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Hans Waldmann

Se devo pensare ad personaggio di quelli con la P che é vissuto nella Confederazione del XV secolo il mio pensiero va a lui; Hans Waldmann. Tipica storia del personaggio venuto dal nulla che grazie alle sue qualità raggiunge l’apice passando da campi di battaglia come Morat e Nancy.
Altrettanto classica la sua parabola intrapresa una volta raggiunta la gloria; abuso di potere e decisioni dispotiche, nonché una certa cafonaggine che lo porteranno inesorabilmente ad un fine ingloriosa. Sta di fatto che Hans Waldmann é stato sulla cresta dell’onda per diversi decenni. Un vero Personaggio.

Si parte

Pochi personaggi sono stati ritratti in modo così controverso nel corso dei secoli come il generale, statista, cavaliere e poi barone di Dübelstein, Hans Waldmann. Grazie alle sue azioni, lo Stato di Zurigo riuscì a reintegrarsi nella rete di alleanze di pace terrestri "confederate" dopo le guerre borgognone e progredì fino a diventare una potenza egemone e una cerniera tra i luoghi confederati e le maggiori potenze europee dell'epoca, ovvero Francia e Sacro Romano Impero.

Ritratto di Hans Waldmann. Acquerello del XVIII secolo. Museo Nazionale Svizzero

L'infanzia

Hans Waldmann nacque nel 1435 a Blickensdorf, oggi appartenente al cantone di Zugo. Si trasferì a Zurigo con la madre, rimasta vedova in giovane età, e i suoi due fratelli, dove acquisì la cittadinanza zurighese nel 1452. Poco si sa dei primi anni di vita di Waldmann a Zurigo. Tuttavia, sembra che Waldmann abbia ricevuto la sua prima educazione scolastica, forse presso l'abbazia di Fraumünster, con la quale rimase legato per tutta la vita, prima di completare l'apprendistato come conciatore e sarto.

La carriera militare

Waldmann iniziò la sua carriera militare e politica arruolandosi nell'esercito nel 1458. Già da giovane partecipò a diverse campagne militari, come la conquista del landgraviato asburgico di Turgovia insieme ai sette cantoni svizzeri di Zurigo, Lucerna, Uri, Svitto, Untervaldo, Zugo e Glarona. Waldmann acquisì ulteriore esperienza militare come capitano e guardiamarina al servizio del vescovo di Augusta. L'intelligenza di Waldmann, la sua intelligenza strategica e le sue azioni e, non da ultimo, il suo coraggio gli permisero di scalare rapidamente la carriera militare. 

La statua del condottiero a Zurigo

Fabbro ferraio

Il matrimonio di Hans Waldmann con Anna Landolt, vedova del balivo di Einsiedeln Ulrich Edlibach e madre del successivo cronista Gerold Edlibach, nel 1464 gli portò un ulteriore significativo avanzamento sociale. Waldmann divenne fabbro ferraio e, in qualità di successore di Ulrich Edlibach nella carica di balivo di Einsiedeln, beneficiò dell'alto prestigio di questa carica, nonché degli elevati introiti finanziari ad essa associati e del seggio nella nobile società del Constaffel. Tuttavia, in quanto artigiano e rampante, non fu accettato nel Constaffel, il che rallentò la sua ascesa sociale. Per questo motivo, Waldmann divenne un sostenitore dell'ulteriore rafforzamento dell'influenza delle corporazioni artigianali. 

La carriera politica portò Hans Waldmann alla carica di maestro di gilda della Zunft zum Kämbel nel 1473 e, di conseguenza, a far parte del Piccolo Consiglio, l'effettiva classe dirigente della città-stato di Zurigo. Tre anni dopo, nel 1476, Waldmann fece ricostruire la Wasserkirche in stile alto gotico. Nello stesso anno, dopo la vittoria nella battaglia di Murten, Waldmann si affermò anche come generale, a capo del principale contingente "confederato". 
Waldmann non era il comandante di tutte le truppe, perché non esisteva: i capitani delle singole città si accordavano nel consiglio di guerra e poi agivano separatamente. Ma lui e circa 80 altri furono nominati cavalieri prima della battaglia 

In questo modo fu nominato cavaliere e un anno dopo trionfò sul duca di Borgogna, Carlo il Temerario, nella battaglia di Nancy

La forza dimostrata dalla vittoria contro la Borgogna fece sì che gli Estati Confederati diventassero ambiti alleati, ad esempio del Regno di Francia, del Ducato di Milano, della dinastia asburgica e del Papa. Da allora, in qualità di inviato della Dieta, Waldmann ha negoziato con numerosi principi europei - come l'imperatore Massimiliano I della Casa d'Asburgo, il re francese Luigi XI e i duchi di Milano della famiglia Sforza - in condizioni di parità.

Durante le guerre di Borgogna si distinse come condottiero delle truppe zurighesi, ad esempio nella battaglia di Morat (1476), che gli valse il titolo di cavaliere, in quella di Nancy (1477) e durante l'assedio di Bellinzona (1478). Hans Waldmann viene nominato cavaliere dopo la battaglia di Morat. 
Incisione del 1741.Museo nazionale svizzero 

Nel 1480, Hans Waldmann ricoprì la carica di uno dei tre maestri di gilda anziani, che fungevano da governatori del sindaco, prima di diventare lui stesso sindaco nel 1483. Inizialmente Waldmann dovette condividere questa carica con Heinrich Göldli e Heinrich Röist, ma dopo la partenza di Göldli nel 1486, fu in grado di esercitare il controllo su Zurigo in gran parte da solo. Nel corso degli sforzi riformatori incipienti dell'umanesimo e del Rinascimento, gli obiettivi politici di Waldmann includevano già la professionalizzazione dell'amministrazione zurighese, ad esempio attraverso la standardizzazione dei rapporti legali di Zurigo e l'emissione di mandati. Waldmann esercitò anche un'influenza sulla gestione economica della città, in particolare su quella dell'abbazia di Fraumünster. Inoltre, l'estremamente pio Waldmann mise sotto controllo il clero della città nell'ambito di mandati morali - a causa del decadimento della morale - e sostenne l'abolizione dei mercenari. In questo modo Waldmann riconosceva già le aree problematiche e anticipava la soluzione di problemi che sarebbero stati affrontati qualche decennio più tardi durante la Riforma, ad esempio da Huldrych Zwingli e Heinrich Bullinger.

Oltre alle vittorie militari, che gli valsero un grande riconoscimento internazionale, Waldmann ottenne anche numerosi successi come diplomatico, che gli fruttarono ingenti somme di denaro. Queste entrate contribuirono in modo significativo all'accumulo della sua grande fortuna. Waldmann consolidò la sua posizione sociale soprattutto grazie all'utilizzo della sua fortuna per scopi ecclesiastici, come la donazione di un quadro votivo al Fraumünster. Come dimostrano le più recenti ricerche storiche dell'arte, donando questo quadro votivo e facendolo eseguire da un artista (sconosciuto) di fama internazionale per l'epoca, Waldmann si collocava al più alto livello possibile in Europa sia in termini di qualità che di iconografia.

Raffigurazione della Pietà sul portale del transetto settentrionale del Fraumünster con le due
Associazione Pro V
Associazione santi Felix e Regula. Donata da Hans Waldmann, 1478

Waldmann V2.0

La seconda parte della di Waldmann storia incomincia nel 1489, secondo anno del suo mandato di landfogto a Baden. In quella primavera, i Bernesi l'avevano inviato a Zurigo in veste di conciliatore. Vi soggiorna qualche giorno, quel tanto che basta per venire a conoscenza del caso e di alcuni suoi retroscena. Quel che già sapeva del despota zurighese non era molto edificante.


Il borgomastro di Zurigo ritratto per i posteri nelle vesti di rispettabile comandante mercenario.

Playboy mancato

L'anno precedente, il Waldmann, in compagnia di alcuni loschi figuri e di qualche allegra donzella, era venuto a Baden per fare i bagni. Nonostante le attenzioni delle ben disposte damigelle, il borgomastro non aveva resistito alla tentazione di corteggiare un'avvenente Basilese. Visto che i sontuosi regali di cui la ricopriva non sortivano alcun effetto, era passato a modi meno galanti. Aveva corrotto un inserviente e si era introdotto furtivamente nel bagno della dama. La faccenda aveva destato enorme scalpore, in quanto né la concupita né il marito di questa si erano lasciati impressionare dal ricchissimo Zurighese e si erano rivolti al giudice. Lodovico aveva così dovuto occuparsi di una denuncia presentata dalla coppia oltraggiata.

Un dipinto per le stanze private del suo tempo: Hans Bock il Vecchio, Il bagno di Leuk, 1597.
Museo d'arte di Basilea

Scorie da Giornico: Waldmann vs Theiling 

Nel 1478 10.000 uomini marciarono oltre il Gottardo sotto la guida di Hans Waldmann e assediarono Bellinzona, occupata da 18.000 milanesi. Ma dopo poco tempo Waldmann tolse l'assedio, nonostante l'obiezione del capitano lucernese Frischhans Theilig. Si diceva che Waldmann fosse stato corrotto dai milanesi.
Comunque sia, il comandante zurighese tornò in patria con l'esercito confederato con il pretesto della rigida stagione invernale e lasciò solo 600 uomini a protezione della valle Leventina nel villaggio di Giornico.
Quando i milanesi a Bellinzona vennero a sapere della ritirata dei confederati, decisero di attaccare la guarnigione rimasta, ritenendo che sarebbe stato facile affrontarne l'esiguo numero.

Frischhans Theiling dipinto su una facciata della città di Lucerna

Nel marzo 1489, il vitaiolo zurighese riappare a Baden, dove deve incontrare un emissario dell'imperatore Massimiliano. Il momento è mal scelto, poiché gli avversari di colui che, con un gioco di parole, vien definito il «Wilde Mann» (l'uomo selvaggio), reclamano a gran voce la sua destituzione. I più scalmanati sono i Lucernesi. Non è forse il tiranno zurighese ad aver ordinato la decapitazione di uno dei loro concittadini più popolari, il condottiero Frischhans Theiling e, quel che è peggio, approfittando di una visita di quest'ultimo alla fiera annuale di Zurigo, in cui tutti gli stranieri godono di un salvacondotto tacitamente riconosciuto da sempre!

Frischhans Theilig, il vincitore di Giornico, una volta rimproverò il comportamento ambiguo di Waldmann in una locanda di Soletta e lasciò cadere le parole incaute: "Waldmann è un traditore; per colpa sua, lo stendardo di Zurigo non è più che un sacco da mendicante". Dieci anni dopo, quando Theilig pensava di aver dimenticato da tempo queste parole, si presentò alla fiera autunnale di Zurigo.
Il sindaco lo fece immediatamente catturare, portare a Wellenberg e, pochi giorni dopo, giustiziare a colpi di spada come un criminale. Lucerna non riuscì a impedire la morte del suo coraggioso eroe di guerra e non osò vendicarlo. 

Lucerna, in quanto città natale di Theiling, avrebbe dovuto punire il suo reato. Tuttavia, Lucerna difese il suo cittadino solo a metà. Theiling era un commerciante di riso indipendente e, in quanto concorrente, rovinava gli affari dei beneficiari della pensione. Questo conflitto potrebbe essere stato anche sullo sfondo tra lui e Waldmann.
Tuttavia, la notizia di questo atto di violenza fece cattiva impressione anche sugli altri cantoni svizzeri e, anche se Zurigo non osò affrontare apertamente il potente sovrano, perse molto del suo rispetto Il ricordo dell'oltraggiosa esecuzione di Theilig rimase nei cuori dei Confederati e servì da arma gradita agli invidiosi della sua fortuna.

Il Theiling non ha fatto altro che proclamare a gran voce ciò che tutti, nella Svizzera centrale, sotto sotto pensano: che il Waldmann, sostenendo Massimiliano, si è schierato a fianco del nemico tradizionale, la casa d'Asburgo, che, inoltre, ha trasformato il mercenariato in un lucroso affare per i magistrati, consentendo loro di rimpolpare le già cospicue «pensioni» con le commissioni d'ingaggio.

Fare il bello e il cattivo tempo

Sebbene il Waldmann faccia grandiosi regali alla città, contribuendo di tasca propria al completamento del Grossmünster e all'ampliamento della Wasserkirche, anche a Zurigo conta nemici giurati, soprattutto nei ranghi delle famiglie esautorate dopo la sua elezione a borgomastro nel 1483.

Le popolazioni rurali del contado non sono meno irritate di fronte alla sua arroganza. Il Waldmann, figlio di semplici artigiani, è un arrivista che vuol darsi arie da cavaliere, ha comperato il castello di Dübelstein e i villaggi di Dübendorf, Dietlikon e Rieden, comportandosi come un signorotto di campagna bernese!

Ma ciò che adira maggiormente i contadini sono i numerosi decreti avallati da un Consiglio troppo compiacente. Così, ai campagnoli non è più permesso trasformare liberamente in campo un prato o impiantare una nuova vigna. Altre leggi limitano il numero delle persone che si possono invitare alle nozze, statuiscono sul genere di vestiti e di gioielli che si possono indossare e sul modo di cuocere le torte! Si proibiscono persino il tiro all'arco e il gioco delle bocce al di fuori delle feste patronali. Il colmo è che questi provvedimenti vengono emanati da una persona che si circonda di lusso inaudito e sorseggia il vino da calici d'oro.

La goccia che fa traboccare il vaso

La goccia che fa traboccare il vaso è il decreto per l'abbattimento dei grandi cani da fattoria. Pretesto: i danni causati alle vigne. Motivo reale: l'intralcio arrecato dalle bestie durante le partite di caccia dei signori consiglieri. Allorché i «massacratori» fanno la loro comparsa in paese, i contadini li accolgono armi alla mano.


La legge inerente all'abbattimento dei cani da fattoria mezzo inselvatichiti, fatta promulgare dal borgomastro Waldmann. La reazione del contadini si trasforma in rivolta e culmina con la caduta del regime (fonte:Diebold Schilling,Cronaca di Lucerna, 1513).

Il 4 marzo, un piccolo esercito di contadini si accalca dinnanzi alle porte della città. I Confederati inviano d'urgenza a Zurigo alcuni emissari, tra i quali il nostro Lodovico di Diesbach, prontamente accorso da Baden. La mediazione riesce: il Waldmann promette di annullare le leggi scellerate e i contadini si ritirano.
Tuttavia, tre settimane più tardi, i contadini in arme sono di nuovo alle porte di Zurigo. Le promesse non sono state mantenute e, per di più, il Waldmann ha osato presentare la loro ritirata come un atto di sottomissione. Stavolta, l'intervento confederato non basta: in città scoppiano violenti tumulti che culminano col rovesciamento del Consiglio e l'arresto del Waldmann.

La comunità cittadina come comunità di difesa: assemblea di cittadini armati in rivolta contro Hans Waldmann nella seconda metà del XVI secolo.
Illustrazione nella Cronaca di Silberysen del 1572.

Il processo

Waldmann aveva indubbiamente commesso alcuni errori e crimini, ma il processo frettoloso che il Piccolo Consiglio di Zurigo aveva intentato contro di lui sotto pressione interna ed esterna era una farsa. Gli oppositori di Waldmann si affollarono nel Piccolo Consiglio sotto la guida di Lazarus Göldli. Con la pressione degli 8.000 contadini fuori dalle porte e il timore dell'arrivo degli Asburgo, fu facile per il Consiglio condannare Waldmann come vittima dei contadini.

Pagina del titolo del "Rapporto di Höngg" (Höngger Bericht) relativo agli eventi del 1489, redatto da un autore anonimo, ca. 1530-1560 (Staatsarchiv Zürich, X 225, fol. 1v e 2r).
Il rapporto, che riflette il punto di vista dei contadini, descrive la rivolta contro il borgomastro Hans Waldmann, come sottolinea anche il titolo dell'immagine nella pagina sinistra. Nell'illustrazione, che mostra gli insorti armati alle porte della città di Zurigo, si possono distinguere la torre di Grendel (dogana per le imbarcazioni all'imbocco della Limmat), le palizzate sulla riva del lago e la torre di S. Pietro con la postazione di guardia (in alto a destra). Gli alberi potati, le cui frasche venivano utilizzate come foraggio, costituiscono un elemento caratteristico del mondo contadino.

Fu accusato di tradimento per la voce che l'Asburgo Massimiliano stava arrivando in suo soccorso con un esercito; aveva anche commesso un tradimento contro il re francese Luigi XI. Aveva accumulato alabarde nella sua cantina e sabotato le difese della città. Anche le sue storie con le donne, che avrebbero dovuto essere portate davanti al tribunale ecclesiastico del vescovo di Costanza, furono incluse nell'accusa.

Lo stesso Waldmann fu torturato per tre giorni nella torre di Wellenberg per costringerlo a confessare. Tuttavia, ciò non ebbe successo; ammise alcuni reati, ma nessuno degno di morte.
Tuttavia, quando il 6 aprile alcuni messaggeri segnalarono l'avvicinarsi di un esercito asburgico, il Piccolo Consiglio emise la sentenza di morte senza ulteriori indugi.

L'arresto del sindaco Hans Waldmann. Cartolina storica del 1893 (particolare).
Museo Nazionale Svizzero


La destituzione del Waldmann comporta la caduta di molti suoi sostenitori, consiglieri e capi delle corporazioni, di cui vediamo qui sopra gli stemmi. Nel maggio del 1489, però, alcuni di essi sono già reintegrati nel «Consiglio maggiore» («hürnenen Rat»). Il disignatore Edlibach le contrassegna con «hr».


Cinque giorni dopo, ha luogo l'esecuzione pubblica: è infatti giudicato colpevole di aver tramato un complotto con l'imperatore Massimiliano. Il fatto che la confessione gli sia stata estorta usando torture crudeli non sembra preoccupare i suoi contemporanei.

Waldmann, incatenato a una pietra nella torre di Wellenberg, ascolta la sua condanna a morte. Incisione del 1815. Museo Nazionale Svizzero

L'affranto e tormentato Waldmann fu sollevato dalla sentenza di morte, che gli concesse l'esecuzione con la spada invece che con l'impiccagione o il rogo. Fu anche esaudito il suo desiderio di essere sepolto nel Fraumünster, di cui aveva sostenuto la costruzione.
Significativamente, la sua esecuzione fu eseguita su un palco improvvisato davanti alla città, in modo che sia i contadini che i cittadini potessero assistere alla morte del loro avversario con i propri occhi.
Waldmann si rivolse al popolo un'ultima volta e chiese di pregare per lui. Non si è presentato a difendere la sua causa, come aveva promesso ai giudici.


Un palco improvvisato con alcune botti e due porte: gli Zurighesi non potevano spendere di meno per decapitare l'odiato borgomastro Waldmann (illustrazione dall' « HönggerBericht»).

Esecuzione di Hans Waldmann illustrata nella Cronaca di Lucerna di Diebold Schilling, 1513.
Corporazione Lucerna

Lodovico di Diesbach non ha occasione di assistere a quest'ultimo episodio, poiché Berna sceglie altri mediatori. La notizia che gli giunge da Zurigo è comunque della massima eloquenza: il popolo ne ha piene le tasche delle «pensioni» e degli abusi di taluni magnati che si sono impadroniti del potere. Il malumore potrebbe propagarsi anche in terra bernese. La cosa infatti avviene una ventina di anni dopo, quando un gruppo di contadini penetra nei suoi appartamenti del castello di Spiez, li saccheggia e apostrofa Lodovico dandogli dell'«ingordo borsone».


Esecuzione di Hans Waldmann - Karl Jauslin

Tuttavia, la sua morte non significò pace: Lazarus Göldli e il suo "Consiglio di Hörnen" perseguitarono altri seguaci di Waldmann. Alcuni maestri di gilda fuggirono da Zurigo, l'ottantenne capogilda Ulrich Widmer si rifugiò nel manicomio della chiesa di Fraumünster. Quando osò uscire di nuovo, fu decapitato nonostante l'età. Per festeggiare il nuovo sindaco, il giorno dell'Ascensione fu organizzata una grande festa per la popolazione cittadina e rurale, pagata con il patrimonio di Waldmann. I contadini ricevettero anche circa la metà del patrimonio, 12.000 fiorini, come ricompensa per aver favorito il rovesciamento di Waldmann.

La controversia con il contado zurighese fu risolta provvisoriamente con le lettere di Waldmann del 9 maggio 1489 (impropriamente chiamate così): Alcune misure di Waldmann vennero revocate (divieto di attività artigianali e di nuovi appezzamenti di vigna in campagna) e le riunioni vennero nuovamente autorizzate. Nelle agitazioni del 1646 e soprattutto in quelle di Stafner del 1794, i sudditi si appellarono a questo.

Waldmann e la vita dopo la morte.

La città di Zurigo non volle più avere a che fare con lui.La lapide, probabilmente incisa dal figliastro Gerold Edlibach, riportava le parole "VF DEN 6 TAG//ABRELL 1489 IST// GERICHT HANS WALDMANN". In linea con l'opinione pubblica, l'esecuzione fu immortalata nella pietra. Quando nel 1629 fu scoperta la tomba di un uomo decapitato nella chiesa di Fraumünster, le autorità cittadine nascosero la scoperta e ricoprirono la tomba.
Solo nel XIX secolo Waldmann fu riscoperto, ora come uomo forte - un precursore, per così dire, dei politici forti dell'epoca.
Presumibilmente in quel periodo la parola GERICHT (giustiziato) fu cancellata dalla lapide.

Nel 1847, il dipinto del pittore storico Johann Caspar Bosshardt "L'addio di Waldmann" raffigura un detenuto catturato che consola i suoi compagni.
Indossa la catena del sindaco, che Waldmann si era deliberatamente tolto durante il periodo di prigionia per non svilire la carica di sindaco. 

Johann Caspar Bosshardt (* 1823; † 1887) dipinse il condannato con la catena del sindaco nella sua opera "L'addio di Waldmann": Waldmann, in piedi al centro, benedice i suoi compagni di prigionia. La sua espressione facciale è composta come quella di un martire, e un attimo dopo si avvierà al patibolo a testa alta... È una caratteristica della pittura di storia quella di catturare momenti presumibilmente storici come scene teatrali (Bosshardt ha usato un'opera teatrale pubblicata nel 1814 come base per la sua composizione).


La catena fu acquistata dalla città di Zurigo nel 1887 ed esposta in una grande mostra nel 1889, nel 400° anniversario della morte di Waldmann.

Medaglione della catena del sindaco Waldmann con lo stemma della famiglia.
Museo nazionale svizzero

La Waldmannstrasse, vicino alla sua casa, sarebbe dovuta diventare un ampio viale che avrebbe dovuto arrivare fino al Grossmünster, ma l'opposizione dei residenti vicini lo impedì. Nel 1935, all'angolo con la Rāmistrasse, fu eretta la Fontana Waldmann realizzata da Eduard Zimmermann. La casa padronale di Hans Waldmann, zum Sitkust (Pappagallo), reca oggi una targa commemorativa con la data della sua morte. Già nel 1889 si era parlato di un monumento commemorativo per Waldmann.

Zum Sitkus Zurigo

L'associazione "Pro Waldmannsburg" si è posta l'obiettivo di ristrutturare il castello di Dübelstein e di creare un museo su Hans Waldmann e scrive sul suo sito web a proposito della morte di Waldmann: "Poiché i suoi nemici hanno distrutto i documenti pertinenti, ci sono poche speranze di fare luce sull'omicidio giudiziario commesso contro il sindaco Waldmann". Waldmann è stato sepolto nel Fraumünster di Zurigo. La lapide è collocata nella navata di sinistra, con l'aggiunta "Decapitato" scalpellata - Zurigo si vergogna di questo dettaglio storico e alcuni membri della corporazione dovrebbero finalmente ricordarlo. B'hüeti Gott liebs Züri vor Leid!"(Dio protegga la cara Zurigo dalla sofferenza, si dice che queste siano state le ultime parole di Waldmann)

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Sbuco su Cimalmotto dal sentiero proveniente da Campo Valle Maggia verso mezzogiorno. Non mi aspetto di trovare spunti storici altrettanto avvincenti che a Campo, sarebbe impensabile in così pochi ettari sperare in tanto. Eppure.... Vista da Cimalmotto in direzione di Campo Valle Maggia di cui si intravede il campanile in lontananza Ci sono due elementi geologici che caratterizzano questa parte della valle: la frana che domina la parte inferiore e il pizzo Bombögn che sovrasta la parte superiore. Campo Valle Maggia e Cimalmotto sono l'affettato di questo ipotetico sandwich Chi visita Campo e le sue frazioni con occhio attento non può non rimanere esterrefatto dal contrasto fra la bellezza paesaggistica della zona e la ricchezza dei monumenti storici da un lato e la desolante povertà demografica dall’altro. I motivi sono diversi: innanzitutto Campo, al momento dell’autarchia più dura, era uno dei comuni più popolati della Valmaggia (nel XVIII superava i 900 abitanti; nel 1850 erano...

Mosé Bertoni

C'é una piccola sala nel museo di Lottigna, resta staccata dal complesso principale del museo, una piccola sala che per eventi sfortuiti (si con la "s" davanti) sono riuscito a vedere solo di sfuggita. Però quello che sono riuscito a assaggiare nei pochi momenti mi ha affascinato. Il classico ometto nato in un piccolo villaggio in una valle discosta per poi costruirsi una vita tutt'altro che scontata. Un personaggio amante delle tradizioni svizzere e dei principi anarchici, una combinazione piuttosto bizzarra per non dire incomprensibile. Si capisce fin dai primi momenti che si ha a che fare con un personaggio di nicchia, degno di un approfondimento. Mosè Bertoni verso il 1910 Foto F. Velasquez, Asuncion (Coll. priv.) Mosè Bertoni non è un uomo comune. Giovane irrequieto, dai molteplici interessi, impegnato politicamente tra i liberali innovatori e vicino all'anarchismo, a 27 anni decide di «dare un calcio a questa vecchia Europa» . Non è neppure un emigrante comu...