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San Nicolao della Flüe: i luoghi

Immaginatevi di essere sposate e di avere 10 figli.
E ora immaginatevi un bel mattino il vostro consorte uscire con questa domanda: 
“More ti avevo già parlato di questa mia improvvisa voglia di eremitaggio? Ti fa niente portare avanti il baraccame e i mocciosi così parto per fare l’eremita per diciamo…10-20 anni? “ 

Eremitaggio “facile”
 
Con mia grande sorpresa oggi ho potuto constatare che la distanza tra la dimora e il luogo per il ritiro spirituale di San Nicolao ammonta a soli 570 m. Un dialogo come quello seguente era dunque plausibile:

“Mamma non trovo l’acciarino…”
“Tuo padre sa dov’é”
“Ma sta facendo l’eremita…”
“E bon vai là veloce a chiedergli” 

La battuta é il sunto della vita del santo ed é altamente sminuente, il personaggio patrimonio della Confederazione ha una storia ben documentata e tutt'altro che scontata, un post é troppo riduttivo per poter raccontare le sue gesta, quindi in questo mi limiterò ai luoghi

La vita di Nicolao si svolge in un fazzoletto di terra (tranne un breve pellegrinaggio che lo porterà comunque solo fino a Liestal (BL) e la partecipazione a qualche guerra (!) nel zurighese.

Cappella "di sotto". L'eremo di Nicolao si trova attaccata alla cappella che si intravede in secondo piano al centro del dipinto

 Casa natale, casa in cui ha vissuto con la famiglia distano pochi metri.

I tre pallini rappresentano i luoghi principali: il rosso l'eremo, il giallo la casa famigliare, in azzurro la casa natale. Da Sachseln i posti sono raggiungibili a piedi in meno di un ora di cammino.

La casa natale

Casa natale di Nicolao, una tipica costruzione contadina

Ai tempi di Nicolao non c'erano altre abitazioni oltre a quella del futuro santo. La casa é visitabile e contiene alcuni oggetti che ci catapultano direttamente all'epoca in cui si svolsero i fatti, XV secolo.

Veduta sulla sala principale, sulla parete oggetti che hanno caratterizzato la vita di Nicolao, delle alabarde per ricordare i tempi in cui fu soldato alla tavola di meditazione alla loro sinistra.
Le finestre a tondi indicano la situazione economica benestante del proprietario

La casa famigliare

Nicolao poi costruì un casa per la famiglia che stava andando a creare. Entrambe le case sono di pregevole fattura, segno che il tenore di vita grazie agli introiti derivati dall'allevamento era buono. I Flüe vivevano bene.

Casa famigliare di Nicolao

Come ancor oggi é consueto in una casa alpestre obvaldese la cucina é aperta fino sotto al tetto per permettere al fumo di uscire dalla sommità. Si possono notare anche arnsei a forma di imbuto, detti "Vollen"; venivano usati per filtrare il latte e ancora oggi si usano per il richiamo serale alla preghiera da un alpeggio all'altro

Il ranft

Come accennato infine Nicolao si trsferì al Ranft, prima partì per un pellegrinaggio ma a Liestal ebbe una visione e consigliato da un contadino decise di rientrare. Nicolao é tornato ma si sente uno straniero. Non gli é ancora chiaro come dovrà essere la sua vita. Si ritira dal mondo. Il fatto di non aver bisogno né di cibo né di bevanda lo rende insicuro. Passa la prima notte in una stalla per poi essere trovato da alcuni cacciatori di Sachseln sull'alpe di Klisterli. Gli stessi chiamano Oswald Isner, parroco di Kerns e fidato consigliere della famiglia von Flüe. Nel 1488 Isner scrive nella cronaca parrocchiale di Sachseln: "di aver riconosciuto come fratel Nicolao fosse ricolmo di neint'altro che dell'amore di Dio e gli avesse dato il consiglio di pur continuare a digiunare, se ciò non gli cagionava la salute

I cacciatori trovano Nicolao sull'alpe Klisterli

 A causa del freddo pungente ridiscende verso valle stabilendosi poi nella gola vicino a casa.

Vista sul Ranft, sulla destra la cappella con la cella

Inizialmente si costruì un rifugio con rami e fogliame. I suoi concittadini poi gli costruirono un rifugio (la sua cella di eremo) con adiacente cappella (1468).

La minuscola cella in cui trascorre i suoi ultimi 20 anni di vita é munita di due aperture: una da sulla cappella adiacente mentre la seconda da sull'esterno per la gente che veniva a chiedergli consiglio.

La minuscola cella di Nicolao, la panca come letto e il sasso come cuscino. L'apertura sopra serviva a comunicare con la gente all'esterno. La finestra a destra da direttamente all'interno della cappella.
Al piano inferiore una piccola stufa. Sulla parte di fronte al letto la tavola della meditazione

Le due finestre viste dall'esterno

La cappella e l'eremo vista da sotto

Le reliquie

Dal 1679 la chiesa di Sachseln custodisce la tomba di San Nicolao, il saio da eremita e la copia, conforme all'originale, della tavola di meditazione usata dal santo

Tavola di meditazione e il saio del Santo

Il saio marrone nel quale Bruder Klaus era spirato, e che gli era stato tolto prima del funerale, fu consegnato al figlio maggiore e quindi tramandato di generazione in generazione. Un nipote dell'eremita, il landamano Niklaus von Flüe, conservò l'indumento in casa insieme ai propri abiti: quando i pellegrini venivano a trovarlo e gliene facevano richiesta, lo mostrava indossandolo di persona, con i visitatori che toccavano il vestito e a volte ne tagliavano via dei piccoli frammenti per riportarli a casa come reliquia. A un certo punto si dovette esplicitamente vietare questa pratica, come narrò un discendente dell'eremita.
Nel 1610, quindi, la famiglia donò il saio alla chiesa di Sachseln, dove fu conservato nella sacrestia. Dopo la ricostruzione della chiesa nel 1679, quindi, l'indumento venne esposto in una vetrina. Oggi il saio di Bruder Klaus è protetto da una teca di vetro, nella navata destra della chiesa. Un altro saio veste una statua a grandezza naturale del santo nella Chiesa dei Gesuiti di Lucerna

La tomba del santo

Dal 1934 un reliquario d'argento accoglie le spoglie del Santo, i resti riposano nella figura di argento dorato di Meinrad Burch-Korrodi.
 Durante la riattazione della chiesa le reliquie furono posate nell'altare celebrativo

La cappella funeraria

Nicolao della Flüe fu sepolto nella navata della chiesa medioevale e la sua tomba coperta da una lastra di arenaria con la sua effige. Nel 1518 le sue spoglie furono collocate in un sarcofago di pietra, sistemato nello stesso luogo ma in posizione più elevata. La sua tomba divenne in seguito monumento religioso e meta di pellegrinaggio.

Il sarcofago che si trova nella cappella funeraria adiacente la chiesa. L'effige sulla sottostante prima lastra tombale é appena riconoscibile. Nel 1679 le spoglie furono trasferite nella nuova chiesa.

Altare nella cappella funeraria

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