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L'abbazzia di Einsiedeln

Il colpo d'occhio da chi giunge dal paese di Einsideln é di sicuro effetto. Per avere una visuale "poulita" decido di recarmi di primo mattino all'abbazia di Einsideln, così da evitare le grandi folle di pellegrini e meno che affolleranno il posto. Lo sforzo vale la pena, ho preziosi istanti per godermi l'abbazzia in "solitudine", per un attimo é "tutta mia".

Raro scatto senza pellegrini all'orizzonte

Mi voglio prendere il mio tempo e dedicare la visita non solo all'abbazzia e alla famigerata madonna nera, ma approfitto per esplorare il più possibile questa enorme costruzione.

Vista sulle scuderie. Poca gente qui, la gente come un buon gregge di ovini si riversa nell'abbazzia a sbucciarsi le ginocchia sui banche davanti all'immagine della madonna. 

Conflitti di marca

L'espressione conflitti di marca indica i Conflitti sullo sfruttamento di beni e sui confini tra singole comunità di valle, rispettivamente tra comuni o comunità di valle e conventi, nel tardo ME e in età moderna. Il termine March deriva dal germanico marcha, nell'accezione di marca, confine, limite (Frontiere).

Svitto e l'abbazia di Einsiedeln sono protagonisti di un conflitto durato oltre due secoli. Il pomo della discordia? I diritti di sfruttamento dei pascoli che circondano il complesso abbaziale. Dissidi di natura prettamente economica, che però non tardano a trasformarsi in una lotta politica che sfocia nella guerra del Morgarten.

Già nel 1018, re Enrico II assegna lo sfruttamento e l'amministrazione dell'Alpthal e dei boschi dell'alta Sihltal all'abbazia benedettina di Einsiedeln. Nel 1283 l'avogadria sull'abbazia passa agli Asburgo. Gli Svittesi non rispettano tuttavia l'autorità abbaziale sulle terre circostanti e ne accelerano lo sfruttamento, dissodando boschi, pascolando il bestiame e costruendovi piccoli ripari. Ne deriva una lunga serie di contenziosi giuridici, sempre risolti dal re di turno a favore di Einsiedeln. Ma Svitto ignora le sentenze e continua a sfruttare le terre contese..

I conflitti di marca (o confine) non accennano a risolversi, l'abbazia decide quindi di ricorrere alla giustizia ecclesiastica. Il vescovo di Costanza commina la peggiore delle sanzioni agli Svittesi, ovvero la scomunica. Da quel momento in poi, si sarebbero negati loro i sacramenti: un vero dramma per la popolazione rurale dell'epoca.

L'odio crebbe a tal punto che, tra il 6 e il 7 gennaio 1314, gli Svittesi furibondi assaltano l'abbazia, bruciano libri, saccheggiano e prendono in ostaggio i monaci di origine nobile, nella speranza di estorcere un riscatto alle famiglie di appartenenza. Sembra che Werner Stauffacher, landamano di Svitto inorridito dagli sviluppi dell'assalto abbia ordinato di trattare come ospiti i prigionieri. Il maestro di scuola Rudolf von Radegg descrisse l'incursione come testimone oculare nella sua poesia "Capella Heremitana" e caratterizzò gli abitanti di Svitto come "uomini che non possono essere chiamati uomini" e "devono essere chiamati mostri".

L'intercessione dei conti d'Asburgo e del Toggenburg pose fine alla prigionia dei monaci. Tuttavia, gli svittesi non riuscirono a catturare l'abate, che si era rifugiato nella torre fortificata di Pfäffikon con i documenti più importanti.

Conflitti di marca
Evoluzione dei confini tra Einsiedeln e Svitto tra l'XI e il XIV secolo
Fonte: W. Meyer, 1291: La storia, 1990, p. 181 © 2008 DSS e cartografia Kohli, Berna.

Gli albori

Meinrado (o Meginrado) nacque attorno all'anno 800 a Sülchen (presso Rottenburg). Dopo gli studi nel monastero di Reichenau, a 25 anni diventò diacono, poi sacerdote. Successivamente prese i voti come monaco benedettino. Poco dopo fu inviato come insegnante nel piccolo monastero di Babinchova (pres-so Benken) all'estremità sud del lago di Zurigo (già menzionato nel 741). Più tardi Meinrado si ritirò come eremita sul monte Etzel sulla sponda sud del lago.

Non sono uno psicanalista

Per il fatto che troppe persone gli facevano visita sull'Etzel per chiedere consigli, Meinrado verso l'835 si ritirò nel profondo della «Foresta scura» per aver maggior tempo per la preghiera e la lettura dei testi sacri. Nel bosco ai margini di un piccolo pianoro, da cui digradava un pendio morenico e da cui sgorgava una sorgente, costruì il suo eremo dove trascorse 26 anni offrendo ospitalità a tutti e soccorso ai poveri.

Meinrad si ritira ulteriormente nella Foresta Oscura, dove prende un nido con due giovani corvi che lo accompagneranno fino alla morte.

Meinrad costruisce una cappella in onore di Nostra Signora nella Foresta Oscura.

L'omicidio

Il 21 gennaio 861 l'alemanno Riccardo ed il reto Pietro andarono a cercare l'eremita. I due volevano rubargli il tesoro che supponevano in suo possesso.
Meinrado diede loro da mangiare, ma fece capire che aveva intuito la loro intenzione. Allora lo uccisero e si diedero alla fuga, ma furono inseguiti dai due corvi di Meinrado (ora sullo stemma del monastero) fino a Zurigo dove furono riconosciuti e giustiziati.
Meinrado fu seppellito a Reichenau dove poco dopo fu eretta una cappella in suo onore.

Due briganti di nome Richard e Peter, che Meinrad crede siano pellegrini, attaccano l'eremita e lo colpiscono a morte con delle mazze.

In seguito viene derubato

I due corvi di Meinrad inseguono i ladri fino a Zurigo, dove vengono riconosciuti.

Lì Richard e Peter vengono catturati e condannati a morte per impiccagione.

Dopo Meinrado

Sul periodo successivo alla morte di Meinrado disponiamo di notizie vaghe e incerte.  Benché il luogo di preghiera di San Meinrado crollò dopo la sua morte, gli eremiti riuscirono a riconoscere il posto dell'altare murato e avrebbero mantenuto viva per un certo tempo la tradizione dell'eremo. Nella prima metà del X secolo, il prevosto della cattedrale di Strasburgo, Eberhard, avrebbe istituito a Einsiedeln una comunità monastica improntata alla Regola benedettina. Il 934 viene tramandato come anno di fondazione dell'abbazia, mentre al 948 risalerebbe la consacrazione della chiesa abbaziale «in onore della Santa Madre di Dio e di San Maurizio». I duchi di Svevia e gli Ottoni della casa imperiale

Si dice che nel 1466 circa 130.000 fedeli siano accorsi a Einsiedeln per partecipare alla festa della "dedizione miracolosa". Anche se questa cifra è forse molto esagerata, il loro arrivo cambiò completamente la vita del villaggio di Einsiedeln. Ciò che è indiscutibile è che il convento è un luogo di pellegrinaggio di importanza europea. A ciò si aggiunge il fatto che, grazie a Bonstetten, Einsiedeln è diventato un centro di pensiero e di diffusione del sapere che si irradia in tutta Europa.

Xilografia anteriore al 1509 - la più antica veduta del monastero

Continui incendi

Dopo un devastante incendio - è verosimile ipotizzare che le strutture più antiche fossero in legno - sotto l'abate Embrich, tra il 1031 e il 1039, l'abbazia venne ricostruita in pietra: una basilica a tre navate con la facciata fiancheggiata da due torri.

A seguito di un altro incendio, avvenuto nel 1226 la chiesa venne ampliata inglobando la cappella del Salvatore, prima indipendente: si costitui così la chiesa inferiore, creando un effetto di santuario nel santuario, riscontrabile ancora oggi dopo il restauro della cappella delle Grazie.

Nel 1509, a seguito di un altro incendio che in questa occasione interessò anche il paese di Einsiedeln, la navata centrale della chiesa inferiore venne dotata di una copertura a volta. Un ennesimo incendio, nel 1577, comportò ancora una volta costosi interventi di risistemazione. Dell'abbazia tardo-medievale più volte ricostruita, sono rimasti solo alcuni resti, tra cui la chiave di volta di una copertura a costoloni, in stile gotico, con la raffigurazione di tre santi identificabili verosimilmente con il re Sigismondo, San Giusto cefaloforo (che regge la propria testa tra le mani) e San Maurizio cavaliere

Gli inviati imperiali con la paga cavalcano contro Einsiedeln (24 aprile 1508) - Cronaca federale di Diebold Schilling il Giovane di Lucerna (Lucerna, Corporazione di Lucerna, pag. 23 fol., pag. 560 [conservata nella Biblioteca centrale e universitaria di Lucerna].

Cambio ai vertici

Nel corso del XIII secolo il pellegrinaggio al complesso monastico divenne un'attività più strutturata e organizzata. La figura della Madonna in trono con Cristo bambino in braccio alla sua sinistra, come quella raffigurata su un sigillo del convento del 1239, può essere considerata la più antica immagine miracolosa di Einsiedeln. La Vergine prese il posto che precedentemente era stato del Salvatore nella dedicazione della cappella delle Grazie e il culto di San Meinrado passò in secondo piano rispetto a quello mariano.

"Rappresentazione autentica del borgo noto fino in lontananza di Einsiedeln e delle località circostanti [...]". Particolare di una silografia colorata dell'inizio del XVI secolo (Zentralbibliothek Zürich, Graphische Sammlung und Fotoarchiv).

Questa veduta è la più antica rappresentazione del luogo. Si possono riconoscere l'abbazia (a sinistra) e la chiesa con le due torri romaniche. L'assenza della copertura su una parte della navata rivela l'impatto degli incendi del 1465 e del 1509. Il pulpito, eretto all'aperto, è circondato da pellegrini. Le dimensioni dell'albergo (a destra) testimoniano il notevole afflusso di pellegrini. La precisione nel raffigurare gli itinerari verso Lucerna, Svitto e San Meinrado [Etzel] suggerisce che questo documento sia stato pubblicato per servire da guida per i pellegrini.

Panorami dell'abbazia nel XIX secolo

Acquitinia J.M. Kälin - 1820

Dal belvedere del Freiherrenberg si ha una panoramica di tutto il lato est dell'abbazia con il giardino antistante riservato ai monaci. 
Acquerello di David Alois Schmid (1840 circa), collezione privata.

Litografia I.L. Deroy - 1850

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