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Arbedo 1422: Peter Kolin

Capitai a Zugo nel novembre del 2020.

Nel giro della città vecchia non mi feci sfuggire un bel dipinto sulla facciata di un ristorante. Ritraeva un soldato che brandiva un drappo appena strappato dalla lancia di un morente con i colori cantonali intrisi di sangue.

Johann Ludwig, il terzo indomito combattente zugano a brandire la bandiera cantonale

Appena fuori le mura poi una statua di un alfiere sopra la fontana la faceva da padrona. Allora non lo sapevo ma entrambe le rappresentazioni facevano capo all’episodio dell’ eroica lotta per proteggere la bandiera zugana durante battaglia di Arbedo del 1422

Peter Kolin veglia sulla città di Zugo

L'occasione di chiudere il cerchio l'ho avuta oggi, in quel di Arbedo ricorre il 600esimo della battaglia dal nome omonimo. Come per Marignano si tratta di una sconfitta, come per Marignano l'esercito confederato non era al completo e solo alcuni cantoni vi presero parte, e proprio come per Marignano in quest'occasione nacquero comunque dei miti tutt'oggi presenti più che mai..

La ricostruzione che é andata in scena oggi non poteva essere fedelissima ai fatti, vuoi per la complessità dell'esecuzione, vuoi per gli spazi angusti a disposizione, vuoi per il poco tempo di preparazione o ancora per il numero relativamente esiguo di figuranti.

La battaglia, sulla destra i milanesi che escono da Bellinzona ed attaccano di sorpresa l'accampamento Confederato. Da sotto l'erba (?!) sulla sinistra spuntano altri svizzeri, presumibilmente i 600-800 di rientro dal giretto non autorizzato in Mesolcina

La battaglia narra che i confederati furono attaccati dai milanesi (in netta superiorità numerica 16000 a 2500!). In testa ai milanesi il Carmagnola con la sua cavalleria. Malgrado gli svizzeri fossero tutti appiedati i milanesi dovettero smontare da cavallo per affrontare efficacemente la fanteria svizzera; gli svizzeri  abbattevano i cavalli colpendoli alle gambe, di conseguenza i cavalieri milanesi si trovavano scaraventati a terra per essere poi terminati con le armi bianche.

Diciamolo nel XV secolo gli svizzeri spadroneggiavano per l'efficacia in battaglia, siamo nell'era in cui le picche stanno prendendo sempre più piede, e gli svizzeri con i loro famosi quadrati sono temutissimi uomini da guerra. Ad Arbedo però gli svizzeri erano muniti di alabarde, ben più corte che le picche, in questa occasione furono i milanesi ad utilizzarle, e dopo aspri combattimenti (e grazie a manovre diversive sui fianchi con l'apporto di balestre) il drappello di elvetici fu costretto ad arrendersi.

La chiesa di San Paolo di Arbedo, qui é dove si sono svolti una parte degli scontri.
Il rosso naturalmente é quello del segue versato a fiumi

Chiesa di San Paolo da un stampa di fine XIX secolo di Johannes Weber

Peter Kolin

Mentre i milanesi discutevano se annientare definitivamente gli svizzeri oppure portarli come prigionieri in Milano per poi chiedere un riscatto ecco apparire all'orizzonte un distaccamento di 600-800 uomini di rientro da scorribande (non autorizzate) nella val Mesolcina.
Appena arrivati sul posto attaccano l'esercito milanese, la battaglia torna ad infuriare. Ed é qui che si narra la leggenda dell'alfiere zugano Kolin ,giunto nel bellinzonese con i suoi due figli.
Kolin tiene la bandiera di Zugo e soccombe nell'intento di non farla cadere in mano nemica, appena deceduto il figlio la strappa dalla lancia da sotto il corpo del padre per legarla a se stesso ed essere ucciso a sua volta. La bandiera verrà presa in consegna una terza volta da Johann Ludwig che riuscirà in seguito a riportarla a Zugo (vedi dipinto della prima immagine del post).

L'inconfondibile bandiera di Zugo nel bel mezzo della ricostruzione odierna

Gli svizzeri furono poi obbligati a ritirarsi, (secondo alcune fonti uno dei capitani svizzeri voleva trattare una tregua “ma tosto da’ suoi fu senza pietà trucidato) sfondando a fatica e con molte perdite l'accerchiamento e rivalicando il Gottardo.

Battaglia di Arbedo 1422, attribuito a Adam Zumbach, 1684, Zugo
In corrispondenza della bandiera di Zugo si vede un passaggio di consegna della stessa ad evocare le gesta entrate nella storia

Questo episodio di coraggio, di stoicismo per i colori della bandiera creerà il mito, fino a portare ad un gemellaggio tra il cantone di Zugo e Arbedo, ne é testimonianza le autorità zugane invitate oggi per la ricorrenza.

La bandiera zugana che passa di mano in manto stile staffetta.
Alla fine rientrò nel canton Zugo e la famiglia Kolin potè tenerla in casa e vegliare su di lei.

Così ancora una volta da una sconfitta ci si trova ad innalzare simboli ed eroi durevoli nei secoli.  Vien quasi da chiedersi se la battaglia fosse stata vinta se avrebbe sortito lo stesso effetto. Misteri di questa grande piccola Svizzera desiderosa di eroi.

Memorabilia

Quello che rimane é una serie di memorabilia, a ricordare specialmente da pare zugana il gesto del passaggio della bandiera

La battaglia riportata nelle tavole del Kappelbrücke di Lucerna

Medaglia di Kolin che commemora il 500° anniversario della battaglia di Arbedo del 1422.

Sul dritto è presente la scritta su due righe, in alto su piedistallo, il morente Hans Landtwing tra due compagni d'arme. Quello a sinistra con la spada tiene lo stendardo di Zugo salvato da Landtwing e quello a destra sostiene Landtwing. In basso, sul basamento, si trova l'iscrizione "ARBEDO / 1422-1922". Sul bordo inferiore sinistro si trova l'iscrizione "NACH BRANDENBERG" e in basso a destra la firma dell'artista "AK".

La medaglia, disegnata dagli scultori zughesi Aloys Brandenberg (29.04.1853-05.02.1942) e Andreas Kögler (03.04.1878-17.07.1956), è stata emessa nel 1922 dalla Società di Storia Locale di Zugo e commemora la Battaglia di Arbedo del 1422, che fermò per diversi decenni l'espansione confederata a sud della principale dorsale alpina.

Dalla medaglia viene poi creata questa decorazione in vetro per fa festa di tiro svoltasi a Unterägeri (ZG) nel 1967 - Museo svizzero del tiro Berna

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