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Martigny la romana

Recandomi a Martigny ero convito che la più grande sorpresa sarebbe stata quella di visitare l'anfiteatro alle porte della cittadina. E come spesso accade mi devo smentire. Non avrei mai pensato di trovare statue per la cittadina come quelle che ho incontrato. 

La storia di Martigny é legata a quella dell'impero Romano, l'imperatore Claudio (regno dal 41 al 54 D.C.) intende conquistare la Gran Bretagna. Il passaggio più diretto per valicare le Alpi viene reputato il colle del San Bernardo. Alle sue pendici sul versante vallesano un unica città, unica in tutta la vallata: Octodurus. Questa cittadina é abitata dal popolo gallese dei Veragri.

Il toro a tre corna, animale sacro nella mitologia gallica, era simbolo di potenza e fertilità, adorato dai Celti e poi dagli stessi Romani. Fondazione Pierre Gianadda

Claudio farà costruire e darà il nome di Forum Claudii Augusti (mercato di Claudio Augusto) e più tardi di Forum Claudi Vallensium (mercato di Claudio [nel paese] dei Vallesani, l'attuale Martigny

Forum Claudi Vallensium distava di poco dal villaggio dei Galli di Octodurus. 
Octodurus fu teatro della battglia del 57 A.C.; essa é riportata nel De Bello Gallico di Giulio Cesare.
Cesare mandò Servio Galba con la XII legione nella regione. Voleva si rendesse praticabile la via attraverso le Alpi dove i mercanti erano soliti andare con grande pericolo e grandi gabelle.
Servio Galba dopo alcune battaglie vinte decise di svernare nelle terre dei Vargari. Il fondovalle é diviso in due da un fiume, Galba si accampa su una sponda lasciando libera l'altra metà. Venne poi a sapere che la metà lasciata libera era stata abbandonata dai Galli che si erano rifugiati in gran numero sui monti. I galli meditavano l'attacco, la legione non era numerosissima perché parte di essa fu mandata in ricerca di vettovagliamento, la posizione era svantaggiosa, inoltre erano motivati dal fatto che i romani avevano catturato dei Galli come ostaggi. Non da ultimo temevano che io Romani non si accontentassero di conquistare la pianura ma puntassero alle vette per porre su di loro il dominio perpetuo e ricongiungersi così con la provincia confinante.

Galli all'assalto della guarnigione romana nel 57 A.C., battaglia di Octodurus

Galba venuto a conoscenza di queste notizie e constatando che la fortificazione non fosse stata terminata e che i viveri non fossero giunti iniziò a chiedere pareri. Malgrado alcuni consigliavano di lasciare la valle prima che le vie di fuga fossero tagliate la maggioranza spingeva nel tentare la sorte e cercare di resistere. I Galli attaccarono e i romani resistevano strenuamente asseragliati nell'accampamento. Dopo sei ore di combattimento ai Romani iniziarono a mancare le frecce, i Galli premevano sul vallo, abbattendolo in parte e riempiendo il fossato. P. Sestio Baculo, un centurione e C. Voluseno, tribuno militare si precipitarono da Galba chiedendo di giocare l'ultima possibilità, tentare una sortita. L'ordine viene eseguito e i Galli, sicuri di avere la vittoria in mano si trovano all'improvviso circondati e assaliti. Presi dal panico scappano sui monti. Dei 30000 Galli 10000 rimangono uccisi. I Romani si ritirarono nell'accampamento. Galba però non se la sente di sfidare di nuovo la sorte e, anche a causa della mancanza di grano il giorno seguente da fuoco agli edifici del villaggio di Octodurus e parte verso Ginevra per svernare.
Il Vallese fu poi sottomesso da Roma del 15 A.C. 

Forum Claudi Vallensium nel II secolo.

Giunto nei pressi dell'anfiteatro due sorprese, una bella e una meno, nell'anfiteatro sono montate delle impalcature per la rassegna del cinema all'aperto. Di soppiatto mi addentro ma non é come a Aventicum quando l'arena era sgombra e tutta per me.

Anfiteatro romano nel II secolo D.C.

 Rimango invece piacevolmente colpito da tre statue romane , non avevo idea che in Svizzera ci fossero statue di imperatori Romani. E che imperatori...

Augusto, Claudio e Cesare con alle spalle l'anfiteatro, questi tre imperatori sono quelli che hanno più hanno inciso alla nascita di Martigny. Statue posate nel 2020

Busto di una Dea protettrice trasformata e interpretata come una rappresentazione del sole. 
Fondazione Pierre Gianadda

Mentre mi avvio verso la stazione per il rientro ancora due piacevoli sorprese. in uno degli innumerevoli pannelli consultati sono venuto a conoscenza che nella cittadina c'é una statua della lupa romana. La trovo in una piazzetta laterale, mi siedo sulla panchina di fronte e rimango ad ammirarla. Vedere questo simbolo di un popolo tanto prestigioso con lo sfondo delle Alpi svizzere non é cosa da tutti i giorni

La lupa regalata dalla Città di Roma

L'ultima sorpresa é il simbolo della città, la statua del toro tricorno sulla via principale

Lascio Martigny, soddisfatto, molte le curiosità viste, anche alla Fondazione Perre Gianadda a cui dedicherò dei capitoli a parte


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