « Il mondo gira, figliuolo, gira sempre più in fretta; non c'è altro da fare che lasciarlo girare. Però mi vado sempre meglio persuadendo che la porzione migliore è toccata a me, ai miei tempi girava con giusto ritmo, nè troppo lento nè troppo vertiginoso. Del resto il gusto più bello è di starlo a guardare, come fa questo vecchio mondo a girare girare, sempre più in fretta... ».
Outro

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