Paolo Villaggio
Ancora una volta va citato l’ immortale ragionier Fantozzi in cui una delle sue celeberrime battute che lasciò il segno: la leggendaria sedia in pelle umana destinata a chi scalava le posizioni nel posto di lavoro. Come si intuirà per tale oggetto si era verso la fine della scalata.Ed Gein
Come spesso capita un fondo di “macabra” verita c’é: con la sua battuta in stile noir Villaggio non faceva altro che rievocare le imprese di un omino vissuto nel Wisconsin a metà del secolo scorso: Ed Gein.Ed Gein passó alla storia non tanto in quanto alla crudeltà o efferatezza dei suoi (rarissimi) omicidi, ma piuttosto per le attività che eseguiva con i cadaveri. Sì passa da oggetti in pelle umana a “prelibatezze” distribuite suo malgrado ai vicini di casa spacciandoli per selvaggina. I vicini ne verranno a conoiscenza durante le sue deposizioni durante il processo
Jame Gumb
Come per il personaggio di Fantozzi anche quello di Jame Gumb é di fantasia ed é il protagonista di un film: il silenzio degli innocenti. Jame Gumb è un serial killer che rapisce giovani donne in sovrappeso al fine di scuoiarle e creare un macabro vestito da donna, poiché gli è stata negata l'operazione per il cambio di sesso. Anche qui il riferimento ad Ed Gein é evidente.Logo per maglietta black humor
La strega di Buchenwald
In questa carrellata di insani amanti di oggettistica in pelle umana non poteva mancare un soggetto di provenienza nazista.
Fra Ilse Koch, la sadica moglie di Karl Koch, comandante del campo di concentramento nazista di Buchenwald (Germania). La signora in questione, conosciuta anche come "la cagna", "la iena" o appunto "la strega", è diventata celebre per la crudeltà con cui si divertiva a torturare i deportati. Tra le altre cose, si dice li facesse scuoiare e utilizzasse la pelle per realizzare paralumi, copertine di libri e decorazioni per la tavola e che avesse una certa predilezione per i lembi di pelle con tatuaggi
Nasone George Parrott
Verso la fine del XIX secolo, negli Stati Uniti occidentali si moltiplicarono i fuorilegge.Uno dei più famigerati si chiamava Big Nose George Parrott. Nel 1878, Parrott e la sua banda assassinarono due tutori della legge fuggendo dalla scena di una fallita rapina al treno nei pressi del fiume Medicine Bow, nel Wyoming.
Determinata a vendicarsi, la polizia locale diede la caccia a Parrott e alla sua banda; nel 1880, li catturò nel Montana dopo che si erano ubriacati vantandosi degli omicidi. Parrott fu condannato all'impiccagione il 2 aprile 1881, ma tentò di evadere dalla prigione di Rawlins, nel Wyoming. Quando la notizia giunse all'orecchio della popolazione di Rawlins, una folla tumultuante di circa 200 persone prelevò Parrott dalla prigione sotto la minaccia delle armi e lo impicco a un palo del telegrafo.
Big Nose Parrott
Dopo la morte di Parrott, i medici Thomas Maghee e John Eugene Osborne presero possesso del corpo, per studiare il cervello del fuorilegge alla ricerca di segni di devianza. I medici segarono grossolanamente la sommità del cranio di Parrott e regalarono la calotta alla quindicenne Lilian Heath, che sarebbe diventata la prima donna medico del Wyoming ed è famosa per aver usato il cranio di Parrott come posacenere, portapenne e fermaporta.
I medici rimossero la pelle dalle cosce, dal petto e dal volto di Parrott per poi inviarla (capezzoli compresi) a una conceria di Denver, dove fu trasformata in un paio di scarpe e una valigetta da dottore.
Di nicchia
Osborne indosso quelle scarpe al ballo di insediamento dopo essere stato eletto primo governatore democratico del Wyoming, mentre il cadavere smembrato di Parrott fu conservato in un barile di whisky riempito di soluzione salina per circa un anno, finché fu sepolto nel cortile dietro lo studio di Maghee. Oggi le scarpe fabbricate con la pelle di Big Nose George si trovano esposte nella collezione permanente del Carbon County Museum, a Rawlins, insieme alla parte inferiore del cranio e alla maschera mortuaria priva di orecchie del fuorilegge. Ecco come conservare per i posteri un criminale di second'ordine e la sua indole malvagia.
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