É anni che leggo la scritta sulla cartina, ma per questione di campanilismo di montagna non ho mai bazzicato zone così a meridione.
Quando poi chiedevo a qualcuno se l’aveva già fatto la risposta di circostanza si faceva avanti, come per quando si chiede un cicca la risposta é “scusa te l'avrei data ma é l’ultima” per la montagna é “l’ho fatto ma molti anni fa è non mi ricordo”
Così ho deciso per la soluzione più semplice: ci vado di persona.
Ho pensato a lungo se partire da Rodi o dal Tremorgio, alla fine ho optato per salire con la funicolare fino al Tremorgio e partire da lì. Questo perché non conoscendo il percorso sulo passo Campolungo voglio arrivare in zona fresco e riposato, secondariamente perché avrei potuto anche affrontare il passo Naret e tornare dalla val Torta. Si, ho scritto proprio avrei, infatti giunto a ROdi la prima sosrpresa; le funivie oggi rimangono fuori servizio in quanto la meteo ha previsto venti in quota. La giornata é stravolta ma non sarà certo un po' di vento a fermarmi: Campolungo é stato deciso e Campolungo sarà.
Questo comporta che dovrò cambiare il programma, invece che partire da quota 1770 per raggiungere i 2318 della sommità del passo (per un totale di 548m di salita) dovrò partire da Rodi a quota 958, per un totale di 1360 m di salita, scenario ben diverso.
La salita la affronto per la terza volta, so che ogni anno organizzano una corsa in salita in cui i primi impiegano meno di un ora. Pazzi. Io mi prefiggo di essere al lago in circa 1h30min.
Lungo la salita raggiungo e supero una coppia col cane e poco sopra un ragazzo che sembra abbia passato la notte nel bosco. Attorno alle 09 arrivo al lago (che non fotograferò, troppo scontato). Sull'uscio di un cascina esce una donna coi capelli scompigliati e si fuma una sigarette, nello stesso momento sento alcune gocce. La meteo dava bel tempo ma per buona parte della salita ho cercato le parole giuste per definire la meteo di questa estate, penso che "la meteo ha la stessa affidabilità dell'oroscopo" renda bene l'idea.
Il sentiero costeggia il lago del Tremorgio e si alza gradualmente, fino poi a raggiungere una bocchetta che lo porta nella valletta adiacente ed esso scompare alla vista. Sono finalmente giunto all'alpre Campolungo
Alpe Campolungo, in fondo la bocchetta del passo
In pochi minuti attraverso l'alpe e poi il sentiero inizia a salire verso il passo. Ben presto si giunge ad un bivio, entrambi i sentieri portano al passo, ma quello di distra risulta più bello con un panorama migliore.
Vari stadi di avvicinamento alla sommità del passo che ha un effetto magnetico su dime, ola montagna é sempre la stessa ma lo scenario cambia in continuazione, non riesco a scegliere quale foto pubblicare, le pubblico tutte
Verso la fine dell'alpe Campolungo. Si vede bene uno dei due sentieri, quello di sinistra che sale
A sinistra il pizz Prevat
Sguardo sulla bocchetta dalla salita del sentiero di destra
Sguardo sulla baracca del passo Campolungo ai piedi del pizz Prevat
Panoramica, a sinistra valle Leventina, si scorge la capanna Leit con adiacente laghetto, in mezzo a fare la parte del padrone il pizz Prevat
Sguardo all'indietro con l'alpe Campolungo al centro della foto. Anche qui a destra si vede bene il laghetto e appena sotto la capanna Leit
Inizia poi una parte da non sottovalutare, la lunga discesa verso Fusio. Nei giorni passati ho potuto constatare come in questo periodo ho raggiunto una buona forma e resistenza legata alla discesa. Malkgrado il freddo (!) sul passo (ho indossato giachettino e giacca) sono radioso, canto!
Lo sguardo verso la val Lavizzarra ha sicuramente meno fascino.
Più sotto incontro anche una coppia (personaggi nro 4 e 5 della giornata) intenta a salire, mi giro a guardarli mentre iniziano la fase finale della salita verso il passo
Più sotto ancora incrocio il personaggio nro 6, il penultimo prima di raggiungere la carrozzabile. Mi volto, lo scenario é da favola
Alpe Zaria
Fino a Fusio il sentiero scende in maniera regolare, sicuramente molto di più rispetto al muro iniziale della mattinata Rodi - Tremorgio
Il percorso odierno
Baita nei pressi di Fusio
Giungo a Fusio attorno alle 12:30. Mi rimangono 45 minuti per visitarlo prima di prendere la posta che mi porterà al museo di Vallemaggia, ma questa é già un altra storia
Fusio fotografato da sud
Fusio fotografato da ovest
Prima di andarmene da buon curiosone mi arrampico sul piccolo motto del cimitero, la costruzione che contiene le ceneri presenta un interessante disegno
La costruzione con i dipinti
In entrambi i dipinti la morte tiene la clessidra simbolo del tempo che scorre inesorabile, anzi che vola, visto le ali applicate ad essa.
Ciò che li differenzia sono gli oggetti ai loro piedi, a sinistra oggetti che richiamano la ricchezza, come a ricordarci che nell'ultimo viaggio non abbiamo comunque portapacchi. A destra invece diverse tipologie di copricapo che richiamano diverse classi, dal Vescovo al re, non importa chi tu sia, la morte colpisce tutti
Chiudo la traversata (ma non la giornata) con una nota colorata: le espressioni dei personaggi intenti a bruciare all'inferno sembrano più annoiata che sofferenti e anche l'angelo che viene a salvarli non sembra riscuotere particolari successo.
Il tutto mi ricorda più un ambiente termale che infernale, motivo in più per ricordarci che il diavolo non é così brutto come lo si dipinge, detto che calza a pennello anche con la traversata meno dura di quel che pensavo
Guardo il mondo da un oblò, mi annoio un pò
Commenti
Posta un commento