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Palazzo Federale

 A furia di vederlo in TV inevitabilmente si inizia ad immaginarselo. Ma neanche troppo, un paio di stanze (Consiglio degli Stati e il Nazionale) vengono spesso ripresi nei TG.

Prima che la fantasia voli troppo, e col sacrosanto rischio di rimanere poi delusi dalla realtà, decido di svelare il mistero e di recarmi direttamente sul posto.

L'esterno

La nostra Mecca, immortalato dal "ponte del vento" così chiamato da mia figlia

Modellino del palazzo federale, scala 1:100. Vetro acrilico PVC, fresato con CNC e stampato a iniezione (Museo Nazionale di Zurigo) Sul frontone nord del Palazzo del Parlamento si erge un gruppo scultoreo di tre figure del vodese Rodo de Nieder-häusern: al centro in piedi l’indipendenza politica, a sinistra il potere esecutivo e a destra quello legislativo. I grifoni del ticinese Anselmo Laurenti simboleggiano la forza e l’intelligenza. Le allegorie sulle chiavi di volta sopra i portali d’ingresso rappresentano il coraggio, la saggezza e la forza e sono opera del ginevrino Maurice Hippolyte Reymond. Nella nicchia a sinistra siede la libertà con la catena spezzata e in quella a destra la pace col ramo d’ulivo e con la spada nella guaina per la difesa. Entrambe le opere sono del ginevrino James André Vibert. All’entrata, le due figure di bronzo di Maurice Hippolyte Reymond rappresentano lo storiografo del passato (sinistra) e quello del presente (destra).

l Palazzo del Parlamento della Confederazione Svizzera è stato edificato negli anni 1894 -1902 sotto la direzione dell’architetto Hans Wilhelm Auer di San Gallo; alla sua costruzione hanno contribuito 173 ditte e 33 artisti svizzeri. Il 95 % dei materiali utilizzati proviene dalla Svizzera e simboleggia la varietà del nostro Paese e della sua popolazione. Ogni figura e immagine rimanda agli eventi importanti della storia svizzera
In rosso la sala dei passi perduti
In viola la stanza per i ricevimenti ufficiali (capi di Stato ecc)
In azzurro il consiglio Nazionale
In verde l'immenso atrio
In giallo il consiglio degli Stati
(piantina presente nel museo di storia del Canton Berna)

L'atrio
L'atrio centrale é sicuramente il pezzo più spettacolare, le quattro statue (i 4 lanzichenecchi) rappresentano le quattro regioni della Svizzera e le corrispondenti quattro lingue nazionali.

Giungendo dall'entrata principale in cima alle scale ci si ritrova a tu per tu con la scultura dei "Tre Confederati" che secondo la leggenda sono Walter Fürst di Uri, Werner Stauffacher di Svitto e Arnold von Melchtal di Untervaldo. Per intenderci questi tre signori erano quelli presenti al Grütli ad inizio agosto 1291 (attenzione, il patto parla di primi giorni di agosto, quindi presumibilmente il primo giorno di agosto, giorno in cui siamo soliti festeggiare erroneamente la festa Nazionale)
I Tre Confederati

Girandoci di 180 gradi lo sguardo va sulle nicchie della parete nord. I due personaggi presenti sono Arnold Winkelried a sinistra e Nicolao della Flüe a destra. AL centro si trova un balcone, una classica tribuna d'onore con porta onoraria, essa ha un valore puramente decorativo e può ritenersi dal lato funzionale completamente farlocca.
Parete nord, in basso l'entrata principale

Se poi alziamo lo sguardo notiamo la cupula di vetro, al centro si trova un mosaico con la croce svizzera dell’atelier di Clement Heaton a Neuchâtel. Le iscrizioni riportano in latino il motto dello Stato svizzero rappresentato in maniera simbolica: «Unus pro omnibus – Omnes pro uno» (uno per tutti – tutti per uno). Le due figure femminili rappresentano due geni della libertà. I 22 stemmi dei Cantoni della Svizzera del 1902, disegnati da Albert Lüthi di Zurigo, sono raggruppati attorno al mosaico. Lo stemma
del Cantone del Giura, fondato nel 1978, ha trovato posto alla sommità della volta sopra i «Tre Confederati».


La cupula

Le quattro grandi finestre ad arco con vetrate di quattro artisti svizzeri (Sandreuter di Basilea, Welti di Zurigo e i vodesi Turrian e Biéler) situate sotto la cupola rappresentano le quattro più importanti attività economiche e settori industriali della Svizzera attorno al 1902.

Ad est: l’artigianato tessile sullo sfondo di un paesaggio lacustre zurighese;
A nord: sulla sponda del Reno, il commercio e il trasporto di merci;
Ad ovest: l’industria metallurgica in un paesaggio del Giura;
A sud: l’agricoltura nello scenario delle Alpi bernesi (massiccio della Jungfrau).
Le quattro vetrate

La sala del consiglio degli Stati
Il consiglio degli Stati

Il dipinto murale di Albert Welti di Zurigo e Wilhelm Balmer di Basilea mostra una Landsgemeinde nel 18° secolo. 

Come soggetto in primo piano Albert Wetli ha scelto la piazza della Landsgemeinde di Stans nel Cantone di Nidvaldo, per il pae-aggio la zona di Sarnen nel Cantone d’Obvaldo. Questa assemblea popolare all’aperto illustra la democrazia diretta svizzera ed esiste tuttora nei Cantoni di Appenzello interno e Glarona. Per questa scena, i due artisti hanno dapprima ritratto volti di abitanti dei Cantoni di Obvaldo e Nidvaldo che hanno poi inserito nel dipinto murale

Il grande lampadario di ferro battuto del lucernese Ludwig Schnyder von Wartensee pesa 1,5 tonnellate ed è illuminato da 208 lampadine. Nel 1902 era modernissimo e lussuoso perché l’illuminazione elettrica non si trovava ancora in tutte le case. 
Le tre grandi bifore ad arco sono ornate di tende con merletti di San Gallo.

La sala del consiglio Nazionale



Il grande dipinto di Charles Giron, la «Culla della Confederazione», eseguito su una grande tela, offre un panorama del lago dei Quattro Cantoni. A sinistra, in primo piano, è ritratto il praticello del Grütli. È il luogo dove nel 1291 si riunirono i tre Confederati per prestare giuramento e stringere il patto di alleanza che diede origine alla Svizzera. Sullo sfondo è ritratto il borgo di Svitto alle cui spalle si scorgono i due monti Mythen.

Sopra il dipinto e tutto attorno alla sala, a rappresentare anche il livello politico comunale, una corona con stemmi di 59 importanti comuni svizzeri nel 1902.

Tra le nuvole si nota aleggiare una figura femminile con in mano un aureo ramoscello di ulivo. È l’angelo della pace.


Angelo della pace

Nella nicchia sul lato sinistro del dipinto è seduto l’eroe nazionale Guglielmo Tell, opera del ticinese Antonio Chiattone, simbolo della libertà politica e dell’azione.

Nella nicchia a destra del dipinto, suo fratello Giuseppe ha raffigurato Gertrud Stauffacher, simbolo della buona idea: fu lei a proporre che le tre comunità rurali Uri, Svitto e Untervaldo si unissero per formare una Confederazione (Friedrich Schiller «Guglielmo Tell»). Gertrud era la moglie di uno dei tre Confederati.


Werner e Gertrud Stauffacher dipinti sulla facciata del municipio di Svitto. Un targa appena sopra il dipinto recita "Anche voi siete uomini, sapete maneggiare l'ascia e Dio aiuta i coraggiosi."

La sala dei passi perduti
La sala dei passi perduti è lunga 44 metri. Il suo andamento curvo dà un senso di profondità. Durante le sessioni, la saladei passi perduti è il luogo in cui i parlamentari si incontrano, discutono, rilasciano interviste e ricevono i lobbisti.

Sala dei ricevimenti, in viola nella cartina iniziale. Questa sala serve anche per scopi rappresentativi: ad esempio per i ricevi-menti ufficiali di capi di Stato da parte del Consiglio federale e per il ricevimento di Capodanno del Presidente della Confederazione

I dipinti del soffitto sono opera di Antonio Barzaghi-Cattaneo di Lugano. Nella fila centrale, i medaglioni del soffitto raffigurano le sei principali virtù statali: la verità, la saggezza, l’amor di patria, l’abbondanza, la misericordia e la giustizia.
Sui lati i medaglioni rappresentano le più importanti categorie professionali e industriali svizzere del tempo e le attività per le quali il nostro Paese era conosciuto nel 1902. Sul lato interno: l’arte del ferro, l’industria calzaturiera, il turismo, la panifica-zione e l’edilizia. Sul lato esterno: la scienza, l’arte, l’istruzione, l’agricoltura e l’orologeria e le scatole musicali.

Il turismo

L'agricoltura

A fine visita riesco comunque a trovare tre chicche non menzionate dalla guida. Uno strano oggetto nella sala dei passi perduti cattura la mia attenzione, e la scritta posta su di essa non fa altro che aumentare la mia curiosità a oggi, ahimé, rimasta insoluta

L'etichetta in mezzo al centro recita: "Siamo i trogloditi (!) dei tempi buovi. Qual potenza ha il fuoco che allora rapimmo al ciel!"
In basso "Alla Confederazione Elvetica. Milano aprile del MCMVI (1906). Il comitato milanese (?)"

La seconda é per rassicurare tutti: il parlamento svizzero é un parlamento di milizia, quindi non di professionisti. Sono persone comuni, proprio come noi, di conseguenza anche i servizi pubblici non sono placati oro con piastrelle di alabastro e musica classica in sottofondo

Ho verificato: su questo pulpito siamo tutti uguali

Per finire i modo degno riporto questa cartolina scovata nel museo Nazionale di Zurigo

L'iscrizione recita: "Come un'isola di pace in mezzo alle tempeste, la Svizzera è al sicuro dagli orrori della guerra; gli Stati onnipotenti che ne delimitano i confini hanno rispettato i suoi diritti e le sue promesse."

A chi fosse interessato qui é possibile prenotarsi per una visita guidtata
Visite guidate del Palazzo federale (parlament.ch)

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