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Museo sulla psichiatria di Berna

Dopo una fitta consultazione di orari e coincidenze giungo finalmente sull’uscio di quello che promette essere un museo quantomeno fuori dal comune e dal forte impatto emotivo. La prima sorpresa me la sono fatta da solo: il museo é incredibilmente chiuso al weekend. Provo comunque a suonare e un signore in stampelle mi apre comunque le porte del museo, accende le luci, disinserisce gli allarmi e fa partire le animazioni, una in particolare farà da colonna sonora, una specie di cantilena in loop che pian piano entra nel cervello col tentativo di destabilizzarlo (per immergervi ulteriormente lo trovate qui da 00:58).

"ecco, é tutto pronto, ha 45 minuti di tempo"

Le prime immagini mi colpiscono fortemente, il primo quadro all’entrata rievoca una delle primissime cure alla pazzia; l’esorcismo

Sant'Antonio guarisce malati e posseduti. Dipinto di Niklaus Manuel Deutsch, 1529

Appena a fianco i metodi si fanno decisamente più invasivi; mediante delle perforazioni craniche si cerca di estirpare il marcio.

Esecuzione di una trapanazione di cranio. Dettaglio di Hieronymus Bosch (1450-1516)

 Un cranio in una vetrinetta appartenuto ad un malcapitato testimonia il tutto.


A fianco poi varie forme di esecuzione, era veramente un brutto affare essere considerati pazzi prima della Riforma.

Tuttifrutti 

Tra gli altri non mi sfugge un incisione del solito Diebold Schilling (e chi altrimenti?) del quale ignoravo completamente l'esistenza. Sapevo di gruppi di flagellanti all'epoca della peste ma più a nord, nella Germania meridionale. I flagellanti erano convinti (come molti altri) che la peste non fosse altro che una punizione divina. Quindi vagavano per il territorio flagellandosi in segno di punizione sperando nella clemenza dell'altissimo

I flagellanti di Berna, 1349 di Diebold Schilling, Cronache di Spiez 1485

Va detto che la credenza alla presenza di demoni sopravvive alla Riforma protestante. Si creano in seguito delle distinzioni tra i "pazzi curabili" che guariscono anche velocemente, gli "incurabili" la cui esistenza é percepita come una minaccia costante da parte della collettività. Una terza categoria é costituita da pazzi che si sono resi protagonisti di crimini. Poi si inizia a suddividere il gruppo degli incurabili. Alcune suddivisioni sono ancora attuali, ad esempio quando differenziamo tra malati acuti e cronici, questa distinzione giustifica da allora la psichiatria medico legale.
Lo scopo principale della terapia era quello di proteggere la collettività dai pazzi. Se non condannati ai lavori forzati, bannati o vittime di esecuzioni -questo prima della riforma- i pazzi sono rinchiusi, incatenati e sorvegliati

Più in la infatti inizia una serie di oggetti e sistemi di guarigione post Riforma ma non per questo meno crudeli; si tratta per lo più di strumenti di costrizioni, dalle camicie di forza a sedie e bagni (!) di costrizione.

In questa posizione si sperava un migliore deflusso dei liquidi in tutto il corpo ed evitare così che stagnassero in testa, altra papabile causa della follia

Il classicone

Sedia di costrizione, si noti il WC sotto incorporato

“Un due tre stella!”

Bagni di costrizione

Tappo per bagni di costrizioni

Una parziale umanizzazione del trattamento dell'assistenza dei malati avviene nel 1793 dove si inizierà a togliere le catene dai malati.
Ma malgrado migliorino le cure altri marchingegni dovranno ancora essere sperimentati, uno di questi la leggendaria macchina per l’elettroschock,

Potenza erogata 200W. Procedimento introdotto dal Prof. Klaesi che consisteva nel creare convulsioni nei gravi casi di malattie psichiche

Per non farsi mancare nulla l’ultima parte é dedicata ai pazienti, foto di alcuni di loro è una serie di disegni (ne pubblico solo alcuni)

In alcuni volti si legge distintamente un certo disagio

Inquietante disegno con riflessione da parte di un paziente

Non vogliatemene ma intravedo barlumi di grande lucidità in questo disegno

Prima di uscire mi soffermo con il curatore per chiedere lumi su un oggetto trovato all’ingresso, ne approfitta per fare un discorso generale sui metodi di cura, tra gli altri una macchia centrifuga (purtroppo non presente) in cui venivano messi i pazienti per favorire un miglior afflusso a tutto il corpo e sbloccare germe che si é bloccato nella testa; inutile dire che gli effetti non facevano altro che peggiorare lo stato del paziente. Non posso fare a meno di sorridere e mi scuso. Quello che fino a pochi anni fa sembrava all’avanguardia ai nostri occhi appare completamente privo di senso, quasi più da pazzi le cure che i curati

L'ultimo enigma della giornata; dalla porticina della cella si faceva passare la scodella, in classico stile prigione. I pazienti si nutrivano utilizzando le mani e senza l'ausilio di forchette o coltelli con i quali avrebbero potuto infierirsi ferite o chissà che altro

Dopo questa visita mi torna alla mete un aforisma di Michele Rispoli che perfettamente calza dopo quanto visto:

"La follia appartiene a pochi, e pochi riescono a capirla"

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