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Museo farmacologico di Basilea

 Da tempo mi ero ripromesso di andare al museo di anatomia di Basilea, non che i reperti in formalina suscitino il mio interesse primario ma può essere sempre una buona occasione per imparare qualcosa di nuovo, e magari anche collegato alla storia.

A Basilea mi sono recato una mezza dozzina di volte, malgrado questo non posso ancora affermare di avere completamente in testa la mappa della città; il museo di anatomia si trova nei pressi dell'università, fuori dalla città vecchia. Una volta raggiunto il centro cittadino mi sono messo sul tragitto verso il museo di anatomia, incappando però ben prima di quanto mi aspettassi in un altro museo comunque collegato, quello di farmacologia situato neri pressi del centro storico.

L'atrio interno che da sull'entrata del museo, giusto sotto la bandiera dell'ordine dei farmacisti

la casa ha una storia affascinante. Il tipografo Johannes Amerbach, padre fondatore della famosa famiglia di accademici che porta questo nome, si trasferì nella casa nel 1480. Nel 1507 la casa fu occupata da Johannes Frobenius, probabilmente il più rinomato tipografo dell'epoca. Erasmo da Rotterdam godette della calda ospitalità della casa di Froben e visse e lavorò qui dal 1514 al 1516. Agli stampatori si aggiunsero illustratori di spicco come il giovane Hans Holbein e suo fratello Ambrosius, oltre all'intagliatore di stampi Urs Graf. Nel 1526 e nel 1527 vi lavorò un nuovo arrivato, il medico personale di Froben e un medico ancora oggi famoso, Teofrasto di Hohenheim, meglio conosciuto con il nome che si era dato, Paracelso.

Paracelso

Ma che diamine di particolare si può trovare in un museo come questo? Mi é bastato fare la scala che porta al primo piano per trovare una risposta

Vi aspettavate il solito teschio eh?

Amuleti

Sprofondiamo di nuovo, nel mondo delle (economiche) credenze. Come visto nel capitolo dedicato ai miasmi le persone tendevano a non basare le loro speranze sui dottori dell'epoca, un buon amuleto poteva sortire effetti migliori che quelli delle (discutibili) cire di allora


La pratica di indossare amuleti protettivi è continuata dalla preistoria fino ai giorni nostri. La credenza nell'efficacia di amuleti e simboli si basa sulla rappresentazione di un legame trascendentale tra tutti gli elementi che compongono l'universo. Ad esempio, l'aura invisibile di una pietra o il potere nascosto di un simbolo potevano allontanare le influenze negative e i demoni arrabbiati, considerati la causa delle malattie.

Offerte votive: animali leonardiani. San Lehonard aiuta i partorienti, aiuta contro il fuoco e le malattie ed è considerato il patrono degli animali domestici.

Epidemie e malattie improvvise venivano interpretate come manifestazioni soprannaturali, che si cercava di combattere con i mezzi corrispondenti: numerologia, astrologia, simbolismo dei colori e rappresentazioni magiche. Molte speranze erano riposte in oggetti con simbologia religiosa, come crocifissi, reliquie e immagini di santi.

Amuleto della peste, pezzo di metallo ricoperto di tessuto

Due piatti odorosi d'argento, placcati d'oro all'interno, con coperchio di perla, per pulire le sostanze umide contro le epidemie.

St,Hubertusschlussel, chiodo di ferro con testa a forma di falce.  Utilizzato contro la rabbia

Offerte votive in cera. orecchio, bambino fasciato, braccia, gamba. 

Feto di maiale disidratato, Cina. Contro le malattie femminili

Cavalli marini. Cina. Usato in tè e pillole come tonico, 
considerato anche un rimedio per le malattie veneree.

Illustrazioni sparse

Diploma di farmacista, Venezia 1732

Figura dell'assistente del farmacista Jäckli della casa n. 1 di Elsässergasse a Zurigo

Non tutto deve essere spiegato

Divinità e farmaceutica

I fratelli gemelli Cosma e Damiano

I fratelli gemelli Cosma e Damiano sono i patroni di medici, farmacisti, bagnanti e chirurghi. Secondo la loro vita, subirono il martirio intorno al 303 sotto l'imperatore romano Di ocletiano, subirono il martirio per la loro fede cristiana. Nel Medioevo e in epoca moderna sono venerati in innumerevoli luoghi consacrati. Ci sono molte rappresentazioni figurative, con Cosma che di solito appare come un medico con un vaso di urina e Damiano come un medico delle ferite o uno speziale con un vaso di unguento o un'ampolla con un vaso di unguento o un libro di ricette.

Cosma e Damiano al capezzale di un morente
Maestro della Confraternita del Santo Sangue,
 Bruges circa 1525
Ala del Trittico, olio su legno di quercia

Cristo farmacista

Cristo è raffigurato come guaritore e consolatore. Questo motivo era particolarmente popolare durante la Controriforma.
Dal monastero di Pfullendorf in Baden, dipinto intorno al 1705. Olio su tela

Leggenda: "Una buona e deliziosa medicina da usare per tutte le malattie dell'anima. - Prima di tutto, invia un messaggero del tuo letto inviolato agli speziali della Santissima Trinità. e chiedete allo speziale, cioè allo Spirito Santo, di darvi 1 litro di mansuetudine, 2 litro di umiltà, 3 litro di misericordia, 4 litro di pazienza e di purificazione del cuore, della mente e del corpo, che dovrete versare gli uni negli altri, 6 litro di zucchero dell'amore divino, che dovrete versare in un amore interiore, nella contemplazione dello spargimento innocente del sangue del nostro caro Signore Gesù Cristo. 
Poi versate in esso 3 misure di acqua viva dai getti dei vostri occhi e bevetene.... 
il primo giorno esamina la tua coscienza e vedi come hai peccato, 
il secondo giorno pentiti e sdraiati sui tuoi peccati, 
il terzo giorno fai una confessione sincera, 
il quarto giorno fai un pentimento perfetto, 
il quinto giorno impegnati sinceramente a non peccare più e a guardarti dai peccati, e poi inizia a bere.  il Medico celeste, cioè Dio Padre, e Dio Figlio, l'altro è Dio Spirito Santo e la santa Vergine Maria è la nostra consolazione....

Strumenti più o meno consoni

Nel secondo locale del museo incappo in una simpatica vetrinetta, quello che colpisce l'attenzione sono alcuni utelnsili di curiose forme, mi stuzzica la fabtasia, leggere il loro utilizzo mi fa correre brividi freddi lungo la schiena e ringraziare di essere nato in quest'epoca

In alto Set per la rimozione del tartaro, sotto pinza per denti, XVII secolo

Modello in avorio di un occhio

"sveglia di vita", di Carl Baunscheidt, che, in combinazione con l'olio in dotazione,
 provoca pustole sulla pelle.

Beccucci per supposte e palline vaginali

stetoscopio proveniente dall'ex centro di controllo polmonare di Basilea

I tre ambienti

Cappella privata e cucina dell'alchimista

La stanza più bella della casa Zum Sessel è una cappella privata in stile gotico risalente al XV secolo. Fino alla metà del XVI secolo, l'alchimia era una disciplina universitaria che si occupava della trasformazione della materia.
Venivano sviluppati procedimenti per ottenere l'essenziale (essentia) o lo spirito della materia (spiritus). Da ciò si evince che le piante devono essere trasformate in farmaci prima di poter essere dispensate. Gli alchimisti furono tra i fondatori della chimica farmaceutica, in particolare Philippus Theophrastus Aureolus Bombastus di Hohenheim, noto come Paracelso.

Come si può vedere, la cucina degli alchimisti del museo è stata costruita negli anni Trenta all'interno dell'ex cappella tardogotica. Erano ancora i tempi del tardo storicismo, quando le rovine dei castelli venivano restaurate nel modo in cui erano immaginate o più convenienti, e non necessariamente come erano in origine. Gli alchimisti erano visti come ciarlatani che cercavano l'oro, sempre nello stesso modo: con barbe lunghe, tra libri e teschi e un coccodrillo sul soffitto. Seguendo queste immagini stereotipate, il laboratorio di alchimia è stato allestito nel museo, anche se questa rappresentazione non è più del tutto valida secondo le nostre conoscenze attuali.

Farmacia dell'impero

Costruito per il museo, questo dispensario è una replica dello stile Impero, in voga all'epoca di Napoleone (1804-1814). Sono riconoscibili elementi stilistici antichi come le colonne ioniche, il timpano e le foglie d'acanto. I vasi in vetro opalino provengono dalla regione di Flühli a Lucerna, dove i soffiatori di vetro della Foresta Nera iniziarono a lavorare nel 1723. I vasi esposti sono tra i pezzi più pregiati prodotti a Flühli. Alcuni degli altri oggetti in vetro provengono dalla farmacia del convento di St. Urban, sempre nel cantone di Lucerna.

Il laboratorio

Questa sala contiene un laboratorio di farmacia come poteva esistere intorno al 1800, con i suoi strumenti per la preparazione e la conservazione dei rimedi. La distillazione era una delle fasi più importanti e frequenti. Richiedeva un recipiente contenente il prodotto da distillare (una caldaia di metallo o una storta di vetro), un tubo di raffreddamento e condensazione (l'alambicco) e un pallone per raccogliere il distillato. Altri utensili essenziali per il lavoro del farmacista sono i macina spezie, i barattoli di latta, i taglieri, i setacci e le presse per la frutta, i mortai, le bilance e le clessidre.


Cocaina

Sarà che la scena se l'é presa l'LSD ma anche sua sorella minore la cocaina é sicuramente degne di nota. Così come l'LSD anch'essa inizialmente era pensata per scopi terapeutici

Le foglie di coca sono state usate per secoli dalle popolazioni del Sud America come tonico, contro la fame e come anestetico, specie nel corso di rituali religiosi che prevedevano pratiche sacrificali; una di queste consisteva nella trapanazione di sezioni di cranio, e una mistura di foglie di coca e saliva era usata come anestetico locale.

Quando gli spagnoli scoprirono le Americhe nel 1492, non impiegarono molto a riconoscere le proprietà delle foglie di coca, la cui vendita fu tassata; furono in breve tempo impiegate come tonico, anti-fame e anti-fatica per gli schiavi indios impiegati nelle nuove miniere di argento, portando alla diffusione della professione del cocalero (coltivatore di coca).

L'isolamento del principio attivo dalle foglie (cocaina) avvenne nel 1859 da parte del farmacista tedesco Albert Niemann; da allora è iniziato l'utilizzo moderno della cocaina, che venne commercializzata su larga scala dall'industria farmaceutica tedesca Merck come antidepressivo e per il trattamento della dipendenza da morfina e alcol. 


Nel 1859 fu pubblicato un importante saggio "Sulle virtù igieniche e medicinali della coca e sugli alimenti nervosi in generale" da parte di Paolo Mantegazza, un noto scienziato dell'epoca, che ispirò il farmacista corso Angelo Mariani nella produzione del vin tonique Mariani (1862), un vino a base di Barolo e foglie di coca (dove si raggiungeva una concentrazione di 150–300 mg/l di composto), e che per alcuni decenni ebbe una grande diffusione in tutta Europa, fino a quando non fu vietato nei primi del XX secolo. 


Nel 1886, ad Atlanta, il medico e farmacista John Stith Pemberton brevettò la formula di un tonico a base di damiana e noci di cola "per signore, e [per] tutti quelli il cui lavoro sedentario provoca prostrazione nervosa", che darà poi origine, nella mistura senza cocaina, alla Coca-Cola.


La sua popolarità crebbe ulteriormente nell'era vittoriana, dove viene nominata anche in diverse opere letterarie (come Sherlock Holmes che s'inietta cocaina per ovviare alla noia e all'inoperosità del suo intelletto in assenza di casi), e nei primi anni del Novecento, quando veniva venduta in alcune farmacie come tonico. Sigmund Freud era solito utilizzarla (occasionalmente e in basse dosi) come antidepressivo, consigliandola anche ai suoi pazienti, ed annotò questa sua esperienza nel celebre saggio Sulla cocaina (1884)


Negli anni venti, il consumo di cocaina si diffuse anche in Italia, come dimostrato dal successo del romanzo Cocaina (1921) dello scrittore Pitigrilli, ed infatti il poeta Gabriele D'Annunzio e il divo del cinema Osvaldo Valenti furono noti cocainomani. Durante la seconda guerra mondiale è stata fornita all'elite del regime nazista al potere come stimolante

Sottoprodotti della degassificazione del carbone

I prodotti che si formano come sottoprodotti della degassificazione del carbone e servono come materiali di base per la sintesi organica. I singoli gruppi e i loro numerosi derivati chimici sono elencati sotto forma di albero genealogico. Sono elencate molte delle materie prime più importanti per l'industria chimica.
Stampa a olio su. Tela. Germania, inizio del XX secolo.

Romani anche qui

E te pareva che non trovassi un pertugio per infilarci anche i romani?

Farmacia tascabile romana raffigurante il dio esculapio e sua figlia igiea

Potevo aspettarmi si qualcosa, ma un aquila romana sopra la scala tra il primo e il secondo piani proprio non me l'aspettavo. La presenza dei fulmini nei suoi artigli non mi lasciano dubbi: é proprio un aquila romana, ma che ci fa qui?

La risposta poco dopo in una serie di dispenser che riportano la stessa aquila dipinta, oltretutto anche i colori oro e porpora sono di chiaro richiamo romano. Non trovo però alcuna scritta in merito.


Decido di chiedere alla ragazza alla cassa il connubio aquila romana - famracologia. "L'aquila romana é simbolo di forza" si limita a rispondermi.
A casa cerco di scavare nella rete ma non trovo niente inerente. Questa foto e riferimento nel museo rimane, a mia conoscenza, un unicum.

Recipienti originali e di dubbio gusto


Corno di cervo con fondo sostituibile come setaccio con fori di diverse dimensioni, Italia XVI° secolo

Agnello vegetale della Tartaria

L'Agnello vegetale della Tartaria (Latino: “Agnus scythicus” o “Planta Tartarica Barometz”) è una creatura leggendaria originaria dell'Asia centrale che combina caratteristiche animali e vegetali. Questa pianta mitologica si riteneva fosse in grado di produrre come frutti delle pecore.Tali prodigiosi frutti ovini erano, secondo la leggenda, collegati alla pianta tramite un cordone ombelicale che permetteva alla pecora di brucare l'erba intorno entro un certo raggio dalle proprie radici: quando tutto il nutrimento della pecora si esauriva, sia la pianta sia la pecora si seccavano, morendo.

Nonostante il mito sia nato come modo per spiegare l'esistenza del cotone secondo il pensiero medioevale, la leggenda si basa su una pianta realmente esistente, la Cibotium barometz, o Polypodium borametz, una felce del genere Cibotium, lanuginosa e con radici a fittone, solitamente in numero di quattro o cinque


Il medico e studioso tedesco Engelbert Kaempfer, accompagnò una delegazione in Persia nel 1683 con l'intenzione di trovare l'agnello. Dopo aver parlato con degli indigeni e non aver trovato nessuna prova fisica dell'esistenza dell'agnello vegetale, concluse che si trattava di una leggenda. Tuttavia, osservò l'usanza dei locali di rimuovere un agnello ancora non nato dall'utero della madre, per raccoglierne la sofficissima lana e ritenne si potesse trattare di una possibile origine della leggenda. Kaempfer ipotizzò ulteriormente che i campioni di lana fetale conservati nei musei potessero essere erroneamente attribuiti ad una sostanza vegetale.

Agnello vegetale 1887

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