Passa ai contenuti principali

Il leone morente di Lucerna

Lucerna é la mia città natale. Per i turisti Lucerna é sinonimo dì Kappelbrücke e (forse) il leone morente. Oggi mi soffermerò su quest’ultimo. Trovarsi a tu per tu con questa imponente scultura scavata nella roccia distoglie l’attenzione. La tentazione di scattare una foto o “meglio” ancora un selfie davanti al felino distoglie da tutto il resto. Ci si dimentica di chiedersi perché un leone morente, il motivo di quella scultura. I vari pannelli presenti in vari posti attorno all’opera vengono per lo più ignorati, da tanto si é presi ad applicare il giusto filtro alla foto appena scattata.

Io non posso accontentarmi, devo sapere il quando, chi, come é perché 

Il leone morente é stato progettato a Roma dallo scultore danese Bertel Thorvaldsen. Sovrastato da una un iscrizione latina (e quindi teoricamente comprensibile da tutti) fu solennemente inaugurato a Lucerna nel 1821. La colossale opera fu scolpita da Lukas Ahorn di Costanza sulla parete di una ex cava arenaria. Sullo scudo si intravede il giglio dei regnanti francesi (caso dei Borboni) mentre sulla schiena fuoriesce una punta di una lancia

La dicitura  é in memoria alla lealtà e coraggio della guardia svizzera. Gli elvetici riportati erano svizzeri che , per 300 anni, sono stati reclutati come mercenari al servizio dei re francesi. Tra il XVI e XVII secolo più di 500000 mercenari sono stati impiegati, 60% di essi non farà mai più ritorno a casa. Nel 1792 questa tratta a scopo di lucro collassa. Solo i nomi degli ufficiali é riportata nell'iscrizione. 

Reclutamento di mercenari svizzeri

La malattia degli svizzeri, la malinconia di casa; un soldato si appresta a lasciare la dimora per il servizio di mercenario

L'episodio decisivo che "diede il la" alla creazione del monumento ha una data precisa: 10 agosto 1792. La rivoluzione francese é in pieno svolgimento (inizio 14 luglio 1789). il re luigi XVI é ancora vivo ma la sua situazione si é velocemente aggravata; un anno prima infatti ha provato a fuggire dalla Francia in piena notte e in gran segreto con la famiglia per essere poi riconosciuto a Varenne.

In una caricatura dell'epoca si raffigurava la fuga dei regnanti attraverso una fogna maleodorante

Il tentativo di fuga convince ancora maggiormente i rivoluzionari che il re cercava di raggiungere i sovrani austriaci per poter così riorganizzarsi e riprendere il potere con la forza. La dichiarazione poi del duca di Brunswick-Wollfenbüttel, comandante in campo dell'esercito austro prussiano, che minaccia i parigini di vendetta esemplare "nel caso in cui venga usata la più piccola violenza o venga recata la minima offesa nei confronti delle loro Maestà, il re, la regina e la famiglia reale" non fa altro che gettare benzina sul fuoco. 

L'arresto del re e della sua famiglia a Varennes. Quadro del 1854.

Scopo evidente del proclama è di terrorizzare i francesi, ma ottiene l'effetto contrario, di cementare il loro sentimento di unità nazionale e di infiammarli d'odio nei confronti del "re traditore".

25 giugno 1791 Luigi XVI e famiglia rientrano a Parigi dopo essere stati riconosciuti a Varenne.  

Alle porte di Parigi, secondo Michelet, Pétion (allora molto popolare) si siede fra il re e la regina per scoraggiare eventuali attentatori che tirino nella loro direzione. Per evitare manifestazioni troppo violente la Guardia nazionale cavalca dai due lati per formare un cordone di sicurezza, ma tenendo il calcio dei fucili in alto, come per le sepolture. Il silenzio è stato ordinato da La Fayette: «Chiunque applaudirà il re sarà bastonato, chiunque lo insulterà sarà impiccato». 

Vene in seguito ricondotto nel palazzo delle Tulleries dove una scorta armata di mercenari svizzeri é di guardia (tutta la corte é stata obbligata precedentemente ad abbandonare Versailles dai rivoluzionari per installarsi più vicino a loro a Parigi)

La notte del 10 agosto 1792 una folla inferocita di 35000 persone (!) prende d'assalto il palazzo massacrando centinaia di guardie svizzere. Solo due compagnie erano rimaste di guardia alle Tulleries.

L'attacco era stato premeditato da tempo, i giacobini avevano compreso che era inutile chiedere la deposizione del re per via pacifica.

10 agosto 1792, l'attacco alle Tuilleries é iniziato, i rivoluzionari aiutati dalla guardia nazionale francese (uniformi blu) prendono d'assalto il palazzo. Gli svizzeri con le giubbe rosse bloccano l'entrata coprendo la fuga della famiglia reale sulla destra

Luigi XVI, insieme alla moglie Maria Antonietta, ai figli Maria Teresa e Luigi Carlo, e alla sorella minore Madame Élisabeth, fugge dalle Tuileries e si rifugia nella vicina sala del Maneggio, chiedendo protezione all'Assemblea legislativa. La regina non voleva abbandonare le guardie svizzere, oltre ai nobili al suo servizio da tanti anni, in balia dei rivoluzionari, ma il re la convinse ad obbedire. Sono circa le 8 del mattino del 10 agosto.


L'attacco é entrato nel palazzo delle Tulleries il 10 agosto 1792. Nelle uniformi rosse la guardia svizzera, in blu la guardia nazionale francese che combatteva al fianco dei rivoluzionari. I giacobini portano il cappello frigio rosso e ci sono diverse donne (vedi le gonne). La ferocia degli attaccanti é testimoniata anche da diverse teste di mercenari infilzati sulle picche

Verso mezzogiorno nel palazzo combattevano da 400 a 450 svizzeri, gradino per gradino sulla vasta scalinata del cortile interno. Uno contro cento. Gli ultimi svizzeri lottarono fino alle 16. La resistenza fu inutile. Il tutto finì con un generale "si salvi chi può". Per evitare un massacro, sollecitato dai deputati dell'Assemblea legislativa, Luigi XVI fa arrivare agli svizzeri un biglietto con l'ordine di cessare la resistenza. Troppo tardi. Le guardie del re che riescono ad uscire dalle Tuilleries sono linciate dalla folla. Al termine della giornata rivoluzionaria, si contano 376 morti fra gli insorti e circa 800 fra i monarchici, di cui 600 svizzeri e 200 nobili della corte.

In primo piano una guardia svizzera morta.
Dipinto di Jean Duplessis Bertaux

Secondo i documenti presenti in archivio dei 39 ufficiali svizzeri presenti alle Tulleries, 15 ne vennero uccisi il 10 agosto e 11 massacrati a settembre. A seguito di questa tragedia l'alleanza stipulata nel 1777 é sospesa e le truppe svizzere superstite sono licenziate e rientrano in patria.

Ritorno in patria dei mercenari 

Nel 1817 non meno di 389 guardie ricevono ufficialmente dalla Dieta svizzera  la medaglia commemorativa "treue und Ehre" (fedeltà e onore)

Curiosità, a far ben attenzione il contorno della scultura ricorda il profilo di un suino.


Si dice avesse questa forma a causa dei mancati pagamenti a Thorvaldsen. Von Altishofen, che commissionò l'opera, non riuscì a raccogliere il denaro necessario a pagare l’intera somma richiesta dallo scultore, molto famoso e impegnato, e decise di tenere nascosto questo aspetto all’artista, almeno fino a quando questi non avesse consegnato un modello della scultura. Quando Thorvaldsen apprese che non sarebbe stato pagato, se non in minima parte, andò comunque avanti con il lavoro, apportando qualche modifica dell’ultimo minuto. Thorvaldsen non alterò la scultura, per rispetto ai soldati caduti in Francia, ma cambiò la forma della nicchia dove giace il leone, dandole un contorno che ricorda quello di un maiale.

Uno dei primi modelli realizzati da Thorvaldsen, conservato al Museo Storico di Lucerna, dove si nota chiaramente la nicchia con una forma completamente diversa da quella finale, anonima e senza nessun riferimento al Suino

E ora quando un giorno vi troverete davanti al leone di Lucerna lo percepirete sicuramente in maniera diversa che uno semplice sfondo per le storie sui social network

Commenti

Post popolari in questo blog

Suvorov55 - L’epopea di un esercito in Svizzera - Parte2: Risalendo il Ticino

Prosegue il viaggio fianco a fianco del generale Suvorov e la sua armata. Certo non capita tutti i giorni di veder sfilare un armata sotto casa. Quali le reazioni e le ripercussioni e le conseguenze nelle povere terre ticinese? In questa tappa seguiamo l'esercito percorrere un sottoceneri ancora poco stabile sulle sue gambe dopo la scacciata dei Lanfogti Piccolo padre Così la spedizione di Suwaroff in Isvizzera fu decisa: dal suo campo di Asti egli lanciava il 5 settembre 1799 un ordine del giorno pieno di entusiasmo alle sue truppe agguerrite e ben riposate e senz’indugio mettevasi in marcia verso il Cantone Ticino per Gallarate, Varese, Ponte Tresa. Souwaroff era pieno d’umore bellicoso: vecchio d’oltre 70 anni ma arzillo e noncurante dei disagi, ora caracollava frammezzo ai cosacchi ridendo e cantando con essi, ora con parole incoraggianti spronava alla marcia i suoi granatieri , ed i moschettieri mitrati, che in lunghe colonne per sei divoravano le larghe strade lombarde. Fisi...

Museo della riforma di Ginevra 3 - Icone e iconoclastia

In un secolo dove l'analfabetismo si aggira al 90% il potere delle immagini la fa da padrone. Come visto in passato la bibbia veniva disegnata sulle pareti delle chiese, le icone prendevano ancor più piede. E come qualcuno impone delle icone qualcun'altro vuole eliminarle perché non attinenti al suo pensiero. Ecco con parole mia l'iconoclastia: una parola probabilmente udita almeno una volta, ma proprio per quello difficile da ricordare, ma anche se si ricordasse sarebbe assai difficile al giorno d'oggi trovare un iconoclasta praticante....ok, ho capito..... Iconoclastia protestante La Riforma diffidava della superstizione. Combatteva l'infatuazione dei devoti per le immagini e le statue, nel rispetto letterale del secondo dei dieci comandamenti dell'Antico Testamento, che proibisce la rappresentazione materiale di Dio. Nella prima parte del XVI secolo, i riformatori radicali distrussero immagini, dipinti e sculture in campagne iconoclaste, che Lutero, Zwingli ...

L’occhio di vetro

Giungendo un collega in ufficio con un occhio guasto sono iniziate alcune discussioni sull'argomento. In breve tempo, degenerando, ci si é spostati sul curioso tema degli occhi di vetro. In particolare, non ne ricordo l'origine, quella paura di svegliarsi durante la notte e bere quel bicchiere d'acqua appoggiato sul comodino, magari quello contenente l'occhio di vetro. Fantascienza? La storia dell'occhio ingurgitato sa molto di leggenda metropolitana. Molto meno invece l'occhio di vetro. Esso, come molti altri, é uno di quegli argomenti pronti a saltar fuori alla prima occasione valida, occasione che mi si para davanti durante la visita del Moulage Museum dell'università di Zurigo. Esso consiste in u ampio locale in cui sono presenti diverse vetrine contenenti ricostruzioni di tutte quelle orribile malattie che possono accorrere all'uomo. Dalla lebbra alla necrosi passando per le "classiche emorroidi". Di tutto e di più. Nella vetrina dedicata ...

Il Lazzaretto di Milano

Per completare le letture sulla pestilenza che colpì Milano, origine di diversi spunti ( qui , qui e qui ), decido di recarmi direttamente sul posto per cercarne i resti. Si perché se “se non si va direttamente sul posto si gode solo a metà”  Storia del Lazzaretto In un'epoca nella quale le condizioni igieniche erano davvero precarie, nasceva la necessità di adibire alcune strutture alla degenza e all'isolamento degli appestati durante le epidemie. Per questo motivo venne costruito il Lazzaretto, struttura che ogni città avrebbe dovuto avere per garantire un minimo di assistenza ai malati e per difendersi dall'espansione del contagio. Ciò che però non si sapeva era come trattare con la peste. Nei lazzaretti i malati erano di fatto isolati in attesa della morte. Esterno del Lazzaretto e porta di accesso Il primo Lazzaretto di Milano sorse molto distante dalla città, a Cusago tra il 1447 e il 1450, ma si rivelò troppo lontano durante la peste del 1451. Era necessaria una str...

Giordano Bruno

Giordano Bruno. Scagli la prima pietra che non ha mai udito tale nome. Probabilmente se si conosce il nome si saprà anche come ha finito i suoi giorni; bruciato vivo. Stop. Ma non basta. Così come non basta passare a velocità supersonica in piazza campo dei fiori a Roma per una rapida occhiata al monumento a lui dedicato. Ci sarà pur un motivo se tra migliaia di messi al rogo a lui hanno fatto la statua. Che diamine. Questi i pensieri mentre riguardo gli scatti strappati a Campo dei fiori in una soleggiata giornata primaverile. A distanza di due anni approfondisco il personaggio e il percorso che lo ha portato ad essere ridotto in cenere a Roma, a poche centinaia di metri della capitale di Gesù Cristo Nostro Signore P.S. É un puro caso che il post esca esattamente lo stesso giorno della sua esecuzione. Il monumento  Nel centro di piazza Campo de' Fiori, in mezzo alle bancarelle del mercato e al vagabondare di romani e turisti, si leva il monumento a Giordano Bruno. Il filosofo è tu...

Hotel Dakota

A volte i musei sono nei posti più insoliti. Un evento particolare può infatti essere preso come filo rosso per l'arredamento di un albergo. Questo é quello che hanno deciso i gestori dell'albergo Dakota a Meiringen Hall dell'hotel Dakota di Meiringen L'incidente Il 18 novembre 1946, un Dakota C-53 americano decollò da Vienna con dodici passeggeri per un volo diretto a Pisa. Dopo lo scalo a Monaco, il pilota Ralph Tate decise di sorvolare le Alpi svizzere e sbagliò le condizioni di altitudine. Volando troppo basso, l'aereo sfiorò il ghiacciaio Gauli a 3350 metri di altitudine a una velocità di 280 km/h. L'aereo sbanda nella neve alta, supera dei crepacci e alla fine si  ferma, senza che i 12 occupanti riportassero ferite pericolose per la vita. A bordo c'erano quattro membri dell'equipaggio e otto passeggeri, tra cui quattro donne, alti ufficiali dell'esercito americano e una bambina di 11 anni. La nebbia e i forti venti costrinsero il Dakota ad att...

Marignano 1515: la battaglia dei giganti secondo il Traxino

Trovo miracolosamente un altro testo inerente la battaglia di Marignano. Vero crocevia della storia svizzera. Questa pubblicazione risulta particolarmente interessante perché arricchita (quasi la metà del testo) da numerosissime note  L'Europa è in fermento, la prospettiva che un'area geografica di importanza fondamentale come il ducato di Milano sia caduta in mano agli svizzeri e al loro comandante, cardinal Schiner, è ritenuta inaccettabile, seppur con la poco credibile assunzione al trono di un figlio del Moro, Massimiliano Sforza, manovrato dallo Schiner e senza nessun margine d'azione autonoma. Nonostante l'indubbio impegno e coraggio da essi profuso, unitamente alle elevate perdite, durante il secondo giorno è ormai evidente a tutti che il vincitore della battaglia è l'esercito francese. Gli svizzeri cominciano a ritirarsi dal Ducato, protetti da alcune robuste retroguardie, rientrando nei propri territori, ma a testa alta: hanno infatti ben combattuto ed il l...

L’arte di invecchiare

Finché lo scorrere del tempo non diventi uno dei principali pensieri o addirittura sfoci in un ossessione stiamo sicuramente navigando nelle tumultuose acque della gioventù. Inesorabile é purtroppo il passare del tempo, ma questo lo si avverte con lo "scollinamento" (vedi capitolo sotto). All'improvviso sembra tutto fragile, insicuro, ci si rende conto che al contrario dei videogiochi la vita é una sola, appesa ad un filo che potrebbe rompersi da un momento all'altro. Da qui si impone profonda riflessione e una ricerca di filosofie capaci di accompagnarci con grande serenità al più democratico dei giorni.  Negli appunti lasciati di Schopenhauer, e nuovamente racchiusi in un vademecum tascabile trovo alcune risposte a questi pensieri tipicamente serali giusto "prima di spegnere la lampada sul comodino”.  Maestro della sponda superiore del Reno - Dittico: Hieronymous Tschckenbürlin e la morte, 1487 Museo d'Arte Basilea Definizione della vita secondo Schopenhaue...

Una nuova partenza

Ho gestito un blog dal 2004 al 2016 Dal 2016 ho preso una pausa, nel frattempo il mio stile di vita e i miei interessi sono mutati, si potrebbe sostenre che sono passato dall'epoca "tardo bimbominkia" al "consapevole di un esistenza da sfruttare bene", o ancora, come amo dire, aver cambiato la mia stagione umana, che sia da "primavera a estate" o da "estate a autunno" non l'ho ancora capito. Nel frattempo i miei interessi si sono spostati fondamentalmente su due temi: montagna e storia. Perché Suvorov55? Suvorov55 é un nome che riesce a racchiudere entrambe le mie passioni, cosa abbastanza difficile in una parola; si tratta di un percorso proposto da una delle innumerevoli app di escursionismo che propone di ripercorrere il percorso fatto dal generalissimo Suvorov nelle alpi svizzere nel contesto delle guerre napoleoniche, il percorso si chiama appunto Suvorov55 ed é una dei miei innumerevoli obiettivi che mi sono proposto di raggiungere....

VERSO

Quello che ci si para dinnanzi é sempre solo una facciata, un lato della medaglia, solitamente il più bello. Ma per conoscere bene qualcuno occorre mangiarci un sacco di sale assieme. L'operazione di scoprire il lato oscuro dei quadri é decisamente più semplice ma raramente non viene trattato perché il lato bello prende per se tutto l'interesse in quanto decisamente la più degno di ammirazione. Si potrebbe dire la stessa cosa dei singoli delle canzoni che uscivano con una seconda traccia, le famose B Sides, sempre un po' bistrattate, a torto, in quanto anche loro erano delle perle destinate a rimanere a vivere all'ombra della parte bella. Ma ritorniamo ai quadri, la Kunsthaus di Basilea decide di farci scoprire cosa sta dietro ai quadri. A oggi non mi sono mai posto grandi aspettative al riguardo, l'unico punto a riguardo erano le ali delle pale d'altare, che vengono solitamente esposte aperte nei musei, ma che nella realtà erano in questa posizione in corrispon...