Passa ai contenuti principali

Porrentruy

Arrivando dalla stazione in direzione della cittadina di Porrentruy appare evidente che il castello che la sovrasta la fa da padrone. A colpire sono i due enormi stemmi disegnati sulla torre visibili a chi giunge dalla porta di Francia

Parte del castello con la torre del gallo

Il sito di Porrentruy è stato abitato fin dall'epoca romana, ma le prime testimonianze scritte di una piccola città risalgono al periodo compreso tra il 968 e il 1148. Promossa al rango di città nel XIII secolo (1283) da Rodolfo d'Asburgo, Porrentruy divenne la residenza dei principi vescovi di Basilea nel 1528, dopo l'adozione della Riforma da parte dei cittadini di Basilea. Jacques-Christopher Blarer de Wartensee ricostruì il castello, parzialmente distrutto da un incendio nel 1558. Nel XVIII secolo la città si arricchì di notevoli edifici barocchi: il Municipio, l'Hôtel des Halles, l'Hôtel-Dieu e l'Hôtel de Gléresse. I quartieri esterni, con la loro architettura Art Nouveau, si svilupparono alla fine del XIX secolo tra la stazione e la città vecchia.

Prima però di avventurarmi nel castello passo veloce nella cittadina alla ricerca di un eventuale ufficio del turismo che effettivamente trovo.

Dipinto presente su una facciata nei pressi del municipio

La fontana Samaritana


La Samaritana, stile rinascimentale del 1564, vasca del 1700. 
Dettagli: la Samaritana e Cristo ai bordi della fontana, sulla trabeazione Giovanni Battista bambino con lo stemma della città, il piede appoggiato sul globo.
Il fusto originale si trova all'interno del Municipio per proteggerlo dall'inquinamento.

La leggenda del cinghiale

Non posso fare a m,eno di notare la presenza qui e la di alcune figure mitiche o comunque animalesche, in particolare la figura di un cinghiale al quale é stata dedicata una statua sulla via principale.


Anche una delle due fontane riccamente adornate riporta ancora questa figura quantomeno insolita.

Costruita nel 1558, fu la prima fontana monumentale della città, opera dello stesso artista della fontana della Samaritaine. La statua dello svizzero in cima al pozzo fu distrutta nel 1814 e fu sostituita solo nel 1913 dall'attuale soldato. Questa è opera di Peter Heusch, di Strasburgo. Il soldato tiene tra le sue gambe un cinghiale, lo stesso é presente anche al centro del vessillo

Incuriosito dalla vicenda chiedo al personale dell'ufficio del turismo. Alla sera le porte di accesso alla città venivano chiuse proteggendosi così da eventuali attacchi notturni e narra la leggenda: "Un giorno del passato, una bestia singolare, che correva a pancia in giù, con la coda in aria e la bocca spalancata (un cinghiale enorme) attraversò il bastione di tre metri come se fosse stato un piccolo recinto di niente".

Dopo molte avventure, che sono descritte nel racconto, la bestia fu colpita a morte da un'ascia lanciata da una finestra da un coraggioso bruntrutain! Alla fine crollò sui gradini del Municipio.

Questa avventura fece capire ai "Signori del Consiglio" che in alcuni punti le mura della città non erano abbastanza alte per resistere agli attacchi nemici. Si decise quindi di "spingere i bastioni a un'altezza più imponente".

"Questo cinghiale provvidenziale era quindi, senza dubbio, il messaggero delle Potenze protettrici della città... Il Consiglio decise, in una riunione solenne, che d'ora in poi il cinghiale sarebbe diventato l'emblema della lodevole città di Porrentruy. Gli stendardi della città portavano quindi il cinghiale su campo d'argento, e i sigilli ufficiali imprimevano su tutti i documenti l'animale araldico, ispido, saltellante e ringhioso, che in un momento memorabile aveva incarnato il buon genio della città".

Passaggio chiuso

Passaggio chiuso tra due blocchi di edifici situato tra due strade principali, ad esempio tra la Grand-rue e la rue des Annonciades. In passato, questi vicoli erano utilizzati come fogne a cielo aperto, con conseguenti epidemie di tifo.

Il castello

All'ufficio del turismo mi indicano un tour della città e castello e inoltre consegnano una chiave che mi permetterà di accedere ad alcuni locali solitamente chiusi. Senza aspettare altro tempo mi fiondo in direzione del primo punto: il castello

Disegno del complesso, la torre del gallo rimane in alto vicino al numero 1. La cittadina di Porrentruy, oltre che la via ai piedi del castello, é a destra oltre il fiumiciattolo

Modello del castello come si presentava nel  XVII e XVIII secolo presente nella cappella. In seguito parti del castello verranno smantellate e il materiale utilizzato per costruire nuove case nel villaggio

Dalla Riforma e dall'insediamento dei vescovi di Basilea a Porrentruy nel 1528, la città è stata sede di una piccola corte principesca e dell'amministrazione centrale dello Stato (Consiglio di Giustizia, Camera delle Finanze, Consiglio Ecclesiastico, Cancelleria, Archivio, ecc.) 
Il principe vescovo era allo stesso tempo sovrano temporale e guida spirituale: il suo castello era quindi un palazzo principesco e una residenza episcopale. Se nel 1771 Porrentruy aveva più abitanti di Bienne e del suo municipio (2.408 contro 2.369), ciò era dovuto alla Corte, che contava 665 persone - anche se non tutte vivevano all'interno delle mura del castello (22 case della città dipendevano da esso). La Corte contava circa 130 funzionari e impiegati: 50 lavoravano nell'amministrazione e 80 nella casa del Principe (personale di servizio, valletti, medici, cappellani, ecc.). Alcuni alti funzionari, artisti e artigiani specializzati provenivano dall'estero (Impero, Franca Contea, Alsazia). La residenza di Porrentruy era un vero e proprio luogo di vita: non solo vi si lavorava, ma si mangiava, si intratteneva e si imprigionava

In alto  ei due angoli gli stemmi di Basilea e il cinghiale di Porrentruy




Dopo essere entrati nel complesso nel piccolo corridoio una piccola animazione é proiettata sulle pareti, queste animazioni molto ben fatte, mi accompagneranno in vari punti della visita. Sono senza testo ma osservandole si capisce la storia che c'é dietro a le mura


Altro dettaglio a balzare all'occhio sono le insegne di Basilea, le stesse presenti sulla torre del callo. Il motivo é semplice si trattava della residenza del vescovo di Basilea; nel 1528 il vescovo di Basilea Philippe de Gundelsheim trasferisce ufficialmente la sua residenza da Basilea a Porrentruy

Questo imponente edificio risale al XIII secolo, a sinistra la residenza del vescovo e a destra il padiglione della Principessa Cristina.

Un vasto programma di ricostruzione fu intrapreso intorno al 1588 dall'architetto Nicolas Frick sotto il regno del principe vescovo Jacques-Christophe Blarer de Wartensee. Nel 1697 il castello fu nuovamente vittima di un grave incendio. Il cortile è chiuso a sud dal lungo padiglione della Principessa Cristina, che deve il suo nome alla memoria dei soggiorni di Cristina di Sassonia, zia di Luigi XVI e badessa di Remiremont dal 1773 al 1775.
Il castello è oggi sede delle autorità giudiziarie della Repubblica e del Cantone del Giura.

Munizioni abbandonate

Giunti nella corte oltre alla costruzioni e all'immensa torre a colpire sono delle palle raccolte sotto un tetto

Centoventuno palle di cannone in pietra sono state scoperte nel 2017 durante i lavori di riparazione del muro orientale della spianata, che rischiava di crollare. Sebbene la maggior parte di queste munizioni sia stata rinvenuta nello stesso luogo, non faceva parte di un deposito di artiglieria, ma era stata abbandonata in un terrapieno perché divenuta obsoleta in seguito allo sviluppo delle armi . Una moneta risalente al1600-1605, rinvenuta nello stesso contesto, fa risalire l'abbandono agli inizi del XVII secolo. La metà dei proiettili rinvenuti è esposta qui, non lontano dal luogo in cui furono sepolti.

Sono suddivisi in tre pile, in base al calibro.


Questi proiettili balistici risalgono al tardo Medioevo (intorno al XIII-XIV secolo). Sono stati ricavati dal calcare locale del Giurassico superiore. La loro forma e le loro dimensioni variano notevolmente, indicando l'uso di diversi tipi di catapulta: armi a torsione (balista) o a contrappeso (trabucco), o addirittura armi da fuoco primitive per le più sferiche (bombarde, cannoni). 

Trabucco

Queste munizioni hanno un diametro compreso tra 24 cm e 60 cm. Il loro peso varia da 16 a 243 kg. Non sembrano essere state sparate, essendo per la maggior parte perfettamente intatte. Questo stock di munizioni, conservato nel castello, forse in un arsenale vicino al luogo del ritrovamento, è stato smaltito prima dell'inizio del XVII secolo, quando le armi citate non erano più in uso.

Alcuni dei proiettili, soprattutto quelli più grandi, richiedevano l'uso di un grande trabucco, un'arma di propulsione la cui energia deriva da un contrappeso (fino a 20 tonnellate) attaccato all'estremità dell'asta opposta al proiettile e avente una massa molto maggiore. Tali dispositivi furono utilizzati dal XII al XVI secolo. La squadra di servitori necessaria al suo funzionamento poteva contare fino a 60 uomini e sparare al ritmo di 1 o 2 colpi all'ora. La gittata di quest'arma poteva raggiungere i 200-300 m e la sua precisione poteva rivelarsi formidabile. Queste macchine potevano essere utilizzate sia per l'attacco che per la difesa.

Nel caso di Porrentruy, non ci sono prove per datare la fabbricazione delle palle di cannone. Si sa che il castello fu assediato per 45 giorni dal re Rodolfo d'Asburgo nel 1283, quando la roccaforte era illegittimamente detenuta dal conte di Montbéliard, Renaud di Borgogna. La vittoria del re portò poco dopo alla firma delle lettere di franchigia della città. Queste palle di cannone sono legate a questo evento? Non lo sappiamo.

Nel XVII secolo, un edificio a più piani copriva il terrapieno contenente le palle di cannone.

Otto palle di cannone sono state utilizzate anche nella muratura di due pareti di questo edificio. Sono state parzialmente ritagliate e presentano tracce di malta.

In Svizzera è raro trovare una tale concentrazione di proiettili in pietra, persino nei castelli fortificati. Per gli archeologi si è trattato di una scoperta importante, che ha suscitato immediatamente l'interesse del pubblico.

Cappella Roggenbach

La cappella é presente nel complesso del castello ed è stata costruita intorno al 1680 dal principe vescovo Jean Conrad de Roggenbach, da cui prende il nome e il cui stemma compare sul sontuoso soffitto. Quadrato e molto alto, è opera di maestri della scuola di Wessobrunn in Baviera. È successiva alla cappella originale, che un tempo si trovava al livello del cortile e non esiste più.

Castello nel 1804

Questo luogo di contemplazione contrasta con il trambusto del cortile del castello, pochi passi più in alto; immaginate un avvocato di corte che attraversa la spianata a passo svelto per portare al Consiglio del Principe la richiesta della comunità di Grandfontaine: i sudditi chiedevano l'autorizzazione a elemosinare denaro per riparare le loro case, incendiate nel 1785. Mentre si recava alla Cancelleria, per poco non inciampò in una gallina sfuggita alla vigilanza di uno dei domestici di Sua Altezza. Il tutto sotto gli occhi divertiti del cambio della guardia vescovile, mentre un fabbro ripara la tiranteria del pozzo, che si rompe regolarmente...

I soffitti stuccati furono installati intorno al 1680 durante il regno di Jean-Conrad de Roggenbach (1618-1693), principe vescovo di Basilea dal 1656 al 1693, da cui il nome della cappella.

Una morte dolorosa

Sempre nella varia documentazione presente nella cappella colpisce questa testimonianza

IL PRINCIPE È MORTO!

Frédéric de Wangen, 55 anni, soffriva di un ascesso dentale e di un'infezione alla mascella: i denti si stavano allentando e furono rimossi uno ad uno. Furono consigliati salassi, tisane e acqua minerale. Nonostante le cure del medico e del chirurgo di corte e le visite di diversi medici stranieri, il principe morì l'11 ottobre 1782.
L'autopsia eseguita dal chirurgo il giorno successivo rivelò che i visceri erano in avanzato stato di decomposizione. Tuttavia, il prelato non fu sepolto prima del 21. Il corteo funebre lasciò il castello ed entrò in città attraverso la Porte de Courtedoux, fermandosi davanti al Municipio, dove i cittadini resero omaggio.
Il corteo seguì un ordine rigoroso, rispettando la gerarchia delle funzioni (c'erano 50 categorie diverse di persone). Il principe fu sepolto nella volta della chiesa dei Gesuiti e il suo cuore fu deposto ai piedi dell'altare della chiesa di St-Pierre.

La torre Réfous

Il nome della torre é stato messo in rapporto alla parola latina "refugium" (rifugio), proveniente forse dal vecchio tedesco "Riff-hus", che significa "costruzione su una roccia o su una riva"

La torre di Réfous fu costruita nel XIII secolo, quando il principe vescovo di Basilea e i conti di Ferrette e Montbéliard si contendevano il possesso di Porrentruy e Ajoie. Daniel de Raemy ne attribuisce la costruzione al conte Thierry de Montfaucon-Montbéliard, che l'avrebbe realizzata già nel 1236, quando l'Ajoie entrò a far parte dei suoi domini diretti.

La torre Réfous

La porta di entrata della torre é posizionata a 9 metri di altezza. La torre é alta 32 metri.
Una volta era presente uno stabile, l astabile Lydda smantellato nel 1804, da cui si poteva accedere a questa porta
Secondo i piani del 1776 dell'architetto Pierre-Adrien Paris conservati negli archivi comunali di Besancon la torre sarebbe dovuta essere demolita.
Dal 1908 la torre é iscritta nell'inventario dei monumenti storici ed é stata restaurata nel 1924-1926 e nel 1985
Inoltre dalla torre si aveva una vista su tutto il villaggio di Porrentruy; in caso di incendio sarebbe stato visto subito e l'allarme dato tramite colpo di cannone presente sulla torre

Vista della cittadina vecchia (sulla destra) dalla torre.

Torre del gallo

Adiacente all'angolo nord-est dell'ex Cancelleria, questa torre è un massiccio edificio rotondo di quattro piani con un pilastro centrale che sostiene volte circolari. Le aperture delle finestre risalgono al 1756. Fino al 1898 ospitava gli archivi dell'ex vescovado di Basilea. Lo stemma della famiglia Blarer di Wartensee è dipinto sul lato cittadino e dà il nome alla torre.

Il gallo presente sul muro della cittadina in prossimità della éporta di Francia, lo stemma é quello della famiglia Blarer di Wartensee

Le prigioni

Dal 1528 al 1792, i principi vescovi di Basilea governarono il Giura e vissero nel castello di Porrentruy. Il Principe Vescovo e le autorità cittadine non andavano sempre d'accordo. Nel 1728, il Principe Vescovo, che aveva potere assoluto, emanò un'ordinanza per stabilire i suoi diritti e i doveri degli abitanti. Questa ordinanza scatenò una rivolta guidata da Pierre Péquignat.
Dopo diversi anni di disordini, i capibanda furono arrestati, processati e condannati al taglio della testa davanti al municipio di Porrentruy.

L'esecuzione di Pierre Péquignat nel 1740, a Porrentruy

Le teste dei tre condannati vennero messe su dei picconi ed esposte all'ingresso dei municipi dell'Ajoie!

Parte dell'animazione presente nelle prigioni del castello

Porta di Francia

Ricostruito nel 1563 su fondamenta medievali, fu trasformato nel 1744.
Due robuste torri rotonde con tetto conico fiancheggiano il passaggio principale, sormontato da un campanile.
La porta vista dall'interno delle mura

Porta e castello visti dall'esterno delle mura

Le acque

Passato - Un fiume sotterraneo, l'Ajoulote, drena le acque dell'intera Haute-Ajoie. Quando le piogge sono abbondanti o la neve si scioglie, l'acqua non riesce più a passare nel sottosuolo. Lo straripamento del fiume emerge allora attraverso vari sifoni, come il trou du Creugenat - che significa "cavità delle streghe" - e scorre in superficie, formando un fiume occasionale. Quando l'acqua sale attraverso questi passaggi, espellendo l'aria, produce dei rumori che la gente ha paragonato alle grida delle streghe che partecipano alle messe nere.


Passato recente - il percorso della chiave mi porta ad un bacino per la raccolta delle acque

Costruito nel 1861, fino a pochi anni fa questo serbatoio raccoglieva l'acqua del Betteraz e riforniva il quartiere di Minoux. Questa vera e propria cattedrale sotterranea, sostenuta da 5 volte complete che culminano a 8 metri di altezza, stupisce per le sue dimensioni gigantesche e la qualità della sua costruzione


All'epoca, la costruzione di questo bacino e la cattura della sorgente Varieux erano molto attese dalla popolazione locale, per rifornire d'acqua le fontane in cima alla città vecchia. Queste fontane erano vere e proprie fonti di giovinezza, che offrivano il comfort di un'acqua potabile pulita. È questa celebrazione dell'acqua, essenziale alla vita e onnipresente a Porrentruy, che l'artista ha fatto rivivere con le animazioni


Commenti

Post popolari in questo blog

Su e giù per la Calanca

Una delle mie abitudini, complice il clima da bisboccia, quando nei capannoni tolgono la musica sull’albeggiare é quella di intonare canti popolari. Piuttosto limitato il mio repertorio, di molte canzoni infatti purtroppo conosco solo il ritornello. Tra queste possiamo tranquillamente annoverare quella della val Calanca " ...dicono che la Calanca piccola valle sia, invece sei la più bella piccola valle mia... " Ma sarà poi vero?   Sfatiamo subito; chi se la immagina stretta, con gole profonde scavate dal fiume si sbaglia, o almeno da Arvigo in su il fondovalle regala ampi spazi L'obiettivo della giornata é recarsi in postale a Rossa. Da qui inerpicarsi alla ricerca di reperti sacrali (alcune cappelle segnalate in zona). Poi scendere lungo la strada carrabile di nuovo a Rossa e da qui seguire il sentiero sul fondovalle cercando di giungere almeno fino ad Arvigo L'antico insediamento della Scata Poco fuori Rossa inizia la salita e subito incontro il primo elemento di in...

Samuel Butler e il passo del Sassello

Cosa accomuna il sottoscritto e Samuel Butler? Fino a ieri pensavo nulla oltre al bianco degli occhi. E invece, per mia grandissima sorpresa un elemento che pensavo solo ed esclusivamente mio. Ultimo tratto verso il passo dal versante leventinese. Sullo sfondo il lago di Prato (2056 m.s.m.) Percorro, o meglio cerco di percorrere, il passo del Sassello almeno una volta all'anno. Sarà perché é un passo poco frequentato. Sono sicuro che in passato non fosse così, in più tratti (come la foto sopra) compaiono delle tracce di intervento umano per facilitare la percorribilità.   Dopo le mie prime tre ascensioni non incontrai persone da entrambi i versanti; sarà perché non conosciutissimo, sarà perché da guadagnare metro per metro (non ci sono carrabili che portano vicino alla sommità) e quindi faticosissimo. Sarà perché bisogna proprio ad andare a cercarselo. In rosso il passo del Sassello Il passo del Sassello E solo dopo l'indipendenza ottenuta dal Cantone Ticino nel 1803, dopo tr...

Le Landeron

“Come i funghi”, si dice solitamente quando ne trovi uno e poco distante immancabilmente ce n’è un altro. Questa regola non é applicabile a tutto ma se ci si reca nell’angolo occidentale del lago di Bienne ci sono due città di chiaro stampo medievale (il mio vero motivo della visita) a pochi chilometri di distanza. Siamo proprio sul confine linguistico francese / tedesco nonché quello cantonale trovandosi Le Landeron cattolica in territorio neocastellano (NE) e La Neuveville  protestante bernese (BE). Quello di Le Landeron si tratta di un ritorno, dopo la visita a La Neuveville scoprii che c'era un museo che però per l'occasione era chiuso, un ritorno é quindi d'obbligo Parte meridionale dell’abitato fotografato dalla sala di giustizia del municipio di Le Landeron Le Landeron occupa una posizione unica nel suo genere nel Cantone di Neuchâtel: un sito di pianura, a 700 metri a ovest del lago di Bienne, su un terreno in leggero pendio, in una regione meravigliosa, costellata...

Da Lugano al Convento del Bigorio

La partenza é fissata alla stazione dí Lugano. So che sarà una sfacchinata, non esagerata ma pur sempre una sfacchinata. Il mese di maggio é agli sgoccioli, hanno iniziato ad esserci le giornate torride, o perlomeno afose. Di buona lena prendo il treno e verso le 09:00 sto già partendo dalla stazione di Lugano.  Per la giornata di oggi conosco alcuni posti in cui transiterò perché già visti da qualche parte, oltre a questi potrebbero esserci luoghi a me tutt'ora sconosciuti e se dovesse capitare mi lascerò piacevolmente sorprendere. San Maurizio in Rovello La prima grande sorpresa giunge alle porte di Lugano, la chiesa di San Maurizio in Rovello La piccola chiesa, addossata a una masseria di origine medievale attestata sin dal 1203, è stata a lungo proprietà degli Umiliati. Sorge sul territorio dell'antico quartiere di Rovello, ed è oggi parte di Molino Nuovo. Il complesso rurale si sviluppa intorno ad una corte centrale di forma triangola allungata, selciata secondo tecniche ...

D.A.F. De Sade - Elogio dell’omicidio

Si proprio quel De Sade. Trovo un libricino in una altrettanto minuscola biblioteca a Biasca. Incuriosito da titolo ed evidente me autore ne prendo possesso. Il racconto narra dell’incontro di Juliette con il pontefice Sisto VI. Juliette pone 4 richieste al pontefice in cambio dei suoi favori sessuali che si riveleranno poi dei più depravati. Quello a colpire é il tema centrale del libro: il papa illustra a Juliette che l’omicidio non solo deve essere tollerato ma é necessario Del divin marchese (1740-1814) la cui biografia oscilla tra il più spinto libertinaggio e lunghi anni di prigionia - in pochi ne hanno saputo parlare con tanta lucidità come George Bataille: "di Sade dovremmo poter prendere in considerazione unicamente la possibilità che offre di calarci in una sorte d'abisso d'orrore che dobbiamo esplorare, e che inoltre é dovere della filosofia esporre, chiarire e far conoscere. Considero che per chi voglia andar fin in fondo nella comprensione di ciò che significa...

Da Einsiedeln a Rapperswil

Einsiedeln é già stata tappa delle mie scorribande , più volte. Questa volta però decido di non fermarmi nella cittadina / nel monastero, ma di usarla semplicemente come punto di partenza. Ed é un bene, perché anche tralasciando questa fonte di aneddoti sto per incontrarne molti altri sul mio percorso Il monastero di Einsiedeln Pronti…partenza…deviazione! Il monastero é già stato visitato a più riprese dal sottoscritto e qualcosa ho già postato qui . Decido di fare la prima ed unica deviazione proprio all’inizio del mio percorso; decido infatti di andare ad esplorare (di nuovo) il cimitero di Einsiedeln, anche perché a posteriori mi sono accorto che durante la mia prima visita mi sono sfuggiti diversi dettagli... Il cimitero di Einsideln  In particolare durante la mia prima visita mi é completamente sfuggito il monumento ai Bourbaki , che di conseguenza é la prima cosa che vado a cercare. Einsiedeln accolse 139 uomini e 63 cavalli dell'esercito francese che si ritirò in Svizzera. S...

L’emigrazione nelle valli ambrosiane

Non ce ne sono tantissime, ma quando viene organizzata una conferenza sulla storia delle nostre vallate faccio il possibile per partecipare. A quella sulle emigrazioni dalle valle ambrosiane giungo appena in tempo e trovo la saletta delle conferenze del Museo di Leventina molto affollata. Giusto il tempo di trovare una sedie in seconda fila e la conferenza inizia.     La compagnia Correcco-Bivio assicurava viaggi in tutto il mondo e con una traversata dice in sei giorni cui celerissimi vapori postali Emigrazione e immigrazione In realtà non si trattava solo di emigrazione, la trasversalità da montagna a montagna faceva sì che ci fossero delle famiglie che partivano dai comuni in altitudine per andare a lavorare nelle città d'Italia e contemporaneamente in questi comuni arrivavano persone da fuori a fare il boscaiolo , per esempio nel mendrisiotto arrivano dalla Val d'Antrona, dalla val Brembana, oppure spostamenti trasversali da valle a valle: dalla val Verzasca si spostavan...

Donne sfiorite

Questo idilliaco quadro l’ho visto due volte in pochi mesi: alla galleria Züst di Rancate e al MASI di Lugano pochi mesi dopo. Ma poco importa. Idilliaco e utopico  Il canto dell'aurora, 1910 - 1912 Luigi Rossi (1853–1923) 1910–1912, olio su tela. MASI Lugano. Deposito Fondazione Antonio Caccia. Acquisto 1913 Sotto un ampio cielo, si apre il paesaggio della Capriasca, luogo di villeggiatura estiva del pittore, in cui sono collocate quattro contadine che intonano un canto, orientate verso i punti cardinali. Il tema dei contadini al lavoro, ampiamente trattato dall’artista, mostra un rapporto sereno fra la natura e l’uomo, mentre la resa pittorica, dalle pennellate parzialmente filamentose, rende il soggetto quotidiano atemporale e simbolico. Quello che importa sono le identiche sensazioni che mi ha trasmesso entrambi le volte. La prima cosa che ho notato sono le gerla: vuote! Finalmente e inesorabilmente vuote! Ci voleva un quadro per una visione simile, che io ricordi non esiste fo...

Una nuova partenza

Ho gestito un blog dal 2004 al 2016 Dal 2016 ho preso una pausa, nel frattempo il mio stile di vita e i miei interessi sono mutati, si potrebbe sostenre che sono passato dall'epoca "tardo bimbominkia" al "consapevole di un esistenza da sfruttare bene", o ancora, come amo dire, aver cambiato la mia stagione umana, che sia da "primavera a estate" o da "estate a autunno" non l'ho ancora capito. Nel frattempo i miei interessi si sono spostati fondamentalmente su due temi: montagna e storia. Perché Suvorov55? Suvorov55 é un nome che riesce a racchiudere entrambe le mie passioni, cosa abbastanza difficile in una parola; si tratta di un percorso proposto da una delle innumerevoli app di escursionismo che propone di ripercorrere il percorso fatto dal generalissimo Suvorov nelle alpi svizzere nel contesto delle guerre napoleoniche, il percorso si chiama appunto Suvorov55 ed é una dei miei innumerevoli obiettivi che mi sono proposto di raggiungere....

Ufenau

L’ho rasentata durante la passeggiata Einsiedeln - Rapperswil, e mi sono fatto ingolosire. La presenza del Huttenwyl li esiliato non ha fatto altro che aggiungerci fascino. Approfitto di una giornata tersa per andare in avanscoperta della piccola ma affascinante isola di Ufenach (o Ufnach). Giusto per approcciarmi in maniera soft prendo il primo battello da Zurigo Bürkiplatz e mi godo il docile ondeggiare verso la parte meridionale del lago Ripresa con un drone da un'altezza di 300 metri: Arnstein, il punto più alto dell'Ufenau con i suoi 17 metri, si trova a destra del molo. Foto: Emanuel Ammon/Aura Cartina del 1844 dell'isola di Ferdinand Keller Dal 1857 i battelli a vapore attorcano a Ufenau. Da quel momento si assiste a un incremento di visite sull'isola e con esso souvenirs come questa cartolina degli anni 1900 Preistoria Le tracce della presenza umana su Ufnau risalgono alla preistoria. I resti di un tempio gallo-romano del II/III secolo d.C. dimostrano che l...