Immagini di morte e sofferenza per una religione che professa la pace può suonare altisonante, ma una ragione c'é....
Ai finali momenti del martirio veniva accordata un'estrema importanza, con una particolare attenzione per i diversi gradi di supplizio che il santo, in nome della causa cristiana, riusciva a tollerare.
Nelle tavole dipinte e nelle pagine dei manoscritti, nei paliotti scolpiti e nelle piccole oreficerie, il corpo del santo poteva subire ogni sorta di torture orrende e sanguinose. Tali immagini possono sembrare orribili, perfino ossessionanti; ma se guardiamo i volti dei santi vediamo che essi sopportano il castigo con un'espressione calma, dignitosa, addirittura sorridente.
Eccoli dunque racimolati qui, in un post vivente che verrà aggiornato di volta in volta, perché sono conscio che più proseguirò e più saranno i martiri che conoscerò
Per una facilità nel ritrovarli li ho inseriti in ordine alfabetico, omettendo volutamnete la definizione di santo. A calce tutti i santi ancora senza nome
19 marzo 203 d.C. due giovani madri - una patrizia romana, Perpetua, e la sua schiava Felicita - vennero condotte nell'arena di Cartagine insieme ad altri cristiani; li vennero fustigate, date in pasto alle fiere e alla fine giustiziate.
Il teologo Tertulliano, che a quel tempo viveva a Cartagine, sviluppò un'interpretazione cristiana del martirio, notando che «il sangue dei cristiani è il seme». Gli imperatori romani, con le loro ondate persecutorie, intendevano scoraggiare i cittadini dall'abbracciare una fede che metteva l'autorità di Gesù al di sopra di quella dello Stato.
Tuttavia, come osservò Tertulliano, lungi dall'essere un ostacolo alla crescita del cristianesimo, la persecuzione contribuì alla sua diffusione.
Questa interpretazione del martirio agevolò lo sviluppo del cristianesimo nella storia, poiché diede ai cristiani la certezza che anche l'opposizione più violenta al loro messaggio non era un segno di fallimento, ma anzi, un seme di successo.
Sarebbe del tutto inopportuno non iniziare dal martire per eccellenza, alla faccia dell'ordine alfabetico: Gesù.
Il suo martirio é talmente arcinoto e arciriprodotto che ha perso in parte l'effetto terrificante che un immagine simile dovrebbe destare. Ce la sbattono in faccia da quando siamo zerenni quasi quotidianamente. Scelgo di proposito due immagini che non lo vedono nella sua abituale posizione sulla croce. In entrambi i casi le due opere mi hanno lasciato di stucco, molto di più ripsetto al Gesù crocefisso per i motivi elencati sopra
Museo storia cantonale Uri - Altdorf
Piuttosto impressionante anche lo sguardo del cristo legato alla colonna della flagellazione avvenuta poco prima della crocifissione. Chiesa dei francesca a Friborgo
Agata
Durante la visita del
museo storico di Zugo ci sono voluti alcuni secondi a mia figlia per rendersi conto che quelli presentati da quella "gentile signora" non sono pasticcini ma bensì i suoi seni. Dopo le prevedibili reazioni del caso (siamo stati richiamati all'ordine dal personale del museo) e riflettendo comprendo la risposta: chi mai andrebbe a pensare ad una cosa così perversa, oltretutto tenendo conto che il viso della donna non lascia trapelare alcuna emozione.
Sant'Agata museo Burg - Zugo
Angelo da Licata
Sembra uscito da una barzelletta, mi ricorda mia nonna quando andava in giro a cercare gli occhiali e non li trovava perché li stava portando.
Probabilmente non é un coltello quello che sta cercando Angelo da Licata, ma la sua rappresentazione é quanto meno curiosa
Musei sforzeschi Miiano - Filippo Lippi
Alla faccia dell'hanghover della domenica mattina - pinacoteca Como Antonio
Nei primi anni fu molto tormentato da tentazioni fortissime, dubbi lo assalivano sulla validità di questa vita solitaria. Consultando altri eremiti venne esortato a perseverare. Gli consigliarono di staccarsi ancora più radicalmente dal mondo. Allora, coperto da un rude panno, si chiuse in una tomba scavata nella roccia nei pressi del villaggio di Coma (nome che é già di per se tutto un programma).
WEB
In questo luogo sarebbe stato aggredito e percosso dal demonio; senza sensi venne raccolto da persone che si recavano alla tomba per portargli del cibo e fu trasportato nella chiesa del villaggio, dove si rimise. Per la serie: una volta tanto che uno vuole farsi i cazzi suoi e non dare fastidio a nessuno...
WEB
Apollonia
La vita medievale di Apollonia, una martire romana del mm secolo, narra che la santa venne condannata a morire sul rogo,
ma non prima di venir percossa fino a spezzarle tutti i denti, o, in altre versioni della storia, non prima che i denti le venissero strappati a forza dalle gengive. Questa fine orrenda conferì alla santa una sorta di specializzazione devozionale agli occhi dei fedeli, i quali di buon grado finirono col venerarla come santa patrona dell'odontoiatria.
Vedendo una figura vestita di una tunica che impugna un paio di pinze, qualunque spettatore cristiano istruito l'avrebbe immediatamente identificata con Apollonia: lo strumento impiegato per strapparle i denti si era trasformato nel suo attributo identificativoBartolomeo
"Ti spello vivo!" già sentita questa espressione? Ancora una volta i nostri martiri non si fanno mancare nulla, figuriamoci questa esecuzione di nicchia.
Duomo Milano
La scultura inizialmente era esposta all'esterno, poi a causa dell'impressione e spavento che creava é stata spostata all'interno del duomo di Milano dove ancora oggi la si può ammirare
San Bartolomeo - Musei Sforzeschi MIlano Metà del XVI secolo
L'originale scultura proviene dalla chiesa di San Bartolomeo a Pavia e può essere avvicinata sia al cosiddetto Scorticato, la figura di San Bartolomeo realizzata da Marco d'Agrate e posta nel transetto destro del Duomo di Milano, sia a due sculture di analogo soggetto sulla facciata della Certosa di Pavia.
Scena di martirio di San Bartolomeo 1710-1720 Museo sforzeschi Milano
Chiesa Ravecchia
Trovo un immagine realistica di scorticamento, le braccia e le gambe legate stanno a significare che il personaggio é vivo e cosciente
Gérard David ,Lo scorticamento di Sisamnes,1498,Bruges, Groeninge Museum
Dipinto da Matteo di Giovanni - 1480 circa - tempera su tavola
Colomba
Dopo tutto non se la cavò male Colomba: se dovete scegliere tra morire aggrediti da un orso o decapitati cosa scegliereste?
Pinacoteca di Brera
I tre dipinti, appartenuti dal 1933 alla collezione di Rodolfo Sessa, furono donati alla Pinacoteca nel 1960. Cesare Brandi vi riconobbe l'illustrazione della vita di Santa Colomba di Sens, figura dall'iconografia poco diffusa in ambito italiano cui è dedicata l'antica cattedrale di Rimini. Queste tavole rappresentano tre episodi della vita della Santa. Nella prima Colomba difende la fede cristiana al cospetto dell'imperatore Aureliano;
nella seconda ammansisce un'orsa mandata per ucciderla, che ora simile a un'orsacchiotto, aggredisce il mandante. Alla fine, l'unica soluzione rimane decapitarla. Baronzio è considerato il più famoso pittore riminese del Trecento. Le tavole, dipinte intorno al 1345, erano probabilmente parte di una pala d'altare della cattedrale di Rimini.
Crispino e Crispiniano di Soissons
Nei libri di tortura sono spesso presenti operazioni inerenti le dita e le unghie: schiacciadita, strappaunghie. Quindi alla visione di questo dipinto dei santi Crispino e Crispiniano il pensiero va dritto a queste pratiche. Non riesco però a trovarne traccia nella storia dei due santi
I due santi, di origine romana, si sarebbero recati in Gallia insieme con altri al tempo di Diocleziano, e stabiliti a Soissons dove avrebbero esercitato il mestiere di calzolai a favore dei poveri, non trascurando di propagandare la fede cristiana. Saputo ciò, I 'imperatore Massimiano li fece arrestare per mezzo di Riziovaro che con lusinghe, minacce e tormenti, cercò di farli apostatare; a nulla valsero i tentativi, anzi fu Riziovaro che, in un accesso d'ira dispettosa, si gettò nel fuoco incontrandovi la morte. Per vendicare il suo ministro, Massimiano condannò i due santi alla pena capitale. I loro corpi, dopo essere stati nascosti per un certo tempo da due vecchi, finita la persecuzione, furono posti in due sepolcri sui quali venne edificata una basilica.
Anta di una pala d'altare, lato esterno. Maestro del garofano bernese. 1510, Friborgo
Esposto al museo nazionale di Zurigo
Erasmo
Probabilmente una delle torture più perverse é capitata al buon Erasmo. Ricorda un parte della
Impiccagione, sventramento e squartamento praticata in Inghilterra.
La combinazione di impiccagione, sventramento e squartamento era una pena capitale alla quale erano condannati i colpevoli di alto tradimento nell'Inghilterra medievale, nonostante il rituale fosse già stato registrato nei periodi dei regni di Enrico III d'Inghilterra e di suo figlio Edoardo I d'Inghilterra nel XIII secolo
Dopo avergli strappato i genitali,
il carnefice praticava un taglio nel ventre, aprendolo e estraendone gli intestini, che poneva in una cassetta dalla forma circolare. Il carnefice stava attento a non ledere organi vitali, in modo che il condannato restasse vivo sino al termine del supplizio.Vicino al tavolaccio di squartamento, veniva accesa una pira e su di essa veniva posto ogni pezzo di organo, cominciando dai genitali, per essere bruciato davanti agli occhi del suppliziato, ancora vivo. Quando il suppliziato era completamente eviscerato ma ancora vivo, il carnefice lo liberava dalle atroci sofferenze del supplizio, tagliandogli la testa.
Musei Vaticani - Roma
Francamente non riesco ad immaginare nulla di più terribile che vedere i miei intestini uscire dal mio ventre. La fantasia dei cristiani, perché non credo nemmeno una tortura simile sia mai esistita, ha una fantasia che gli autori di Saw non possono fare altro che applaudire
Museo magazzino del sale Stans
Felice, Regula e Essuperanzio
Si, suona molto Tizio, Caio e Sempronio (per non dire peggio). Si vede che il terzo nome stona. Ii effetti é stato aggiunto dopo, nel medioevo.
I nostri eroi sono accusati di non aver rinnegato la loro fede cristiana e il romano di turno cerca di fargli cambiare idea. Siamo a Zurigo, pardon, Turicum
Analogamente ad altri santi una tortura non basta.
Per iniziare si procede ad una bella bollitura. Si noti il pentolino a parte per aggiungere altra acqua bollente sulle teste dei poveri malcapitati, come se il pentolone non fosse sufficiente. Ricorda molto il pentolino con il brodo per rabboccare il risotto.
Si prosegue poi con la ruota che in questa esposizione trasmette tutta la sua crudeltà. Oltre a spezzare diverse ossa in un secondo tempo i malcapitati vengono issati in cima a dei pali, adagiati sulla ruota (la stessa usata per spezzargli le ossa?) e lasciati in questa scomoda posizione con gli arti rotti a meditare. Francamente da brivido.
Ma come prevedibilmente si potrà intuire, non si molla di un millimetro, e che senso avrebbe ora? Sarebbe comunque una vita da miserabili conciati come sono. Resta quindi un miracolo sapere come riescono a restare in ginocchio in attesa del colpo finale. La testa decapitata tra le mani à giusto per impressionare il pubblico.
Sta di fatto che la decapitazione finale si rivela una liberazione da atroci patimenti
Giovan Battista
La parola "decollazione" letta per la prima volta davanti alla bizzarra opera del Giuseppe Piccini mi ha suscitato curiosità. Non sono un amante della serie horror "Saw" ma ammetto di aver intravisto un film.
"Purtroppo" il termine decollazione non sta ad indicare un uomo incollato da qualche parte che deve poi staccarsi lasciano la pelle sull'oggetto ma indica semplicemente la rimozione della testa tramite taglio sul collo.
Già...delusione. Quindi martirio veloce e rapido per Giovanni Battista, un onore riservato ai nobili, mentre la plebaglia veniva impiccata o subiva torture molto più sadiche
Decollazione San Giovanni Battista - Hans Fries - 1514
Museo d'arte Basilea
Scena di martirio - decollazione di Giovan Battista 1710-1720
Museo sforzeschi Milano
Scudo del comune di Breslau Giovanni Evangelista
Assoluta impassibilità ed un accenno di sdegno per la punizione riservata a Giovanni Evangelista.
Gli spettatori sembrano scocciati dalle mancate reazioni del martire. Anche per lui come per Vito (vedi sotto) l'attività preferita mentre viene portata ad ebollizione l'acqua é rifugiarsi in preghiera
Giovanni Evangelista nel calderone - Hans Fries, 1514
Museo d'Arte Basilea
Nazaro e Celso
Certo che i buoni Nazaro e Celso rischiano di sfigurare con la loro semplice decapitazione in questa galleria dell'orrore. Li inserisco per due motivi:
- Sono i santi patroni del mio paese , Airolo
- Il dipinto sopra l'altare era l'unica cosa che fissavo per tutta la durata della messa, non escludo che questa mia "passione" verso il macabro, ironia della sorte, sia nato proprio in chiesa
Decapitazione di Nazaro mentre Celso é in attesa. Disegno 1:1 della volta sopra l'altare della chiesa di Airolo. Disegno di Edi Mottini
Simone
Cadiamo nelle piena perversione umana quando ralla mente ritorna il martirio di Simone.
Il martirio dell'apostolo Simone nella cappella del cimitero di Einsiedeln
Particolarmente cruente le modalità del martirio, sulle quali tutte le varie tradizioni presentano un sostanziale accordo: Simone fu fatto a pezzi con una sega, probabilmente dopo aver subito la crocifissione. E' per questa ragione che viene spesso raffigurato con una sega in mano, ed è considerato patrono e protettore di boscaioli e taglialegna.
L’unico caso conosciuto di condannato segato a metà è quello di Nuccio di Guadardo, condannato dal Podestà di San Miniato Donato Donati a una punizione esemplare: trascinato per le strade del paese e segato a metà. L’esecuzione avviene il 21 novembre 1314, ma si pensa che ad essere segato a metà sia solo il suo cadavere.
Stefano
"Se sei brutto ti tirano le pietre" recitava una canzone di di Gian Pieretti del 1967 (Pietre)
Ma non solo se sei bruto, essere cristiano agli albori del cristianesimo era una pessima scelta di vita
Venerato come santo da tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi, fu il protomartire, cioè il primo cristiano ad aver dato la vita per testimoniare la propria fede in Gesù Cristo e per la diffusione del Vangelo. Il suo martirio è descritto negli Atti degli Apostoli dove appare evidente sia la sua chiamata al servizio dei discepoli sia il suo martirio, avvenuto per lapidazione, alla presenza di Paolo di Tarso che in seguito si convertì lungo la via di Damasco.
La lapidazione di Santo Stefano.
MAESTRO DI SAN SIGMUNDO IN PUSTERIA (ATTIVO IN TIROLO NEL SECONDO QUARTILE DEL XV SECOLO)
Mostra temporanea "VERSO" Kunstmuseum Basilea.
«Ma egli, pieno di Spirito Santo, fissando il cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio e disse: "
Ecco, contemplo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio". Allora, gridando a gran voce, si turarono gli orecchi e si scagliarono tutti insieme contro di lui, lo trascinarono fuori della città e si misero a lapidarlo. E i testimoni deposero i loro mantelli ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. E lapidavano Stefano, che pregava e diceva: "
Signore Gesù, accogli il mio spirito". Poi piegò le ginocchia e gridò a gran voce: "
Signore, non imputare loro questo peccato". Detto questo, morì.»
Vincenzo
Nel museo storico di Berna un intera parete é dedicata al
San Vincenzo. Riporto qui le highlight del suo martirio. Va sicuramente fatto un plauso per la sua espressione leggermente tendente al malinconico ma senza alcun segno di sofferenza apparente.
Tenaglie roventi - Museo storico Berna
Sulla graticola - Museo storico Berna
Nel dipinto presente nei musei sforzeschi di Milano sembra avere un minimo di reazione e una posizione degli arti che denota la sua situazione poco confortevole.
Episodio del martirio di san Vincenzo prima del 1587 di Aurelio Luini Milano 1530 - 1593
Musei Sforzeschi Milano
Vito
Anche il buon Vito sembra più annoiato che altro mentre si trova immerso un pentolone adeguatamente riscaldato. Mentre subisce il supplizio, in attesa della morte, non può far altro che eseguire una delle sue specialità: la preghiera
San Vito nel calderone delle fiamme ca 1500 - Museo Nazionale di Zurigo
Wilgefortis
Nulla di particolare per questa santa, una "banale" crocifissione. Quello che é invece più unico che raro il motivo che ha portato alla crocifissione. Si la barba centra qualcosa.
Santa Wilgefortis (o Santa Kümmernis) fu martirizzata su una croce - lo stesso martirio di Cristo. Secondo la sua agiografia (il termine formale per le storie delle vite dei santi), fu costretta al matrimonio dal padre, ma desiderava rimanere vergine e sposata solo con Dio. Pregò Dio di salvarla dal suo destino. Egli rispose alle sue preghiere dandole caratteristiche maschili, come la barba, in modo che nessuno volesse sposarla Suo padre la condannò a morte per la sua disobbedienza e la fece crocifiggere.
Poiché ha la barba ed è morta su una croce, le immagini di Santa Wilgefortis, che cambia genere, vengono spesso scambiate per immagini di Cristo. Alcuni tratti distintivi sono: la mancanza della scarpa sul piede destro, un violinista e, a volte, una veste.
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