Durante la conferenza S.P.Q.T. viene menzionato un colloquio tra un pescatore ticinese e Napoleone Buonaparte. A mesi di distanza ho modo di approfondire l’episodio scoprendo che é l’unica presenza del condottiero nel nostro territorio
La cavalcata di Capolago
La prima ed unica notizia di Napoleone in viaggio nelle nostre terre compare sulla Gazzetta di Lugano del 19 giugno 1797:
LUGANO, 18 Giugno: Questa mattina verso le ore 14 il Generale in Capo dell'Armata
Francese Bonaparte ha fatto una corsa da Como fino a Capo-Lago Luganese, col seguito di 48 persone a cavallo tra uffizialità e guardie, e dopo breve dimora ritornò a Como.
La cavalcata fu annunciata alle guardie doganali di Chiasso dal giovane colonnello Marmont, aiutante di campo di Napoleone:
Il generale Bonaparte, comandante supremo dell'Armata d'Italia, si trova attualmente a Como. Vuol approfittare di questa vicinanza e salutare le autorità elvetiche nella persona del signor balivo di Mendrisio: ha intenzione di poi fare una passeggiata fino al lago.
Sono incaricato d'avvertirvi e di dirvi che, conformemente agli usi in vigore tra paesi amici, i quarantaquattro cavalieri componenti la scorta del generale consegneranno le armi prima di entrare nel territorio elvetico. Saranno qui tra un'ora circa, o poco più.
Le guardie avvisano immediatamente il balivo di Mendrisio, l'ottuagenario basilese Falkeisen, ma non lo trovano in casa, cercheranno comunque di reperirlo, avevano intuito che la visita aveva un'importanza politica notevole.
Napoleone arrivò alla frontiera, si fermò in conversazione con le guardie incaricandole di salutare il balivo e si spinse fino a Capolago. Pare che lasciasse la scorta in un albergo del luogo per giungere solo alla riva. Nel ritorno, deve aver incontrato Falkeisen per lo scambio di qualche cortesia, poi il rientro in Lombardia.
Deleros, nel suo articolo citato in nota, aggiunge che: «Cinque settimane dopo, il generale Desaix, il futuro eroe di Marengo, poté leggere sull'albergo di Capolago, un iscrizione en grosses lettres, che davvero è peccato che non sia stata conservata o ripristinata: "Il 18 giugno 1797, il generale Bonaparte sempre invincibile è venuto qui con una compagnia di cavalleria, poi se n'è andato dopo aver ammirato il paese"».
La cavalcata parte dunque da Como, dove Napoleone si trovava in quei giorni, sembra, a diporto, e avviene dieci giorni prima della fondazione della Repubblica Cisalpina (29 giugno). Sarà certamente passata inosservata alla maggior parte dei pescatori del Ceresio, ma non ai rappresentanti elvetici che sorvegliavano i baliaggi di Lugano e Mendrisio, in quel tempo Giovanni Rodolfo Wurstenberger e Carlo Taddeo Schmidt. Costoro, tre giorni dopo (21 giugno), mandarono un rapporto circostanziato alle autorità elvetiche centrali:
Egli arrivo il 19 [il giornale parla del 18 col suo seguito circa alle ore 14 a Capolago: proveniva da Montebello e s' informo durante la fermata di pochi minuti da un barcaiolo e dal console (sindaco) se si trovassero truppe nella regione, se le barche cannoniere fossero mai venute verso Capolago, dove si trovasse Campione, se i Baliaggi Italiani fossero Stati conquistati, se essi non siano sudditi di qualche Cantone.In un'altra relazione, inviata in quei giorni al Consiglio Segreto di Berna, lo stesso Wurstenberger offre qualche particolare in più:
Il Generale era accompagnato da 22 guardie a cavallo, che avevano deposto le armi al confine al loro arrivo a Chiasso. Il Comandante (probabilmente delle guardie di frontiera) gli dimostrò il suo piacere per quella visita. Il Bonaparte gli chiese cortesemente se si trovassero in quel paese truppe regolari e n'ebbe come risposta che non vi erano e che si trattava solo di gente destinata a difendere la patria. Il Bonaparte chiese allora che colore e che coccarda portasse il Comandante, quale fosse la distanza fra Chiasso e Mendrisio e se le strade fossero buone. Dopo tre ore, verso le quindici e mezza, il
Generale era di ritorno a Chiasso dove ebbe un breve colloquio con il Landfogto di Mendrisio giunto nel frattempo e ritornò a Como.
Gli stessi rappresentanti elvetici avevano intuito che quella visita - anche se breve - era politicamente importante. Ecco perché, qualche giorno, dopo si recarono a Milano per restituirla, stendendo immediatamente un resoconto ai superiori elvetici, sempre per la penna di Wurstenberger. Dallo stesso rapporto leggiamo questo ritratto e queste annotazioni:
un petit homme maigre, päle, mais l'air très militaire... Il me parla de son voyage à Capolago. Je saisis cette occasion pour le remercier de son attention d'avoir fait poser les armes à son escorte: *Ah pardieu, cela n'est que juste, quand on entre sur territoire neutre et ami?. , dit-il .
[un uomo piccolo e magro, pallido, ma dall'aspetto molto militare... Mi ha raccontato del suo viaggio a Capolago. Ho colto l'occasione per ringraziarlo per la sua premura nel far deporre le armi alla sua scorta: "Oh caro, è giusto quando si entra in un territorio neutrale e amico?" ha detto.]
Si stavano avvicinando gravi avvenimenti che avrebbero rivoluzionato la vecchia Confederazione elvetica: Bonaparte era deciso di rispettare l'integrità territoriale della Svizzera, ma d'altronde si chiedeva se non sarebbe stato saggio procedere ad una ratifica della frontiera del sud, allo scopo di sostituire ai limiti convenzionali limiti naturali, fissati, per quanto possibile dai corsi d'acqua. La passeggiata a Capolago non lo convinse: la frontiera poteva essere migliorata, ma non esisteva una vera frontiera naturale. Bonaparte lascio dunque la questione in sospeso, ma sulla stessa doveva tornare più volte dipoi: si può quasi dire che il Mendrisiotto fu il punto nevralgico delle relazioni tra la
Svizzera e Napoleone.
Dopo la cavalcata di Capolago pensò più seriamente ai due Baliaggi Sottocenerini; ma fluttuavano in lui diverse ipotesi che andavano dall'annessione alla futura Repubblica Elvetica all'inclusione nella Cisalpina, senza escludere l'idea di abbandonare ogni progetto su quelle terre così povere anche se strategicamente interessanti.
Nel colloquio avuto a Parigi con Ochs e Reubel per mettere a punto questo progetto, incaricò il primo di far scoppiare la rivoluzione nei Cantoni tedeschi per opera dei patrizi più convinti delle nuove idee. mentre lui stesso avrebbe fatto il necessario nei Baliaggi Italiani.
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