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Martiri

Si, non lo nego, ho letto più di due libri inerenti le torture. Dev'essere la mia curiosità nel vedere fin dove si può spingere la razza umana a guidarmi. Trovo che l'applicazione al lato pratico nelle più disparate versioni più facilmente reperibile sia nella religione cristiana. La quantità di Santi martirizzati nelle maniere più sadiche e atroci, (come se la sofferenza fosse maggiore, maggiore sarà le rispettabilità degli stessi) é ampissima. Durante le mie scorribande storico-culturali ho avuto modo di rendermene conto di persona imbattendomi nelle più disparate, depravate e sadiche fantasie pratiche dell'essere umano

Martirio di San Bartolomeo - artista sconosciuto - XIV secolo

Immagini di morte e sofferenza per una religione che professa la pace può suonare altisonante, ma una ragione c'é....


Ai finali momenti del martirio veniva accordata un'estrema importanza, con una particolare attenzione per i diversi gradi di supplizio che il santo, in nome della causa cristiana, riusciva a tollerare.

Alla fine del Medioevo, specialmente nelle aree germanofone dell'Europa centrale e orientale, si era ormai saldamente affermata la logica secondo la quale quanto piú il martirio del santo era estremo e terribile, tanto piú la loro stoica sopportazione era evidente e devota. 

Nelle tavole dipinte e nelle pagine dei manoscritti, nei paliotti scolpiti e nelle piccole oreficerie, il corpo del santo poteva subire ogni sorta di torture orrende e sanguinose. Tali immagini possono sembrare orribili, perfino ossessionanti; ma se guardiamo i volti dei santi vediamo che essi sopportano il castigo con un'espressione calma, dignitosa, addirittura sorridente.

Appaiono anestetizzati dalla conoscenza profetica dell'eterna ricompensa che, con questa violenta dipartita, guadagneranno nell'aldilà.

Eccoli dunque racimolati qui, in un post vivente che verrà aggiornato di volta in volta, perché sono conscio che più proseguirò e più saranno i martiri che conoscerò
Per una facilità nel ritrovarli li ho inseriti in ordine alfabetico, omettendo volutamnete la definizione di santo. A calce tutti i santi ancora senza nome

Perpetua e Felicita come esempio

19 marzo 203 d.C. due giovani madri - una patrizia romana, Perpetua, e la sua schiava Felicita - vennero condotte nell'arena di Cartagine insieme ad altri cristiani; li vennero fustigate, date in pasto alle fiere e alla fine giustiziate.

La storia di queste due donne martiri fu riportata nella Passione di Perpetua e Felicita allo scopo di ispirare altri cristiani a mantenere l'impegno nei confronti della propria fede, anche se minacciati di persecuzione e di morte.

Il teologo Tertulliano, che a quel tempo viveva a Cartagine, sviluppò un'interpretazione cristiana del martirio, notando che «il sangue dei cristiani è il seme». Gli imperatori romani, con le loro ondate persecutorie, intendevano scoraggiare i cittadini dall'abbracciare una fede che metteva l'autorità di Gesù al di sopra di quella dello Stato.

Tuttavia, come osservò Tertulliano, lungi dall'essere un ostacolo alla crescita del cristianesimo, la persecuzione contribuì alla sua diffusione.

Il fatto che i cristiani fossero pronti a farsi mettere a morte, anziché rinunciare alla loro fede in Gesù come sovrano del mondo nominato da Dio, affascinava e attirava i non credenti allo stesso tempo.

Questa interpretazione del martirio agevolò lo sviluppo del cristianesimo nella storia, poiché diede ai cristiani la certezza che anche l'opposizione più violenta al loro messaggio non era un segno di fallimento, ma anzi, un seme di successo.

Agata

Durante la visita del museo storico di Zugo ci sono voluti alcuni secondi a mia figlia per rendersi conto che quelli presentati da quella "gentile signora" non sono pasticcini ma bensì i suoi seni. Dopo le prevedibili reazioni del caso (siamo stati richiamati all'ordine dal personale del museo) e riflettendo comprendo la risposta: chi mai andrebbe a pensare ad una cosa così perversa, oltretutto tenendo conto che il viso della donna non lascia trapelare alcuna emozione. 

Sant'Agata museo Burg - Zugo

Angelo da Licata

Sembra uscito da una barzelletta, mi ricorda mia nonna quando andava in giro a cercare gli occhiali e non li trovava perché li stava portando.
Probabilmente non é un coltello quello che sta cercando Angelo da Licata, ma la sua rappresentazione é quanto meno curiosa

Musei sforzeschi Miiano - Filippo Lippi

Alla faccia dell'hanghover della domenica mattina - pinacoteca Como

Antonio

Nei primi anni fu molto tormentato da tentazioni fortissime, dubbi lo assalivano sulla validità di questa vita solitaria. Consultando altri eremiti venne esortato a perseverare. Gli consigliarono di staccarsi ancora più radicalmente dal mondo. Allora, coperto da un rude panno, si chiuse in una tomba scavata nella roccia nei pressi del villaggio di Coma (nome che é già di per se tutto un programma).
 
WEB

In questo luogo sarebbe stato aggredito e percosso dal demonio; senza sensi venne raccolto da persone che si recavano alla tomba per portargli del cibo e fu trasportato nella chiesa del villaggio, dove si rimise. Per la serie: una volta tanto che uno vuole farsi i cazzi suoi e non dare fastidio a nessuno...

WEB

Apollonia

La vita medievale di Apollonia, una martire romana del mm secolo, narra che la santa venne condannata a morire sul rogo, ma non prima di venir percossa fino a spezzarle tutti i denti, o, in altre versioni della storia, non prima che i denti le venissero strappati a forza dalle gengive. Questa fine orrenda conferì alla santa una sorta di specializzazione devozionale agli occhi dei fedeli, i quali di buon grado finirono col venerarla come santa patrona dell'odontoiatria. 
Vedendo una figura vestita di una tunica che impugna un paio di pinze, qualunque spettatore cristiano istruito l'avrebbe immediatamente identificata con Apollonia: lo strumento impiegato per strapparle i denti si era trasformato nel suo attributo identificativo

Bartolomeo

"Ti spello vivo!" già sentita questa espressione? Ancora una volta i nostri martiri non si fanno mancare nulla, figuriamoci questa esecuzione di nicchia.

Duomo Milano
La scultura inizialmente era esposta all'esterno, poi a causa dell'impressione e spavento che creava é stata spostata all'interno del duomo di Milano dove ancora oggi la si può ammirare

San Bartolomeo - Musei Sforzeschi MIlano
Metà del XVI secolo
L'originale scultura proviene dalla chiesa di San Bartolomeo a Pavia e può essere avvicinata sia al cosiddetto Scorticato, la figura di San Bartolomeo realizzata da Marco d'Agrate e posta nel transetto destro del Duomo di Milano, sia a due sculture di analogo soggetto sulla facciata della Certosa di Pavia.

Scena di martirio di San Bartolomeo 1710-1720
Museo sforzeschi Milano

Chiesa Ravecchia

Trovo un immagine realistica di scorticamento, le braccia e le gambe legate stanno a significare che il personaggio é vivo e cosciente

Gérard David ,Lo scorticamento di Sisamnes,1498,Bruges, Groeninge Museum

Dipinto da Matteo di Giovanni - 1480 circa - tempera su tavola 

Colomba

Dopo tutto non se la cavò male Colomba: se dovete scegliere tra morire aggrediti da un orso o decapitati cosa scegliereste? 

Pinacoteca di Brera

I tre dipinti, appartenuti dal 1933 alla collezione di Rodolfo Sessa, furono donati alla Pinacoteca nel 1960. Cesare Brandi vi riconobbe l'illustrazione della vita di Santa Colomba di Sens, figura dall'iconografia poco diffusa in ambito italiano cui è dedicata l'antica cattedrale di Rimini. Queste tavole rappresentano tre episodi della vita della Santa. Nella prima Colomba difende la fede cristiana al cospetto dell'imperatore Aureliano; nella seconda ammansisce un'orsa mandata per ucciderla, che ora simile a un'orsacchiotto, aggredisce il mandante. Alla fine, l'unica soluzione rimane decapitarla. Baronzio è considerato il più famoso pittore riminese del Trecento. Le tavole, dipinte intorno al 1345, erano probabilmente parte di una pala d'altare della cattedrale di Rimini.

Crispino e Crispiniano di Soissons

Nei libri di tortura sono spesso presenti operazioni inerenti le dita e le unghie: schiacciadita, strappaunghie. Quindi alla visione di questo dipinto dei santi Crispino e Crispiniano il pensiero va dritto a queste pratiche. Non riesco però a trovarne traccia nella storia dei due santi

I due santi, di origine romana, si sarebbero recati in Gallia insieme con altri al tempo di Diocleziano, e stabiliti a Soissons dove avrebbero esercitato il mestiere di calzolai a favore dei poveri, non trascurando di propagandare la fede cristiana. Saputo ciò, I 'imperatore Massimiano li fece arrestare per mezzo di Riziovaro che con lusinghe, minacce e tormenti, cercò di farli apostatare; a nulla valsero i tentativi, anzi fu Riziovaro che, in un accesso d'ira dispettosa, si gettò nel fuoco incontrandovi la morte. Per vendicare il suo ministro, Massimiano condannò i due santi alla pena capitale. I loro corpi, dopo essere stati nascosti per un certo tempo da due vecchi, finita la persecuzione, furono posti in due sepolcri sui quali venne edificata una basilica.

Anta di una pala d'altare, lato esterno. Maestro del garofano bernese. 1510, Friborgo
Esposto al museo nazionale di Zurigo

Erasmo

Probabilmente una delle torture più perverse é capitata al buon Erasmo. Ricorda un parte della 
Impiccagione, sventramento e squartamento praticata in Inghilterra.

La combinazione di impiccagione, sventramento e squartamento era una pena capitale alla quale erano condannati i colpevoli di alto tradimento nell'Inghilterra medievale, nonostante il rituale fosse già stato registrato nei periodi dei regni di Enrico III d'Inghilterra e di suo figlio Edoardo I d'Inghilterra nel XIII secolo

Dopo avergli strappato i genitali, il carnefice praticava un taglio nel ventre, aprendolo e estraendone gli intestini, che poneva in una cassetta dalla forma circolare. Il carnefice stava attento a non ledere organi vitali, in modo che il condannato restasse vivo sino al termine del supplizio.
Vicino al tavolaccio di squartamento, veniva accesa una pira e su di essa veniva posto ogni pezzo di organo, cominciando dai genitali, per essere bruciato davanti agli occhi del suppliziato, ancora vivo. Quando il suppliziato era completamente eviscerato ma ancora vivo, il carnefice lo liberava dalle atroci sofferenze del supplizio, tagliandogli la testa.

Musei Vaticani - Roma

Museo magazzino del sale Stans

Giovan Battista

La parola "decollazione" letta per la prima volta davanti alla bizzarra opera del Giuseppe Piccini mi ha suscitato curiosità. Non sono un amante della serie horror "Saw" ma ammetto di aver intravisto un film.
"Purtroppo" il termine decollazione non sta ad indicare un uomo incollato da qualche parte che deve poi staccarsi lasciano la pelle sull'oggetto ma indica semplicemente la rimozione della testa tramite taglio sul collo.
Già...delusione. Quindi martirio veloce e rapido per Giovanni Battista, un onore riservato ai nobili, mentre la plebaglia veniva impiccata o subiva torture molto più sadiche

Decollazione San Giovanni Battista - Hans Fries - 1514
Museo d'arte Basilea

Scena di martirio - decollazione di Giovan Battista 1710-1720
Museo sforzeschi Milano


Scudo del comune di Breslau

Giovanni Evangelista

Assoluta impassibilità ed un accenno di sdegno per la punizione riservata a Giovanni Evangelista.
Gli spettatori sembrano scocciati dalle mancate reazioni del martire. Anche per lui come per Vito (vedi sotto) l'attività preferita mentre viene portata ad ebollizione l'acqua é rifugiarsi in preghiera

Giovanni Evangelista nel calderone - Hans Fries, 1514
Museo d'Arte Basilea

Nazaro e Celso

Certo che i buoni Nazaro e Celso rischiano di sfigurare con la loro semplice decapitazione in questa galleria dell'orrore. Li inserisco per due motivi:
  1. Sono i santi patroni del mio paese , Airolo
  2. Il dipinto sopra l'altare era l'unica cosa che fissavo per tutta la durata della messa, non escludo che questa mia "passione" verso il macabro, ironia della sorte, sia nato proprio in chiesa
Decapitazione di Nazaro mentre Celso é in attesa. Disegno 1:1 della volta sopra l'altare della chiesa di Airolo. Disegno di Edi Mottini

Stefano

"Se sei brutto ti tirano le pietre" recitava una canzone di  di Gian Pieretti del 1967 (Pietre)

 Ma non solo se sei bruto, essere cattolico agli albori del cattolicesimo era una pessima scelta di vita

Venerato come santo da tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi, fu il protomartire, cioè il primo cristiano ad aver dato la vita per testimoniare la propria fede in Gesù Cristo e per la diffusione del Vangelo. Il suo martirio è descritto negli Atti degli Apostoli dove appare evidente sia la sua chiamata al servizio dei discepoli sia il suo martirio, avvenuto per lapidazione, alla presenza di Paolo di Tarso che in seguito si convertì lungo la via di Damasco.

 La lapidazione di Santo Stefano. 
MAESTRO DI SAN SIGMUNDO IN PUSTERIA (ATTIVO IN TIROLO NEL SECONDO QUARTILE DEL XV SECOLO) 
Mostra temporanea "VERSO" Kunstmuseum Basilea.

«Ma egli, pieno di Spirito Santo, fissando il cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio e disse: "Ecco, contemplo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio". Allora, gridando a gran voce, si turarono gli orecchi e si scagliarono tutti insieme contro di lui, lo trascinarono fuori della città e si misero a lapidarlo. E i testimoni deposero i loro mantelli ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. E lapidavano Stefano, che pregava e diceva: "Signore Gesù, accogli il mio spirito". Poi piegò le ginocchia e gridò a gran voce: "Signore, non imputare loro questo peccato". Detto questo, morì.»

Vincenzo

Nel museo storico di Berna un intera parete é dedicata al San Vincenzo. Riporto qui le highlight del suo martirio. Va sicuramente fatto un plauso per la sua espressione leggermente tendente al malinconico ma senza alcun segno di sofferenza apparente.

Tenaglie roventi - Museo storico Berna

Sulla graticola - Museo storico Berna

Nel dipinto presente nei musei sforzeschi di Milano sembra avere un minimo di reazione e una posizione degli arti che denota la sua situazione poco confortevole.

Episodio del martirio di san Vincenzo prima del 1587 di Aurelio Luini Milano 1530 - 1593 
Musei Sforzeschi Milano

Vito

Anche il buon Vito sembra più annoiato che altro mentre si trova immerso un  pentolone adeguatamente riscaldato. Mentre subisce il supplizio, in attesa della morte, non può far altro che eseguire una delle sue specialità: la preghiera

San Vito nel calderone delle fiamme ca 1500 - Museo Nazionale di Zurigo



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