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Da Einsiedeln a Rapperswil

Einsiedeln é già stata tappa delle mie scorribande, più volte. Questa volta però decido di non fermarmi nella cittadina / nel monastero, ma di usarla semplicemente come punto di partenza. Ed é un bene, perché anche tralasciando questa fonte di aneddoti sto per incontrarne molti altri sul mio percorso

Il monastero di Einsiedeln

Pronti…partenza…deviazione!

Il monastero é già stato visitato a più riprese dal sottoscritto e qualcosa ho già postato qui.

Decido di fare la prima ed unica deviazione proprio all’inizio del mio percorso; decido infatti di andare ad esplorare (di nuovo) il cimitero di Einsiedeln, anche perché a posteriori mi sono accorto che durante la mia prima visita mi sono sfuggiti diversi dettagli...

Il cimitero di Einsideln 

In particolare durante la mia prima visita mi é completamente sfuggito il monumento ai Bourbaki, che di conseguenza é la prima cosa che vado a cercare.

Einsiedeln accolse 139 uomini e 63 cavalli dell'esercito francese che si ritirò in Svizzera. Successivamente, a Einsiedeln si formò un comitato di aiuto per i francesi internati. In breve tempo furono raccolte grandi quantità di camicie, vestiti, scarpe ecc.

Già il 17 marzo 1871 gli internati poterono tornare a casa. In memoria dei quattro «Bourbaki» morti e sepolti a Einsiedeln, con le donazioni degli abitanti del luogo e il sostegno dell'associazione per l'abbellimento del cimitero fu eretto un monumento in granito. La forma semplice di un obelisco con una cornice in ghisa sormontata da fiamme è tipica dei monumenti francesi.

Dalla prima guerra mondiale (1914-1918), una targa ovale ricorda anche i soldati francesi morti in Svizzera durante la guerra.

Nel 1934 il monumento a Bourbaki è stato restaurato e inaugurato di nuovo, come si può leggere su una delle tre targhe rettangolari.

Monumento a Bourbaki, granito con cornice in ghisa, 1871 circa, altezza 265 cm. 
Iscrizione sulla targa laterale destra:
«Eretto dagli abitanti di Einsiedeln in memoria dei soldati francesi 
dell'esercito orientale internati e morti qui nel 1871».

Ma facciamo un passo indietro, cosa ci fa qui fuori dall'abitato il cimitero?

Storia del cimitero di Einsiedeln

Il cimitero di Waldstatt Einsiedeln era originariamente situato sul lato nord-ovest dell'ex chiesa del convento, all'incirca dove oggi si trovano la chiesa della confessione e il giardino parrocchiale dietro le mura del convento. In alcune immagini storiche, il cimitero è chiaramente visibile accanto alla chiesa del convento grazie alle croci funerarie raffigurate. A ricordo del vecchio cimitero, oggi nel giardino parrocchiale c'è una croce funeraria in stile tardo barocco.

Come si può vedere in questo modello più recente del complesso monastico gotico, fino al 1629 il cimitero di Einsiedeln era proprio accanto alla chiesa del monastero.
Fino al 1678 in quest'area del cimitero c'era anche un ossario.

Poco a poco il cimitero è diventato troppo piccolo. Negli anni 1611 e 1629 la peste ha colpito Einsiedeln e il cimitero non era più abbastanza grande. Si è dovuto scavare per recuperare i corpi in decomposizione e mettere le ossa nell'ossario. Si temeva la diffusione di malattie e si dice che l'odore di decomposizione arrivasse a volte fino alla chiesa. L'abate Augustin I Hofmann (abate dal 1600 al 1629) progettò quindi di trasferire il cimitero in un luogo fuori dal villaggio, a nord-est del complesso monastico, nell'ex zona Brüel. Il suo successore, l'abate Plazidus Reimann (abate dal 1629 al 1670), originario di Einsiedeln, riuscì finalmente a inaugurare il nuovo cimitero nel 1629. La cappella del cimitero, costruita nello stesso periodo, fu dedicata a San Benedetto nel 1630.

Per 200 anni il cimitero era praticamente un quadrato. La cappella del cimitero, inaugurata nel 1630, era allineata con il muro di cinta a sud-ovest.
Litografia di Eberle, Kälin & Cie., intorno al 1860.

Negli anni prima e dopo il 1700, alcuni abitanti del paese hanno chiesto a gran voce che il cimitero fosse riportato vicino alla parte alta del paese. Dicevano che la distanza tra il paese e il cimitero era troppo grande e che quindi non si pregava abbastanza per la salvezza delle anime dei defunti. Per risolvere la questione, è stato necessario chiamare persino Svitto. Il tribunale arbitrale si schierò dalla parte dell'abate. Il cimitero di Einsiedeln trovò così la sua collocazione definitiva poco fuori dal paese.

Ancora nel XIX secolo, a Einsiedeln le croci di legno, le croci forgiate o, più tardi, quelle più economiche in ghisa caratterizzavano l'aspetto del cimitero come decorazioni funerarie
Litografia 1841.

Ciclo degli apostoli

Senza addentrarci troppo nelle vicende del cimitero mi chino su due elementi di interesse presenti nella cappella del cimitero. Il primo di questi é uno splatter ben difficile da trovare nella letteratura e cinematografia generale, figuriamoci in una cappella…

Sulle pareti laterali della navata ci sono dieci figure degli apostoli scolpite nel legno e dipinte a colori, con l'undicesimo e il dodicesimo apostolo a sinistra e a destra di San Benedetto sull'altare. Le figure risalgono probabilmente agli inizi del XVI secolo. Potrebbe trattarsi del ciclo degli apostoli che padre Diebold von Geroldseck fece realizzare nel 1517 per il coro della chiesa del convento.

Gli apostoli furono probabilmente portati nella cappella del cimitero poco dopo la costruzione, intorno al 1630 o poco dopo, e collocati su mensole appositamente realizzate. 

Ogni apostolo tiene in mano l'oggetto del suo arbitrio. Desta particolare orrore la sega tenuta in mano da uno di questi

Dopo una breve ricerca risulta essere il buon Simone.

Particolarmente cruente le modalità del martirio, sulle quali tutte le varie tradizioni presentano un sostanziale accordo: Simone fu fatto a pezzi con una sega, probabilmente dopo aver subito la crocifissione. E' per questa ragione che viene spesso raffigurato con una sega in mano, ed è considerato patrono e protettore di boscaioli e taglialegna.
 

Questa specie di condanna l'ho incontrata raramente, anche perché credo di difficile esecuzione ma di indubbio effetto.

L’unico caso conosciuto di condannato segato a metà è quello di Nuccio di Guadardo, condannato dal Podestà di San Miniato Donato Donati a una punizione esemplare: trascinato per le strade del paese e segato a metà. L’esecuzione avviene il 21 novembre 1314, ma si pensa che ad essere segato a metà sia solo il suo cadavere.

Nulla di meglio per un martire. Simone va di diritto nella serie dei martiri

Il ciclo di Mainardo

Altro elemento di interesse sono i cicli appesi sulle pareti di fondo

Sulla destra ciclo di San Meinardo con 15 scene della vita di San Meinardo con cornice rinascimentale, olio su tavola, 1632 circa, 69 x 55 cm ciascuna. Sula sinistra "la solita storia"

Serie 1: 
  • Il conte Bertold chiede un figlio / La nascita di Meinrado
  • Meinrado viene affidato al monastero di Reichenau
  • La vestizione di Meinrado / La prima messa di Meinrado come sacerdote
Serie 2: 
  • Meinrado come preside della scuola nel piccolo monastero di Babinchova
  • Meinrado rema con due studenti sul lago di Zurigo per andare a pescare
  • Meinhard e i suoi amici mangiano a casa della vedova
Serie 3:

Queste immagini non seguono un ordine logico, il che fa pensare che siano state messe insieme dopo. Da destra a sinistra sembra avere più senso, in linea con le rappresentazioni tradizionali di Meinhard:
  • Meinrad esplora la foresta oscura mentre gli studenti pescano 
  • Meinrad dice addio ai suoi confratelli / Meinrad entra nella foresta 
  • Meinrad si costruisce una cella nella foresta oscura
Serie 4: 
  • Meinrad dà pane e vino ai pellegrini / La vedova porta l'elemosina
  • Meinrad è perseguitato dai demoni
  • Meinrad celebra la messa, accoglie e ospita i briganti

Serie 5: 
  • Meinrad viene ucciso e l'angelo accende le candele
  • Il carro trainato da buoi con le ossa di Meinrad in viaggio verso Etzel
  • La consacrazione degli angeli e l'adorazione della cappella delle grazie

Galgenchappeli - il capanno del vecchio patibolo

Procedendo trovo un inaspettata ma graditissima sorpresa: sotto quella che inizialmente avevo erroneamente scambiato per una fermata per autobus in versione campagnola rivelasi invece qualcosa di molto più storicamente ricco. Il piccolo ceppo in sasso posto in mezzo sotto la tettoia mi fa inizialmente pensare ad una pietra di confine.

Galgenchappeli - Ubicazione del vecchio patibolo 
con i resti della colonna infamante scolpita dal Babel (?)

I miei dubbi vengono peró sciolti da due pannelli estremamente esaurienti appesi alle pareti di quello che é qualcosa in più di una fermata di autobus....

Tribunale superiore di Einsiedeln sul Cammino di Santiago - Il Galgenchappeli

“Viandante, ricorda anche i “Tre Kälin” Nicolaus Benedikt il Lochbauer, Josef Rupert e Johann Nicodem des Cölestin, che il 15 e 16 dicembre 1766 morirono sulla Waidhuob a Svitto per l'indipendenza dei Waldleute sotto la spada del boia e le cui teste furono inchiodate qui. R.I.P.”

I luoghi delle esecuzioni erano di solito fuori dal paese e spesso vicino a vie di comunicazione importanti. Si preferivano anche posti in alto e tradizionalmente erano posizionati in modo che il condannato guardasse verso nord. Questo valeva anche per il tribunale superiore di Einsiedeln. Si trovava sulla Etzelstrasse, a sinistra del sentiero nel bosco, sulla «Bilgeriweg» o «-strasse» provenendo da Etzel. Secondo la xilografia del 1577 conservata nella Wickiana (vedi sotto), era costituito da due colonne collegate da una traversa da cui pendeva una corda. Dall'altra parte della strada c'era il Galgenchappeli, un piccolo “Helgenhüsli” aperto sul davanti, davanti al quale c'erano delle panchine e una croce bassa. All'inizio del XIX secolo al suo interno si trovava un dipinto della decapitazione di San Giovanni Battista.

Il tribunale di Einsiedeln si trovava, venendo da Etzel, a sinistra del Bilgeriweg. 
Il Galgenchappeli era dall'altra parte della strada.

In un'incisione del 1580 circa si vede anche un patibolo con una scala appoggiata e la ruota accanto. C'è anche un accenno alla cappella. Nella “cappella del patibolo” i condannati potevano dire le loro ultime preghiere e ricevere l'assoluzione

La manutenzione della cappella e del patibolo era compito del balivo. Il 13 agosto 1798 il direttorio esecutivo ordinò che tutte le forche in tutta l'Elvetia, tranne quelle situate presso il tribunale cantonale, fossero abolite. Il 29 gennaio 1799 il governatore del comune di Waldstatt Einsiedeln ordinò di «rimuovere» la forca. Il vecchio patibolo scomparve solo circa 40 anni dopo. Un cumulo di pietre avrebbe poi indicato l'antico luogo di sepoltura dei giustiziati. 

Al posto del vecchio patibolo si trova oggi un rifugio aperto, chiamato anche «Gruobi». È di proprietà della comunità di Dorf-Binzen ed è stato restaurato nel 1933. All'interno ci sono tre targhe commemorative e, dal 1935, una colonna di arenaria alta circa 1 metro, scolpita da Johann Baptist Babel (1716-1799). Non si sa se si tratti dei resti della colonna della vergogna del cosiddetto «Einsiedler Handel», che Babel era stato incaricato di scolpire. (vedi sotto "i tre Kälin")

Galgenchappeli

Cenni storici e informazioni generali 

Nel Medioevo, in Svizzera, il diritto di infliggere la pena capitale spettava all'imperatore. Tutte le condanne a morte dovevano quindi essere pronunciate in nome e sotto l'autorità dell'imperatore, concretamente dal rispettivo titolare del baliaggio. I primi titolari del baliaggio sulla casa di Dio sembrano essere stati i duchi di Svevia; a quel tempo il baliaggio sulla casa di Dio era detenuto dai conti di Nellenburg. Probabilmente dal 1100, quando Rodolfo I di Rapperswil era abate, i signori e poi conti di Rapperswil – con residenza fino all'inizio del XIII secolo ad Alt-Rapperswil (oggi Altendorf/SZ) – governarono come scudi e balivi del monastero di Einsiedeln. 

Dopo l'estinzione della linea maschile dei Rapperswil nel 1283, il re Rodolfo d'Asburgo si appropriò dei feudi rimasti senza eredi e così la tutela della chiesa di Einsiedeln passò ai duchi asburgici. 

Il 28 aprile 1415, l'imperatore Sigismondo, in considerazione dei servizi fedeli e volenterosi, concesse agli abitanti di Svitto il diritto di giustizia in caso di omicidio a Svitto, nella Marca, presso i parrocchiani di Küssnacht e presso gli abitanti dei boschi di Einsiedeln. 
Gli abitanti di Svitto avevano già rivendicato l'alta giurisdizione sin dalla loro occupazione della Waldstatt Einsiedeln nel 1386. 

Fino al 1532, nel territorio di Svitto si giudicava il sangue con la “ganze Landsgemeinde” (assemblea popolare). Sicuramente dal 1547 questo compito fu poi svolto dal «doppio Consiglio» come tribunale del sangue o tribunale penale. Si giudicava secondo il diritto o secondo la clemenza.
Il boia o esecutore era il braccio armato del giudice secolare. Aveva il dovere di eseguire i suoi ordini e di applicare le sentenze pronunciate. 

Il Hofrodel e il Waldstattordnung di Einsiedeln del 1702 stabilivano quanto segue in merito ai «malefici» – come venivano chiamati all'epoca i crimini punibili con la morte e le relative pene:
«Affinché si possa vedere come venivano giudicati i reati gravi o malefici, bisogna prima notare che la casa di Dio, tramite il suo amministratore, giudica tutto ciò che le compete, sia in materia di onore, di dignità o di beni, fino a quando una causa non viene riconosciuta come malefica. Quando la cosa veniva riconosciuta come malefica, allora i waldtleuth, i sudditi della casa di Dio, arrestavano le persone in questione, che venivano interrogate da un balivo, un Ammann, un governatore o un weybell. E se si riteneva necessario un interrogatorio più severo, se ne dava notizia ai signori di Svitto, che inviavano un giudice per svolgere l'interrogatorio severo tramite funzionari singoli designati.» 

Quando si arriva al punto che si doveva giudicare l'uomo per un reato grave, gli abitanti della foresta lo riferiscono ai signori di Svitto, i quali mandano i loro inviati a fungere da giudici con la spada: il verdetto però è dato dagli abitanti della foresta senza alcuna possibile obiezione. Ciascuno dei consiglieri ne ha preso con sé altri due, così che coloro che giudicano sono circa 60.

E secondo l'antica usanza, non solo hanno giudicato con severità, ma talvolta anche con clemenza, concedendo persino la vita ai colpevoli per i mali commessi. 

Quando l'esecuzione è stata compiuta, il capo della casa di Dio è portato al patibolo con la spada e il boia gli chiede se ha giudicato secondo il diritto imperiale, ecc. 

Sebbene le donne fossero mandate a Sciaffusa per essere giustiziate, sono state comunque interrogate e torturate a Einsideln secondo l'antica usanza, come ammettono gli stessi scrivani di Sciaffusa in una lettera inviata a Einsideln il 29 dicembre 1619. 

Casi pratici

Dai verbali del Landrat e dai conti dello Stato si menzionano ad esempio le seguenti esecuzioni capitali che hanno avuto luogo a Einsiedeln o che hanno riguardato cittadini di Einsiedeln: 
  • Il 27 ottobre 1505 Svitto comunica a Lucerna che nella sua prigione di Einsiedeln c'è un malfattore per il quale è fissato un giorno di giudizio per il prossimo giovedì (30 ottobre). Si chiede a Lucerna di mandare il suo boia a Einsiedeln il mercoledì all'ora dei vespri, dove lo scorteranno secondo l'antica consuetudine». A quanto pare si trattava di un calzolaio che si era spacciato per prete durante la festa degli Angeli e aveva fregato i soldi a persone innocenti.
  • Il 1° aprile 1546 Hans Pfiffer, originario della regione di Berna, fu giustiziato sulla ruota a Einsiedeln. 
  • Il 20 settembre 1550, il Landamano e il Consiglio di Svitto cedettero ai guardaboschi di Einsiedeln, a titolo di rimborso delle spese sostenute per l'esecuzione di tre ladri giustiziati in loco, i beni trovati in loro possesso.
  • Nel 1559, un malfattore straniero fu giustiziato sulla ruota.
Decapitazione con la spada, squartamento, morte per impiccagione al patibolo: le punizioni devono servire da deterrente.
 Illustrazione tratta dalle tavole di legno del 1450 circa sulla leggenda di San Meinrado.

  • Il 6 maggio 1628, Anna Marie Lienhart, figlia di Martin Lienhart di Einsiedeln, è stata bruciata come strega. 
  • Il 31 maggio 1650 Margaretha Füchslin, detta Zwatzlerin, di Einsiedeln, fu condannata a morte come strega e distruttrice di bestiame e giustiziata sul rogo a Wintersried.
  • Nel 1658 Margaretha Schönbächler, detta «bös Gret», originaria di Hotzlen a Einsiedeln, fu bruciata sul rogo come strega.

  • L'8 luglio 1659 Katharina Willi di Einsiedeln fu processata dal tribunale regionale per stregoneria e maltrattamento di bestiame e condannata a morte. Fu decapitata sul Wintersried, poi il suo corpo fu messo su un rogo e bruciato.
  • Nel 1680 a Einsiedeln ci fu un'esecuzione con la spada. Johann Simon von Courgenay, 17 anni e mezzo, fu condannato a morte per vari furti. «Dopo aver ricevuto con pentimento i sacramenti, il 23 luglio, alle tre del pomeriggio, fu condotto al luogo dell'esecuzione. P. Desiderius Schuler, allora parroco di Einsiedeln, e P. Raphael Gottrau, il futuro abate, accompagnarono il povero condannato. Fu decapitato in piedi. Quando la testa era già caduta, il corpo rimase in piedi finché il boia non lo fece cadere con un colpo. La testa fu subito messa sul patibolo e il corpo fu seppellito in una fossa sotto il patibolo, con la schiena rivolta verso l'alto. Quattro anni dopo, nel settembre 1684, il cranio del giustiziato, insieme al chiodo con cui era stato fissato al patibolo, fu rubato da un vagabondo, probabilmente per scopi superstiziosi. 
Le esecuzioni successive presso il patibolo, che però furono tutte eseguite con la spada, ebbero luogo negli anni 1716, 1726, 1733 e 1769. “Se si trattava di criminali della stessa Waldstatt, soprattutto di quelli a cui si voleva dare un trattamento speciale, veniva loro risparmiata la vergogna di essere giustiziati e sepolti al patibolo. Così, ad esempio, nel 1748 a Langrüti, non lontano dallo “Schifflände”, e nel 1762 vicino al Kornhaus, ci furono delle decapitazioni. In entrambi i casi, i corpi furono sepolti nel cimitero».
  • Il 22 febbraio 1748, sul Langrüti, il ragazzo Philemon Steinauer è stato decapitato per aver rubato nel monastero. Il querelante Anton Kälin ha chiesto che si desse un esempio contro i furti. Il cronista della statthalterei (governo provvisorio) descrive la scena commovente che si svolse durante l'ultimo cammino del bambino colpevole, sotto lo sguardo sconvolto degli abitanti del villaggio. Dopo che il parroco aveva chiesto invano clemenza ai giudici, il piccolo ladro fu condotto al luogo dell'esecuzione. «Durante la lettura della sentenza e l'esecuzione, si udirono molti lamenti e pianti della gente del villaggio... La cosa più commovente era che questo povero peccatore era stato portato davanti alla casa di sua madre e delle sue sorelle... ma non fu decapitato sul patibolo, bensì sulla lunga Rüthi, non lontano dalla cosiddetta Schiffländi. Il corpo fu poi trasportato su una slitta al cimitero, dove fu sepolto senza essere battezzato... Dopo la decapitazione, il parroco tenne un'ammonizione sull'educazione dei figli; il tema era: «Supplicio est poena peccati» 
Alcuni criminali, soprattutto le donne, venivano giustiziati a Svitto, nella Weidhoub e nel Wintersried, tramite decapitazione e ruota (assassini), rogo (piromani, streghe) e impiccagione (ladri). Le teste mozzate, e a volte anche le mani, venivano poi portate a Einsiedeln e esposte sul patibolo come monito.

I tre Kälin

«1764. Il consigliere Kälin nella Wähni, Benedikt Kälin e Rupert Kälin, tutti di Einsiedeln, nonché il maestro Schnüriger e Jos. Ant. Amgwerd vom Sattel, vengono giustiziati con la spada come capi della rivolta di Einsiedeln di quest'anno sulla Weidhuob». 

Su ordine delle autorità di Svitto, il consiglio distrettuale dovette far inchiodare le teste al patibolo.
A tal fine, dopo un iniziale rifiuto, il fabbro Meinrad Steinauer avrebbe forgiato i chiodi su ordine delle autorità.  Lo fece poi sotto un sudore freddo, soprattutto perché durante il lavoro il martello da fabbro gli scivolò più volte dalle mani, quasi cadendogli a terra.

Questo episodio, noto come «Einsiedler Handel» (il commercio degli eremiti), ebbe origine nel 1764, quando dieci eremiti presentarono un reclamo alla Landsgemeinde contro il divieto del principe-abate di esercitare contemporaneamente le professioni principali di oste, macellaio e droghiere. 
La Landsgemeinde diede loro ragione. 

Incoraggiati da questa decisione, alcuni eremiti ribelli organizzarono una comunità “selvaggia” sul Brüel e si sollevarono contro l'abate e i rappresentanti delle autorità di Svitto. Questo modo di fare, che chiedeva visibilità e voleva poter avere una base per le proprie rivendicazioni, fa parte di una serie di movimenti di protesta simili che ci sono stati in Svizzera nel XVIII secolo. Questa rivolta è avvenuta nel bel mezzo della disputa tra i “Linden” e gli “Harten”, che riguardava il servizio militare in Francia (servizio mercenario), sostenuto dai primi e combattuto dai secondi. 

I “duri”, vicini agli eremiti ribelli, vinsero nel 1765 e ci fu un breve momento di “libertà”, che però finì subito nello stesso anno, perché il principe-abate riuscì a dimostrare che il “volantino” che aveva usato per difendere i suoi diritti contro gli eremiti ribelli era falso. Il “duro” Landammann, che aveva dichiarato falso il “manifesto”, fu destituito dalla sua carica. Di conseguenza, gli eremiti ribelli furono puniti con multe, destituzione dalla carica, pene onorarie e sospensione dei diritti civili, nonché, in alcuni casi, con l'esilio. 

Nell'autunno del 1765, il Consiglio cantonale ordinò inoltre di imporre a Einsiedeln un tributo sul bestiame per coprire le spese sostenute dalle autorità. L'esecuzione di questa misura incontrò però una forte resistenza. In occasione della leva cantonale del 26 ottobre 1766 a Einsiedeln, una grande folla decise di non pagare il tributo. 
Il consigliere della Wäni si distinse in modo particolare: Joseph Rupert Kälin, un contadino onesto e retto (chiamato «Principe Josef» o anche Rupess). «Una volta tornava dal pascolo con il suo bastone, quando il corriere di Svitto, vestito di rosso, stava portando via uno di loro verso Svitto. Questo infastidì Rupess e gli fece dire: «Jä! Così non può più andare avanti!» Non si sa se il corriere riferì il vero o il falso. Contro Joseph Rupert Kälin e altri oppositori furono emessi mandati di arresto. 

Dopo scene violente durante l'arresto e il trasferimento a Svitto all'inizio di novembre 1766 – alcuni abitanti di Trachslau avevano aggredito il balivo di Svitto mentre questi voleva portare via il consigliere Joseph Rupert Kälin – un'assemblea cantonale straordinaria dichiarò il caso di ribellione e prospettò l'invio di un contingente di 1000-1500 uomini contro la Waldstatt. 

Il processo per ribellione contro la sovranità dello Stato durò poco e il 15 dicembre 1766 Joseph Rupert Kälin e Johann Nikodem Kälin furono giustiziati a Svitto, seguiti il giorno dopo da Nikolaus Benedikt Kälin. 

«Davanti al tribunale che doveva giudicarlo, gli colava sudore sanguinolento dalle ascelle attraverso la camicia di tela ruvida. E davanti al tribunale disse: “Sono innocente come mia moglie partorirà un bambino che sarà muto!”. Fu pronunciata la sentenza di morte e lui fu condotto al patibolo.

Durante tutto questo, come di consueto, il tribunale rimase nella sala fino al termine del procedimento. Mentre erano lì seduti, un rumore assordante riempì la sala e l'intero municipio, come se tutto stesse per crollare. La leggenda racconta anche che il boia portò la spada, la consegnò alle autorità dicendo che non avrebbe più giustiziato nessuno. 

In effetti, la moglie di Rupess diede presto alla luce un bambino. Questi crebbe fino a diventare un uomo bellissimo, imparò il mestiere di fabbro, ma era muto. Parlava in un modo tutto suo e nessuno lo capiva; solo sua sorella riusciva a capirlo grazie alla pratica costante; agli altri si faceva capire solo in parte con i gesti. Si sposò e ebbe due figlie. 

Il tribunale ha condannato molti altri eremiti a pene pecuniarie, corporali e onorifiche, nonché all'esilio.

Il 17 dicembre 1767, P. MICHAEL SCHLAGETER ha scritto nel suo diario: 
Il boia è arrivato con le teste dei due già citati, Joseph e Nicodem Kälin, insieme ad altre tre persone a cui è stata risparmiata la vita e che hanno dovuto accompagnare il boia fino al patibolo locale (...) Dopo aver consumato il pranzo, il boia ha portato le teste al patibolo e le ha esposte. Non vi fu alcuna cerimonia finale nell'ossario (...).
Durante questa funzione o esecuzione erano presenti il corriere di Sciaffusa e il corriere locale, nonché il boia, tutti vestiti di rosso. Il boia portava le teste mozzate, seguito da due degli uomini rilasciati il giorno prima, dopo che questi erano stati esposti davanti alla tribuna, mentre veniva letta la sentenza e il processo dei decapitati
».

A Einsiedeln, gli eventi e la dura repressione degli svizzeri, la «esecuzione dei tre Kälin», rimasero impressi nella memoria collettiva. Ci pensarono anche l'abate Imfeld e il Consiglio di Svitto, che nel villaggio del monastero, sulla prateria del Gross Joggen presso Trachslau («Kriegmatt»/«Binzenegg»), fecero erigere a spese del fuggito Johann Georg Lienert una colonna infamante in pietra con la scritta «Qui è il luogo dove alcuni sudditi sleali di Einsiedeln, provenienti da Trachslau, hanno commesso un atto ribelle contro il loro alto rango di Svitto, il 6° mese invernale del 1766».

Il famoso scultore Johann Baptist Babel, che viveva a Einsiedeln, fu incaricato di scolpire la colonna infamante richiesta. La colonna infamante fu abbattuta nel 1798 dagli abitanti di Trachslau dopo l'invasione dei francesi.

  • «1783, 1° settembre. Nikolaus Beda N. di Einsiedeln, 47 anni, viene giustiziato sulla Weidhuob per aver fatto soldi falsi (per un totale di 30.000 glini); la testa viene esposta sul patibolo di Einsiedeln».
Dopo il periodo francese, sono state pronunciate altre 12 condanne a morte, eseguite dal boia con la spada sulla Weidhuob a Svitto. L'ultima esecuzione è avvenuta nel 1894.

Procedure

Se una condanna a morte veniva pronunciata «secondo i diritti imperiali e secondo le antiche usanze e tradizioni del nostro Paese», dal 1784 «secondo i diritti federali consolidati», il condannato veniva consegnato dal Landamano al boia con queste parole:

«Maestro N., il giudizio e la legge hanno stabilito che tu prenda in custodia questo povero uomo, lo conduca ben assistito e legato lungo le strade pubbliche fino a N.N., concedendogli, se lo desidera, un tempo ragionevole per confessarsi, dopodiché, con N.N. dovrai condannarlo a morte; dopodiché il corpo ecc. Una volta fatto questo, eseguirai ciò che il giudizio e la legge hanno stabilito”.

Dopo aver eseguito la sentenza, il boia si gira, con la spada nella mano destra, verso il rappresentante della giustizia presente e dice:

“Onorevolissimo signor deputato! Ho giudicato secondo il giudizio e il diritto e secondo il mio dovere?”

Al che questi gli risponde:

“Hai giudicato secondo il giudizio e il diritto e secondo il tuo dovere”.

Le sofferenze del tribunale supremo sono ricordate anche da una lamentela presentata alle autorità dopo l'esecuzione di una condanna a morte. «Bisognerebbe finalmente assumere un boia che non debba colpire tre volte».

L'ex tribunale superiore di Svitto sul Wintersried presso l'Ütenbach, secondo uno schizzo del pittore Robert Zünd, Lucerna. Lo stesso già visto ad Ernen

Quattro leggende

«Negli archivi di Einsiedeln si legge che durante i lavori di miglioramento della strada per Etzel doveva essere costruito anche il Tiefenbrüggli sul sentiero nel bosco. Mentre scavavano, gli operai si imbatterono in uno scheletro umano e lo misero da parte. Mentre continuavano a lavorare, arrivò un vecchio dalla Svevia. Passando, urtò inavvertitamente le ossa con i piedi. Queste iniziarono immediatamente a sanguinare. Gli operai lo videro con stupore e guardarono l'uomo con occhi curiosi. Dopo una breve riflessione, il vecchio iniziò a piangere. Travolto da forti emozioni, confessò finalmente di aver ucciso e seppellito lì una donna. Si consegnò volontariamente, fu interrogato e condannato alla decapitazione. Fu decapitato al Galgenchappeli, come si chiama ancora oggi. Questo vecchio fu il primo ad essere giustiziato in quel luogo”. 

Sul sentiero nel bosco vicino a Einsiedeln c'è una piccola capanna dipinta color pietra. Non lontano ci sono due pietre su cui, secondo quanto raccontano gli anziani, si trovava un patibolo. Nella piccola cappella accanto, il confessore impartiva l'estrema unzione al povero peccatore che stava per essere giustiziato. In certe sere, chiunque passi di lì a mezzanotte sente un lamento sommesso che proviene da un criminale giustiziato in quel luogo.”  

Un pellegrino avrebbe dovuto raccogliere della legna dalla Madonna di Einsiedeln per un conoscente malato. Ma se ne dimenticò e sulla via del ritorno prese del legno da un patibolo e lo diede al malato, che poco dopo guarì e attribuì la guarigione al legno. Allora l'altro confessò il suo inganno. Ma il guarito disse: «Il legno del patibolo è il legno del patibolo, la fede tiene». 

«C'era una volta un urano che andò in pellegrinaggio a Einsiedeln, a Helgä, dato che noi siamo nell'Oberland. E proprio in quel momento un suo vicino era malato. Questi gli disse di portargli un po' di legno dall'immagine della Madonna. Aveva molta fede in lei. Lui glielo promise e partì. Ma una volta arrivato lì, si dimenticò completamente del vicino e non tagliò il legno. Durante il viaggio di ritorno, proprio mentre era vicino a un patibolo, gli tornò in mente. Pensò: «Beh, prendi un po' di legno dal patibolo, tanto non se ne accorgerà». Bene, ne prese un po' e lo portò al vicino. Quest'ultimo ne fu molto felice, dipinse il legno e lo bagnò nell'acqua. E così fu! Allora l'altro disse: «Il legno del patibolo è legno del patibolo, il credente mantiene la parola data».

Non male come ultimo sguardo per un condannato a morte

Riprendo il percorso dopo questa interessante pausa, il panorama é dolce e armonioso e fa da contrapeso ai crudi eventi che si svolgevano da queste parti


Ovunque guardi la natura mi trasmette pace ed equilibrio. 

Tüfelsbrugg sull'Etzel

Primo ponte costruito nel 1117 sotto l'abate Gero von Frohburg
1517 Costruzione di un ponte di pietra 
Nel 17° secolo nuova costruzione completa con copertura
1794 Rafforzamento della struttura esistente da parte di Fra Jakob Natter, contemporaneamente nicchia della cappella con statua di San Nepomuceno di Johann Baptist Babel.


 Restauri nel 1833 e nel 1908.
1984 Acquisizione da parte del distretto di Einsiedeln
1987-1992 Completamente restaurato e posto sotto la protezione della Confederazione Svizzera e del Cantone di Svitto.

Lo studioso Paracelso nacque proprio vicino al Ponte del Diavolo nel 1493.

Paracelso

Avevo già intuito che proveniva da queste parti vedendo una vetrina di una faermacia a Einsiedeln che riportava la sua immagine, Paracelso, in realtà Theophrastus Bombastus Aureolus, Philippus von Hohenheim, nacque a Einsiedeln nel 1493 o all'inizio del 1494. Sua madre era un'eremita locale, suo padre un medico proveniente dalla vicina Stoccarda, che, dopo la morte della madre nel 1502, portò il ragazzo a Villach (Austria) per intraprendere la sua nuova carriera di medico. 

Paracelso lavorò come tirocinante presso la scuola mineraria e come tecnico di laboratorio nelle vicine miniere e fonderie di metalli. Completò gli studi universitari di medicina a Ferrara conseguendo il dottorato nel 1516. Lavorò poi come medico di campo dal 1519 al 1520, prima di stabilirsi a Salisburgo come medico praticante nel 1524. Nel 1527, Paracelso fu nominato medico cittadino e professore onorario all'Università di Basilea.

Ben presto entrò in conflitto con la facoltà e i colleghi, che si opponevano alle sue idee innovative. Con la fuga da Basilea nel 1528, iniziò una vita nomade e movimentata, ricca di insegnamenti, e, allo stesso tempo, un'importante attività letteraria. I primi documenti teologici furono scritti a San Gallo e nell'Appenzello, dove lavorò come medico e predicatore laico (1532/33).

Nel 1541 Paracelso tornò a Salisburgo, dove morì il 24 settembre dello stesso anno. Poiché Paracelso durante la sua vita era un servo della gleba del monastero di Einsiedeln, l'abate di allora inviò un monaco a Salisburgo per riscuotere il cosiddetto beneficio di morte (l'eredità dovuta al monastero per testamento), in questo caso una coppa d'argento.
Paracelso sviluppò nuove medicine utilizzando composti inorganici, che utilizzò per sostituire i farmaci e i prodotti farmaceutici utilizzati in precedenza. Inserì esplicitamente anche la chirurgia nella sua arte curativa.

Pietra commemorativa al portale del ponte, vicino al luogo della sua nascita
 
Con il suo trattamento olistico, cercava non solo di diagnosticare una malattia, ma anche di vederne e interpretarne la causa e la terapia in un contesto più ampio. Sono stati presi in considerazione gli influssi cosmici, ma anche fattori mentali e psicologici. Paracelso ha oggi riacquistato grande importanza come medico, alchimista, filosofo e teologo.

Gli eremiti commemorarono per la prima volta il loro figlio più illustre nel 1941, in occasione del 400° anniversario della sua morte. Nel 1993 si festeggiò il 500° anniversario della nascita di Paracelso per mantenere vivo il suo ricordo nella mente del pubblico.

Toblerone

La vera "impresa della giornata é il passo Etzel, il percorso tprevede solo 300m di salita e 800 di discesa, sarebbe stata sicuramente più dura averla fatta al contrario ovvero Rapperswil - Einsideln

Al centro dell'immagine, nel centro del piccolo avvallamento il passo dell'Etzel

Già in precedenza avevo notato delle costruzioni particolari, si tratta delle difese per arrestare un eventuale avanzata di carri armati. La forma di questi blocchi di cimento armato ricordano il famoso cioccolato Toblerone, ed é infatti con questo nome che sono conosciuti. Ne trovo alcuni alle porte di Einsiedeln ed altri a pochi metri dal passo dell'Etzel

Blocco anticarro. In alto il passo dell'Etzel

Intorno al 1940, quando le truppe tedesche attaccarono degli stati neutrali come il Belgio e la Norvegia, la paura divenne molto forte anche in Svizzera. Fu così che iniziarono i lavori di costruzione della cosiddetta linea difensiva ponendo un blocco di cemento accanto all'altro lungo i corsi dei fiumi e dei ruscelli. 

Questi blocchi non furono rimossi e alcuni vennero addirittura restaurati, in modo da non fare dimenticare la portata che questo conflitto ebbe per la Svizzera. Tuttavia, l'escursione lungo i «Tobleroni» non è interessante solo dal punto di vista storico e militare, si tratta anche di un paradiso per gli amanti della natura: le massicce barriere anticarro tendono a ostacolare lo sfruttamento agricolo intensivo, sono circondate da muschio ed edera e offrono un habitat accogliente a molte piante e animali.

Cammino di Santiago

Nel Medioevo, la tomba dell'apostolo Giacomo a Santiago de Compostela era, insieme a Roma e Gerusalemme, una delle principali mete del pellegrinaggio cristiano. Chi intraprendeva questo pellegrinaggio, secondo la credenza popolare, veniva perdonato dei propri peccati. Chi moriva durante il viaggio, andava direttamente in paradiso. Era anche possibile intraprendere questo pellegrinaggio in sostituzione di un altro peccatore. Al ritorno, a chi aveva incaricato il pellegrino veniva concessa l'assoluzione dei peccati.

I simboli tipici dei pellegrini di San Giacomo erano il bastone da pellegrino, il cappello e la conchiglia. Rappresentazione del 1568.

Molte strade portano a Santiago

Santiago de Compostela si trova all'estremità nord-occidentale della Spagna, alla fine del mondo conosciuto all'epoca. A partire dall'XI secolo furono stabiliti itinerari fissi per i pellegrini che si recavano a Santiago.

Tutte le strade portano a Santiago

Pellegrinaggi a lunga distanza nel Medioevo

Non erano solo motivi religiosi a spingere alla pellegrinaggio. Per alcuni era l'unico modo socialmente accettabile per sfuggire alla routine quotidiana. In questo modo era possibile scoprire parte del vasto mondo in modo avventuroso. Non sorprende che la prima guida turistica al mondo fosse una guida per pellegrini del XII secolo che descriveva in dettaglio i percorsi per Santiago.

Passerelle

Dal medioevo al 1670 ca. una passerella di legno collegava Ufenau a Hurden. Dal 1680 ca. esistette una casa per il fittavolo.

Per Cammino di Santiago intendiamo la moltitudine di percorsi di pellegrinaggio attraverso l'Europa che hanno come meta la tomba dell'apostolo Giacomo a Santiago de Compostela, in Galizia, Spagna. Uno di questi sentieri attraversa la riserva naturale sul Seedamm. Dopo l'apertura della passerella di legno da Rapperswil a Hurden, questo tratto del Cammino di Santiago è diventato un'attrazione inaspettata. Il proseguimento di questa passerella di legno era previsto attraverso una delle parti meno compromesse della riserva naturale e attraverso la torbiera, il che non sarebbe stato autorizzato secondo la legge vigente.

La passerella con Rapperswil, la meta finale, sullo sfondo

Già nel Medioevo, la regione era nota a molti viaggiatori provenienti dal nord. Dato che il Lago di Zurigo si trova lungo il Cammino di Santiago, Rapperswil veniva visitata già secoli fa dai pellegrini che intraprendevano questo viaggio. Una passerella in legno traballante e tortuosa con assi malferme collegava le due sponde del lago.

Dal XIX secolo, è un argine transitabile a consentire di attraversare il lago nel tratto più stretto tra Rapperswil e Hurden.
Ma è rimasta anche la passerella in legno. Nell’aprile del 2001, la vecchia struttura fu sostituita da un moderno ponte in legno lungo 841 metri.

Ottone I

23.11.912 Wallhausen (oggi Sassonia-Anhalt), 7.5.973 Memleben 
Nell'ambito della sua politica itaéiana si assicurò il controllo di importanti passi grigionesi elargendo ampi privilegi al vescovo di Coira e all'abbazia di Einsiedeln. Favorì anche l'abbazia di San Gallo, che visitò con la fam. nel 972 durante il suo ritorno dalla terza spedizione in Italia.

Un cartello sulla passerella tra Pfaffikon e Rapperswil recita così:
"Benvenuti nel mio regno, cari sudditi! Sono l'imperatore Ottone I (Ottone il Grande) e ho esercitato un'influenza decisiva sulla regione di Einsiedeln. È stato solo grazie alla benevolenza e ai privilegi della mia casa regnante che l'Abbazia di Einsiedeln ha potuto raggiungere presto una posizione importante come centro culturale. Già nel Medioevo, centinaia di migliaia di persone si recavano a Einsiedeln, dando così impulso alla nostra economia.
Ho anche fatto un regalo speciale all'Abbazia. Vedete l'isola di Ufnau laggiù? Io e mia moglie Adelaide d'Italia abbiamo acquistato questo idilliaco pezzo di terra con un baratto e lo abbiamo lasciato in eredità all'Abbazia. Un gesto nobile, credo. Gli abitanti di Einsiedeln mi hanno ringraziato con una splendida statua, che si trova sulla piazza del monastero."

Ottone I in bella mostra davanti al monastero di Einsiedeln

Ufenau

Dopo il passo dell'Etzel arrivo in vista della meta: Rapperswil. Prima mi aspetta ancora l'attraversata del lago di Zurigo. Essa é facilmente riconoscibile anche grazie alla presenza dell'isoletzta di Ufenau


Ufenau o Ufnau è un'isola del lago di Zurigo, da un punto amministrativo si trova nel comune di Freienbach (Canton Svitto), Svizzera. L'isola è di forma ovale ed è lunga circa 600 e larga circa 250, ha una superficie di 11 ettari

Ufenau

Regelinda e Aldarico

Nella prima metà del X secolo, la duchessa sveva Reginlinda, vedova e presumibilmente affetta da lebbra, si ritirò sull'isola di Ufnau con il figlio Adalrich. Reginlinde, anche badessa laica del Fraumünster di Zurigo, fece costruire una chiesa dedicata a Pietro e Paolo sul sito del tempio romano in rovina, precursore dell'attuale edificio del XII secolo. Costruì anche la prima cappella di San Martino con un edificio residenziale annesso sul lato sud. Reginlinde morì intorno al 958 e fu sepolta nell'abbazia di Einsiedeln, che aveva dotato di beni.

Affresco di Regelinda nella Chiesa dei Santi Pietro e Paolo sull'isola di Ufenau

Adalrico, divenuto monaco benedettino a Einsiedeln, visse sull'isola di Ufnau fino alla sua morte, avvenuta nel 973. Secondo la leggenda, aveva visioni ed era in grado di guarire i bambini malati. Le ossa di quest'uomo, poi canonizzato, riposavano nel reliquiario e, dal 1663, nella tomba alta barocca della chiesa di San Pietro e Paolo, prima di essere trasferite a Einsiedeln.

Affresco del suo presunto figlio, sant'Adalrico, sulla parete opposta della chiesa

Nel 934, Eberhard, prevosto di Strasburgo, fondò una comunità monastica secondo la regola benedettina nell'eremo di San Meinrad, ucciso da sicari nell'861. Il 23 gennaio 965, l'imperatore Ottone il Grande (936-973) e sua moglie Adelheid, nipote di Reginlinde, concessero a questo monastero delle proprietà sul lago di Zurigo: l'isola di Ufnau, Frauenwinkel, le fattorie di Pfäffikon e Ürikon e la chiesa di Meilen.

Einsiedeln fece ricostruire la chiesa di San Pietro e Paolo prima della metà del XII secolo. Anche la cappella di San Martino fu ricostruita intorno a questo periodo sulle fondamenta del X secolo. Come gli edifici precedenti, anche la chiesa parrocchiale, consacrata nel 1141, comprendeva un cimitero, dove si svolgevano le sepolture fino al 1674, e un ossario al piano terra dell'edificio della sacrestia sul lato nord della chiesa, risalente al XIII-XIV secolo.

Nel Medioevo, i villaggi più grandi intorno all'isola di Ufnau si staccarono dalla chiesa madre: prima Stäfa, Altendorf, Wädenswil e Richterswil, poi Freienbach nel 1308 e Hombrechtikon nel 1376. Nel 1564, il monastero trasferì la parrocchia al rispettivo governatore di Pfäffikon. Sebbene all'epoca appartenessero alla parrocchia solo circa 140 persone, il posto parrocchiale rimase occupato perché molti pellegrini visitavano la tomba di Sant'Adalrico.

Ulrich von Hutten

Il nome associato all'isola non mi sono nuovi: infatti Ulkrich von Hutten occupa la casella dieci del portone del Grossmunster a Zurigo

Nel 1523, l'umanista Ulrich von Hutten, malato terminale di sifilide*  ottenne asilo sull'isola monastica di Ufnau grazie alle conoscenze di Zwingli e fu curato dal pastore Hans Klarer, detto Schnegg. Hutten morì il 23 agosto 1523 e fu deposto nel cimitero dell'isola. 

*la prima epidemia di sifilide conosciuta scoppiò a Napoli nel 1495, a seguito della discesa nella penisola del re francese Carlo VIII, il cui esercito era composto per lo più da mercenari: fiamminghi, guasconi, svizzeri, italiani e spagnoli

Ulrich von Hutten criticò apertamente la Chiesa cattolica romana e fu un seguace della Riforma protestante ma, a differenza di Lutero, cercò di attuare la Riforma non solo per via politica, ma anche con l'uso della forza. Capeggiò la rivolta dei cavalieri contro i grandi feudatari e la Chiesa cattolica, depredando e spogliando chiese e castelli. La rivolta fu però soffocata dopo poco per opera di principi dell'Assia e del Palatinato, organizzati in una lega. Cercò anche di convincere Erasmo da Rotterdam ad unirsi a lui, ma Erasmo rifiutò, rifiutando anche di vedere Hutten quando questi andò a Basilea nel 1523, malato e povero, per incontrarlo. Lutero stesso prese le distanze dal suo operato.


Con la sua poesia "Gli ultimi giorni di Hutten", Conrad Ferdinand Meyer creò un monumento letterario al perseguitato nel 1871. Nel 1959 si ritenne di aver trovato lo scheletro di Hutten, sepolto sotto una lastra a sud della chiesa. Nel 1968, l'antropologo Eric Hug si imbatté in uno scheletro che risultò essere senza dubbio quello di Hutten. Anch'esso fu sepolto sotto la lastra del 1959.

Nel tardo Medioevo, quando la forza lavoro del monastero diminuì drasticamente, i quattro masi sull'Ufnau divennero temporaneamente proprietà degli affittuari feudali; Einsiedeln riuscì poi a riacquistarli.

Gli invasori zurighesi durante le guerre di Villmerger del 1656 e del 1712 e i francesi nel 1798 causarono notevoli danni all'isola. 

Il periodo elvetico dichiarò l'abbazia di Einsiedeln, come tutti gli altri monasteri della Confederazione, abolita e proprietà nazionale. Nel 1801, il Cantone di Linth vendette l'isola a Karl Ludwig Curti di Rapperswil in un'asta pubblica. Dopo il restauro del monastero attraverso l'Atto di Mediazione, il monastero poté riacquistare l'isola nel 1805.

In primavera e in autunno, due dozzine di bovini pascolano su Ufnau. Ma come ci arrivano gli animali? Non c'è una passerella e nuotare non è nella loro natura. È l'allevatore Josef Häcki che porta il bestiame sull'isola con una barca (chiamata "Pfaffendschunke"). La barca può contenere solo sei animali alla volta.

Il percorso odierno di circa 20km

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