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Insurrezione di Nidvaldo, 9 settembre 1798

Nel 2022 in un momento di controllata follia decisi di tentare la traversata Engelberg - Lucerna a piedi.

In realtà non si trattava di un impresa impossibile, ne avevo affrontato di più impegnative in passato, ma proprio il fatto che non fosse così impegnativa me la fece sottovalutare e nelle lunghe spianate tra Wolfenschiessen e Stans mi fece marciare molto veloce creandomi però delle fiacche sotto i piedi che mi fecero poi gettare la spugna.

In particolare l'ultimo tratto prima di arrendermi sembrava non finisse mai; si trattava del passaggio tra Stansstad a Hergiswil, a tiro di fucile eppure, anzi, a tiro di cannone, proprio quelle cannonate sparate da Hergiswil nella direzione di Stans nel 1798 durante l'insurrezione di Nidvaldo all'invasone libertina francese (cannonate che vedremo poi erano teoricamente completamente inutili)

L'arrivo dei francesi con i loro ideali di libertà fu tutt'altro che indolore per la dormiente Svizzera così poco avvezza a cambiamenti repentini. In particolare é sempre stato mio interesse capire perché la popolazione si opponesse alla nuova ventata di libertà che avrebbe migliorato la loro situazione. Questo comportamento era tipico dalle campagne, sempre più in ritardo con le novità e saldamente ancorati al passato. 

La Rivoluzione francese con le sue richieste di libertà e uguaglianza è una delle più grandi conquiste della storia. I diritti umani sono stati proclamato - ma diffuso da e la guerra, ovunque in Europa, compresa la Svizzera nel 1798. 

Napoleone mostra la via e diffondere il Rivoluzione in Europa In Svizzera, ilLe truppe francesi sono guidate da i suoi generali Schauenburg e Brune

Un esercito francese a Nidvaldo? Perché più di 17.000 uomini provenienti dall'Allweg e dal lago attraverso il Bürgenberg verso Stans? Che cosa vogliono? Qual è il contesto storico della loro azione militare punitiva?

Le battaglie sul Allweg e Bürgenberg è costato a molte persone il loro in entrambi i campi. 
La loro storia è anche la nostra storia.



Chi ha la vera libertà? Mentre da una parte il fante francese esclama "abbiamo propagato la libertà, i diritti dell'uomo!" la risposta degli abitanti di Nidvaldo é ben diversa "Abbiamo difeso la libertà-la nostra libertà!"

La lezione di Nidwaldo del 1798 (della insurrezione e della durissima repressione ivi provocate da dissidi confessionali) aveva ricordato il dovuto rispetto alla tradizione religiosa del Paese. La rivolta di Nidwaldo, che vogliamo qui ricordare, fomentata dal clero, era stata provocata nella popolazione dalla paura della penetrazione dell'anticlericalismo giacobino e dal peggioramento della situazione economica, ed era stata repressa duramente dall'esercito francese invitato a intervenire dal governo svizzero.

I contadini nidwaldesi, d'altra parte già esenti dalle tasse feudali, erano dunque stati meno sensibili al verbo rivoluzionario. Nidwaldo aveva dimostrato fra l'altro ancora una volta (con le sue 435 vittime, fra le quali 118 donne e 25 bambini, contro 3-4000 caduti francesi) il valore guerriero svizzero.

La feroce resistenza Nidvaldese si concluse con un dramma

Un albero della libertà viene eretto nella piazza del villaggio di Stans nel 1798. Per il giuramento, ottenuto con la forza delle armi, alla statua di Winkelried posta sulla fontana vennero tolte le armi

All'infuori del ristretto gruppo di "patrioti", la Repubblica elvetica per motivi ideologico-religiosi suscitò un vasto rifiuto. Come negli altri cantoni della Svizzera centrale (eccetto Obvaldo), nell'aprile del 1798 la Costituzione elvetica venne respinta dalla Landsgemeinde. All'inizio di maggio, dopo un'azione militare fallita, i cantoni dovettero cedere; il 13.5.1798 la Landsgemeinde nidvaldese fu costretta ad accettare il nuovo testo costituzionale.

Con l'integrazione di Nidwaldo quale distretto di Stans (comprendente anche Engelberg) nel neocostituito cantone Waldstätten (fine maggio 1798), creato per ridurre il numero di rappresentanti dei cantoni ribelli ad Aarau, l'opposizione dei patrioti conservatori (Vaterländer) si radicalizzò, ciò che si manifestò nel rifiuto del giuramento civico. 

l 18 agosto il prefetto Ludwig Maria Keyser e altri "patrioti" vennero arrestati; due giorni più tardi una Landsgemeinde, convocata in maniera anticostituzionale, decise di rinviarli a processo. Dopo il fallimento di vari tentativi di mediazione, il 29 agosto un'ulteriore Landsgemeinde respinse l'ultimatum delle autorità elvetiche e decise la mobilitazione; il 9 settembre le truppe nidvaldesi, incitate da ecclesiastici come il padre cappuccino Paul Styger, affrontarono in uno scontro disperato l'esercito francese del generale Alexis Balthasar Henri Antoine von Schauenburg, incaricato dalle autorità elvetiche di sedare la rivolta. 
Circa 100 Nidvaldesi e altrettanti soldati francesi caddero in battaglia, mentre oltre 300 furono le vittime (uomini, donne, bambini) dei successivi massacri; i villaggi di Ennetmoos, Stansstad, Buochs e Stans subirono pesanti devastazioni. I "giorni del terrore nidvaldese" rappresentarono un trauma collettivo i cui strascichi persistettero a lungo e probabilmente contribuirono anche al rifiuto delle diverse revisioni della Costituzione fed. nel XIX sec.

Chi deve assumersi la responsabilità secondo Schauenburg?

"I sacerdoti e i governi saranno responsabili con i loro capi della sicurezza pubblica, e se le assemblee originarie non saranno convocate nei cantoni e nelle province entro dodici giorni dall'adozione della nuova costituzione, i sacerdoti e i governi saranno considerati e trattati come complici degli oligarchi che sono già stati rovesciati".
Franz Joseph Gut: Überfall. Stans 1862,


Schütz Christen con due giovani aiutanti; difficilmente qualcuno incarna 

la resistenza a Nidvaldo nel 1798 come questo tiratore provetto. 

Dipinto di Theodor von Deschwanden, 1856


Coraggioso, sfidante, autodeterminato" - allora e oggi.

Questo motto dell'esposizione permanente del Nidvaldo Museo di Stans può essere applicato alla resistenza durante il periodo francese, ma anche a molte altre sfide.


Accanto al tricolore elvetico, il barile atomico,  simbolo della resistenza a Wellenberg alla fine del XX secolo. Museo di Nidvaldo

15 maggio 1798: lettera del generale Schauenburg alla popolazione di Nidvaldo

Il nome del generale Schauenburg è inciso sull'Arco di Trionfo di Parigi, nella 23a colonna, con la dicitura "SCHAWEMBOURG".

Generale Alexis Balthasar Henri Antoine de Schauenbourg, 1748-1831, da un ritratto fornito dal figlio
Fonte www.numistral.fr / Biblioteca nazionale e universitaria di Strasburgo

La promessa del generale Schauenburg alla popolazione di Nidvaldo
La seguente dichiarazione fu fatta due mesi dopo la caduta di Berna, il 5 marzo, e quattro mesi prima dell'invasione francese di Nidvaldo, il 9 settembre 1798:

A sinistra: Lettera di Schauenburg del 15 maggio 1798 alla popolazione di Nidvaldo nell'originale francese

A destra: Lettera di Schauenburg del 15 maggio 1798 alla popolazione di Nidvaldo in versione tedesca certificata

"Libertà Uguaglianza
Nel quartiere generale di Zurigo, il 26 maggio, nell'anno 6 della Repubblica francese una e indivisibile.

Il Comandante in capo dell'esercito in Elvezia

Assicura agli abitanti di Unterwalden sotto la foresta la protezione e l'amicizia della Repubblica francese e li invita a dissipare le preoccupazioni che sono state instillate in loro riguardo al libero esercizio del culto, alla sicurezza delle loro persone e proprietà, ecc.

Poiché nulla sta più a cuore al Comandante in Capo che rendere chiare agli abitanti dell'Elvezia le vere intenzioni del governo francese, egli si affretta a confermare agli abitanti di Unterwalden, sotto la foresta, che le loro persone e proprietà saranno rispettate, che nessuna truppa francone la invaderà se non sarà turbata la pace pubblica, che non sarà disarmata e che la Francia non ha mai pensato di riunire la gioventù svizzera sotto i suoi battaglioni. Per quanto riguarda la religione, la Repubblica francese non vuole inibire le coscienze e permette a ciascuno di adorare Dio a modo suo.

Il Comandante in capo Schauenburg
Archivio di Stato di Nidvaldo, Stans"

Il 9 settembre 1798

Due assemblee popolari illegali tenutesi nell'agosto 1798 rafforzano la volontà di opporsi al nuovo ordine. A Nidvaldo si teme per l'indipendenza e per la religione. 
Anche quando il Direttorio rimanda per l'ultima volta l'invasione delle truppe francesi, gli abitanti di Nidvaldo non cambiano idea. La catastrofe prende il suo corso. 

Il generale Schauenburg ha a disposizione più di dieci volte tanti soldati. Fa attaccare Stans da tutti i lati contemporaneamente: dall'Allweg, dalla valle di Engelberg e dal lago. In questo modo le già scarse forze di Nidvaldo vengono divise. 
A Stansstad, città fortificata, viene impedito lo sbarco dei francesi. A Kehrsiten, però, la loro superiorità si rivela troppo grande. I nidvaldensi devono arretrare sempre più. Alla fine i francesi conquistano il Bürgenberg. Stans però è già caduta, il bilancio è devastante: circa 100 nidvaldesi e altrettanti francesi perdono la vita in battaglia. Inoltre, nei massacri che seguono vengono uccisi più di 300 uomini, donne e bambini. 

Gli eventi del 9 settembre 1798 sono saldamente radicati nella memoria collettiva di Nidvaldo.

Mappa degli eventi: in rosso le forze repubblicane, in blu i confederati

1. Attacco a St. Jakob in direzione di Allweg. 3 compagnie di granatieri della 44ª e 106ª Brigata di Mezzo. Riserva: 2 battaglioni di artiglieria della 106ª mezza brigata, 1 squadrone di ussari

2. Ala destra, attacco verso Ächerlipass, 1 battaglione 5° Mezza Brigata Leggera, 1 battaglione 44° Mezza Brigata

3. Ala sinistra, attacco sopra il Mueterschwandenberg verso Allweg. 14a Brigata Mezzi Leggeri

4. Passaggio a Zingelsteinbr. e Harrissen, per attaccare Stansstad. 1 Battaglione 106ª Mezza Brigata

5. Passare a Kehrsiten e attaccare il Bürgenstock. 1 Battaglione 106ª Mezza Brigata

6. La colonna Lecorps si è spostata a Kägiswil


1. Trincea di San Giacomo

2. Trincea Ennetmoos

3. Trincea Allweg

4. Trincea Stansstad

5. Trincea Lopper

6. Trincea Bürgenstock

7. Ritirata da STans

8. Ritirata degli svittesi da Allweg

9. Posizione sull'Ächerlipass


Inizio dell'attacco francese da Hergiswil, da un acquerello di Benjamin Zix (1772-1811)

Rapporto di battaglia del generale

Schauenburg al generale Jordy: «Verso le sei di sera siamo diventati padroni della regione, in gran parte bruciata e desolata. Era impossibile arrestare la furia dei soldati, perchè molti dei loro camerati erano stati uccisi. Abbiamo subito pesanti perdite a causa dell'incredibile forza di volontà degli avversari, che combattevano con estrema tenacia. Molti preti, e anche un gran numero di donne, sono rimasti sul terreno. Tutti gli uomini armati sono morti. E stato uno dei giorni più infuocati che abbia mai vissuto. Si combatteva con dei bastoni. Ci si massacrava a colpi di pietra. Si lottava anche sul lago. In una parola - si utilizzava ogni mezzo possibile per ammazzarsi».

Punto di vista dei repubblicani francesi

Sermone festivo all'inizio della dominazione francese

"Per tanto tempo abbiamo guardato da lontano le nuove scene miracolose che si verificavano ogni giorno in Francia. Oggi anche noi siamo uniti dal sole dell'amore fraterno sotto il segno di una felice armonia. Libertà e uguaglianza, venite! "

Il risveglio degli svizzeri",, 1798 Laurent Louis Midart (1733-1800)
Lo svizzero si è addormentato sugli allori.
Ora è risvegliato dal gallo gallico, illuminato dal sole di illuminati e della libertà.
L'angelo che gli dona nuove armi incarna il legame tra la Francia e la Repubblica Elvetica: l'orlo della gonna mostra i colori della Repubblica Francese; blu, bianco e rosso, mentre le piume cappello, verde, rosso, giallo, segnano i colori del tricolore elvetico.

Punto di vista della vecchia Confederazione

Una parola da uno svizzero libero alla grande nazione 

"Voi Franchi siete venuti in Svizzera come ladri e e tiranni. Avete fatto una guerra contro il Paese che non vi ha offeso. Quindi non abbiamo mai dovuto obbedire ciecamente come facciamo oggi, nella schiavitù svizzera, dove, secondo la vostra leggenda, siamo liberi".

Johann Caspar Lavater, parroco a Zurigo, dopo il 9 settembre 1798
 
Helvetia, importata dalla Francia e incarnata da un drago a tre teste  viene sconfitto e esala l'ultimo respiro. Davanti un gallo con un cappello da giullare e una campanella, al centro un cane ansimante con un berretto rosso da giacobino, dietro un asino. Tell, accompagnato dal figlio Walter, tiene  rivoluzione elvetica, uno scudo con i tre mitici fondatori della Confederazione, Walter Fürst, Werner  Stauffacher e Arnold von Melchtal.

Quando i francesi invadono la Svizzera, i signori di Lucerna si dimettono nel gennaio 1798, prima ancora che Berna cada. Obvaldo presta il giuramento richiesto sulla Costituzione elvetica, così come Hergiswil. Nidvaldo, invece, si oppone e il 9 settembre 1798 paga un prezzo terribile. 

Chi si è comportato «correttamente»? Quando ci occupiamo del passato, non siamo chiamati a giudicare. Dobbiamo piuttosto cercare di capire le azioni e le omissioni delle generazioni precedenti. Nel 1898 fu respinto il progetto di monumento che raffigurava una donna disperata con il marito morente e il figlio. Cento anni dopo il trauma del 1798, il dolore, il lutto e la rabbia non avevano ancora trovato posto nella memoria collettiva. Oggi la consapevolezza storica non è più imposta dalle autorità. Il passato ci impone dei doveri. Una responsabilità diventa un'opportunità.


Monumento dell'incursione" del 1898, non eseguito, 
modello in gesso di Eduard Zimmermann (1872-1949), 
oggi Nidwalden Museum Stans

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