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Il terrore nell'arte: lupi mannari e licantropi

Quando la fantasia invade la realtà condizionandola acquista un valore che va ben oltre a quello semplici favolette. Si passa dalla lettura di essere più o meno fantsiosi ad azioni vere e proprie, azioni estremamente violente che si fanno largo ta la superstizione e l'ignoranza della popolazione. Così i lupi mannari acquistano un valore storico e lasciano dietro di se racconti raccapriccianti difficili da crede nel XXI secolo.

Si parte da Cappuccetto Rosso

Ammettiamolo: Cappuccetto Rosso è una fiaba inquietante. Una bambina indifesa che si inoltra in una tetra foresta; un feroce lupo che sbrana la nonna, ne indossa le vesti, dialoga con la piccola, la inganna e la divora; un cacciatore che uccide il lupo, lo squarta e ne tira fuori la bimba e la vecchina, ancora vive.
Un racconto a metà tra il macabro e il paranormale che, più che essere adatto per allietare il sonno dei bambini, si direbbe partorito da una mente perversa.

Dettaglio decorativo da una ceramica etrusca

Oltretutto, nella prima versione la fiaba non aveva nessun lieto fine: nonna e Cappuccetto Rosso venivano sbranate dal lupo, e sogni d'oro a tutti i piccoli lettori. In realtà, a quei tempi la fiaba non aveva un fine educativo sui pericoli che insidiano i bambini, ma sulla pudicizia che doveva contraddistinguere le fanciulle di buona famiglia. La protagonista infatti non era una bambina ma una fanciulla attraente, il suo mantello di colore rosso era un simbolo delle prime mestruazioni femminili e un richiamo alle prostitute francesi, che indossavano nastri rossi, il bosco rappresentava il mondo delle insidie che nasconde la maturità delle fanciulle e la loro sessualità mentre il lupo cattivo altro non era che l'uomo depravato pronto ad approfittarsi delle ragazze inesperte, superficiali e troppo libertine. Recita infatti la versione di Cappuccetto Rosso risalente alla fine del 1600: "le giovinette carine, cortesi e di buona famiglia fanno molto male a dare ascolto agli sconosciuti". Centocinquant'anni dopo, i fratelli Grimm edulcorarono la favola, rivolgendola alla fanciullezza.



Scuola inglese, Un lupo mannaro dora una giovane donna, XIX secolo


Anche per tutti coloro che nascono il giorno di Natale, considerata una profanazione di un giorno sacro, si prospetta una vita da uomini-lupo; l'unico rimedio è incidere una croce sul piede sinistro del nascituro con un ferro rovente. La causa di licantropia più diffusa è comunque la magia nera, grazie alla quale streghe e stregoni confezionano vesti e cinture realizzate con pelli di lupo che, una volta indossate, consentono la trasformazione.

Lupo mannaro secondo Lucas Cranch

Nell'opera Licantropo del 1512, Lucas Granach il Vecchio ci porta in un villaggio della campagna fiamminga.


Lupo mannaro di Lucas Cranach il vecchio, 1512 circa, incisione, Gotha, Herzogliches Museum


Una donna, sulla soglia di un cascinale, urla la sua disperazione: un lupo mannaro le ha strappato uno dei suoi figli, che tiene tra le fauci mentre, camminando carponi nel bel mezzo della metamorfosi da uomo a lupo, si allontana per divorare il piccolo. Il licantropo ha un volto bestiale, gli occhi fuori dalle orbite, le orecchie che si stanno allungando, le vesti strappate, la schiena ricoperta di pelo, mani e piedi già cresciuti a dismisura, in procinto di tramutarsi in zampe. Tutt'intorno, teste mozzate e resti cadaverici delle vittime che già sono state sbranate dall'uomo-lupo.
Tra i più celebri e documentati casi di licantropia, notevole clamore in tutta Europa suscitarono, in particolare, gli avvenimenti verificatisi nei villaggi tedeschi di Bedberg e Ansbach.

Peter Stump

Peter Stump, agricoltore di Bedberg, fu protagonista alla fine del XVI secolo, suo malgrado, del processo del secolo. Accusato di essere un lupo mannaro e di avere sbranato, nelle sue "vesti canine", un imprecisato numero di donne e bambini, sotto tortura ammise di praticare la magia nera e che poteva trasformarsi in un grosso lupo famelico dalla forza sovrumana, con grandi occhi, una bocca ancor più grande, denti affilati e zampe possenti. Un "insaziabile succhiasangue" , come recitano gli atti del giudizio che, nel corso di venticinque anni, aveva sbranato un interminabile numero di pecore, capre e altri animali, ma anche quattordici bambini - tra cui suo figlio, di cui precisò di aver mangiato anche il cervello - e due donne incinte, dalle quali dichiarò di aver estirpato il feto e di averlo divorato. 

Fu giustiziato il 31 ottobre 1589, con un'esecuzione spettacolare per il pubblico ludibrio. L'incisione che racconta questa vicenda, realizzata da Philipp Uffenbach e contenuta nel Thesaurus Pictuarum di Marcus zum Lamm, illustra minuziosamente i fatti che videro protagonista il licantropo Stump.



La lettura della scena inizia in alto a sinistra, con il signor Stump ancora in posizione eretta che è colto nel momento della metamorfosi da uomo a lupo e, una volta divenuto licantropo, aggredisce e sbrana un bambino.
In basso a sinistra, riconosciuto in Peter Stump il lupo mannaro, questi viene legato ad una grande ruota di legno e torturato con una pinza infuocata che gli strappa le carni.
Una volta ottenuta la confessione, si procede con l'esecuzione della sentenza capitale, ma non prima che il boia, in basso al centro, utilizzando il manico di un'ascia gli rompa tutti i legamenti per evitare che, una volta sepolto, possa fuoriuscire dalla bara e tornare nel mondo dei vivi. Al tempo si riteneva infatti che le creature maledette, come i vampiri e i lupi mannari, potessero riemergere dal sepolcro e tornare a tormentare la popolazione.
In basso a destra assistiamo al momento in cui il povero Stump viene decapitato con una spada. Il cadavere senza testa viene quindi messo al rogo, come illustrato in alto a destra.
Infine, al centro della composizione, vediamo la ruota, issata su un palo, sulla quale le autorità eressero un fantoccio a forma di lupo con la testa mozzata di Stump: un monito per scoraggiare gli immondi intenti di eventuali altri licantropi presenti nei dintorni di Bedberg.

Philipp Uffenbach, Esecuzione di Peter Stump, in Thesaurus Pictuarium di Marcus zum Lamm, 1589

Il lupo mannaro di Neuses

Ma i moniti sono vani se, oltre ai lupi mannari, il nemico da sconfiggere è la suggestione popolare. Infatti, dopo cent'anni, in Germania imperversava ancora la battaglia per l'estinzione degli uomini-lupo. Nel 1685 la cittadina bavarese di Ansbach divenne tristemente famosa per essere infestata da un licantropo cannibale che, secondo i resoconti dell'epoca, era la reincarnazione del signor Michael Leicht, un noto truffatore che certamente non doveva aver lasciato un bel ricordo di sé quando era venuto a mancare. 
Il lupo dapprima concentrò i suoi sforzi sul bestiame allevato dagli agricoltori della cittadina tedesca, poi iniziò la carneficina umana, giungendo persino a intrufolarsi nelle case in cerca di qualche femore da rosicchiare. Gli abitanti di Ansbach, esasperati, organizzarono imponenti battute di caccia nelle notti di luna piena, finchè riuscirono a catturare e uccidere il lupo, la cui carcassa venne portata in trionfo attraverso la città, vestita con abiti umani e issata su un palo, con il muso mascherato con parrucca e barba finta, in modo che assomigliasse al signor Leicht, pace all'anima sua.

Questo volantino proveniente da Neuses, nel Margraviato di Onolzbach (Ansbach), mostra un "lupo mannaro" impiccato. 
Si tratta di un lupo catturato con il muso tagliato, peli umani incollati e vestiti color carne.

Anche in questo caso, due preziose incisioni ci raccontano la vicenda. Nella prima vediamo raffigurato, sullo sfondo, il villaggio di Neuses, oggi un quartiere di Ansbach; sulla destra, la perlustrazione degli abitanti che riescono a condurre il lupo mannaro in un pozzo, usando un gallo, visibile in basso a sinistra, come esca; sulla sinistra, il licantropo, una volta accoppato, viene esposto al pubblico, vestito con abiti umani e perfino con una parrucca, ben visibile sul capo dell'animale.

La caccia e l'impiccagione del lupo, incisione, 1685 circa

Un'iscrizione avvisa gli abitanti: Avvenimento realmente accaduto! E spiega che il lupo mannaro, che aveva divorato alcuni bambini, è stato catturato il 9 ottobre in un pozzo di Neuses, ucciso ed impiccato.

La seconda incisione ha invece una funzione di ammonimento: il licantropo è stato ucciso, ma è necessario continuare a prestare attenzione, perché potrebbe ripresentarsi. Lo vediamo infatti raffigurato mentre, fuoriuscito dalla tomba e parzialmente ancora avvolto dal sudario, aggredisce un uomo alle spalle mentre questi sta rincasando.

Il borgomastro Michael Leicht visita la propria vecchia casa in sembianze di lupo mannaro, scacciando i nuovi inquilini, incisione, 1685 circa

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