Passa ai contenuti principali

Quattro Passi

Da oggi tutte le volte che verrá utilizzato il modo di dire “andiamo a fare 4 passi” per me avrà un significato nuovo, un significato nato dalla giornata di oggi.

Nella zona di Piora, esistono varie strade di collegamento tra Leventina e Blenio, ne conto almeno 4 in pochi km quadrati.

Incredibilmente a oggi ne “conosco” solo uno perché fatto in gioventù mentre degli altri conosco solo il nome.

Oggi ho riparato alla mancanza percorrendoli tutti e 4 in un solo giorno, in verità non ne avevo pianificati quattro ma solo due: il Passo dell'Uomo e il Passo Colombe; poi in base all'orario in cui sarei giunto sul passo Colombe e soprattutto in che stato piscofisico avrei deciso se eventualmente attaccare il terzo e anche il quarto.

Passo dell'Uomo

È il primo affrontato in giornata, quando sono bello riposato , inoltre quando la prima funicolare che porta in quota mi lascia alla partenza del giro alle 09:00 circa, la temperatura a quell’ora é ancora fresca. 
L'avvicinamento al passo dell'Uomo partendo dalla stazione di arrivo della funivia del Ritom é abbastanza lunga, dalla stazione al passo ci sono ben 10km. La prima parte comprende il raggiungimento del lago Ritom per poi doverlo oltrepassare.

Estremità del lago Ritom

Alpe ritomcon le nuvole soffiate dal passo dell'Uomo

Un piccolo amico mi fa compagnia


Il dislivello in salita si parte dai 1793 ai 2212 per il passo, per un totale di 419m su comunque 10km
Dal lago Ritom la salita al passo non presenta particolari difficoltà, la strada inizia a salire in maniera più marcata solo negli ultimi km ma nulla di veramente rilevante, specialmente di prima mattina. Giungo senza particolari difficoltà sul passo attorno alle 10

Dal passo Dell'uomo uno sguardo verso la Leventina

La discesa (mai da sottovalutare) si rivela antiestetica e anzi a tratti odiosa. Dal lato panorama offre una vista dell’anonimo lago Santa Maria, invaso della diga sul passo del Lucomagno. La strada é un ammasso di sassi fino al piano. Ma c'é chi ha deciso di farsela odiare ancora di più…

Meno male che é elettrica...

Tratto interlocutorio

Dal passo del Locumagno fino all'attacco della salita verso il passo delle Colombe c'é un tratto di alcuni km da passare "in serenità”.

A destra la catena che divide Leventina e Blenio

Apparizione dalle viscere della Terra

Più in basso mi imbatto nella vera chicca della giornata; all'alpe Pertusio ci sono dei cartelli informativi per i sentieri, come sempre per scrupolo li guardo. Non mi lascio sfuggire uno che indica "sorgente Brenno 50m". Il fatto che si trovi a 50m é decisivo; decido di andare a gettarci un occhiata

La sorgente sgorga ai piedi di una enorme roccia, all'improvviso mentre la sto osservando appare qualcosa, o meglio qualcuno, uno speleologo bernese. 

Dagli inferi, claustrofobia solo ad osservarlo

L'ingresso é bassissimo e mette le vertigini solo a guardarlo da fuori. Scambio qualche parole mentre step dopo step si toglie l'attrezzatura.; é andato a sostituire il filo, esso serve in caso che le luci dei sommozzatori si spengono per ritrovare l'uscita.
Confortante...ma pur sempre maledettamente pericoloso

Passo Colombe

Ad un tratto il cartello che segnala la deviazione verso il Passo Colombe. Ci siamo é il momento decisivo della giornata; so che il proseguio dipenderà molto su come affronterà questa salita, dovrò fare attenzione a non bruciare troppa energia ea mantenere un ritmo regolare e non troppa affrettato Sulla tabella di marcia sono in perfetto orario, anzi, una buona mezz'ora in anticipo.

Stupendi colori nei dintorni dell'alpe Gana

Il sentiero mi porterà dall'alpe Gaba a 1812 m al passo che é situato ad un altezza di 2381 m, per un dislivello di 561m.

CI sarà da sudare, lo so. Nel bosco il sentiero inizia a salire, ma é una salita "accettabile" la affronto con testa a velocità molto regolare


Fiorellini appena sotto la spianata, saranno le ultime foto di questo genere, la battaglia sta per fasrsi dura

Più in alto si arriva su una piana, molto estesa, poi dinanzi una formazione rocciosa, uno sperone, appena sopra di ess, qualche metro in la deve esserci il Passo Colombe.
Non voglio sottovalutarla, ,i fermo all'inizio della salita per rifocillarmi e mangiare qualcosa. Un po di stanchezza inizia a farsi sentire, ma sono fiducioso.
E invece la salita mio sfianca, me fermo spesso, dati alla mano si rileverà il km più duro della giornata in termine di dislivello.

La spianata vista dalla salita

Mi fermo più volte, consulto la cartina sul telefono, cerco di capire quanto manca oltre a quello che vedo, cerco di capire come distribuire le forze, poi finalmente l'ostacolo é superato, mancano ancora alcune centinaia di metri

Splendido panorama nei pressi del passo

Poi poco dopo, all'improvviso il passo:

Immagine idilliaca

Appena doppo la bocchetta il laghetto, che guardando la cartina mi aspettavo diverso

Il laghetto sul passo, in alto a destra la bocchetta

Il momento tanto atteso é giunto, ora bisogna decidere sul da farsi; l'orario é molto buono, la formafisica non é quella della partenza, sicuramente lo sperone ha pèreso molte energie ma ancora sento di averne a sufficinza per terminare con gli altri due passi. In realtà mi lascio ingolosire dall'occasione; sono solo, é molto presto, le giornate sono molto lunghe, sembra un occasione unica.
Decido per proseguire con il Passo Sole e preventivo già fortemente il passo Predelp

Passo Sole

Il passo sole non dista molto dal passo Colombe, anche i dislivelli sono tutto sommato contenuti. Me lo voglio magiare in un sol boccone, ed é così che andrà

Dopo una breve discesa dal Passo Colombe svolto verso il Passo Sole, dopo una spianata iniziale mi si presenta dinanzi la salita principale per il passo; sembra magnanima. Dalla cartina si parte dla bivio Colombe-SOle ad un altezza di 2231 per arrivare sul passo SOle a 2375, 140 metri non é un altezza rilevante in situazioni normali

Si vede molto bene il sentiero. In realtà il passo si trova ancora più in alto, ma l''80% é fatto una volta in cima al sentiero di questa foto

Fatico un po' nell'ultima salita, devo fermarmi, inizio a sentire la stanchezza e lo sperone del Colombe inizia a pesare.

Passo Sole

Sono le 15, la decisione in cuori mia é presa ma iniziano a farsi avanti i primi dubbi...

Passo Predelp

Il cartello sul Passo Sole indica in un ora per raggiungere il Passo Predelp. Questa é l'unica notizia positiva. Il passo Predelp si presenta come quello tecnicamente più difficile, quello più di alta montagna. ANche il dislivello seppur non mortale (da 2179 da lago di Cane a 2449 del passo per un totale di 270 metri).
 Il sentiero passa attraverso a conformazioni rocciose (questo interpretando la cartina) ma il vero spauracchio restano i primissimi metri lato Leventina, la valle in cima ha una fortissima pendenza, e marcata una presenza rocciosa col sentiero che passa proprio sopra. 

In giallo la conformazione rocciosa appena dopo il passo che preoccupa: il sentiro passa appena siopra, le linee di altitudine ravvicinate indicano la forte pendenza. La possibilità di trovare un tratto di sentiero esposto é reale

Malgrado il sentiero é un bianco rosso ho il terrorre che quando arrivo sul passo dovrò fare dietrofront per quel piccolo tratto. Sarebbe una piccola tragedia: avrei ancora parecchie ore di luce ma il percorso fino al primo villaggio (Acquacalda) rischi di essere molto più lungo rispetto al primo villaggio lato Leventina se decidessi di fare proseguire sul versante Leventinese.

A questo va aggiunta la stanchezza che inizia a prendere i sopravvento e potrebbe aumentare in maniera esponenziale.

Penso di aver identificato il passo mentre scendo la valle del Sole ma mi sbaglio, il sentiero va verso il fondovalle ma poi sale lateralmente, in costa, altra ansia che va ad aggiungersi alle altre

Il sentiero in costa, la foto tende ad appiattire le pendenze, uno sdrucciolone in questo attraversamento potrebbe avere serie conseguenze. Il sentiero per il passo svolterà poi a destra

Poi un altro problema va ad aggiungersi, improvvisamente il cielo é completamente ricoperto di nuvole, osservo l'erba sul pendio, é lunga e secca, scivolare in caso di pioggia sarebbe ancora più facile; sembra proprio che il Predelp non mi voglia.

La salita é inesorabile, non sento la fatica, sembra l'adrenalina si sia messa in moto e salgo con la forza della disperazione; devo scoprire al più preso com'é il sentiero lato Leventina, presto perché se viene a piovere le cose si complicherebbero ulteriormente

Qui sono veramente in alto, passo anche macchie di neve, per fortuna i segnali di sentiero non sono sotto di esso. Un unica traccia mi da la conferma che il passo non é molto frequentato. L'ansia sale.

A furia di salire a e consultare la mappa riesco a capire quanto manca, e inevitabilmente dopo piccoli stop giungo in vetta. Ora non vedo l'ora di gettare un occhiata sul versante leventinese

Il Passo Predelp rispetto agli altri tre affrontati in giornata ha un confine meno netto, risulta più difficile identificare ilo vero punto del passo. Col senno di poi, riguardando le foto con calma considero questa come quella che ritrae il punto più alto, anche della giornata.

Finalmente riesco a dare un occhiata: il sentiero é molto meno peggio di come lo immaginavo; certo é molto in piedi ma durante l'attraversata in costa ho sicuramente avuto più brividi

Mi aspetta una descesa spaccaginocchia ma il peggio sembra passato:  I quattro passi stanno per realizzarsi!

La discesa é incredibilmente in piedi, i muscoli delle gambe mi duolgono, ma ogni passo che faccio so di essere più vicino alla meta. Consulto l'orario, penso di prendere la posta a Carì, poi cambierò idea e molto sadicamente deciderò di scendere fino a Osco.

La discesa finale

Orta sono molto più sereno, riesco a prestare attenzione a dettagli che prima sarebbero potuti sfuggirmi.

Tic Cattaneo é sicuramente un nome originale per una maggengo

Più sotto ci sono dei muri in sasso per indicare i confini delle varie proprietà, roba di altri tempi.

Il tratto finale tra Predelp e Osco riserverà alcune sorprese, quella positiva é questo gruppo di capre che sembra salutarmi.


Giungo a Osco poco dopo le 18, giusto il tempo di una gazzosa prima di prendere la posta per Faido. I Quattro Passi sono stati realizzati

Dati

Ecco il giro in 3D

Link swiss topo


Commenti

Post popolari in questo blog

Il monastero di Claro

“Posso farle una domanda?”- era da parecchio tempo che aspettavo questo momento, quello di porre una semplice domanda, molto probabilmente ingenua dal punto di vista della monaca di clausura che si appresta ad ascoltarla, ma così carica di significati per me. Sarei però un folle a riportare qui il punto apice della mia visita al monastero benedettino di Santa Maria assunta sopra Claro , questo il nome ufficiale che per motivi di scorribilità della lettura non ripeterò più in maniera completa  Il monastero da un depliant presente al monastero. La zona aperta al pubblico é assai limitata, consiste nella terrazza che da sulla valle (tutta a sinistra) con annessa chiesa e localino per gli acquisti (vedi sotto) L’itinerario odierno parte e finisce nell’abitato di Claro, ridente agglomerato ai piedi del monastero. Prima di salire al monastero faccio un giro alla ricerca dei luoghi di interesse in paese. Mentre cammino per i vicoli noto gente indaffarata: un'intera famiglia sta partecipan...

Motivazioni per festeggiare il proprio compleanno - parte 5 - Il vecchio editore

Giungo da Roveredo in perfetto anticipo, ho il tempo anche di gustarmi un Campari soda in piazza grande; la giornata volge al termine ma ho ancora una tappa finale in programma. Essa ha luogo nella ridente Locarno dove per l’occasione sono stati trasportati due vagoni in piazza Grande Vagoni della Pace in piazza grande L’occasione é la presentazione di un libro legato ai patti di Locarno del 1925, tema già accennato nelle settimane scorse. La vera première della serata é la possibilità di visitare il palazzo della Sopracenerina, vera e propria icona della nostra storia Cantonale Il palazzo della sopracenerina alle spalle dei due vagoni Storia del palazzo La realizzazione del Palazzo oggi comunemente definito «della Sopracenerina» – proprietaria dello stabile – data degli anni Trenta dell’Ottocento ed è frutto di una contingenza storica particolare, quella della capitale itinerante, quando Bellinzona, Lugano e Locarno ospitano a rotazione le istituzioni cantonali. La Costituzione cant...

Motivazioni per festeggiare il proprio compleanno - parte 1 - L’uomo col gozzo

Festeggiare il tempo che passa é deleterio, così come passare il giorno del proprio compleanno lavorando é umiliante. Lavoriamo una vita intera, evitiamo di farlo anche il giorno in cui tutti ci dicono "Auguri! E ora torna a lavorare!" Ma che senso ha festeggiare il proprio compleanno quindi? Spesso si dice che dagli anta in su andrebbe passato in sordina. Potrebbe però essere la possibilità di aggiungere un giorno di libero con la scusa di autocelebrarsi. Da qualche anno infatti (la prima volta fu a Vufflens le Château ) in corrispondenza di questa ricorrenza, ho preso l'abitudine di farmi un regalo, a dire il vero me ne faccio in continuazione, organizzare trasferte per alimentare le mie passioni sono gesti d'amore verso se stessi. Ogni anno cerco di organizzare una gita particolare, fuori dagli standard, magari approfittando che sia in un normalissimo giorno in cui tutti il resto del mondo (o quasi) sta lavorando. Tra gli obiettivi li nel cassetto una chiesa che h...

Motivazioni per festeggiare il proprio compleanno - parte 4 - Le tre colonne

Ci vogliono pochi minuti dalla chiesa di San Giulio alle famigerate tre colonne nella campagna di Roveredo. La mia prossima tappa é semplice, spartana dal lato concreto ma carica di significati. Le tre colonne Ci sono tre colonne nella campagna di Roveredo, un collega originario di li mi ha riferito che quando hanno costruito l'autostrada hanno previsto una curva per preservare il sito. Tutto per tre piccole colonne, anzi, avanzi di colonne.... Le tre colonne di Roveredo Incrocio due signore a qualche centinaia di metri dal posto, scambio due parole, sono tentato di chier loro cosa sanno in proposito ma non lo faccio. Avrò modo di scoprire più tardi che le persone del luogo sono tutti a conoscenza della loro presenza e spannometricamente della loro funzione. Nessuno però sa indicare con precisione cosa si svolgeva. Sulla sinistra si intravedono i resti delle tre colonne Dopo pochi minuti giungo in vista del luogo. È a qualche metro dalla strada che costeggia il fiume e che una volt...

Glorenza

Approfitto della mia tre giorni in "estremo oriente" (con le dovute proporzioni), per penetrare in Italia, o meglio ancora nel ambiguo territorio della Val Venosta. Dopo aver visitato Curon mi sposto a sud per visitare Glorenza. Glorenza é affascinante per una sua caratteristica che difficilmente si riscontra nei villaggi nelle Alpi: le sue mura. Quando si entra da una delle sue tre porte si ha la voglia di scoprirne ogni angolo, di non lasciarsi sfuggire l’occasione di sentirsi catapultati in un altra epoca ad ogni passo che si fa. Per dare un’immagine dell’urbanistica della cittadina la miglio soluzione é dall’alto.  Foto scattata all’esterno del museo storico di Glorenza Ma non bisogna fantasticare troppo, avere la testa tra le nuvole potrebbe diventare estremamente pericoloso, meglio guardare chi arriva, soprattutto dai due assi principali che tagliano la cittadina; se una volta era cavalli oggi i tempi di reazione devono essere più scattanti, perché chi sopraggiunge po...

Motivazioni per festeggiare il proprio compleanno - parte 2 - Il Dio di lamiera

Il tragitto in postale tra Mesocco e Roveredo dura pochi minuti, non c'é nemmeno il tempo di sentiere le emozioni della prima tappa scendere che già si giunge nella ridente capitale della Moesa.  Roveredo Roveredo ha preso il suo nome dai folti boschi di rovere che lo circondano. Negli antichi documenti troviamo spesso le impronte del sigillo di Roveredo. Il più antico porta la data del 1615 e non rappresenta altro che un rovere con sei rami, tre per lato, armonizzati in uno stemma. Attorno sta la dicitura “Sigilium Roveredi Comunitatis”. Roveredo (GR): casa Zuccalli con i suoi graffiti risalenti alla metà del sedicesimo secolo. Nella foto il graffito presente sulla facciata della casa risalente alla metà del sedicesimo secolo riscoperto e restaurato. Al primo piano, dopo un restauro parziale eseguito dal restauratore Marco Somaini nel 2004, possiamo ammirare  il dio greco Hermes dai piedi alati, messaggero degli dei e protettore dei mercanti (il dio Mercurio romano) e i...

Belli i capelli

La lunghezza massima dei miei capelli l’ho raggiunta nel 1994 quando mi arrivarono quasi alle spalle. Durò poco. Ora a 20 anni di distanza il mio pensiero inerente i capelli é "meglio grigi che assenti".  Non fanno sicuramente parte della mia quotidianità ma tornano saltuariamente nei miei pensieri quando lo scarico della doccia si ottura.  Al castello di Valangin ho modo di approfondire il tema e rendermi conto che anche loro fanno parte in qualche modo della storia Volantino dell mostra temporanea NON C'È NESSUN PELO IN CIÒ CHE PORTA FORTUNA: IL PIEDE, IL TALLONE E LA LINGUA Detto di Trinidad e Tobago Peli e capelli come barriera contro le aggressioni esterne  Proprio come la pelle, anche i peli hanno diverse funzioni. Prima di tutto, fanno da barriera fisica e aiutano a regolare la temperatura, soprattutto grazie al sudore.  I capelli proteggono dal sole, una funzione che i peli hanno perso perché ormai sono troppo sparsi per essere davvero efficaci. I peli pubici...

Sciopero!

Mia nonna diceva sempre di non parlare né politica né di religione durante gli incontri conviviali. A casa però le discussioni più accese ruotavano proprio attorno al tema politico. Con il susseguirsi delle epoche le ideologie hanno mutato assai l’impatto sulla società. Ho però sempre pensato che se fossi vissuto ai tempi della nonna sarei stato con ogni probabilità della sua stessa fazione. Basta vedere cosa proponeva il comitato di Olten nel 1918: il diritto di voto e di eleggibilità per le donne, l'introduzione della settimana di 48 ore e l'assicurazione per la vecchiaia e l'invalidità. Come non essere d'accordo? Oggi questi punti sono delle ovvietà, ma non fu sempre così...anzi come vedremo sorprendentemente durante le ondate di peste, nella perenne guerra padrone - operaio ,  il coltello dalla parte del manico passò decisamente in mano a questi ultimi....e se così non era bastava a ricorrere all’arma dell’ultima spiaggia: lo sciopero. Alexandre Mairet, La risposta...

Patto di Locarno

Sono divorziato. Da molti anni ormai.  Il divorzio non deve essere letto come qualcosa di negativo, spesso é un miglioramento delle condizioni di vita. Spesso? Diciamo sempre. Quando quel giorno nella sala del pretorio di Locarno ero intento a battagliare con l'avvocato della mia ex non sapevo che circa 90 anni prima nella stessa aula si tenevano discorsi ben più importanti per l'umanità intera. Presenti tutti i pezzi grossi dell'Europa In breve Dal 5 al 16 ottobre 1925 si svolse a Locarno una conferenza diplomatica tra le delegazioni di sette stati europei: il Belgio, la Francia, la Germania, il Regno Unito, l’Italia, la Polonia e la Cecoslovacchia.  Dopo dieci giorni di trattative, furono parafati sette trattati e convenzioni, di cui il principale fu un trattato di garanzia reciproca – chiamato anche Patto Renano – tra il Belgio, la Francia, la Germania, il Regno Unito e l’Italia, con il quale la Germania accettava la frontiera lungo il Reno scaturita dal trattato di Vers...

Piccolo manuale museale e affini

 Intro Questa piccola guida ai musei e affini non era programmata e nemmeno un obiettivo dichiarato. È nata con le esperienze accumulate nel vario girovagare per musei, monumenti, vicoli più e meno grandi. Piccole accortezze, da applicare con lo scopo di migliorare qualitativamente le giornate dedicate alla visita/vista di qualsiasi tipo di oggetto culturalmente rilevante. "L'opera" é in continuo aggiornamento, una versione finale sarà in coincidenza con la mia dipartita. La vergine di Norimberga presente nel museo del castello di Kyburg;  trattasi di un falso acquistato nei secoli passati dai proprietari del castello per sorprende e intrattenere gli ospiti  La Vergine di Norimberga, spacciata come uno strumento di tortura medievale, è in realtà un prodotto del XIX secolo, un’epoca in cui l’Europa era affascinata da una visione romantica e distorta del Medioevo. Questa riscoperta del Medioevo non era basata su una comprensione storica accurata, ma piuttosto su una visione...