Chi non ha mai sognato di stupire un ospite mostrandogli le meraviglie della casa? Ancora oggi si é portati a sbalordire l'ospite ostentando ricchezze materiali, ma una volta, quando non tutto il mondo era conosciuto, quando la scienza aveva molte domande in cerca di risposte, quando le tecnologie erano limitate e gli artigiani erano gli unici artefici, quando le immagini giravano poco e ci si immaginava le cose per sentito dire era sicuramente più facile offrire al visitatore oggetti allo scopo di lasciarli a bocca aperta.
Una vetrina "Naturalia" nella sezione "Wunderkammer" al museo di storia di Basilea
Corni di unicorno, piante esotiche di terre lontane, strani uccelli, orologi di straordinaria precisione, opere d'arte. Sono solo alcuni degli oggetti esposti nei peculiari musei che sorsero nell'Europa del XVI e del XVII secolo. Si trattava di collezioni private di principi, aristocratici, ricchi borghesi o persone con inquietudini culturali che mettevano in mostra i propri pezzi rari in un'apposita sala della propria casa. In Italia questi spazi erano denominati "camere delle meraviglie" o "gabinetti delle curiosità", ma spesso si utilizzava semplicemente il termine tedesco
Wunderkammer. Trattandosi di collezioni private, si potevano visitare solo su invito del proprietario. L'organizzazione e l'arredamento della sala adibita all'esposizione degli oggetti erano molto studiati:
il gabinetto delle curiosità non rispecchiava solo le aspirazioni politiche, intellettuali o professionali del proprietario, ma anche il suo status sociale ed economico. Era questo il caso dei collezionisti appartenenti alla famiglia reale o all'aristocrazia, nelle cui camere predominavano gli oggetti esotici, strani e difficili da trovare, che miravano a sorprendere il visitatore.
Invece, i gabinetti degli umanisti, dei medici, dei farmacisti o dei filosofi erano più modesti e orientati all'attività scientifica: avevano, cioè, una spiccata finalità pratica.

Il museo privato di un mercante tedesco
JOHANN DIMPFEL (1629-1669) era un ricco mercante della città di Ratisbona (sud-est della Germania), la cui famiglia aveva fatto fortuna con la manifattura del ferro e con la produzione di armi. La sua camera delle meraviglie mostra come la nuova borghesia cercasse di emulare i modelli aristocratici. Il quadro qui sopra, dipinto nel 1668, presenta la collezione così com'era esposta nel gabinetto-studio della casa del mercante. Tra gli oggetti più importanti di Dimpfel spiccano i CANNONI e l'armatura storica, che rimandano alla professione di famiglia.
Inoltre, si possono osservare globi terracquei, CONCHIGLIE, porcellane cinesi, libri, sculture, orologi, un teschio (come memento mori, ovvero monito sull'ineluttabilità della morte), nonché vari quadri di nature morte, paesaggi e temi religiosi.
Cannoncino presente anche nella artificalia dell museo di storia di Basilea
prima metà del XVIII secolo. Bronzo legno e ferro
Meraviglie naturali
Queste collezioni si svilupparono a partire dalla curiosità per tutto quanto fosse insolito. Gli oggetti esposti erano classificati in due grandi categorie:
le cose naturali - in latino naturalia -, ovvero tutti quegli animali, piante o minerali che si potevano trovare in natura; e le cose artificiali, artificialia, ossia le creazioni umane. Si manifestava così il desiderio dell'uomo rinascimentale di conoscere e organizzare la realtà di un mondo che ampliava costantemente i propri orizzonti.

Alcuni esempi di naturalia nel museo storico di Basilea
In basso a sinistra il "sangue di drago" si riferisce alla resina sanguigna dell'albero del drago (Dracaena draco), che cresce in Africa e in Asia. Nonostante il nome, non ci sono leggende colorate che circondano il sangue di drago. In passato veniva usato come rimedio per la circolazione sanguigna, la diarrea e l'epistassi, oggi viene utilizzato come pigmento colorato e come resina per incensi.
Lo zoccolo dell'alce è composto da due artigli, che erano considerati un rimedio collaudato per l'epilessia, poiché si riteneva che l'alce stessa fosse soggetta a questa malattia. Se si indossava un artiglio sul corpo nudo, si poteva curare il mal di testa. Più raramente, il petto veniva aperto con gli artigli in modo che l'alce potesse sentire.
Le persone che soffrivano di gotta venivano curate mettendo un artiglio di alce sotto la testa. Tra gli oggetti naturali speciali che Basillus Amerbach conservava nel suo gabinetto.
Secondo la cultura del Rinascimento, l'osservazione empirica del mondo naturale è più importante delle discutibili informazioni provenienti dagli autori classici, come quelle presenti nella Naturalis historia di Plinio il Vecchio. Per questo motivo gli umanisti erano molto interessati ad acquisire per le loro camere degli esemplari di piante, animali o minerali, a partire dai quali creavano una tassonomia o una rudimentale classificazione delle diverse specie naturali. Ciò non gli impediva di interessarsi anche alle aberrazioni della natura, come i cervi con le corna deformi o le capre con due teste (fossero autentiche o false).
Possedere una di queste stranezze accresceva il prestigio della propria camera delle meraviglie.

Vitello a due teste nel museo di Domodossola
La scoperta del Nuovo mondo e l'aumento dei contatti con l'Africa, con il Sud-est asiatico e con l'Estremo oriente fecero sì che il mondo naturale si arricchisse di nuove piante, animali e minerali fino ad allora sconosciuti.
Chiaramente, non tutti i collezionisti riuscivano a entrare in possesso di questi esemplari. Tuttavia, il desiderio di nominare, descrivere e rappresentare le nuove specie e confrontarle con quelle del continente europeo contribuì a far nascere una rete di scambio di informazioni tra collezionisti, che condividevano e verificavano i ritrovamenti. Fu cosi che
si scopri, per esempio, che i corni di unicorno, che avevano affascinato gli uomini del Medioevo, erano in realtà di narvalo (un grosso cetaceo). L'unicorno fini quindi relegato all'ambito mitologico.
Unicorno alla mostra temporanea del castello di Lenzburg (AG)
Un grande esempio di Wunderkammer era lo studiolo di Isabella d'Este nel palazzo Ducale di Mantova. La marchesa raccolse numerosi oggetti da collezione, tra cui opere d'arte, reperti archeologici, monete e curiosità naturalistiche. Importante fu anche la collezione di Anna Maria Luisa de'Medici, figlia di Cosimo IlI e ultima erede diretta della sua dinastia. Il naturalista bolognese Ulisse Aldrovandi, dal canto suo, raccolse un vasto patrimonio di naturalia, oggi esposto a palazzo Poggi. Una camera fu esposta anche presso l'abbazia benedettina di San Martino delle Scale, nel palermitano.
Un ricco mercante regala nel 1617 al duca di Pomerania un bel gabinetto d'arte (il mobile fu distrutto durante la seconda guerra mondiale) Olio di Anton Mozart XVII secolo
Gli artificialia
Nel corso del Rinascimento si sviluppò anche un grande interesse per la storia.
Il mondo classico, in particolare quello dell'antica Roma, era sempre stato al centro dell'attenzione, pertanto molti collezionisti iniziarono ad acquistare monete, iscrizioni, sculture e utensili di epoca romana. Nei gabinetti si potevano trovare anche pezzi provenienti dall'antico Egitto, persino mummie, nonché oggetti personali appartenuti a personaggi storici. Il collezionismo del XVI, XVII e XVIII secolo incoraggiò cosi lo sviluppo dell'archeologia e della attività lucrativa di coloro che si dedicavano a una forma primitiva di commercio di antichità.
Tra gli artificialia presenti in una camera delle meraviglie poteva esserci qualsiasi manufatto umano caratterizzato da un grande virtuosismo artistico o tecnico-scientifico. Si trovavano per esempio sculture di legno, avorio o corno di elevata complessità, sculture mobili, automi, orologi, astrolabi e opere degli artisti più famosi dell'epoca. Non vanno poi dimenticati gli arredi su cui erano esposte le collezioni, che potevano essere molto elaborati ed erano in genere dotati di vari cassetti e scompartimenti segreti. La camera in cui si esibiva la collezione era solitamente decorata con dipinti che andavano incontro ai gusti del collezionista.

Seghetto per le amputazioni, XVI secolo, museo di storia di Basilea
Lo studiolo di Francesco I de' Medici a palazzo Vecchio (1570-1572), per esempio, conteneva all'incirca una ventina di armadi disposti al centro della sala insieme a una scrivania e a una sedia, mentre le pareti e il soffitto erano sontuosamente decorati con dipinti a tema religioso, mitologico o scientifico.
Carabattolo della dinastia fiorentina dei Medici. Olio di Domenico Remps. Fine del XVII secolo
Dal gabinetto al museo
Che fossero dedicate alle scienze naturali o alle arti, queste camere delle meraviglie erano il prodotto dell'epoca umanistica, che si sforzava di comprendere e organizzare le conoscenze relative al mondo naturale.
Con il passare del tempo i gabinetti si aprirono gradualmente al pubblico, a volte con un esplicito scopo didattico.
Nel 1719, per esempio, lo zar Pietro il Grande creò in casa di un nobile di San Pietroburgo un gabinetto pubblico nel quale fece esporre le collezioni di storia naturale che aveva comprato in Olanda e in Germania affinché il popolo «vedesse e imparasse».
Nel XVIII secolo molte collezioni di camere delle meraviglie andarono a costituire la base di un nuovo spazio espositivo: i musei. Queste istituzioni pubbliche segnarono la democratizzazione della conoscenza e lo sviluppo dell'archeologia come disciplina scientifica, e allo stesso tempo dimostrarono il potere politico dei nuovi stati nazionali. L'istituzionalizzazione delle collezioni fini per far scomparire i gabinetti delle curiosità. Ciononostante, la loro eredità si è conservata non solo in forma di museo o di disciplina accademica, ma anche nel modo in cui attualmente ci rapportiamo con il passato e con il mondo naturale.Definizioni
Wunderkammer, dette anche Camere delle meraviglie, sorta di musei di scienze naturali ante litteram
Naturalia, curiosità della natura come coralli, pietre preziose, animali imbalsamati poco noti o parti di essi come zanne, zampe, becchi e artigli
Artificialia, oggetti bizzarri creati dall'uomo provenienti dai quattro angoli del pianeta Terra che destavano stupore e meraviglia.
Le Mirabilia ben rappresentano un momento storico di transizione tra il carattere soprannaturale e quello naturale delle creature mostruose. La natura, un tempo oscura e misteriosa, diviene l'oggetto del desiderio dell'uomo, che cerca spasmodicamente di comprenderla e catalogarla
Gabinetto delle meraviglie al museo storico di Basilea
Le tipiche aree di collezionismo come le opere di oreficeria, gli strumenti scientifici e le armi sono esposte negli armadi a muro; i singoli capolavori dei gabinetti delle curiosità di Basilea conducono a un gabinetto centrale. Questo mobile riunisce in modo esemplare ciò che i collezionisti hanno raccolto dal 16° al 18° secolo.
È organizzato secondo quattro generi fondamentali in cui i collezionisti cercavano di registrare e organizzare le conoscenze dell'epoca:
- Artificialia: opere d'arte realizzate da mani umane
- Naturalia: meravigliosi prodotti della natura
- Antiquitates: affascinanti manufatti dell'antichità
- Scientifica: strumenti scientifici
Il mondo con tutti i suoi fenomeni - il macrocosmo - doveva riflettersi nel microcosmo della collezione. La Kunstkammer formava un universo in miniatura.
Lo spazio dedicato alle Wunderkammer nel museo storico di Basilea

Namorfosi di una donna borghese con un giullare
Hans Halnrich Glaser (1686/1694-1673) iscritto a Basilea, 1650 circa inv. 1800/244,1
Dono Daniel Burknardt-Worthomann
L'immagine apparentemente astratta sul pannello di legno diventa improvvisamente instabile non appena un cilindro di metallo lucido viene posizionato al suo centro. La raffigurazione di una donna borghese abbracciata da un giullare appare ora sulla superficie metallica curva. Queste anamorfosi (in greco antico “anamor-phosie” = rimodellamento) sono dipinti di consiglio accuratamente costruiti per i quali venivano scelte raffigurazioni erotiche o ambigue. Ebbero un periodo di massimo splendore nel XVII secolo.
Tazza con testa di matto
Basilea (2), 1656 circa
Cocco; argento, parzialmente dorato Inv. 1892.183.
Dono Signora Hauser-Speiser
La coppa a testa di scemo è una rara forma speciale di recipiente in cocco. I tre fori germinali nella noce formano il volto del giullare, le orecchie d'asino alludono alla sua follia e le campane alla sua sgarbatezza. La testa del giullare può essere trasformata in un recipiente per bere in un batter d'occhio. Lo indica l'iscrizione incisa sull'anello: “DER LVST ZVM STARKEN TRANCK UND WIN MACHT DAS ICH NÍT KAN WIZIG SIN”.
Questo curioso oggetto apparteneva alla famiglia Hauser, che gestiva la locanda “Zur Krone” a Basilea.

Nocciola in quarto con la Passione di Cristo
Alto Reno (?), metà del XVI secolo
Ciotola di nocciole, legno di tiglio, dipinto
Inv. 1904.477. Gabinetto Amerbach
La “Passione in una nocciola” è una delle poche curiosità sopravvissute che Basilius Amerbach conservava nel suo gabinetto.
Le figure, realizzate in sottile legno di tiglio, sono state incollate nei quarti dipinti di un guscio di nocciola. Esse mostrano la Passione di Cristo con la sua cattura, la derisione, il trasporto della croce e la crocifissione (il crocifisso si è spezzato). Oggetti devozionali e opere monastiche di questo tipo su piccola scala sono sopravvissuti solo raramente dal XVI secolo.
Ritratto con stemma (Beat II Zurlauben?)
Melatore sconosciuto con le iniziali FE
Inv. 1870.1192. Museo Pasch
Il ritratto e la cornice sono stati abilmente intagliati da un unico pezzo di legno di noce. Il rivestimento e il panneggio sono intagliati in modo impressionante. Lo stemma identifica il nobile come un membro della famiglia Zuruben di Zug: Forse si tratta del ventottenne Beat I. Zurlaubon (1697-1003), che servì come capitano nell'esercito francese. L'ignoto intagliatore ha aggiunto i suoi iniziatori nascosti: Il suo monogramma è visibile sulla cintura che sbuca da sotto la fiamma aperta
Coltello e forchetta Germania (2), XVII sec. Avorio, acciaio
I manici del coltello e della forchetta rappresentano i progenitori biblici Adamo ed Eva. Sono solo un esempio dei numerosi temi presenti nei manici delle posate in avorio intagliato.

Quattro cucchiai Francia (2), verso 1600
Questi cucchiai, abilmente intagliati, fanno parte di una serie più ampia e raffigurano scene dell'Antichità e dell'Antico Testamento, in particolare Venere e Cupido per due volte, Abramo e Melchisidech e Salomone con la regina di Saba (o Ester davanti ad Assuro).
Calendario perpetuo Thuri Berild 1543
Inv. 1982.625. deposito Emanuel George Sarasin-Grossmann
Il calendario può essere utilizzato per determinare il giorno della settimana associato a una data per un determinato anno. Tuttavia, non mostra la data della Pasqua né tutte le festività che dipendono dalla Pasqua.
Cranio con denominazioni anatomiche
B. 2091.360. Depositum Naturhistorleches Musoum Basilea
L'etichettatura precisa sulla parte posteriore della testa suggerisce che questo cranio è stato utilizzato per le lezioni di anatomia.
Piatto decorativo Hans Rudolf Meyer (1642-1706), Basilea, 1680 ca. argento
Al centro di questo eccezionale pezzo di Hans Rudolf Meyer c'è un tragico incidente di caccia durante una battuta di caccia all'orso. I marchi del proprietario dell'importante mercante Kaspar Jodok Stockalper (1609-1691) di Briga (Vallese) sono impressi a forma di croce sopra l'orso che attacca.
La vergine di Norimberga al castello di Kyburg
La vergine di Norimberga presente nel museo del castello di Kyburg;
trattasi di un falso acquistato nei secoli passati dai proprietari del castello per sorprende e intrattenere gli ospiti

La Vergine di Norimberga, spacciata come uno strumento di tortura medievale, è in realtà un prodotto del XIX secolo, un’epoca in cui l’Europa era affascinata da una visione romantica e distorta del Medioevo. Questa riscoperta del Medioevo non era basata su una comprensione storica accurata, ma piuttosto su una visione teatrale e sensazionalistica. Gentiluomini e collezionisti europei commissionarono oggetti che riflettevano questo “finto medioevo gotico”, un’epoca immaginaria popolata da inquisitori incappucciati, streghe seducenti e scene di violenza e atrocità spettacolari.
Monastero San Giorgio Stein am Rhein
Di sicuro effetto l'alligatore montato a testa in giù che penzolante dal plafone. Mentre si potrebbe pensare inizialmente ad una trovata dei curatori del museo del monastero trovo invece mesi più tardi in un libro a Varese la conferma che gli alligatori appesi a testa in giù erano una moda già presente per stupire gli ospiti nel XVI secolo
Monastero di San Giorgio a Stein am Rhein, stanza delle meraviglie
Wunderkammer di Ferrante Imperato, Napoli 1599
Sembrerebbe proprio che avere un alligatore appeso a testa in giù fosse di moda..
Museo naturale Domodossola
Al museo di Domodossola si trovano poi i grandi classici delle Wunderkammer, il mondo sottomarino nasconde creature che spaziano dal curioso al mostruoso
Museo di Saint Imier
Che il bizzarro pesce dagli aculei fosse un pezzo da camera delle curiosità lo conferma anche il museo di Saint Imier
Saint Imier poi decide di "colpire" il visitatore mostrando le viscere di un ratto, indubbiamente disgustoso così come sorprendente
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