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Leuk

Non fossi andato a Coira difficilmente sarei capitato a Leuk, o meglio, non così a breve termine. A sua volta, per continuare l’effetto domino, se non fossi andato a Leuk difficilmente sarei capitato a Naters.

Gli intrecci, o meglio, le priorità sono dettate dalla tematica degli oggetti ivi presenti: il collegamento Coira - Leuk é dovuto alle danze della morte mentre tra Leuk e Naters é dovuto alle Beinenhaus (la casa delle gambe), ossari risalenti alle tradizioni del XV secolo.

Giunto alla stazione di Leuk mi reco all'ufficio informazioni, farci una capatina é vivamente consigliato se presente; almeno si é sicuri di evitare la brutta sorpresa di accorgersi mentre si rientra della presenza di oggetti di interesse nel posto appena lasciato.

Il mio obiettivo é ben chiaro; l'ossario che nel depliant che mi procuro esso é solo uno dei sei punti indicati. 

Il municipio (in primo piano) e il castello (sulla sinistra) 
sono le due attrazioni nella parte inferiore del villaggio

Leuk si trova circa 100m più in alto della stazione, e mentre mi inerpico nel breve tratto gongolo nel piacevole fastidio di non sapere da dove iniziare. Dato che il mio primo obiettivo é l'ossario e dato che é ancora abbastanza presto mi ci fiondo prima che orde di pulman che arrivino all’improvviso ci si fiondino dentro (fobia questa che mi tiro dietro da un po')


Oggi il Comune di Leuk è composto da due entità: Loèche-Ville e La Souste, più alcune frazioni circostanti. 
La Souste si trova nella Valle del Rodano, a 650 metri sul livello del mare, cento metri più in alto si trova la città di Leuk, su una collina soleggiata che degrada da nord a sud. Tra il municipio a sud e il cimitero a nord c'è un dislivello di quasi 50 metri.

La città di Leuk è delimitata a sud dal Rodano, a ovest dalla gola di Dala e a est dalla gola di Feschelbach. Circondata da fiumi su tre lati, Leuk era accessibile solo tramite ponti e, grazie alla sua posizione vantaggiosa, non ha mai avuto bisogno di essere fortificata. Leuk era quindi ben protetta dalla sua topografia ed era nota come "Leuca fortis" (Leuk la forte). L'incisione di Mörian nel 1654 lo sototlinea "Dei ponti circondano Leuk e la rendono forte"

Ponte del diavolo (e te pareva?) sovrasta la gola del Feschelbach

1. Beinenehaus, ovvero la casa delle gambe o anche l'ossario

Dopo aver dato una rapida occhiata al municipio e al castello, dove tornerò più tardi, proseguo verso il centro del paese ed improvvisamente davanti mi compare la chiesa. 

La facciata della chiesa che da sulla piazza principale

Essa da sulla piazza e sulla sinistra, in piena vista una porticina, non sembra il classico portone per l'entrata della chiesa ma qualcosa di più minuscolo, mi avvicino…ci siamo é l'entrata dell'ossario..

Appena aperta la porta questo é lo spettacolo che mi si para davanti.

L'immagine é di fortissimo impatto, lo stile della crocifissione, tardo gotica, già di per se é impressionante, ma la miriade di teschi che la circondano conferiscono a tutto l'ambiente un immagine inquietante.

In una stanza, buia e bassa rispetto alla chiesa, con un antico soffitto in legno migliaia di scheletri sono raccolti con precisione estrema, come certi pensionati dalle mie parti che incastrano la legna da ardere in maniera maniacale. 

La sensazione é quella di condividere uno spazio angusto con un non ben precisato numero di morti li a guardarti dall'aldilà. Essi sono li ad attendere la risurrezione. Dopo la rimozione del vecchio cimitero, hanno trovato la loro ultima dimora in questa cappella. Ancora oggi l'ossario è utilizzato come cappella funeraria.

"Ciò che tu sei, noi siamo stati / quello che siamo, tu sarai”

Altra cosa che colpisce é l'odore, forte, non piacevole, molto intenso, un odore nuovo, mai sentito prima

Le danze macabre

Poi come se non bastasse ancora uno, anzi più elementi, proprio quelli che mi hanno portato qui:le danze della morte. Proprio a Coira dove é esposta un enorme danza della morte sono citate le due presenti a Leuk, questo il motivo scatenante che mi ha portato qui ora in questa minuscola stanza buia.

Sia il crocifisso che la danza macabra raffigurano la lotta tra l'uomo e la Morte. Insieme al muro di ossa, lasciano al visitatore un'immagine impressionante da cui nessuno può sfuggire

I dipinti presenti sono ben due, tutti nel medesimo ossario.

Danza della morte con i soldati

Danza della morte con il clero

Le scene di danza macabra sui lati sud e ovest delle fondamenta dei pilastri sono state dipinte tra il 1520 e il 1530 e sono una delle poche pitture murali di danze di morti sopravvissute in Svizzera. Raffigurano diversi stati, mostrano l'uguaglianza di tutti gli uomini di fronte alla morte. 

Questi murales sono senza dubbio opera di un artista svizzero particolarmente preparato per l'epoca.

Essi presentano una composizione pittorica altamente innovativa; ogni figura ha un posto ben definito nell'insieme e un atteggiamento differenziato. Si formano gruppi che danno l'impressione che le figure comunichino tra loro; i morti sono volutamente mescolati ai vivi; così è reso con grande successo il momento del movimento, in cui l'artista, soprattutto nel dipinto col clero, rappresenta in modo convincente l'avanzata dinamica dei morti. Nonostante i loro cadaveri in decomposizione, essi hanno una forte presenza fisica e possono quindi essere visti come avversari molto reali e potenti dell'uomo. I diversi piani dei gruppi di figure, così come il trattamento degli stendardi, le pieghe delle vesti e gli accessori, testimoniano la profonda conoscenza dei volumi di questo artista.

Danza della morte con i soldati


La scena sul lato ovest è costruita in modo simile: quattro uomini morti molestano un drappello di soldati composto da rappresentanti dei vari ordini della società civile; sono guidati da due cavalieri a cavallo. Un giovane su un cavallo marrone in fuga consegna una borsa piena di denaro a un morto raffigurato con un arco fasciato e un copricapo di piume rosse. Lo striscione che si dispiega dietro il morto recita: "Se non hai né oro né moneta, ti sparo al cuore". 
Alla sinistra del giovane, un soldato in armatura cavalca un cavallo bianco. Un morto si avvicina anche a lui, alzando la visiera dell'elmo. Un mietitore, poco più in là, tiene la briglia di un portabandiera a cavallo. Uno stendardo si inarca dal portabandiera sopra il suo nemico: "Nemico, dove sono le tue battaglie e il tuo tamburo?” Una risposta indiretta a questa domanda si trova sullo stendardo sopra i tre soldati dietro i cavalli: "Siamo ancora giovani e (...)". Accanto al portabandiera marcia un lanzichenecco; tre uomini d'arme formano la retroguardia. Tra loro c'è un giovane che minaccia un altro morto con la falce: "Io sono la Morte e porterò via i giovani e i vecchi".

Danza della morte con il clero


Il lato sud mostra i rappresentanti del clero alla testa di una colonna in marcia; il Papa e il suo seguito sono tormentati dai morti. I simboli del potere e della posizione sociale vengono strappati agli ecclesiastici dai morti. Sopra un morto con lancia e clessidra campeggia uno striscione: "O papa, cardinale, vescovo, prelati e cappellani, è giunta l'ora di lasciare questa vita". Un secondo striscione, sopra il clero, recita: "O amato (...) araldo, prega per noi peccatori".

L'Altare delle Anime del Purgatorio

L'Altare delle Anime del Purgatorio, sulla parete est, richiama nel titolo la funzione dell'ossario. Presenta un dipinto barocco su tela, rifinito su tutti i lati, in una cornice del XIX secolo. La Vergine Maria con il Bambino Gesù è in trono su una nuvola, circondata da angeli. Sotto di loro si apre la bocca dell'Inferno con le anime dei dannati a cui porgono i rosari.

Altri punti di interesse sono presenti nella chiesa, in particolare 

L'altare Meschler

L'ex cappella Saint-Michel, nella navata nord, ospita l'altare Meschler in noce intagliato e colorato. Quest'opera di alta qualità del primo barocco vallesano è comunemente nota come "altare nero" per il suo aspetto scuro. 

Secondo l'iscrizione e lo stemma, l'altare fu fondato nel 1668 dal maggiore di Nendaz e Hérémence, Emmanuel Meschler, e da sua moglie Barbara Matter. La sua ubicazione originaria e la sua storia precisa sono sconosciute. In un momento imprecisato, questo altare fu portato in Germania. Alla fine del XIX secolo fu venduto a un industriale berlinese. Nel 1932, Joseph Schaller, il parroco di Leuk, acquistò l'altare di Meschler da un mercante d'arte di Berlino e lo fece riportare a Leuk.

L'altare Meschler, datato 1668, è opera di un maestro vallesano. La nicchia a sinistra dell'altare rivela una finestra romanica proveniente dall'antica cappella di Saint-Michel.

Il pulpito

 Il pulpito, riccamente intagliato, risale al 1679; riprende l'altare Meschler e fu progettato dal maggiore Théodule Willa, il cui stemma compare sul paralume. Colonne tortili circondano il cestino e il paralume, con decorazioni vegetali riccamente intagliate. Negli spazi intermedi si trovano nicchie con statue a figura intera che si protendono verso l'alto.
Sul cesto sono raffigurati i quattro Padri della Chiesa: Agostino(?), Girolamo, Ambrogio(?) e Gregorio Magno (mancante); al centro il Buon Pastore. Nelle nicchie del baldacchino sono raffigurati i quattro evangelisti: Giovanni, Matteo, Marco e Luca, oltre alla Madonna della Vittoria.

Dipinti del giudizio universale

 Secondo l'iscrizione, le pitture murali del Giudizio Universale a sinistra del coro sono state donate da Vinzenz Albertini, borgomastro e maggiore di Leuk, il 17 dicembre 160. Cristo è in trono come giudice dell'universo, circondato da angeli, sopra Giovanni Battista, la Vergine e i dodici apostoli. Angeli con trombe chiamano i morti dalle loro tombe. A destra, la bocca dell'Inferno, proporzionalmente più grande, inghiotte i dannati mentre i giusti salgono in Paradiso.


Dettaglio sulla bocca dell'infermo molto simile a quello sulla cattedrale di Friborgo (sotto). Altro punto in comune é l'uomo con la gerla carico di condannati da gettare tra le fauci dell'infermo

Dettaglio sulla parte inferiore destra del portone della cattedrale di Friborgo

2. Ambühlhaus

Dopo la visita all'ossario necessito di un attimo di pausa. Esco davanti alla chiesa e osservo una coppia, leggono il caratello e entrano, li vedo uscire meno di un minuto dopo, mi passano a fianco con un sorriso che é tutto un programma e si limitano a ripetermi "é speciale, é molto speciale", "troppo speciale" aggiungo io. La coppia sorride e si allontana.

Decido di prendermi un caffé a un bar che da sulla piazza. Attacco bottone con un anziano che si rivela essere un abitante del luogo e appassionato di storia e cultura. Mi racconta che Leuk era la seconda città dopo Sion , che é stato un centro importante per la riforma. E proprio per riagganciarmi a questo argomento gli chiedo se il mio prossimo obiettivo, la Ambühlhaus é visitabile, perché ero molto curioso di ammirare il dipinto.

So che dicendo così sa a quale dipinto mi riferisco. Mi risponde che il dipinto é stato staccato dalla parete, e inizialmente era stato portato al castello di Leuk, che ora é diventato un museo d'arte, ma che poi il dipinto é sparito chissà dove.

Con piacere smentirò il simpatico vecchietto qualche ora dopo trovando il dipinto proprio nel castello.

Mi da anche delle indicazioni su dove si trova la casa, faticherò a trovarla e con sorpresa noterò che anche due vicinissimi di casa non avevano idea di dove si trovasse e di conseguenza anche loro sono completamente all'oscuro del personaggio e del dipinto

Riforma e controriforma

A partire dalla prima metà del XVI secolo, nel Vallese emerse un forte movimento riformato, con Sion e Leuk come centri. Sembra che i seguaci della vecchia fede cattolica si riunissero nell'ossario di Leuker, come testimoniano le iscrizioni in rosso che vituperavano la fede dei luterani. L'anno 1592 segnò una svolta: la Dieta di Visp lanciò un ultimatum ai borghesi protestanti: o riconoscevano la vecchia fede o lasciavano immediatamente il Vallese.

Da allora fino al XVIII secolo, il clero, sia regolare che secolare, si adoperò per ricatolicizzare il Vallese, sia ecclesiasticamente che politicamente.

Il quadro presente nel castello

Daniele nella fossa dei leoni

Daniele viene gettato in una fossa per essere divorato dai leoni ma questi non lo toccano. Il re è impressionato, lo fa tirare fuori e getta nella fossa vescovi ed ecclesiastici.
Questa scena drammatica adornava un'intera parete della casa del ricco, colto e molto viaggiatore Peter Ambüel a Leuk-Stadt, morto nel 1596.
Il quadro è unico nel suo genere e raffigura le rimostranze degli ecclesiastici dell'epoca. Queste, tra le altre ragioni, portarono al movimento della Riforma e Leuk ne divenne il centro nel Vallese.
Tra i suoi seguaci figurano Peter Ambüel, Michael Mageran (1575 - 1638), Vinzenz Albert (1538).
1638), Vinzenz Albertini, nella cui casa sulla piazza principale della città di Leuk, dipinti del 1599 testimoniano questo periodo.

3. Albertinihaus

Approfitto della gentilezza e conoscenza del vecchietto al bar anche poer chbiedere lumi della Albertinihaus

Vinzenz Albertini fu un influente uomo politico, notaio, capitano al servizio del re di Francia e ricco. Fece decorare generosamente la sua casa sulla piazza principale di Leuk-Stadt con dipinti. Ne incaricò l'artista lucernese Ludwig Dub, che li completò nel 1599. L'effetto doveva essere impressionante e lo è ancora oggi.

Sulla piazza principale di Leuk si trova la casa "Zur Linde". Fu costruita nel XVI secolo da Vinzenz Albertini. 
Nel 1599 fece dipingere all'artista Ludwig Dub ampie pitture murali sulle pareti. Queste hanno sofferto nel corso del tempo, ma sono state in gran parte conservate e oggi hanno un grande valore storico-culturale di importanza nazionale. 
È merito di Peter e Zita Pfammatter, che hanno acquistato l'appartamento intorno al 1980. 
I dipinti sono stati scoperti durante i lavori di ristrutturazione nel 1981, e si sono fermati
La possibilità di conservare i dipinti per il  pubblico nell'ambito di una fondazione è stata discussa con lo stesso Peter Pfammatter già nel 2019. Questa possibilità è diventata realtà grazie alla comunità degli eredi.

Immagini dell'apocalisse Se la donna vestita di sole viene presentata con simbologia celeste (sole, luna e stelle) il Drago è descritto con simbologia terrestre. Infatti viene identificato con il serpente

Immagini di un drago a sette teste dell'apocalisse. Generalmente il Drago viene identificato con Satana, anche seguendo un'indicazione dell'Apocalisse stessa

Questa donna é contesa da due uomini, a destra il vecchio che rappresenta la vecchia religione, il cattolicesimo. Gli elementi che ne fanno parte sono i soldi ai suoi piedi e la catena con cui cerca di tenere legata la donna a se. A sinistra invece un uomo più giovane più poetico legato con uno spago e con la donna che tiene un fiore nella sua direzione

4. Castello Von Werra.

Sempre l'anziano al bar mi menziona la casa castello unica in tutto il Vallese, il castello Von Werra,

La casa patrizia von Werra è la residenza più significativa del periodo neoclassico del Vallese. L'ala ovest, adiacente alla casa di Mageran, risale al XVI secolo.
Intorno al 1800/1810, il barone Ferdinand von Werra fece erigere l'edificio principale, il corps de logis, collegato all'antica ala ovest da una grande sala, che ampliò e trasformò.

Stradino che dal municipio porta all'entrata della casa castello Von Werra

Ferdinand von Werra (1770-1824) trascorse la sua giovinezza alla corte di Vienna, dove fu allevato dallo zio, il barone Johann Julier von Badenthal, consigliere dell'imperatrice Maria Teresa. Lo zio gli permise di studiare legge, che completò nel 1794 con il diploma di notaio. Ferdinando tornò a Leuk dove, nel 1795, sposò la baronessa Marguerite von Stockalper. Dopo che lo zio gli ebbe donato la maggior parte della sua fortuna nel 1798, si dedicò alla costruzione del suo maniero, diventando uno degli uomini più ricchi del Vallese. Fu nobilitato nel 1806 dall'imperatore Francesco II.

La facciata del cortile perfettamente simmetrica dell'edificio principale termina con due sporgenze. Le scale esterne conducono al portale d'ingresso, incorniciato da lanterne e da un frontone.
In alto, l'edificio principale presenta una piccola torre con quattro torrette a mensola e lo stemma dei von Werra.
Il design dell'area d'ingresso ha fornito un ambiente dignitoso per accogliere gli ospiti. Dietro le quattro finestre rettangolari dell'edificio principale, al primo piano, si trova una sala di testa unica nel Vallese: la sala dei marmi. Si tratta di una sala neoclassica, generosamente rivestita di marmo stuccato. Nel medaglione centrale del soffitto a cassettoni sono raffigurati Venere e Amore con i due grifoni.

5. Castello di Leuk

Il castello vescovile, con la sua cupola di vetro progettata da Mario Bo ta, domina la valle come un faro su una collina. Situato in fondo alla città, era facile da raggiungere perché la vecchia strada gli girava intorno. Menzionato per la prima volta in un documento del 1254, serviva come residenza del maggiore. Insieme alla vicina torre vidomne, questa posizione fu gravemente danneggiata nel 1415 durante le guerre di Raron. Solo sessant'anni dopo, il vescovo Walter Supersaxo fece trasformare il complesso nella sua residenza estiva. La torre mostra l'entità della distruzione. Solo la facciata sud sopravvisse alla ricostruzione del 1475. In seguito, il castello fu utilizzato come luogo di riunione della Dieta del Vallese. 

Il processo all'ufficiale giudiziario Antoine Stockalper, torturato nel castello nel 1627 e poi decapitato e squartato nella piazza del tribunale di fronte al castello, e i processi alle streghe del XVII secolo sono i momenti più tristi della sua storia. Il castello vescovile appartiene al comune di Leuk ed è un monumento classificato sotto tutela federale.

La cupola costruita da Mario Botta in cima al castello vescovile offre una vista circolare sulle montagne, sul corso del Rodano e sulla Loche. La trasparenza della cupola è sottolineata dalla sua struttura metallica, creando un dialogo tra l'architettura moderna e gli antichi monumenti della città.

Panorama verso occidente dalla cupola

6. Rathaus, il municipio

L'imponente municipio a forma di torre, a pianta pentagonale, si trova all'ingresso della città, nelle immediate vicinanze del castello vescovile. I due edifici formano un complesso difensivo. Nell'XI secolo, la torre era la sede amministrativa del vidomne di Leuk, il rappresentante locale del signore del luogo, il vescovo di Sion. Nel 1415, durante le Guerre di Raron, l'edificio originario fu gravemente danneggiato. Nel 1541, la borghesia di Leuk acquistò le mura rimanenti e le fece trasformare in un municipio da Ulrich Ruffiner. La posizione e l'imponenza dell'edificio sottolineano le aspirazioni al potere del ricco comune. Dal 1934 la torre è sotto tutela monumentale federale. Insieme al municipio di Sion, è il più importante esempio nel Vallese di una borghesia consapevole e orgogliosa della propria identità. I lavori di restauro sono stati eseguiti nel 2005/2006.

Facciata occidentale del castello

7. Bonus: Tabula Nova Heremi Helvetiorv

Passeggiando per le viuzze del villaggio l'ôcchio mi cade in una vetrina di un antiquario, in particolare la mia attenzione viene rapita da una delle due carte esposte.

TITOLO Tabula nova heremi Helvetiorum / 
AUTORE, COLLABORATORE Waldseemüller, Martin [1470-1520]

Questa carta é stata pubblicata nel 1513 e pone il sud in alto, come era consuetudine all'epoca.
Non mostra né i confini nazionali né quelli cantonali, e nemmeno le regioni francofone. Una decisione logica, visto che all'epoca queste regioni non facevano parte della Confederazione. Qui Zurigo è chiamata "Turegum", dal nome romano Turicum. Le città sono disegnate in prospettiva tridimensionale ed è evidente che la torre della collegiata di Berna era ancora in costruzione: questa parte della torre fu completata solo nel 1588. 
Nel frattempo, Basilea era entrata a far parte della Confederazione svizzera nel 1501, quindi dovette aggiungere "Basilea" in basso, all'esterno della mappa. Alcuni nomi di luoghi e città verso i bordi della carta sono stati accorciati. È evidente che il formato originale della mappa era più grande, ma è stato necessario ridimensionarlo per inserirlo nell'atlante.

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