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Sassello e Naret: 2000m di salita

 Ogni anno mi prefiggo un giro in montagna finale, il traguardo finale.

Generalmente inizio a camminare col primo sciogliersi della neve e cerco di arrivare per i giorni con le giornate di sole più lunghe in condizioni per l'obiettivo finale.

La parte iniziale dell'impresa

Quest'anno l'biettivo é caduto su Pesciüm - passo Sassello - campo la torba - passo Naret - Ossasco


Alla vigilia ho un paio di preoccupazioni generali inerenti al giro: la prima funicolare che mi porta a Pesciüm parte solo alle 08:30, rubandomi almeno due ore di luce, inoltre il sentiero che porta da Campo la Torba alla diga del Naret non l'ho mai affrontato. È marcato rigorosamente bianco-rosso-bianco ma dei dubbi mi restano.

Il primo obiettivo intermedio é il passo del Sassello che divide la valle Leventina dalla valle Maggia; é un passo che adoro perché tutte le volte che l'ho affrontato non ho mai incontrato esseri umani.

Il sentiero da Pesciüm che porta all'alpe di Ravina (denominato sentiero del mirtillo dalla società che gestisce la funicolare) mi porta poi ad avere ulteriori preoccupazioni; l'addetto alla funivia mi dice che é stato ferrato in un punto in quanto le famiglie con bimbi mugugnavano che c'éra un punto esposto.

Trovo il punto ferrato, non é nulla di che, sullo stesso sentiero ho trovato punti più esposti.

Giunto all'alpe di Ravina mi avventuro poi verso il laghetto di Ravina per poi iniziare la salita vera e propria per il passo Sassello

Parte finale della salita al passo Sassello, in lontananza il lago di Prato

Giungo finalmente sul passo e mi rendo conto di essere in ritardo sulla scaletta di marcia che mi ero prefissato. Inoltre sento di aver già bruciato parecchie calorie


Vista dal passo Sassello; a sinistra la valle Maggia, a destra la val Leventina

La cosa che poi mi preoccupa maggiormente é vedere la diga del Naret da quassù, la sua salita da campo la Torba (che oltretutto da qui non si intravede perché infossato nel fondovalle) sembra un muro verticale, sembra impossibile che un sentiero bianco-rosso-bianco possa snodarsi li sotto. Per cercare di calmarmi prendo in seria considerazione il fatto di risalire sulla più comoda strada carrabile

Nel cerchio la diga del Naret, il fondovalle non si intravede nemmeno, seri dubbi mi assalgono. A questo va aggiunto che dalla diga al passo Naret c'é ancora una breve salita che però affronterò con l'entusiasmo di aver raggiunto la diga. Giunti alla base della diga l'impresa si può considerare compiuta.

Dopo una breve pausa con la banana di rito inizio ad intraprendere la discesa. So che a metà discesa c'é un bivio che mi permetterebbe di tagliare la costa della montagna senza dovermi far scendere fino a fondovalle, ma un orribile esperienza capitatami anni prima mi fa morire sul nascere questa folle opzione.

Passo del Sassello visto dal versante valmaggese

Scendendo, vista sul Piatti e il lago del Sambuco

Giunto sul fondovalle poi mi si apre un altra opzione che non avevo considerato, seguire la carrabile oppure il sentiero per trasportarmi fino a Campo la Torba? Dopo alcuni minuti di riflessione opto per il sentiero, sicuramente sarà meno comodo ma più "da escursione".

La decisione é buona, attraverso un alpe che altrimenti non avrei visto con paesaggio idilliaco di vacche che se la godono con cascata sullo sfondo. Mi fermo ad osservarle e "ci scambio 4 chiacchere"

Non ve la passate male eh?

Il sentiero poi si addentra nel bosco ed inizia e salire in maniera accentuata, dietro di me ho già un ascensione importante al Sassello, una discesa impegnativa, davanti a me una salita impegnativa su un sentiero che mi desta preoccupazioni, non avevo preventivato di usare altre energie in altri tratti del percorso. In questo bosco incontro le prime persone dalla partenza del mio viaggio; sono una madre con i suoi 2 figli. Scambiamo 2 parole, chiedo se vengono dal Naret la madre che soffre di vertigini mi conferma che il sentiero é buono e che ci vogliono circa due ore per farlo in salita.
Rincuorato proseguo il mio avvicinamento a Campo la Torba.


Campo la Torba periferia

Una volta giunto trovo un pastorello a guardia delle sue capre, avrà 12-13 anni.
Mi dice che lui va fino alla base della diga ogni mattina per recuperare le capre; parte alle 4:30 e che ci mette 40 minuti... mi scappa un "ölla madonna" in perfetto stile Pozzetto. Mi descrive brevemente il percorso, ho preso la mia decisione, proverò il sentiero.

Capre a Campo la Torba, dietro di loro l'imbocco del sentiero che porta alla diga

Il sentiero é sale ma in maniera regolare il primo pezzo, mi giro e scatto una foto

Salendo verso la diga del Naret: il cerchietto giallo il passo del Sassello, quello rosso Campo la Torba

Poi si presentano un paio di passaggi più impegnativi in parte su rocce, li eseguo con la massima concentrazione, la diga dovrebbe sbucare da un momento all'altro e infine eccola!

Un mostro di cemento che deturpa il paesaggio é però per me fonte di gioia, é li da prendere ma manca ancora uno strappo da non sottovalutare

Mi inerpico nel pezzo finale, iniziano a mancarmi le forze ma so che non manca molto, una volta raggiunta la corona della diga il peggio é fatto.
Poi succede l'incredibile: mi perdo sulla corona della diga, in totale la percorro tre volte prima di accorgermi che i sentieri che portano al passo Naret sono due, il più vicino sulla parte sinistra é un bianco-blu-bianco, se voglio invece salire  sul bianco-rosso devo costeggiare tutto il lago, sono ancora diversi km...

Il lago della diga del Naret incredibilmente basso. Si notano che le corone sono due, le ho percorse per intero per ben tre volte ......

Ultimo sforzo, la salita che porta al passo Naret

Giungo infine sul passo Naret. Mi siedo appoggiando la schiena sul masso in cima al passo. Sono raggiante, le salite per oggi sono finite, mi aspetta una lunga discesa che conosco bene, ma non ho fretta. Inizio a cantare.

Val Torta vista dal passo Naret

La discesa é un tripudio, un autocelebrazione, scendo con grande calma e fotografo diversi scorci

Il micropuntino che si intravede in alto contro il cielo é la capanna Cristallina

Un attimo di romanticismo, dedicata alla mia inseparabile ombra

All'alpe Cristallina faccio una pausa, mi contatta lo zio, mi chiede dove sono finito, mi viene a prendere a Ossasco.

Mentre scendo nel bosco verso Ossasco continuo a cantare, le lunghe si sono fatte lunghe. Sono consapevole di aver sfruttato al massimo questa giornata.

Io e te forever

Giunto a Ossasco do un occhiata all'app per la registrazione del percorso. Mi accorgo di aver infranto un record; i 2000m di salita in un giorno.
Domani ho in programma di recarmi a Ginevra per la prima volta, avrò tutto il tempo per riposarmi sul treno



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