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Museo della carta di Basilea

Il museo della carta é uno di quei musei messi lì in un cassetto, che prima o poi avrei visitato ma non di prima fascia. Devo però riconoscere che le attese sono state superate grazie anche a delle piccole curiosità legate alla storia tutt’altro che prevedibili

Tutto parte dagli stracci

All'inizio del XVI secolo, una cartiera utilizzava circa quaranta chili di stracci al giorno, pari a un fabbisogno annuale di circa 12 tonnellate.
Intorno al 1500, Basilea aveva una popolazione di circa 8.000 abitanti.
Per rifornire di stracci una singola cartiera, era necessario raccogliere in media 1,5 kg di stracci per abitante ogni anno. A quell'epoca, nel quartiere di St. Alban di Basilea c'erano sette cartiere.

Fino al XIX secolo, la carta veniva prodotta quasi esclusivamente con stracci e vecchie corde di lino, canapa o cotone. Gli stracci venivano prima selezionati per fibra, colore e qualità, poi lavati e tagliati in piccoli brandelli. Venivano poi lasciati a macerare nella stanza della marcescenza per diverse settimane, per facilitare la sfibratura nella pila del maglio.

Raccoglitrice di cenci

Uno dei processi per produrre la carta ha come materia prima il cotone. Cotone che viene recuperato per lo più tra gli scarti della società dando vita a nuove figure specializzate in questa attività e lavorazione 


Le cartiere acquistavano le materie prime - vecchie lenzuola e stracci - dagli straccivendoli. Questi uomini e donne si aggiravano per le strade raccogliendo o scambiando abiti usati e ritagli di tessuto. Spesso era difficile ottenere abbastanza materia prima per rifornire le cartiere, poiché le persone possedevano solo pochi capi di abbigliamento, che di conseguenza indossavano per molto tempo. Con l'aumento della domanda di stracci, molte città emisero ordinanze per garantire il rifornimento delle cartiere. Nonostante la minaccia di multe, il mercato nero degli stracci fiorì.

La preparazione degli stracci per la fabbricazione della carta era un lavoro riservato alle donne.

Le lavoratrici facevano a pezzi i tessuti, le lenzuola e le corde, rimuovevano i bottoni e i ganci, tagliavano le cuciture e gli orli spessi e poi selezionavano i tessuti in base alla qualità.

Lavorare con stracci e tessuti vecchi e in decomposizione non era solo sgradevole, ma anche pericoloso per la salute. Molti magistrati approvarono leggi a favore della quarantena degli stracci per prevenire la diffusione di epidemie.

Dopo essere stati selezionati e lavati, gli stracci venivano lasciati a macerare in vasche di decomposizione prima di essere utilizzati per produrre la pasta di carta. In Francia, gli stracci venivano ammassati in grandi cumuli e lasciati decomporre.

Varie fasi di decomposizione degli stracci

Il mulino di Gallico aveva due cantine per gli stracci, una per la selezione e l'altra per la marcescenza. Quella in cui ti trovi ora fu costruita nel XVIII secolo. Aveva un pozzo per mantenere umidi gli stracci.

La seconda cantina fu costruita deliberatamente all'esterno della cartiera all'inizio del XIX secolo a causa del fetore degli stracci in decomposizione.

In Germania e in alcune parti della Svizzera, il metodo preferito era la marcescenza in grandi vasche di legno o di pietra, che permetteva di ottenere lo stesso risultato in 8-9 giorni. Louis Piette descrive nel suo diario, datato 1833, le fasi nauseabonde della decomposizione degli stracci nelle vasche, fino a quando gli stracci erano pronti per essere schiacciati nel mucchio di mazzette.

Sfibratura nel maglio

Parte all'interno del museo inerente la produzione della carta. 
A diverse postazioni il personale del museo mostra le varie procedure di lavorazioni

In questa stampa dell'epoca si notano le stesse lavorazioni riprodotte nel museo
Sulla destra si intravedono le rote dentate del mulino che azionano poi i martelli che fanno da maglio per ridurre in poltiglia quel che resta degli stracci di cotone decomposti

L'esterno del museo, la funzione della ruota del mulino non é più un mistero

Di nuovo all'intenro, la rotazione del multino aziona poi i sei magli ora a riposo.
Si intravede l'asse dentato che fa alzare i martelli. 
Oltre al maglio la ruota faceva ruotare la stanga in altro che a suo volta, tramite cinghie, azionava altri macchinari

Ii principio mdi funzionamento del maglio

Carta da cesso

Al giorno d'oggi non ci poniamo nemmeno la domanda: le carte igieniche vendute sul mercato hanno un livello di qualità e morbidezza estreme. Nel mio passato ho avuto modo di assaporare della carta molto più ruvida e fine: era un corso di ripetizione dove evidentemente il furiere decise di risparmiare e lo fece ordinando carta da gabinetto che pensavo nemmeno osassero vendere.

Il museo della carte di Basilea pone di nuovo l'accento sulla questione facendomi tronare a mente l'episodio

Un tempo per pulire le natiche si usavano materiali come stoffa, paglia, muschio o foglie. Già nell'VIII secolo si ha notizia della carta per la pulizia.

L'imperatore cinese si puliva con la sua carta igienica profumata.

Utilizziamo la carta fin dal XVI secolo, ma in origine solo sotto forma di carta straccia. Fino alla seconda metà del XX secolo, i giornali tagliati e le pagine degli elenchi telefonici erano la norma. La carta utilizzata esclusivamente per la toilette è emersa solo alla fine del XIX secolo come prodotto di lusso.

Brevetto della carta igienica datata 22.12.1891

“Vale veramente la pena di considerare che, in modo non strano, da uno stesso straccio provengono sia la carta scritta con lettere d'amore e baciata da belle donne, sia le salviette per il culo”. 
Giambattista Basile  1575-1632

I tedeschi piegano, gli americani accartocciano

Paesi diversi, abitudini diverse: in Germania la carta igienica viene generalmente piegata prima dell'uso. In Inghilterra e in Francia è molto spesso stropicciata e in America è sempre stropicciata. Questo significa che la carta igienica deve soddisfare le diverse esigenze dei clienti. La carta stropicciata americana è fine, liscia ed estremamente morbida. Tuttavia, non si adatta alle abitudini dei tedeschi, che avrebbero bisogno di grandi quantità per piegarla in modo sicuro. 

Carta igienica della Germania est, 1970 / 1980

Per il mercato tedesco, la carta igienica è composta da diversi strati, che la rendono più spessa e resistente all'umidità.

Carta igienica HAKLE in rotoli dagli anni '60
L'azienda Hakle prende il nome dal suo fondatore Hans Klenk.
Nel 1928 fu il primo in Germania a introdurre sul mercato la carta igienica in rotoli.
A sinistra Confezione portatile HAKLE in fogli singoli | dagli anni '50

Libri censurati

Censura! O chi decide chi ha il diritto di leggere?

I tentativi da parte di enti statali, gruppi religiosi o privati di esercitare un controllo sui testi e sui contenuti pubblicati sono antichi quanto la scrittura stessa. I libri, in particolare, sono stati spesso oggetto di censura. Sono stati banditi, vietati o bruciati. Ma grazie ad astuti stratagemmi, alcuni testi proibiti sono riusciti a raggiungere i loro lettori.

Anche oggi, in una società segnata dalle fake news, il tema della censura è scottante. Quali delle informazioni di cui siamo inondati sono vere? Di quali media possiamo fidarci? Chi può porre fine all'uso improprio dei media digitali? Vogliamo e abbiamo bisogno della censura di Internet per proteggerci dalle fake news? E come possiamo fidarci di un'autorità di censura di questo tipo?

Indice dei libri proibiti

L'"Indice dei libri proibiti" è stato lo strumento ufficiale di censura della Chiesa cattolica dal 1559 al 1966.

Creato come reazione alla Riforma, l'Indice elencava le opere considerate pericolose e vietate alla lettura dei cattolici. Il numero di libri proibiti crebbe rapidamente, poiché spesso gli autori indesiderati venivano inseriti nell'Indice con tutte le loro opere.

L'"Indice dei libri proibiti"

Nella sua prima edizione del 1559, l'Indice bandì persino tutte le opere stampate da Basilea!

L'edizione del 1758 eliminò per la prima volta il divieto secolare di leggere la Bibbia nelle lingue nazionali. Era stata quindi la Chiesa stessa a dare il giro di vite più duro alla lettura della Bibbia nella storia!

Bustina di tè

Il raccoglitore, camuffato da una bustina di tè, contiene scritti proibiti di Thomas e Heinrich Mann, tra gli altri, che denunciano Adolf Hitler e il regime nazista.

Dall'inizio della Seconda guerra mondiale, la distribuzione e la lettura di tali scritti erano punibili con la morte.

Campione di sapone

La copertina simula un campione di shampoo. L'opuscolo che contiene descrive la persecuzione degli ebrei nella Germania nazista, in particolare la "Notte dei cristalli" del 1938. Cita articoli di stampa e altre reazioni dall'estero, tra cui quelle di Churchill, Roosevelt, Blum, Romain e Tolstoj.

Probabilmente pubblicato a Londra per informare la popolazione tedesca delle atrocità commesse nel proprio Paese.

Libri particolari


A sinistra Biblia o contenuto e nucleo dell'intera Sacra Scrittura - Lipsia 1707
Al centro lessico della conversazione, 175'000 parole - Berlino 1896
A destra Il Padre Nostro in sette lingue - Magonza 1962

Manoscritto in pergamena con fronde di topo
Metà del XVII secolo
Le pagine di pergamena e le rilegature in pelle sono un banchetto per i roditori! Molti dei nostri manufatti culturali scritti sono minacciati dai predatori.

Carl Maria Seyppel
“Intelligente, più intelligente, in movimento”
Un umorismo egiziano
Düsseldorf 1882, su una carta da stampa per mummie appositamente sviluppata.
Un primo esempio degli inizi del fumetto.

Descrizione di “mangiatori di uomini”
Pagina dalla “Cosmographia” di Sebastian Münster con le descrizioni delle isole del Borneo, Giava e Java - Basilea 1545

La nave dei folli

Questo libro é esposto nel museo e sfogliabile. Impossibile non farsi incuriosire sulla sua provenienze e i suoi contenuti

Il libro in lingua tedesca di maggior successo prima della Riforma.
L'opera contiene 103 xilografie, accompagnate dalle rime tedesche del giurista Sebastian Brant. Ogni immagine mostra uno sciocco nei cui vizi il lettore dovrebbe riconoscersi, come in uno specchio. 
Un terzo delle immagini è attribuito al giovane Albrecht Dürer.

La nave dei folli forse s'ispirava a un motivo frequente nell'arte medievale, segnatamente nella letteratura satirica, giocato su un bisticcio con la parola latina navis ("barca"), maccheronicamente correlata alla "navata di una chiesa"

Buona parte del libro ha un contenuto di critica verso la società dell'epoca. Brant, in effetti, fustiga con vigore e senza posa la debolezza e i vizi del suo tempo.
I "pazzi di corte" (giullari e simili) erano autorizzati a dire quasi tutto quello che volevano.


Brant non appoggiava il movimento della Riforma, ma molte delle sue critiche alla Chiesa riflettevano temi che i riformatori avrebbero fatto propri.

Questo lavoro ottenne immediatamente una grandissima popolarità, testimoniata dalle sei edizioni autorizzate - e forse ancor più dalle sette edizioni "pirata" - pubblicate prima del 1521.


In occasione del cinquecentenario della prima edizione di Basilea del 1494, su suggerimento di L. R. Nemirovskij, è stato dato il nome 5896 Narrenschiff a un asteroide della fascia principale scoperto nel 1982

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