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Il battistero di Riva San Vitale

Una volta non potevo stare a casa il sabato sera e la domenica era passata nei dintorni del divano.
Oggi invece il contrario: a casa il sabato sera così da poter uscire presto la domenica. Ma anche non presto, però uscire. Nulla quindi mi vieta di fare una visita al più volte sentito “battistero di Riva San Vitale”

Certo non sarà raffinato come la vasca da bagno di Napoleone ammirata ai musei Vaticani ma la vasca battesimale presente nel battistero di Riva San Vitale vale se possibile ancora di più: certo perché é tutto nostro ed inoltre risulta che fa parte del “ più antico monumento cristiano ancora esistente in Svizzera”.
E scusate se é poco.

Il Battistero è il più antico monumento cristiano ancora esistente in Svizzera. Dopo accurate ispezioni archeologiche fu isolato e restaurato negli anni 1953/55. Costruzione quadrata che si tramuta in ottagono, coperto da un tetto in coppi: risale al 500 (V secolo) e sorge sull'antico suolo, di livello inferiore all'odierno.

Battestero paleocristiano
Dedicato a San Giovanni e risalente al VI secolo, è il più antico monumento cristiano ancora interamente conservato in Svizzera.


Il Battistero è costruito con pietra del luogo, in blocchetti squadrati e posati a corsi regolari. Le sbracciature e i rappezzi sono dovuti a successivi interventi e modifiche.

Scendiamo da questo cortile antistante al Battistero ed ecco la porta primitiva nella facciata nord, da cui passavano i catecumeni, che intendevano ricevere il Battesimo per diventare cristiani.

La prima cosa che salta all'occhio è la vasca monolitica (ricavata da un solo blocco di pietra) che sta nel mezzo del locale ottagonale. Diametro della vasca medioevale del 1200 è di circa metri 1,9.


Sotto il fonte ottagonale ad immersione, profondo circa 60 cm., a cui si accedeva per due gradini (Battesimo per immersione). La fonte era munita di uno scarico in mattoni per l'acqua dopo la cerimonia; l'altro scarico in piombo per raccogliere l'acqua che durante l'immersione dei carecumeni poteva debordare dalla vasca.

Il pavimento originale, in parte ancora esistente, è formato da piastrelle di marmo, bianco e nero, disposte a rosette 6; pavimento che durante i secoli fu alzato ben quattro volte, se ne scoprono le tracce anche sulla vasca monolitica.

A levante, fra le due nicchie, ecco un'abside piccola, illuminata verso sud da una finestrella, che serviva come cattedra del vescovo e che conteneva anche un piccolo altare. Questa è del IX secolo; seconda trasformazione dell'abside primitiva, i cui resti sono sotto il pavimento in legno, dell'altare. Sulle pareti della piccola abside, c'erano affreschi. I più recenti sono stati "strappati" e si trovano in fondo alla Chiesa parrocchiale, e rappresentano la vita di San Giovanni Battista. C'è ancora un Cristo Crocifisso del X secolo, poi la prima raffigurazione del Beato Manfredo Settala e un angelo. 

Manfredi Settala

Nella prima decade del XIII secolo il Monte San Giorgio fu scelto quale luogo di ascesi dal Beato Manfredo, figlio della ricca famiglia milanese dei Conti Settala e gia parroco di Cuasso al Piano. La sua presenza sulla montagna - egli soggiornava presso l'eremo di San Giorgio a Meride - è attestata nel 1207.

Manfredi Settala nell’affresco della piccola abside


Una decina di anni dopo - il 27 gennaio del 1217 - l'eremita mori e il suo corpo venne tumulato dietro l'altare maggiore della chiesa parrocchiale di Riva.

Numerosi sono i miracoli attribuiti in seguito all'intercessione del santo, come testimoniano le due tele di Giovanni Battista Bagutti (del 1782) e i tre affreschi di Pietro Chiesa (1934 - 1935), pronipote del Bagutti, sulle pareti del coro di San Vitale.
 


Da quando, nel momento esatto della sua morte, tutte le campane di Riva e dei villaggi vicini iniziarono a suonare da sole all'unisono, a quando si dovette scegliere il luogo di conservazione delle sue reliquie e, secondo la leggenda, per non fare torto a nessuno, si volle lasciare la scelta al sant' uomo: il suo corpo venne adagiato su una sorta di slitta trainata da due buoi che si sarebbero fermati solo davanti alla chiesa preferita dal beato.


L’episodio della slitta trainata dai buoi


Oppure di quando, durante un periodo di siccità, sollecitato dalle preghiere dei contadini, il Beato Manfredo fece crescere un campo di grano. Quest'ultimo episodio è ricordato dalla popolazione di Riva San Vitale ogni anno il 27 gennaio, data in cui, durante la sagra dedicata al patrono del borgo, viene benedetto e distribuito del pane.

Sempre in occasione della sagra, le reliquie del Beato Manfredo - che furono traslate nel 1387, alla presenza del vescovo di Co-mo Beltramo, in un' arca marmorea, ancora conservata dietro l'altare della parrocchiale - vengono esposte alla devozione popolare.

Nel sott'arco, copie di Santi dei secoli XI-XII.


Nella nicchia di sinistra è rappresentato il Giudizio Finale



Il Cristo Giudice, un angelo che suona la tromba nella risurrezione e le anime che escono dalle tombe, a destra si indovina il gesto che ricaccia le anime dannate all'inferno.


Nella nicchia di destra ecco la Natività di Cristo; la Madonna stesa su un letto



San Giuseppe (tipo bizantino), gli Angeli, una donna che prepara la lavanda di Gesù Bambino e i pastori con le loro pecore.

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