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Il diluvio universale

La vicenda é nota, e no, non c’è ancora una serie su Netflix e non si é ancora indagato sulla cospirazione che ha fatto sparire gli unicorni diligentemente imbarcati da Noé

Alfred Lemercier (da un dipinto di Walter Crane), The Deluge
Questa stampa è in un modello di una Bibbia che la “Società Biblica Illustrata” voleva pubblicare nel 1901. La rilegatura, le pagine di guardia e le decorazioni del testo sono state fatte da Walter Crane.

Approfitto di un esposizione temporanea al museo delle culture di Lugano per rendermi conto che di diluvi universali ne é pieno il mondo, e in una maniera o l'altra questa paura atavica ha colpito ogni angolo della terra

Incisione dalla Bibbia di Doré che illustra Genesi XIII, 8 e 9: La colomba mandata fuori dall'arca, di Gustave Doré, 1832-1883,

I massi erratici

I massi erratici sono grandi blocchi di roccia trasportati a valle da un ghiaccialo che, con l'innalzamento delle temperature e la sua conseguente ritirata, lo deposita in luoghi pianeggianti e insoliti. In passato alcune teorie suggerivano che i massi erratici fossero stati portati da eventi catastrofici come il Diluvio Universale. La scienza moderna ha poi dimostrato che il trasporto è invece il risultato di processi geologici legati ai ghiacciai.

Jutius Schoppe, Abbildung des großen Markgrafenstein auf den Rauenschen Bergen bei Fürstenwaide, 1827, litografia

L'opera raffigura il Großer Markgrafenstein, scoperto sul Monti Rauen nel Brandeburgo. Il grande masso di granito rosso di Karlshamn, dall'omonima città svedese, giunse in Germania proprio dalla Scandinavia, trascinato dall'avanzata dei ghiacciai durante l'ultima glaciazione.

La litografia rappresenta un importante documento storico in quanto testimonia forma e dimensione della pietra cosi come apparivano fino al 1827. L'anno successivo, infatti, diversi blocchi di pietra furono asportati dal masso per realizzare alcuni dei monumenti della capitale tedesca. Nello specifico, dal Großer Markgrafenstein, lo scalpellino
Christian Gottlieb Cantian, ritratto in basso a destra con il cilindro in testa, realizzo la vasca che si trova davanti all'Altes Museum nel Lustgarten di Berlino

La pietra nel 2009

Il riscaldamento olocenico e il diluvio - un mito universale

L'idea di una Terra completamente sommersa dalle acque, cosi come raccontato nella narrazione biblica del diluvio, è frutto dell'immaginazione umana.
Grazie alla scienza, tuttavia, sappiamo che i nostri lontani antenati furono realmente confrontati con cataclismi legati alle acque.

Accadeva alla fine di ognuna delle trenta o più glaciazioni che si succedettero negli ultimi 2,56 milioni di anni quando il riscaldamento climatico causava la fusione delle calotte glaciali e il livello dei mari si innalzava di decine di metri.

Comparsa circa 200.000 anni fa, la nostra specie fece esperienza di un «diluvio» in due occasioni: tra 129.000 e 125.000 anni fa, al termine della glaciazione di Riss, e poi nuovamente tra 19.000 e 6.000 anni fa, con la fine della glaciazione wurmiana che portò i mari a innalzarsi di ben 120 metri.

Nell'antico Medio Oriente, territorio dove furono concepite le più antiche narrazioni mitologiche del diluvio, durante l'Ultimo periodo glaciale, il Golfo Persico ancora non esisteva. Al suo posto si estendeva una pianura che ospitava i primi insediamenti umani.
Era il tempo in cui l'umanità si accingeva ad abbandonare il nomadismo, per diventare sedentaria.

Il mito mesopotamico del diluvio potrebbe essere nato dall'esperienza di quelle antiche popolazioni che videro le loro terre letteralmente scomparire sotto le acque del mare. I miti del diluvio sono tanti quante sono le culture della Terra, probabilmente perchè l'innalzamento dei mari riguardò l'Uomo a livello planetario. Solo il continente africano è povero di miti a tale riguardo, forse perché le sue tradizioni orali non furono raccolte prima che si diffondessero le religioni monoteiste.

Il mito di un diluvio è presente in fonti anche molto antiche come nel Poema di Atrakhasis, la composizione paleobabilonese risalente al XVII secolo a.C., nel testo in sanscrito vedico Satapatha Brahmana, databile fra l'Xi e il IX secolo a.C. o nello Zhúshü Jinian, una cronaca dell'antica Cina antecedente al Ill secolo a.C. 

1770 Grande incisione originale Arca di Noè Encyclopédie Diderot

Cina

Yu stesso afferrò canestro e vanga, e ponendo innanzi i bisogni dell popolo, tracciò il corso del fiume He e canalizzò i suoi nove tributari, incise l'alveo del fiume Jiang congiungendone i nove canali, scavò il quintuplice lago e stabili [i confini dell Mare Orientale Huainanzi, XXI. 25, Il secolo a.C.

Le numerose e svariate narrazioni del Diluvio nella mitologia cinese condividono alcune caratteristiche con quelle delle altre culture del mondo, ma spesso incorporano anche trasformazioni magiche e interventi divini o semi-divini. Inoltre, il diluvio di solito deriva da cause naturali piuttosto che da una punizione divina per il peccato umano. Infine, un motivo distintivo del mito del Diluvio universale in Cina è l'enfasi sugli sforzi eroici e lodevoli per mitigare il disastro: le inondazioni vengono infatti alleviate costruendo dighe o scavando canali, contribuendo così sviluppo della civiltà.

Secondo la leggenda, l'intervento per controllare l'alluvione che colpì le valli del Fiume Giallo intorno al 2000 a.C. portò anche alla fondazione della dinastia Xia, la prima registrata nelle cronache cinesi. L'imperatore Yu - che la tradizione ha onorato del titolo di «Grande»  - viaggiò per tredici anni in tutto il paese con un gruppo di collaboratori per studiare la geografia dei luoghi, misurare l'elevazione e segnare i canali fluviali. Costruì un sistema di canali e, dragando le distruttive acque alluvionali, riuscì infine a domarle.

Anonimo, L'arca di Noè circondata da uomini che stanno annegando:
In alto, la colomba tiene nel becco la foglia d'ulivo, mentre Dio appare Vestito da vescovo in una nuvola, XVII secolo, incisione Matthäus Merian, Die Sintflut, 1630, incisione

India

Quando ci fu un'inondazione completa dopo il periodo del Caksusa Manu e tutto il mondo era immerso nell'acqua, il Signore accettò la forma di un pesce e protesse Vaivasvata Manu, tenendolo su  una barca.

Srimad-Bhagavatam (Bhagavata Purana), 1.3.15, II-VII secolo d.C.

La versione più diffusa del mito di Matsya, prima incarnazione di Visnu, narra che un giorno Manu, progenitore degli umani, mentre si bagnava nel mare, raccogliendo dell'acqua con il cavo delle mani, vi scorse un piccolissimo pesce. Decise di prendersene cura e lo mise in un vaso d'acqua. 

In una sola notte il pesce crebbe a tal punto che il vaso non poté più contenerlo. Lo trasferì così in un recipiente più grande ma, ancora una volta, il vaso divenne troppo piccolo per il pesce. Manu si vide dunque obbligato a trasportarlo in uno stagno, poi in un lago, poi nel Gange e infine non gli restò che l'immensità dell'oceano. Giunto al mare, il pesce si rivelò essere il dio Visnu e avvisò Manu dell'imminenza del grande Diluvio, istruendolo a preparare una barca che contenesse la sua famiglia, una coppia di ogni specie vivente e semi di tutte le piante. Una volta salito a bordo gli sarebbe poi apparso nuovamente sotto forma di un grande pesce per trainare la barca verso la salvezza.

Quando il diluvio arrivò, Matsya guidò l'arca di Manu attraverso le acque tempestose. Durante il viaggio, Matsya insegnò a Manu le scritture sacre e rivelò i segreti dell'universo. Alla fine, l'arca si posò sul Monte Himavat, e Manu e gli esseri viventi a bordo dell'arca ripopolarono la terra.

Mesopotamia

Utanapisti parlò a lui, a Ghilgamesh:
«Ti rivelerò, Ghilgamesh, una questione segreta, e ti racconterò un mistero degli dèi.
La città di Shuruppak - una città che tu stesso conosci, la città che si trova sulle rive dell'Eufrate -quella città era antica e gli dèi erano al suo interno, quando decisero di provocare il diluvio.
Il loro padre Anu prestò giuramento, così come il loro consigliere, l'eroe Enlil, il loro ciambellano, Ninurta, il loro ispettore dei corsi d'acqua, Ennugi 

Anche il principe Ea giurò con loro, ma ripeté le loro parole a un recinto di canne:
"Recinto di canne, muro di mattoni! Recinto di canne, muro di mattoni!
Ascolta, o recinto di canne! Ascolta, o muro di mattoni!
O uomo di Shuruppak, figlio di Ubara-tutu, demolisci la casa, costruisci una barca!
Abbandona le ricchezze e cerca la sopravvivenza!
Rifiuta la proprietà e salva la vita!
Metti a bordo della barca il seme di tutte le creature viventi!'
"

Epopea di Ghilgamesh, tavoletta XI, 8-27, VII secolo d.C

Nell'Epopea di Ghilgamesh, la raccolta di avventure legate al mitico re sumero, quest'ultimo, durante la sua ricerca di un rimedio contro la mortalità degli uomini, incontrò Utnapishtim che gli raccontò la propria storia: a causa del troppo rumore causato dall'umanità, gli dèi, sotto la guida di Enlil, decisero di sterminarla con un diluvio; Unapishtim costruì allora una barca sulla quale fece salire la propria famiglia, gli operai che lo aiutarono nella costruzione dell'imbarcazione e tutti gli animali che riuscì a trovare.

Dopo sei giorni e sei notti di pioggia che allagò la Terra spazzando via ogni forma di vita, Unapishtim liberò un corvo che trovò un albero su cui posarsi, segno della fine del diluvio. L'arca dell'eroe si fermò sul monte Nisir, dove Utnapishtim offrì sacrifici per ringraziare gli dèi, che premiarono la sua intraprendenza e i suoi sacrifici donandogli la vita eterna.

La Sacra Genesi figvrata da Rafaele d'Vrbino nelle Logge Vaticane
La costruzione dell'arca

Gli animali che escono dall'arca di Noè dopo il diluvio

1910 -  Gli animali entrano nell'arca

Grecia

Prometeo ebbe un figlio, Deucalione. Costui, che regnava sul territorio di Ftia, sposò Pirra, figlia di Epimeteo e di Pandora, la prima donna plasmata dagli dèi. Quando Zeus volle eliminare la stirpe di bronzo, Deucalione, su consiglio di Prometeo, fabbricò un'arca, vi pose delle provviste e si imbarcò insieme a Pirra. Zeus rovesciò dal cielo una pioggia torrenziale sommergendo la maggior parte dell'Ellade: tutti gli esseri umani morirono, tranne pochi che trovarono rifugio sugli alti monti vicini.

Pseudo Apollodoro, Biblioteca, I. 46-48, I secolo a.C-I secolo d.C.

Secondo il racconto riportato da Apollodoro nella Biblioteca, Zeus decise di distruggere l'umanità intera, ritenuta malvagia e corrotta, attraverso un grande diluvio. Su consiglio di suo padre Prometeo Deucalione costruì un'arca per portare in salvo sé stesso e sua moglie Pirra. Dopo nove giorni e nove notti di tempesta, Deucalione e Pirra approdarono sul monte Parnaso, dove furono raggiunti da Ermes, inviato da Zeus perché esaudisse un loro desiderio. Deucalione chiese al dio di far nascere sulla Terra una nuova generazione. Zeus ordinò dunque alla coppia di raccogliere tutte le pietre che avrebbero trovato sul loro cammino e di gettarsele alle spalle; da quelle pietre si sarebbero poi liberati uomini e donne nuovi.

1800 Gustave DORE FIRMATO Incisione religiosa su legno 
La durata del diluvio, 1880

Messico

Questo sole fu chiamato «quattro acque» (nahui at/) [...]
Perirono tutti: furono sommersi dall'acqua, si trasformarono in pesci. Il cielo sprofondò e in un solo giorno furono distrutti. [...]
Tutte le colline scomparvero, perché ci fu acqua per cinquantadue anni. [...]
Allora «colui di cui siamo sudditi» [Tezcatlipoca] disse a colui che si chiamava Noto e a sua moglie Nene «Non c'è più niente li! Scavate un tronco di cipresso (ahuehuet/) molto grande ed entratevi dentro quando verrà la veglia (toçoztli) e quando i cieli cadranno».

Leyenda de los Soles, ante 1558, edizione di Walter Lehmann (1938), pp. 322-340

Copiato nel XVI secolo da un manoscritto anteriore alla conquista, secondo il Codex Chimalpopoca ci sono state quattro età o soli del mondo. La prima fu l'epoca dei giganti che furono distrutti dalla fame, la seconda finì a causa di un incendio e la terza fu l'età delle scimmie. Poi venne la quarta età, «Sole d'acqua», che terminò con una grande inondazione, un vero e proprio diluvio. Tutti gli uomini furono trasformati in pesci, ad eccezione di un uomo e sua moglie, che si salvarono su una corteccia ricavata dal tronco di un cipresso.


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