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La confraternita della buona morte

Non mi piace fare le cose di corsa. Mi piace prendermi il mio tempo, specialmente per le mie passioni. Così quando oggi alle 14:30 mi sono sentito dire che il museo in vetta del San Salvatore chiudeva alle 15:00 ho dovuto cambiare i piani. Appena giunto in vetta mi sono fiondato nel piccolo museo di tre piani, mi sono preparato e sapevo che quello che mi interessava era solo al primo.

Quello che cerco sono informazione sulla Confraternita della buona morte, una confraternita che si occupa di assistenza e carità, la particolarità risiede nel fatto che nel menu risulta una voce particolare: l'assistenza ai condannati a morte.

No, non é carnevale e no, non sono adepti del Ku Klux Klan, trattasi della precessione della "Giobia Santa" a Lugano Le confraternite del Borgo, venendo da via Pessina, passano per piazza Sant'Antonio. In primo piano, a sinistra, sono raffigurati i confratelli si Santa Marta (che inseguito presero il nome di Confraternita della buona morte), con tanto di  carro col "drago" e la statua di Santa Marta a seguito; nel centro un gruppo di "scoriati" che "si disciplinano"; a destra la Confraternita del SS. Sacramento col suo magnifico stendardo. Seguono la Confraternita di San Rocco con la statua dell'"Ecce Homo", quella dell'immacolata col grande Crocifisso, quella di San Carlo col Gruppo della "Pietà" e, infine, quella del SS. Rosario (di Santa Maria degli Angioli) col "Cristo morto" adagiato sul candido lenzuolo, davanti alla "Casa del sepolcro"

I confratelli in tenuta da parata sono protetti dall'ala di Santa Marta

Non si fa nulla gratuitamente: la confraternita

Il risvolto più immediato delle loro opere di misericordia verso i condannati a morte  era la certezza di essersi guadagnati la sopravvivenza ultraterrena, ovviando in tal modo al timore della morte, ma, soprattutto, la vita eterna nel regno di Dio. In altri termini agire in modo misericordioso è uno strumento infallibile di ricerca della salvezza dell’anima dalle fiamme dell’inferno. Partendo da questo presupposto, maggiore era l’umiltà dell’attività svolta, maggiore era la garanzia di vedere riconosciuti i propri meriti nell’aldilà. Le opere svolte a favore dei carcerati e dei condannati a morte seguono proprio questa logica.
Inoltre nella popolazione c'era il timore di un ritorno nella civiltà dei vivi dei morti che non avevano ricevuto una degna sepoltura
I confratelli quindi alla sentenza di morte venivano convocati dall'autorità, essi si occupavano di dare supporto (mediante soprattutto preghiere) al condannato i tre giorni che precedono l'esecuzione. A esecuzione avvenuta sono sempre gli stessi ad occuparsi di raccogliere le spoglie e dare loro una degna sepoltura

Non si fa nulla gratuitamente: i flagellanti

Quella dei Flagellanti é l’emulazione della passione e morte di Cristo è il medesimo. Se i Flagellanti rivivevano la passione di Cristo autoinfliggendosi violente punizioni corporali e offrendosi volontariamente come vittime sacrificali per espiare su di sé i peccati della società e garantendosi a loro volta la vita eterna

Invito ai membri dell'Arciconfraternita della Buona Morte sotto il titolo di S. Marta ad assistere all'esecuzione capitale di Luigi Baroli di Oleggio, colpevole dell'omicidio con rapina di Oswaldo Rhiner di Glarona, negoziante di bestiame, avvenuto il 25 ottobre 1848 e che risulterà essere l'ultima esecuzione in Ticino tramite taglio della testa. Le possibili modalità di esecuzione erano impiccagione, annegamento e appunto taglio della testa.

L'abito indossato dalla confraternita con il classico cappuccio con unicamente i fori per gli occhi infondeva una sensazione indubbiamente inquietante

A sinistra la tunica indossata dai confratelli per accompagnare i condannati. Esso veniva usato anche nelle solenni processioni come quella della "Giobia Santa". Primativamente era dotata di un cappuccio che nsacondeva il volto. A destra l'abito confraternale che veniva indossato abitualmente. 

Logo della confraternita portato sulla tunica

Per raggiungere un atmosfera ancora più lugubre il condannato veniva annunciato tramite questa campana. Anno 1704

La confraternita é proprietaria di buona parte del monte San Salvatore. La visita é sicuramente consigliata anche per lo splendido panorama che si può godere.

Vista sul lago di Lugano dal sentiero che scende dal San Salvatore. La cime del monte é ben visibile sulla destra mentre Lugano rimane nascosta sulla sinistra della foto

Maggiori informazioni qui (occhio agli orari di apertura)

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