Passa ai contenuti principali

Il gioco di Milano

L'espansione della Confederazione raggiunse il suo apice nel 1513 dopo la vittoria nella battaglia di Novara del 6 giugno dello stesso anno.
Dopo la campagna di Pavia (1512), gli Svizzeri divennero i protettori del ducato di Milano. Il re di Francia Luigi XII riunì nel 1513 nuovamente un esercito di 14'000 uomini, composto da numerose truppe di cavalleria e artiglieria, e penetrò in Lombardia. Un primo contingente svizzero di 4000 uomini frenò l'avanzata dei Francesi a Novara. Il 5 giugno si avvicinò il secondo contingente, forte di ca. 4000 uomini. I Francesi ripiegarono verso Ariotta, 4,5 km a est di Novara, dove all'alba del 6 giugno furono attaccati dai Confederati, aggirati da due lati e stretti in una sacca. I lanzichenecchi vennero annientati, mentre la fanteria e la cavalleria fuggirono. Quella di Novara fu l'ultima battaglia vinta dai Confederati grazie alla tradizionale tattica basata sulla fanteria.

Il gioco di Milano

L'opuscolo illustrato rappresenta la lotta di potere per il Ducato di Milano tra il 1513 e il 1514 sotto forma di gioco di carte.  I 15 giocatori raffigurati rappresentano le persone che all'epoca rivendicavano il Ducato di Milano. Il gioco si chiama "Flüsslis".  Ogni giocatore riceve tre o quattro carte. Con queste gioca per una posta in gioco. Le regole sono simili a quelle del poker. Il gioco è ancora praticato nella Valle della Muota.

La figura di un mercenario svizzero, si distingue in modo particolare. È bello, giovane e barbuto, indossa un cappello di piume e siede con sicurezza. Ha in mano delle ottime carte e sembra ridere

È interessante la xilografia dello stampatore zurighese Hans Rüegger (1475-1517), realizzata all'indomani della battaglia di Novara. Raffigura il "Gioco di Milano" del 1514 circa e mostra 15 delle personalità più potenti d'Europa che giocano una partita di "Flüsslis" per determinare il futuro del ducato. Il Flüsslis era un gioco di carte molto diffuso in Svizzera all'epoca, con regole simili a quelle del poker.

"Il gioco di Milano", xilografia di Hans Rüegger, 1514.

LUIGI XII DI FRANCIA (1462-1514)


Visibilmente infelice ma elegantemente vestito, che mostra la sua mano agli altri giocatori al tavolo indossa una corona tempestata di gigli di Francia . Nel 1499 fece valere militarmente le sue pretese ereditarie su Milano e catturò Ludovico Sforza. Nel 1512 fu espulso dall'Italia settentrionale. Il Papa, il re di Spagna, Venezia e la Confederazione si erano alleati contro di lui.

IL MERCENARIO SVIZZERO


Si distingue in modo particolare indossa un costume da mercenario con maniche a taglio e un pugnale svizzero alla cintura. Come mercenario, rappresenta la potenza bellica confederata. Con i suoi tre assi ha una mano imbattibile. Il suo avversario diretto è il re francese Luigi XII, che siede in diagonale di fronte a lui.
 
C. LEONARDO LOREDAN (1436-1521)


Il Doge di Venezia seduto alla destra di Massimiliano I, guarda con disperazione le proprie carte. Rappresenta la Repubblica di Venezia. Il Duca porta al collo il Leone di San Marco, simbolo della città. Venezia non aveva pretese dirette su Milano, ma dovette lottare più volte per il suo dominio sul Veneto, minacciato durante le Guerre Milanesi. L'imperatore Massimiliano I e il re Ferdinando rivendicarono la terraferma veneziana.

PAPA LEONE X. (1475-1521) 


Il papa è riconoscibile per il suo speciale copricapo, la tiara, gli occhiali e le insegne pontificie, osserva la scena e sembra sul punto di fare un proclama. Papa Leone X era anche miope. Eletto Papa nel 1513, dopo la morte del suo predecessore Julius II, difese le rivendicazioni della Chiesa nell'Italia settentrionale. Da un lato, voleva impedire al re francese Luigi XII di riconquistare Milano. D'altra parte, non si oppose apertamente ai francesi perché le relazioni commerciali con la Francia erano importanti per la sua città natale, Firenze, dove viveva la sua potente famiglia.

E. MASSIMILIANO I (1459-1519)


L'imperatore del Sacro Romano Impero siede a capotavola, é arrabbiato Massimiliano I indossa una corona troppo grande e ha un'enorme pila di carte.
Massimiliano I era il supremo feudatario del Ducato di Milano, poteva cedere il ducato a un feudatario. Era sposato con Bianca Maria Sforza dal 1493 ed era quindi imparentato con la famiglia ducale degli Sforza di Milano. L'imperatore voleva espandere il suo dominio in Veneto e cercò di estromettere i veneziani dalla terraferma.

L. MASSIMILIANO SFORZA (1493-1530) 


L'infelice e giovane Massimiliano Sforza lascia cadere le carte prima ancora di raggiungere il tavolo da gioco; può solo assistere alla partita a carte tra i Confederati e il re francese e al massimo raccogliere le carte che cadono dal tavolo
Dopo aver cacciato il re francese dalla Lombardia nel 1512, i Confederati insediarono il giovane Massimiliano Sforza come duca di Milano. Massimiliano Sforza paga la Confederazione per la sua protezione militare. 

M. ANTONIO I, DUCA DI LORENA

Stringe una brocca di vino e una coppa e sembra divertito dallo spettacolo che si svolge davanti a lui

P. MARGARETHE D'AUSTRIA (1480-1530)


Margarethe d'Austria è l'unica donna del gioco. Figlia dell'imperatore Massimiliano I, sposò prima il figlio del re spagnolo Ferdinando e, dopo la sua morte, un duca di Savoia. Il padre perseguì i suoi interessi nell'Italia settentrionale dandole in sposa.  La Spagna e la Savoia erano strategicamente importanti.

R. ENRICO VIII DI INGHILTERRA (1491-1547)


Enrico VIII, i cui abiti sono ornati dal leone inglese, era da tempo in guerra con il re francese. Nell'agosto del 1514, tuttavia, i due fecero pace. Il re francese Luigi XII sposò la sorella di Enrico VIII, Maria Tudor.  Enrico VIII era anche imparentato con il re spagnolo Ferdinando II.  Aveva sposato la figlia di quest'ultimo, Caterina d'Aragona.

GIAN GIACOMO TRIVULZIO (1442-1518)


 Trivulzio porta un semplice cappello e un pescatore alato sui vestiti. Il milanese Trivulzio fu comandante del re di Francia dal 1495. Durante il dominio francese su Milano (1499-1512) amministrò il ducato come governatore. Nel 1513, come comandante dei francesi, perse contro i Confederati a Novara. 

Da questa xilografia non è chiaro chi alla fine vincerà Milano.

Commenti

Post popolari in questo blog

Muri - I diari di Jodock Stirnimann

Ritorno a Muri. Quando torno in un posto già visitato é più mirato: so già spannometricamente cosa mi aspetta, inoltre negli ultimi anni ho affinato gli interessi, il focus, cerco di fare in modo che questa volta non mi sfuggano i dettagli, molti, sfuggiti durante la prima visita. Questo non solo a Muri ma in generale. Così prendendomi il mio tempo ho maniera di andare a rovistare negli angoli, fino nelle curiosità più "nascoste", che spesso sono anche le più succose. Il diario di Stirnimann ne é un esempio Monastero di Muri (AG) Il monaco Jodokus Stirneman (1654-1706; nome di battesimo Peter) ha vissuto per 36 anni nel convento di Muri. Ha lasciato un diario che racconta la vita nel convento. Ha creato così un documento importante che ci dà un'idea della vita quotidiana nel convento e nella società civile del XVII secolo. Estratto dal diario di P. Jodok Stirnimann (Cod. Chart. 399/A.I.III.1, StiAMG Sarnen) Dato che nel cantone di Lucerna si seguiva la legge dell'ere...

Castello A Pro di Seedorf

Domenica, una qualunque. Decido di fare qualcosa di vicino e poco impegnativo. Nell’interminabile (per fortuna) liste delle pendenze ho annotato il castello A Pro incredibilmente mai visto fino ad oggi. Incredibile perché poco lontano e dalle foto trovate in rete estremamente affascinante. Giungo alla stazione di Altdorf, ora mi aspettano 7 minuti di bus, c’è un gruppo piuttosto numeroso che aspettano lo stesso bus….ma si, faccio 4 passi che male non mi fa. Noto parecchi ciclisti in giro, non avevo immaginato tanti cicloamatori nella zona. Man mano che mi avvicino all’obiettivo il traffico si fa più intenso fino a quando praticamente arrivato l’amata sorpresa: una non meglio identifica manifestazione giusto a pochi metri dal castello, una baraonda di gente (età media 60 anni). Scoprirò più tardi si trova della schwingfest , festa popolare svizzera che si tiene ogni 5 anni sempre in località diverse. C’era una possibilità su 1500 riguardante il giorno, oltre a quello aver azzeccato anch...

Göschenen

É veramente difficile fotografare Göschenen, il villaggio é “disperso, sparpagliato” ed é difficile identificare una piazza principale o punto di ritrovo. Gli stessi abitanti, come vedremo dopo, identificano nei ponti, e quindi le sue immediate vicinanze, i punti cardine del paese. Per poter mostrare il villaggio nella sua interezza devo ricorrere alla foto della pagina del comune La particolarità é che nella foto non é riportato l'ingresso del tunnel. si intravedono i binari in basso, l'imbocco del tunnel é a sinistra della foto Il nome Göschenen und Geschinen sembra avere origini romane. È anche possibile che derivi dalla parola Geschi (capanna) dell'alemanno Geschi-Geschinen. Nello stemma ci sono il ponte doganale e il corno postale. Fino al 1830 al ponte doganale si pagava il dazio. È l'ultima testimonianza dell'epoca dei mulattieri. Per secoli mercenari, pellegrini, mulattieri, commercianti e mandrie di bestiame si spostavano da nord a sud. Il corno postale ric...

Rheinau

Così come é esistito Quel ramo del lago di Como...altrettanto si potrebbe citare quell'ansa del fiume Reno... Dopo aver visto e rivisto fotografie idilliache di un ansa particolare del fiume non lontana dalle cascate di Sciaffusa decido di verificare di prima persona. Simili perle non possono aspettare Parte dell'isola vista dal po nte che la collega alla terra ferma Rheinau non dista molto dalle cascate di Sciaffusa, una variante é scendere in battello e fare un entrata trionfante L'isolotto visto dalla strada principale  1836 La chiesa del monastero di Rheinau La fondazione del monastero di Rheinau risale all'anno 778. Nell'858 su iniziativa del nobile Wolvene, i cui antenati avevano fondato il monasterium Rinauva, re Ludovico il Germanico elevò il convento ad abbazia imperiale con protezione regale, immunità e libera elezione dell'abate Attacco romano agli Alemanni presso Rheinau Rappresentazione di fantasia - 1548 Fintan Ancora una volta a metterci lo zampin...

Il Colosseo part I: l'origine del nome

Per uno che legge, guarda film, sogna l'antica Roma ritrovarsi poi un giorno faccia a faccia con quanto tanto immaginato é un esperienza indelebile. Non basta osservare, si sente il bisogno ti toccare, dove 2000 anni fa altri hanno toccato, colonne, lastricati e statue. Questo é andare a Roma per uno come me. Il Colosseo Il Colosseo non era la mia tappa più ambita, anche se stilare una classifica risultava assai difficile. L'interno del colosso Il colosseo (o anfiteatro flavio) deve il suo nome alla gigantesca statua di Nerone che era presente li vicino. Questa statua era chiamata il colosso, di conseguenza l'anfiteatro é un derivato da questa statua, il colosseo appunto. E fa un po' strano pensare come una simile opera fosse in realtà offuscata, all'ombra di un'altra, per noi oggi risulta difficile immaginarselo. Dai fasti romani poi il colosseo ha vissuto le trasformazioni più incredibile, giungendo anche uno stato di semi abbandono per poi essere di nuovo val...

La mano della gloria

Sempre nell'ottica delle reliquie, oltre alle "solite ossa" a colpire é la mano della gloria In Germania, nel XVIII secolo, la mano mozzata di un impiccato era destinata ad avere proprietà simili a quelle della "Mano della Gloria" inglese, a patto che fosse preparata correttamente. Per accrescerne i poteri esistevano numerose ricette. Dopo averla mozzata e privata del sangue, bisognava incartarla e metterla in una terrina contenente dragoncello. Dopodiché, si fabbricava una candela fatta di grasso umano e sesamo, con lo stoppino in fibre di cappio o capelli di defunto.  La mano veniva poi fatta seccare con le dita in posizione tale da poter contenere la candela e tenerla verticale come un normale candeliere. Un altro talismano richiedeva di essiccare la mano per poi infilare nelle dita uno stoppino fatto di capelli del defunto impregnato di grasso felino (di gatto nero, ovviamente) in modo da creare cinque candele. A tal fine si potevano usare anche mani di bamb...

Arnisee - Sarà difficile lasciare i luoghi, non le genti

Un titolo provocatorio, un pensiero nato durante le ore a stretto contatto con la natura, in completa solitudine. L’Arnisee da un ulteriore spallata verso questo concetto che vede la bellezza della natura imporsi come meraviglia assoluta, silenziosa, capace di accogliere e mai pretendere.  Arnisee (UR) Il padre della Corea del Nord riconosce il potenziale di questa bellezza ma in chiave bellica, trasformandolo nella fetta geologica dell’amor patrio “Se vogliamo ispirare ai soldati del nostro Esercito Popolare l'amore per la loro patria, bisogna mostrare loro dei quadri coi bei paesaggi del nostro Paese” Kim Il Sung Insomma, innegabile che la natura offre, per chi é abbastanza sensibile da raccogliere. E la cosa bella é che é gratuito C'é moltissimo e pochissimo da dire su questa escursione. La partenza ideale é nel piccolo villaggio di Intschi, da li la scelta: o si sale all'Arnisee con una funivia oppure si opta per il mezzo di trasporto per eccellenza: le proprie gambe Sa...

Sempach 1386: i luoghi

Più e più volte ho letto e sentito parlare di Sempach. Nulla però rimane scolpito nella mente come quando si va a picchiarci il naso contro. In data 14.07.2022 ho deciso finalmente di togliermi lo sfizio e recarmi direttamente nella ridente cittadina lucernese. Primo fatto: non é detto che se una battaglia si chiama " battaglia di Sempach " deve essere per forza stata combattuta direttamente nella cittadina che da il nome alla battaglia. Per Sempach ad esempio il luogo dello scontro si trova a circa 2.5km da Sempach centro . Sul luogo dello scontro una graziosa cappella con graziosi pannelli esplicativi al suo esterno. Purtroppo rigorosamente i lingua tedesca. Dato che con l'età si tende a sopportare sempre meno non marcherò di fare rimostranze all'associazione che gestisce il luogo sul fatto che non gira tutto attorno al loro idioma. Schlachtkappelle Sempach Cappella della battaglia di Sempach nel 1866 - Robert Zünd - Kunstmuseum Zurigo All'interno della cappella...

Ginevra - Sui passi della riforma

Ho sempre amato quei “musei a cielo aperto”, che altro non sono che costruzioni / monumenti accessibili in qualsiasi momento da qualsiasi persona. Malgrado questa facilità di approccio ben poche sono le persone approfittano dell'occasione per imparare qualcosa di nuovo, magari inerente la propria città. L'occasione invece il sottoscritto va a cercarsela in un due giorni a Ginevra fitto di visite. La sera della prima giornata, quando ormai i musei sono chiusi la dedico ad un tour "guidato" attraverso la città ripercorrendo le tappe fondamentali della riforma. Scopro così che la ricchezza di Ginevra proviene soprattutto da quegli esuli protestanti scacciati dalle altre nazioni (principalmente Francia) che hanno trovato asilo a Ginevra contribuendo in modo importante allo sviluppo economico della città e in seconda analisi di tutta la Confederazione. Beh che dire? Viva la riforma! La Roma protestante Un momento fondamentale per l'apertura internazionale della Svizzer...

Da Lugano al Convento del Bigorio

La partenza é fissata alla stazione dí Lugano. So che sarà una sfacchinata, non esagerata ma pur sempre una sfacchinata. Il mese di maggio é agli sgoccioli, hanno iniziato ad esserci le giornate torride, o perlomeno afose. Di buona lena prendo il treno e verso le 09:00 sto già partendo dalla stazione di Lugano.  Per la giornata di oggi conosco alcuni posti in cui transiterò perché già visti da qualche parte, oltre a questi potrebbero esserci luoghi a me tutt'ora sconosciuti e se dovesse capitare mi lascerò piacevolmente sorprendere. San Maurizio in Rovello La prima grande sorpresa giunge alle porte di Lugano, la chiesa di San Maurizio in Rovello La piccola chiesa, addossata a una masseria di origine medievale attestata sin dal 1203, è stata a lungo proprietà degli Umiliati. Sorge sul territorio dell'antico quartiere di Rovello, ed è oggi parte di Molino Nuovo. Il complesso rurale si sviluppa intorno ad una corte centrale di forma triangola allungata, selciata secondo tecniche ...