Passa ai contenuti principali

Alla ricerca del “picapörsc” sulla bassa di Nara

Dal 1979 ho sempre abitato ad Airolo. Ho avuto una parentesi di neanche 3 anni in quel di Locarno, per poi tornarmene all'ovile con la consapevolezza che ad Airolo si sta bene e non manca nulla.
In tutti questi anni, specialmente quando ero ancora uno sbarbatello che il sabato sera faceva lo ore piccole, capitava con una certa frequenza di incrociare ragazzi delle valli adiacenti, specialmente Riviera e Blenio; il bacino di utenza per le feste era piuttosto circostritto.

In particolar modo per quel che riguarda gli abitanti dalla val di Blenio, che fin dal primo momento chiamavamo con con l'appellativo di “brégnon” così come loro ci davano dei “picapörsc” (picchiamaiali).
Malgrado le due comunità vallerane confinino e siano state da sempre legate (ricordiamo ad esempio l’alleanza stipulata nel patto di Torre, antecedente persino al giuramento del Grütli), se c’era l’occasione di elargire qualche sfottò tra vallerani non ci si tirava indietro. Cosa che avviene ancora oggi, in frequenza molto minore avendo raggiunto un età più matura.

Oggi percorro fisicamente i luoghi che con ogni probabilità hanno sancito le prerogative dell'epiteto e mi chinerò in particolare alla ricerca delle motivazioni che hanno portato alla nascita dell'appellativo "picapörsc"

Un "picapörsc" dell'epoca: allevamento di maiali nel medioevo

Situazione dei valichi ticinesi

Nell’antichità la posizione dei primi insediamenti (Dalpe V secolo a.C e Madrano III secolo a.C.) suggeriscono l’esistenza di sentieri posti in alto, tra i terrazzi e i crinali, e che servivano soprattutto ai bisogni dell'economia locale (transumanza verso maggenghi ed alpeggi).
In epoca romana i traffici tra Leventina e valli adiacenti e territori romani acquisirono consistenza (resina, pece, legname resinoso, cera, formaggio e miele esportati verso il sud) benchè le vie preferite partendo dalla Lombardia per il nord furono il passo del San Bernardino (Val Mesolcina), il passo del Lucomagno (Val Blenio) ed il passo Settimo (in Grigioni tra Bivio e Casaccia in val Bregaglia).

Il San Gottardo, pur essendo il passaggio più breve, presentava sia sul versante nord, con la gola della Schöllenen (fiume Reuss), sia sul versante sud, con tre gole in Leventina scavate dal fiume Ticino (Biaschina, Piottino e Stalvedro), degli ostacoli importanti. Sino all’anno 1000 il tracciato della strada era probabilmente sul lato destro della valle (Biasca-Giornico-Chironico-Prato) quando venne spostato sul fondo valle. Le gole in Leventina però venivano sempre aggirate passando dall’alto, sulla sponda destra o sinistra della valle a seconda della gola.
 
Agli inizi del 1200 fu costruita prima una passerella sulla Schöllenen, probabilmente dai Walser, e poi il primo ponte (Ponte del diavolo) per superare il fiume Reuss, ciò che diede un impulso ai traffici attraverso il San Gottardo. In questo periodo il tracciato che percorreva la Leventina in direzione del San Gottardo era denominato "strata francisca" o "strata francescha". 

Man mano che la mulattiera assunse importanza, i contadini leventinesi organizzarono le loro corporazioni di somieri. La degagna di Chiggiogna (vedi « Storia e archeologia) per esempio, era responsabile del trasporto delle merci tra Faido e Giornico. Il commerciante pagava una tassa al conducente (Somiere) ed una tassa di pedaggio (forletto / Furleite) che veniva usata per mantenere la mulattiera. Il commerciante pagava pure un diritto di sosta per l'immagazzinamento delle mercanzie ogni volta che arrivava alla prossima "sosta". Le soste in Leventina si trovavano a Biasca, Giornico, Faido, Prato e sul Gottardo ed erano il luogo dove si cambiavano le cavalcature e somieri​

Lungo la sponda destra e sinistra del fiume Ticino vi erano mulattiere secondarie che collegavano villaggi, maggenghi e alpi. Una in particolare, la mulattiera Biasca - Prugiasco - Bassa di Nara – Molare – Campello - Osco - Madrano/Airolo (Strada del Nara) acquisì una certa rilevanza per i traffici e spostamenti per motivi di natura diversa. 

Nara la soluzione per aggirare l'ostacolo

Da un punto di vista geografico, il transito dalle gole della Leventina poneva una sfida non indifferente vista le difficoltà poste dalle gole leventinesi e questo almeno sino al 16. secolo quando le autorità urane fecero eseguire importanti opere di miglioria stradale. Difficoltà esacerbate dal piano della Biaschina, alla confluenza tra i fiumi Brenno (Val Blenio) e Ticino (Val Leventina), che a quel tempo doveva presentarsi come una zona dominata dalle acque il cui attraversamento era reso difficoltoso dalla probabile mancanza di un ponte. La strada del Nara offriva dunque una valida alternativa per aggirare gli ostacoli leventinesi.

Questa fu pure la via che nel giugno del 1584 Bernardino Tarugi, al servizio di San Carlo Borromeo come visitatore apostolico (Vedi « I Borromeo a Calonico”), intraprese per recarsi ad Altdorf in canton Uri a causa del maltempo e danni creati dall’acqua .

«Con la grazia di Signor Dio, arrivassimo hier da sera qua Altorfo, havendo havuto tanto cattivo tempo quanto più si possa dire, perchè la domenica da sera che alloggiassimo a Biasca, la notte il Tesino si portò via il ponte a tale che ci bisognò passar per la montagna di Bregno sopra Prusiasca, strada invero arduissima et ci convenne farla, quasi tutta a piedi et con fatica ci conducessimo i Cavalli dove haviamo messo una giornata per fino a Faitto et di là a Aerolo un’altra giornata per le rovine che son cadute dalle montagne…..» .

Salita verso il passo

Decido di partire da Molare, dopo un primo km in pianura mi addentro nel bosco della fornace dove il sentiero inizia a salire. La pendenza é costante e il sentiero ben tracciato, dopo circa 1 ora giungo il sentiero esce dal bosco e dopo "aver girato l'angolo" di colpo mio trovo all'alpe di Nara.

Alpe Nara ubicata sul versante leventinese

Dall'alpe si intravede il passo, la bassa di Nara, ci impiego un altra buona mezz'ora per raggiungerla

Sullo sfondo la bassa di Nara vista dall'alpe di Nara

Sguardo sulla Leventina dalla bassa di Nara, a sinistra le costruzione dell'alpe di Nara

Sguardo 270° dalla bassa di Nara, a sinistra la valle di Blenio, a destra la Leventina

Sul versante bleniese

Dopo alcuni minuti di sentiero scendendo dalla bassa di Nara ci si imbatte una grande croce bianca datata 1900.
Colpisce la scritta poco usuale sulla croce, come se il messaggio che si vuole trasmettere non sia di carattere religioso ma piuttosto si approfitta della presenza della croce per un messaggio di tipo territoriale; un "blenienses" , come a mettere subito in chiaro le cose, caro viaggiatore sappi che stai calpestando suolo bleniese. O anche "questa l'é casa mia, qui che comando io" come la famosa canzone
Ma per quale motivo questa pisciata territoriale?
 
Croce del Mottarone

Scorci mentre si scende, Pian Laghetto

Pandioss

Chiesa San Carlo di Negrentino

La chiesa romanica, situata lungo la vecchia mulattiera del Passo del Nara, è rinomata sia per il suggestivo impianto architettonico sia per i preziosi affreschi romanici e tardogotici. L'edificio, attestato nel 1224 ma risalente all'ultimo terzo dell'XI secolo ca., fu ampliato probabilmente nel XII secolo con la costruzione dell'aula meridionale conclusa da un'abside. Verso la fine dell'XI secolo o nel XII secolo fu eretto l'imponente campanile. L'interno conserva un affresco romanico di un pittore anonimo lombardo, raffigurante Cristo trionfante acclamato dagli Apostoli (XI-inizio XII sec.) I dipinti murali tardogotici nell'abside maggiore e sulla parete nord sono attribuiti alla bottega dei Seregnesi (seconda metà
XV sec.), mentre quelli dell'aula meridionale sono ascritti ad Antonio da Tradate e alla sua bottega (fine XV-inizio XVI sec.).

Tracce leventinesi

Giunto alla chiesa di San Carlo di Negrentino possibili moventi per giustificare la scritta sulla corce del Mottarone si fanno più chiari

Il campanile risale probabilmente al XII secolo. I tre stemmi dipinti sulla facciata rappresentano lo stemma di Uri, quello della vicina Leventina e quello della valle di Blenio, a testimonianza dell'appartenenza di questa regione alla Leventina stessa che fu baliaggio di Uri fino al 1798.


Stemma in alto di Urania (oggi Uri)
Stemma a sinistra con la mano che giura: Valle di Blenio
Stemma a destra con la mano che benedicc: Valle Leventina

Visto che ci sono butto uno sguardo all'interno della chiesa che al suo interno riporta i stupendi affreschi descritti sopra



L'antica mulattiera

Continuando a scendere mi capita di imbattermi in tratti di mulattiera, qualche tratto era già presente sul versante leventinese, ma qui si fanno più evidenti

Non si può risalire al momento in cui la strada del Nara fu aperta, comunque si suppone che già i romani la conoscessero e che varcassero o il Lucomagno o il Gottardo passando dalla Bassa di Nara. Si suppone pure che fu solo dopo la costruzione del ponte della Biaschina, che il problema dell'ingresso in Leventina si risolse e che quindi la strada del Nara perse di interesse, conservando però una funzione di carattere locale

Due tratti di mulattiera nei dintorni della chiesa di Negrentino

L'antica mulattiera del Nara, che passa davanti alla chiesa di S. Carlo a Negrentino e prosegue verso l'omonimo passo, è lo storico collegamento tra le valli di Blenio e Leventina.
Gli stemmi, che ornano il romanico campanile di S. Ambrogio Vecchio, testimoniano che questa terra bleniese appartenne per secoli ai Leventinesi e agli Urani. La mulattiera ci ricorda che i contadini della media Leventina, in cerca di nuove terre per le greggi, si stabilirono sui terrazzi solatii della Valle di Blenio.
Questa fu soprattutto via di grande importanza per raggiungere la Leventina e il S. Gottardo fino all'apertura delle gole della Baschina e del Piottino.

I picapörsch

Molto interessante l’origine: in Val di Blenio picapörsc è persona da poco. Ma questo dopo aver letto le motivazioni sotto é anche comprensibile dal punto di vista del bleniesi

Motivazione Nro 1 => Possedimenti vicinanza di Chiggiogna

Come testimoniato anche dagli affreschi sula campanile della chiesa di Negrentino questa lingua di valle fino a Prugiasco apparteneva alla Leventina a sua volta assoggetata da Uri. Da un punto di vista di organizzazione politica della valle: alla Leventina e più precisamente alla vicinanza di Chiggiogna apparteneva la degagna di Prugiasco il cui territorio si estendeva dal crinale della montagna sino sul fondo della val Blenio. 

I baliaggi italiani - Fonti: H. Ammann, K. Schib (a cura di), Atlante storico della Svizzera, 19582
Si nota bene la lingua di terra che dalla Leventina attraverso il Nara arriva al fondovalle bleniese nei pressi di Lottigna 
Fino al 1803, anno di nascita del Cantone Ticino quale Repubblica indipendente, il comune di Prugiasco in valle di Blenio faceva parte della vicinanza di Chiggiogna.

Non si sa quando Prugiasco divenne leventinese ma si presume al tempo della separazione amministrativa delle valli tra la fine del 12. e l'inizio del 13. secolo (Prugiasco diventerà bleniese a partire dal 1798). La strada del Nara offriva quindi un collegamento tra i possedimenti della vicinanza di Chiggiogna in val Blenio e val Leventina.

Motivazione Nro 2 => contadini bassa Leventina

 Nel ‘Dizionario Leventinese’ – un portale dedicato al dialetto della valle ricco di spunti e riferimenti bibliografici; curato da Tabasio – si legge che "l’origine dell’epiteto sta probabilmente nel fatto che un tempo i contadini di Bodio e Pollegio solevano portare il loro bestiame - maiali compresi - in alpi dell’alta Valle di Blenio, che dovevano risalire a piedi fino all’introduzione dei trasporti motorizzati (…) Da ragazzo mi è capitato di far salire un maiale da Altanca fino all’Alpe di Piora sotto il sole di luglio e non faccio fatica a immaginare quanto avranno potuto osservare i buoni bleniesi al passaggio dei poveri leventinesi. I maiali sono notoriamente difficili da far procedere quando s’impuntano a fermarsi e a poco serve anche accanirsi con il bastone!"

Conclusioni

Riassumendo, immaginate di essere un contadino del XII secolo, la vostra vita é fatta di grandi sacrifici, la popolazione in questo periodo storico prima delle epidemie di peste é in continua crescita ma le terre coltivabili o dedicate all'allevamento non sono sempre sufficienti e di conseguenza sono estremamente preziose. Basti pensare ai cacciafieno o ai sassi coltivati come orto in val Bavona per avere un idea.


Ora immaginate che gli abitanti di una valle limitrofa invadono (senza l'ausilio di armi, ma pur sempre un invasione) la vostra valle per sottrarvi preziosissimo terreno fino a ieri di vostro utilizzo. 
Vederli arrivare dall'altra parte della valle, con i loro maiali, a bastonarli per perché c'é fretta che arrivino ad insediarsi in quelli che fino a ieri erano i vostri alpi.


Ora ditemi se non sareste adirati , se riuscireste a non affibbiare un aggettivo poco gentile a questi invasori, prepotenti, che addirittura si permettono di disegnare il loro stemma nel cuore della vostra valle su un campanile in bella vista oltretutto! Ecco che il termine picapörsc é appena nato!

Giovanni Holbein: porcaro con la mandria (1520 ca.). I maiali, piccoli e muscolosi, sono spesso condotti al pascolo nei querceti amministrati dalle comunità.

Sia chiaro sono ipotesi, null'altro che ipotesi ma che potrebbero avere un fondamento, una plausibilità. Nel 1798 con l'arrivo delle truppe napoleoniche e l'abolizione del sistema con i lanfogti la situazione si é di nuovo equilibrata, ma come visto con il trattato di pace di Pequigny, chi riuscirebbe con un colpo di spugna a cancellare secoli di soprusi?

Cliccando qui il percorso intrapreso in data odierna (giovedi 08.06.2023)


Commenti

Post popolari in questo blog

Anabattisti a Zurigo - post esposizione

Dopo averla annotata in agenda, fantasticata e anticipata finalmente arriva il giorno di visitare la mostra temporanea alla biblioteca centrale di Zurigo dedicata al movimento anabattista Nella sala sono esposti numerosissime testimonianze scritte, lettere, libri, pubblicazioni . Da esse si riscostruiscono gli eventi e il clima che regnava durante la riforma anabattista. Mi limito ad evidenziare in azzurro il materiale presente e preso come riferimento, in alcuni casi é stato anche fotografato Studio della bibbia a Zurigo L'interesse per la Bibbia a Zurigo ha una lunga tradizione. Tra il 1300 e il 1325, nella città sulla Limmat fu probabilmente realizzata la più antica traduzione tedesca (alto-alemanna) della Bibbia, di cui nel presente codice sono conservate parte dell'Antico Testamento e il Nuovo Testamento. L'originale è andato perduto, la copia qui esposta risale al 1472 ed è stata realizzata in Alsazia (ZBZ, Ms Car VIII 3) . Infine, l'esame della Bibbia a Zuri...

La biblioteca abbaziale di San Gallo

Finalmente! Nel 2025 si può fotografare! Si perché una delle perle, o forse LA perla per eccellenza sul nostro territorio era off limits alle fotografie. Non é in verità questo il motivo principale che mio (ri)porta all'abbazia di San Gallo,; sono piuttosto due mostre temporanee che presenterò più in la. Nelo frattempo credo sia giunto il momento di far chiarezza tra Gallo, Irlanda, biblioteca e mappamondi La farmacia dell’anima  Di primo acchito non è l'architettura della “farmacia dell’anima” (scritta sopra la porta di ingresso) a cinque arcate a catturare l'attenzione di chi entra. Infatti, l'impressione dominante è data dall'armonia tra i legni naturali degli armadi, le rilegature di cuoio, gli stucchi e gli affreschi della volta. Contrasti, colori e forme si accordano perfettamente nel progetto d'insieme. La sala appare meno lunga di quanto sia realmente grazie alla galleria che corre a mezza altezza; curve concave e convesse restringono o allargano la pr...

Anabattisti a Zurigo - ante esposizione

" Perseguitati, espulsi, dimenticati " - 500 anni di anabattismo nel Cantone di Zurigo La mostra allestita presso la Biblioteca Centrale illustra la storia poco conosciuta ma ricca di avvenimenti dell'anabattismo nel Cantone di Zurigo con documenti provenienti dalla collezione della biblioteca stessa e da altre istituzioni. La mostra è stata organizzata in occasione del 500° anniversario del primo battesimo di adulti a Zurigo (21 gennaio 1525). (Schatzkammer Zentralbibliothek Zurich) Super eccitato mi metto a cercare notizie per arrivare preparato. Quello che segue é il risultato. Dopo ave visto la mopstra pubblicherò la seconda parte "post esposizione" Zurigo è l'unica città in cui sono sorte due chiese mondiali nello stesso decennio, ovvero il protestantesimo riformato e le comunità mennonite. Entrambe possono essere ricondotte al riformatore Huldrych Zwingli (1484 - 1531) e ai suoi studenti. Quando il concilio approvò l'introduzione della Riforma a Zu...

A Costanza sulle tracce di Jan Hus - parte I - la riforma hussita

Sono ateo. Profondamente ateo. Questo però non mi impedisce di occuparmi di cose di chiesa, anzi, amando la storia é inevitabile cozzarci contro. Per quel che riguarda l'Europa la grande svolta fu la riforma, essa scatenò una serie di guerre che coinvolsero anche una sonnecchiante Svizzera nel corso dei secoli fino al XVIII° secolo con la guerra del Sonderbund. Ancor prima di Martin Lutero ci fu Jan Hus che andò vicino a scatenare quella che 100 anni dopo fu la riforma protestante. Il nome che però viene associato a questa rivoluzione é sempre quella del tedesco Lutero, mentre i suoi predecessori che non riuscirono a portare a termine la missione ma che insinuarono il germe sono completamente sconosciuti ai più. Jan Hus é uno di loro Spoilerata - the bitter end Se penso a lui la prima immagine che mi balza alla mente é nei suoi ultimi terribili attimi di vita: su una catasta di legna pronto ad essere arso vivo; e come se non bastasse con un curioso cappello bianco con delle raffigu...

Piccolo manuale museale e affini

 Intro Questa piccola guida ai musei e affini non era programmata e nemmeno un obiettivo dichiarato. È nata con le esperienze accumulate nel vario girovagare per musei, monumenti vicoli più e meno grandi. Piccole accortezze, da applicare con lo scopo di migliorare qualitativamente le giornate dedicate alla visita di qualsiasi tipo di oggetto culturalmente rilevante. "L'opera" é in continuo aggiornamento, una versione finale sarà in coincidenza con la mia dipartita. La vergine di Norimberga presente nel museo del castello di Kyburg;  trattasi di un falso acquistato nei secoli passati dai proprietari del castello per sorprende e intrattenere gli ospiti  La Vergine di Norimberga, spacciata come uno strumento di tortura medievale, è in realtà un prodotto del XIX secolo, un’epoca in cui l’Europa era affascinata da una visione romantica e distorta del Medioevo. Questa riscoperta del Medioevo non era basata su una comprensione storica accurata, ma piuttosto su una visione teatra...

Napoleone re di Milano

"Dio me l’ha data e guai a chi me la toglie" ecco la frase ad effetto detta da Napoleone dopo l'autoincoronamento nel Duomo di Milano. Avevo già accennato all'oincoronazione durante la visita del Duomo di Monza che conserva la corona ferrea utilizzata per l'occasione. Poco male, infatti buona parte del corredo legato all'incoronazione é rimasto a Milano, più precisamente nel museo del rinascimento, obiettivo della mia visita odierna Oggettistica per incoronazione - museo della riforma - Milano Il triennio rivoluzionario 1796 - 1799 L'avvio del Risorgimento italiano è strettamente legato all'arrivo delle truppe napoleoniche, che portarono un rinnovamento politico decisivo nella storia dell'Italia. Le idee rivoluzionarie del 1789 conquistarono intellettuali, uomini dei ceti medi, una parte della nobiltà e i patrioti giacobini decisi a battersi a costo della vita per la libertà e l'autonomia. I nuovi organismi municipali costituiti sotto la prot...

La cronaca di Etterlin

In ogni film che si rispetti si riesce sempre ad identificare chiaramente un buono e un cattivo. Nei miti fondatori della Svizzera gli eventi iniziarono ben prima della vicende del rifiuto di Tell ad inchinarsi davanti al cappello del balivo. Ben altro era successo in precedenza, tanto per rincarare la dose, tanto per definire ancora più chiaramente che il cattivo era qualcosa di più di un semplice cattivo: crudele, infame e persino libidinoso. Questo anche per giustificare la rivolta dei contadini sottomessi ai voleri di questi arroganti signorotti.  Tra i primi a raccontarci questi episodi Pettermann Etterlin nelle sue cronache ad inizio XVI  Frizioni tra la popolazione e il balivo. Sullo sfondo l'uccisione del balivo nella vasca Petermann Etterlin Figlio del cancelliere della città Egloff Etterlin, nacque a Lucerna intorno al 1440. Imparò a leggere e a scrivere e padroneggiava il latino e il francese. Come molti suoi contemporanei, Petermann Etterlin fu attivo come soldato ...

Casa dei crociati di Bubikon - Parte 1

Ho cercato di tenermene alla larga il più possibile, di riporlo in un cassetto e mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi, questo avvalendomi anche del fatto di non avere un riferimento chiaro di qualcosa direttamente collegato sul suolo elvetico: si, le crociate. Causalmente vengo a conoscenza che nella quiete campagna zurighese c'é una casa dei crociati, dell'ordine di San Giovanni per essere precisi. Impossibile non andare a dare un occhiata Per circa seicento anni, il Ritterhaus (Casa dei Cavalieri) ha segnato la vita quotidiana di Bubikon. Verso il 1192,  Diethelm von Toggenburg fondò la casa dei cavalieri per sostenere la lotta dei cavalieri di San Giovanni in Terra Santa.  Il compito più importante dell'istituzione di Bubikon era quello di finanziare il governo dell'Ordine: un terzo dei tributi riscossi dai contadini veniva versato direttamente alla sede principale dell'Ordine, stabilita prima a Gerusalemme, poi a Rodi e ancora più tardi a Malta.   E...

Svitto, la storia di un cantone in pochi oggetti

Ingiusto limitare la storia di un cantone in pochi oggetti. Ancora più ingiusto escludere una parte di essi perché non inerenti il periodo da me più apprezzato Svitto ha una storia movimentata: dalle prime tracce di attività umana 12.000 anni fa alla ripresa economica nel XX secolo, c'è stato un affascinante sviluppo. Questa storia non è affatto lineare, ma presenta rotture e svolte. Anche le influenze esterne hanno sempre plasmato Svitto. La mostra illustra questo sviluppo attraverso alcuni oggetti selezionati. Ognuno racconta la propria storia e permette così anche di dare uno sguardo alla storia di Svitto. Svitto appare nella storia Le più antiche tracce di attività umana nell'attuale cantone di Svitto risalgono al 10.000 a.C. circa. I cacciatori attraversano la zona alla ricerca di prede. Presso il lago Sihlsee sono stati rinvenuti insediamenti di cacciatori e raccoglitori dell'età della pietra. Anche nella valle della Muta, ritrovamenti di ossa o corna lavorate testimo...

L’arte di conoscere se stessi

Le prime avvisaglie di una propensione per starmene per i fatti miei ho cominciata ad averla durante i miei frequenti viaggi in treno. Osservando gli altri viaggiatori sovente il pensiero che si faceva largo era quello di gioia di non dover condividere nemmeno un minuto con nessuno di loro. Il tempo sottrattomi per conversazioni poco arricchenti sfocianti nella noia più assoluta hanno col tempo rafforzato questa mio desiderio di solitudine. Cosa c’è di meglio della solitudine per conoscere se stessi? E poi perché solitudine? Non siamo forse sempre con noi stessi? Sorprendentemente il pessimistico Schopenhauer é dello stesso avviso e la lettura dei suoi pensieri raccolti nel libricino "L'arte di conoscere se stessi" rafforzano questo mio pensiero di base Specchio, Argovia, ca. 1670, vetro a specchio parzialmente dipinto Museo nazionale Zurigo La conoscenza di sé è l'inizio della saggezza.  «Conosci te stesso!»  è l'insegnamento di vita attribuito a uno dei Sette Sa...