Passa ai contenuti principali

Museo farmacologico di Basilea

 Da tempo mi ero ripromesso di andare al museo di anatomia di Basilea, non che i reperti in formalina suscitino il mio interesse primario ma può essere sempre una buona occasione per imparare qualcosa di nuovo, e magari anche collegato alla storia.

A Basilea mi sono recato una mezza dozzina di volte, malgrado questo non posso ancora affermare di avere completamente in testa la mappa della città; il museo di anatomia si trova nei pressi dell'università, fuori dalla città vecchia. Una volta raggiunto il centro cittadino mi sono messo sul tragitto verso il museo di anatomia, incappando però ben prima di quanto mi aspettassi in un altro museo comunque collegato, quello di farmacologia situato neri pressi del centro storico.

L'atrio interno che da sull'entrata del museo, giusto sotto la bandiera dell'ordine dei farmacisti

la casa ha una storia affascinante. Il tipografo Johannes Amerbach, padre fondatore della famosa famiglia di accademici che porta questo nome, si trasferì nella casa nel 1480. Nel 1507 la casa fu occupata da Johannes Frobenius, probabilmente il più rinomato tipografo dell'epoca. Erasmo da Rotterdam godette della calda ospitalità della casa di Froben e visse e lavorò qui dal 1514 al 1516. Agli stampatori si aggiunsero illustratori di spicco come il giovane Hans Holbein e suo fratello Ambrosius, oltre all'intagliatore di stampi Urs Graf. Nel 1526 e nel 1527 vi lavorò un nuovo arrivato, il medico personale di Froben e un medico ancora oggi famoso, Teofrasto di Hohenheim, meglio conosciuto con il nome che si era dato, Paracelso.

Paracelso

Ma che diamine di particolare si può trovare in un museo come questo? Mi é bastato fare la scala che porta al primo piano per trovare una risposta

Vi aspettavate il solito teschio eh?

Amuleti

Sprofondiamo di nuovo, nel mondo delle (economiche) credenze. Come visto nel capitolo dedicato ai miasmi le persone tendevano a non basare le loro speranze sui dottori dell'epoca, un buon amuleto poteva sortire effetti migliori che quelli delle (discutibili) cire di allora


La pratica di indossare amuleti protettivi è continuata dalla preistoria fino ai giorni nostri. La credenza nell'efficacia di amuleti e simboli si basa sulla rappresentazione di un legame trascendentale tra tutti gli elementi che compongono l'universo. Ad esempio, l'aura invisibile di una pietra o il potere nascosto di un simbolo potevano allontanare le influenze negative e i demoni arrabbiati, considerati la causa delle malattie.

Offerte votive: animali leonardiani. San Lehonard aiuta i partorienti, aiuta contro il fuoco e le malattie ed è considerato il patrono degli animali domestici.

Epidemie e malattie improvvise venivano interpretate come manifestazioni soprannaturali, che si cercava di combattere con i mezzi corrispondenti: numerologia, astrologia, simbolismo dei colori e rappresentazioni magiche. Molte speranze erano riposte in oggetti con simbologia religiosa, come crocifissi, reliquie e immagini di santi.

Amuleto della peste, pezzo di metallo ricoperto di tessuto

Due piatti odorosi d'argento, placcati d'oro all'interno, con coperchio di perla, per pulire le sostanze umide contro le epidemie.

St,Hubertusschlussel, chiodo di ferro con testa a forma di falce.  Utilizzato contro la rabbia

Offerte votive in cera. orecchio, bambino fasciato, braccia, gamba. 

Feto di maiale disidratato, Cina. Contro le malattie femminili

Cavalli marini. Cina. Usato in tè e pillole come tonico, 
considerato anche un rimedio per le malattie veneree.

Illustrazioni sparse

Diploma di farmacista, Venezia 1732

Figura dell'assistente del farmacista Jäckli della casa n. 1 di Elsässergasse a Zurigo

Non tutto deve essere spiegato

Divinità e farmaceutica

I fratelli gemelli Cosma e Damiano

I fratelli gemelli Cosma e Damiano sono i patroni di medici, farmacisti, bagnanti e chirurghi. Secondo la loro vita, subirono il martirio intorno al 303 sotto l'imperatore romano Di ocletiano, subirono il martirio per la loro fede cristiana. Nel Medioevo e in epoca moderna sono venerati in innumerevoli luoghi consacrati. Ci sono molte rappresentazioni figurative, con Cosma che di solito appare come un medico con un vaso di urina e Damiano come un medico delle ferite o uno speziale con un vaso di unguento o un'ampolla con un vaso di unguento o un libro di ricette.

Cosma e Damiano al capezzale di un morente
Maestro della Confraternita del Santo Sangue,
 Bruges circa 1525
Ala del Trittico, olio su legno di quercia

Cristo farmacista

Cristo è raffigurato come guaritore e consolatore. Questo motivo era particolarmente popolare durante la Controriforma.
Dal monastero di Pfullendorf in Baden, dipinto intorno al 1705. Olio su tela

Leggenda: "Una buona e deliziosa medicina da usare per tutte le malattie dell'anima. - Prima di tutto, invia un messaggero del tuo letto inviolato agli speziali della Santissima Trinità. e chiedete allo speziale, cioè allo Spirito Santo, di darvi 1 litro di mansuetudine, 2 litro di umiltà, 3 litro di misericordia, 4 litro di pazienza e di purificazione del cuore, della mente e del corpo, che dovrete versare gli uni negli altri, 6 litro di zucchero dell'amore divino, che dovrete versare in un amore interiore, nella contemplazione dello spargimento innocente del sangue del nostro caro Signore Gesù Cristo. 
Poi versate in esso 3 misure di acqua viva dai getti dei vostri occhi e bevetene.... 
il primo giorno esamina la tua coscienza e vedi come hai peccato, 
il secondo giorno pentiti e sdraiati sui tuoi peccati, 
il terzo giorno fai una confessione sincera, 
il quarto giorno fai un pentimento perfetto, 
il quinto giorno impegnati sinceramente a non peccare più e a guardarti dai peccati, e poi inizia a bere.  il Medico celeste, cioè Dio Padre, e Dio Figlio, l'altro è Dio Spirito Santo e la santa Vergine Maria è la nostra consolazione....

Strumenti più o meno consoni

Nel secondo locale del museo incappo in una simpatica vetrinetta, quello che colpisce l'attenzione sono alcuni utelnsili di curiose forme, mi stuzzica la fabtasia, leggere il loro utilizzo mi fa correre brividi freddi lungo la schiena e ringraziare di essere nato in quest'epoca

In alto Set per la rimozione del tartaro, sotto pinza per denti, XVII secolo

Modello in avorio di un occhio

"sveglia di vita", di Carl Baunscheidt, che, in combinazione con l'olio in dotazione,
 provoca pustole sulla pelle.

Beccucci per supposte e palline vaginali

stetoscopio proveniente dall'ex centro di controllo polmonare di Basilea

I tre ambienti

Cappella privata e cucina dell'alchimista

La stanza più bella della casa Zum Sessel è una cappella privata in stile gotico risalente al XV secolo. Fino alla metà del XVI secolo, l'alchimia era una disciplina universitaria che si occupava della trasformazione della materia.
Venivano sviluppati procedimenti per ottenere l'essenziale (essentia) o lo spirito della materia (spiritus). Da ciò si evince che le piante devono essere trasformate in farmaci prima di poter essere dispensate. Gli alchimisti furono tra i fondatori della chimica farmaceutica, in particolare Philippus Theophrastus Aureolus Bombastus di Hohenheim, noto come Paracelso.

Come si può vedere, la cucina degli alchimisti del museo è stata costruita negli anni Trenta all'interno dell'ex cappella tardogotica. Erano ancora i tempi del tardo storicismo, quando le rovine dei castelli venivano restaurate nel modo in cui erano immaginate o più convenienti, e non necessariamente come erano in origine. Gli alchimisti erano visti come ciarlatani che cercavano l'oro, sempre nello stesso modo: con barbe lunghe, tra libri e teschi e un coccodrillo sul soffitto. Seguendo queste immagini stereotipate, il laboratorio di alchimia è stato allestito nel museo, anche se questa rappresentazione non è più del tutto valida secondo le nostre conoscenze attuali.

Farmacia dell'impero

Costruito per il museo, questo dispensario è una replica dello stile Impero, in voga all'epoca di Napoleone (1804-1814). Sono riconoscibili elementi stilistici antichi come le colonne ioniche, il timpano e le foglie d'acanto. I vasi in vetro opalino provengono dalla regione di Flühli a Lucerna, dove i soffiatori di vetro della Foresta Nera iniziarono a lavorare nel 1723. I vasi esposti sono tra i pezzi più pregiati prodotti a Flühli. Alcuni degli altri oggetti in vetro provengono dalla farmacia del convento di St. Urban, sempre nel cantone di Lucerna.

Il laboratorio

Questa sala contiene un laboratorio di farmacia come poteva esistere intorno al 1800, con i suoi strumenti per la preparazione e la conservazione dei rimedi. La distillazione era una delle fasi più importanti e frequenti. Richiedeva un recipiente contenente il prodotto da distillare (una caldaia di metallo o una storta di vetro), un tubo di raffreddamento e condensazione (l'alambicco) e un pallone per raccogliere il distillato. Altri utensili essenziali per il lavoro del farmacista sono i macina spezie, i barattoli di latta, i taglieri, i setacci e le presse per la frutta, i mortai, le bilance e le clessidre.


Cocaina

Sarà che la scena se l'é presa l'LSD ma anche sua sorella minore la cocaina é sicuramente degne di nota. Così come l'LSD anch'essa inizialmente era pensata per scopi terapeutici

Le foglie di coca sono state usate per secoli dalle popolazioni del Sud America come tonico, contro la fame e come anestetico, specie nel corso di rituali religiosi che prevedevano pratiche sacrificali; una di queste consisteva nella trapanazione di sezioni di cranio, e una mistura di foglie di coca e saliva era usata come anestetico locale.

Quando gli spagnoli scoprirono le Americhe nel 1492, non impiegarono molto a riconoscere le proprietà delle foglie di coca, la cui vendita fu tassata; furono in breve tempo impiegate come tonico, anti-fame e anti-fatica per gli schiavi indios impiegati nelle nuove miniere di argento, portando alla diffusione della professione del cocalero (coltivatore di coca).

L'isolamento del principio attivo dalle foglie (cocaina) avvenne nel 1859 da parte del farmacista tedesco Albert Niemann; da allora è iniziato l'utilizzo moderno della cocaina, che venne commercializzata su larga scala dall'industria farmaceutica tedesca Merck come antidepressivo e per il trattamento della dipendenza da morfina e alcol. 


Nel 1859 fu pubblicato un importante saggio "Sulle virtù igieniche e medicinali della coca e sugli alimenti nervosi in generale" da parte di Paolo Mantegazza, un noto scienziato dell'epoca, che ispirò il farmacista corso Angelo Mariani nella produzione del vin tonique Mariani (1862), un vino a base di Barolo e foglie di coca (dove si raggiungeva una concentrazione di 150–300 mg/l di composto), e che per alcuni decenni ebbe una grande diffusione in tutta Europa, fino a quando non fu vietato nei primi del XX secolo. 


Nel 1886, ad Atlanta, il medico e farmacista John Stith Pemberton brevettò la formula di un tonico a base di damiana e noci di cola "per signore, e [per] tutti quelli il cui lavoro sedentario provoca prostrazione nervosa", che darà poi origine, nella mistura senza cocaina, alla Coca-Cola.


La sua popolarità crebbe ulteriormente nell'era vittoriana, dove viene nominata anche in diverse opere letterarie (come Sherlock Holmes che s'inietta cocaina per ovviare alla noia e all'inoperosità del suo intelletto in assenza di casi), e nei primi anni del Novecento, quando veniva venduta in alcune farmacie come tonico. Sigmund Freud era solito utilizzarla (occasionalmente e in basse dosi) come antidepressivo, consigliandola anche ai suoi pazienti, ed annotò questa sua esperienza nel celebre saggio Sulla cocaina (1884)


Negli anni venti, il consumo di cocaina si diffuse anche in Italia, come dimostrato dal successo del romanzo Cocaina (1921) dello scrittore Pitigrilli, ed infatti il poeta Gabriele D'Annunzio e il divo del cinema Osvaldo Valenti furono noti cocainomani. Durante la seconda guerra mondiale è stata fornita all'elite del regime nazista al potere come stimolante

Sottoprodotti della degassificazione del carbone

I prodotti che si formano come sottoprodotti della degassificazione del carbone e servono come materiali di base per la sintesi organica. I singoli gruppi e i loro numerosi derivati chimici sono elencati sotto forma di albero genealogico. Sono elencate molte delle materie prime più importanti per l'industria chimica.
Stampa a olio su. Tela. Germania, inizio del XX secolo.

Romani anche qui

E te pareva che non trovassi un pertugio per infilarci anche i romani?

Farmacia tascabile romana raffigurante il dio esculapio e sua figlia igiea

Potevo aspettarmi si qualcosa, ma un aquila romana sopra la scala tra il primo e il secondo piani proprio non me l'aspettavo. La presenza dei fulmini nei suoi artigli non mi lasciano dubbi: é proprio un aquila romana, ma che ci fa qui?

La risposta poco dopo in una serie di dispenser che riportano la stessa aquila dipinta, oltretutto anche i colori oro e porpora sono di chiaro richiamo romano. Non trovo però alcuna scritta in merito.


Decido di chiedere alla ragazza alla cassa il connubio aquila romana - famracologia. "L'aquila romana é simbolo di forza" si limita a rispondermi.
A casa cerco di scavare nella rete ma non trovo niente inerente. Questa foto e riferimento nel museo rimane, a mia conoscenza, un unicum.

Recipienti originali e di dubbio gusto


Corno di cervo con fondo sostituibile come setaccio con fori di diverse dimensioni, Italia XVI° secolo

Agnello vegetale della Tartaria

L'Agnello vegetale della Tartaria (Latino: “Agnus scythicus” o “Planta Tartarica Barometz”) è una creatura leggendaria originaria dell'Asia centrale che combina caratteristiche animali e vegetali. Questa pianta mitologica si riteneva fosse in grado di produrre come frutti delle pecore.Tali prodigiosi frutti ovini erano, secondo la leggenda, collegati alla pianta tramite un cordone ombelicale che permetteva alla pecora di brucare l'erba intorno entro un certo raggio dalle proprie radici: quando tutto il nutrimento della pecora si esauriva, sia la pianta sia la pecora si seccavano, morendo.

Nonostante il mito sia nato come modo per spiegare l'esistenza del cotone secondo il pensiero medioevale, la leggenda si basa su una pianta realmente esistente, la Cibotium barometz, o Polypodium borametz, una felce del genere Cibotium, lanuginosa e con radici a fittone, solitamente in numero di quattro o cinque


Il medico e studioso tedesco Engelbert Kaempfer, accompagnò una delegazione in Persia nel 1683 con l'intenzione di trovare l'agnello. Dopo aver parlato con degli indigeni e non aver trovato nessuna prova fisica dell'esistenza dell'agnello vegetale, concluse che si trattava di una leggenda. Tuttavia, osservò l'usanza dei locali di rimuovere un agnello ancora non nato dall'utero della madre, per raccoglierne la sofficissima lana e ritenne si potesse trattare di una possibile origine della leggenda. Kaempfer ipotizzò ulteriormente che i campioni di lana fetale conservati nei musei potessero essere erroneamente attribuiti ad una sostanza vegetale.

Agnello vegetale 1887

Commenti

Post popolari in questo blog

Tradizioni molto svizzere

Dopo anni di tentennamenti decido finalmente di partecipare ad un avvenimento che nella Svizzera tedesca é assolutamente irrinunciabile: la festa federale che si tiene ogni tre anni. Oggi saró circondato da svizzeri che fanno cose molto svizzere. Moltissime tradizioni svizzere in questo disegno creato appositamente per la festa federale 2025, se volgiamo cercare il pelo nell'uovo manca l'Hornuss La prima cosa che noto già nell’avvicinamento sul treno é il consumo di birre in lattina con conseguente coda davanti alle toilette, questo anche se ci troviamo a primo mattino I più impavidi sortiscono dagli zainetti i bicchierini da cichett e brindano a non meglio identificate entità. Il lieve aroma di schnapps alle prugne si diffonde nell’area del vagone. Seguono racconti gogliardici accompagnati da grasse risate. Purtroppo non conosco bene l’idioma svizzerotedesco e non riesco a percepire se il genere di sense of humor degli allegri compagni di viaggio farebbe sganasciare pure me....

Anima di donna dannata scovata!

Due anni! Due anni per trovare questo misterioso ed unico quadro nel suo genere in terra ticinese. O almeno che io sappia. Anonimo l’autore mentre il titolo che lo accompagna recita “ anima di donna dannata ”. Purtroppo é andata persa la fonte dove ho preso questa informazione così come una foto piuttosto sfuocata dell'opera. Impossibile trovare il quadro in rete. Non restava che trovarlo in carne e ossa.  Oggi con grande piacere lo schiaffo bellamente dietro il mio faccione sotto qualche riga di testo introduttivo con tanto di indicazione nella didascalia di dove si può ammirare.  Così come a Parigi ci si selfa davanti alla torre Eiffel ad Ascona lo si fa davanti ad anime dannate Toh! “Anima di donna dannata», tela di autore anonimo della prima metà del Seicento (Ascona, Museo parrocchiale presso l’oratorio dei santi Fabiano e Sebastiano ). P.S. E fattelo un selfie ogni tanto...si cazzo! Oggi si! Mi sembra di essere il cacciatore che si fa fotografare con il cervo subito dopo...

Strada dei banchi e lago di Sabbioni

La strada dei banchi per un airolese é un classico, anzi un must. È la strada che corre in alto sul fianco della montagna lungo tutta la valle Bedretto. È esattamente l'equivalente della strada alta, quella della "famosa canzone" di Nella Martinetti, ma dall'altro versante della valle Bedretto. Oggi in aggiunta un bonus, che si rivela una perla che impreziosisce e di molto il giro, una deviazione al lago di Sabbioni. La strada dei banchi La strada dei banchi rispetto all strada alta presenta delle differenze sostanziali, ha molta poca ombra, é molto meno frequentata e all'apparenza potrebbe risultare più monotona. Per buona parte la strada é costituita da una carrabile che serve per collegare le varie alpi, poi ad un certo punto diventa sentiero, più precisamente in vista dell'arrivo del riale di Ronco che presente l'unico vero e proprio strappo del percorso. Come dicevo la strada dei banchi é un must per un Airolese, in pratica questa strada porta ai pied...

Chasa Chalavaina

Non son solito fare post dedicati agli alberghi, ma questo, come l’ hotel Dakota,  riporta eventi storici e merita una menzione  a parte. Chi entra in questa casa respira la storia e per uno come me non c'é nulla di più entusiasmante L'albergo sulla centralissima piazza di Müstair. Il monastero é a circa 100 passi di distanza Sopra la porta tutta a destra la mia stanza per una notte Nel 1254, la Chasa Chalavaina fu menzionata per la prima volta come locanda.  Questa casa è unica perché rappresenta l'hotel più antico della Svizzera.  1930 (?) La locanda, situata nella strada principale di Müstair, si trova a pochi passi dal monastero di St. Johann, patrimonio dell'Unesco. L'hotel comprende 18 camere, un ristorante, una cucina "colorata" di nero dalla fuliggine e un ampio giardino. Dove un tempo dormivano galline, gatti e capre, oggi ci sono camere per gli ospiti. Le stanze sono in parte arredate con mobili in legno secolari e in tutta la casa si trovano ute...

Il Dazio Grande e la via delle genti

Orson Wells afferma che gli svizzeri in 500 anni sono riusciti a creare ben poco, in particolare: "In Italia sotto i Borgia, per trent'anni, hanno avuto assassinii, guerre, terrore e massacri, ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e che cos'hanno prodotto? Gli orologi a cucù." Orson Wells - Il terzo uomo - fim 1949 Possiamo tranquillamente affermare che gli urani hanno seguito la stessa falsa riga per quanto riguarda il baliaggio di Leventina: in oltre 300 anni sono riusciti “solo” a migliorare la viabilità presso la gola del piottino (e di conseguenza fabbricarci il redditizio Dazio grande) . Le virgolette sul solo stanno comunque a sottolineare la difficoltà di costruire una strada in quel punto, questo senza nulla togliere alla difficoltà nel costruire un orologio a cucù che meritava forse anch’esso sarcasticamente le stesse virgolette nella battuta di Well...

Sulla strada per Beromünster

Domenica 10 agosto 2025. Sono seduto su di un bus in stazione a Lucerna. A momenti partirà e in men che non si dica lascerà la città per addentrarsi nelle campagne lucernesi. Ed é proprio questo che amo, essere portato in quello che nel film Trainspotting viene definito “il nulla”. La mia esplorazione oggi mi porterà da una cappella in piena campagna fino al villaggio di Beromünster. La cappella e il nome del villaggio posto come traguardo intrigano (Beromünster si chiamava fino al 1934 semplicemente Münster, monastero). Sono 7 km completamente piatti in una rovente giornata d’estate. Mi aspetto di vedere forse qualche giocatore di golf ad inizio percorso per poi isolarmi completamente tra campi e boschi fino all’arrivo, la tappa di per se non ha nulla che attiri le grandi masse, in Svizzera Mobile non fa nemmeno parte di un percorso a tema. Ma oggi per stare nella pace occorre ricorrere a questi tragitti di “seconda fascia”. La vera gioia sta nell’apprezzare quello che la natura o ...

Curon sul lago di Resia

Diciamo subito che io sappia non esistono altri Curon per cui si necessita aggiungere la precisazione “sul lago di Resia”. La scelta di aggiungere l’indicazione del lago é per facilitare la messa a fuoco del lettore. Se poi vogliamo esagerare sarebbe bastato dire “dove c’è la chiesa sommersa ed emerge solo il campanile." Sarebbe poi bastato aggiungere due foto del caso, da due angolazioni diverse e chiuderla lì, verso nuove avventure. Ma sarebbe stato “facile”, superficiale e maledettamente incompleto. Se il campanile compare un po’ ovunque, sulle portiere dei veicoli della municipalità agli ingombranti souvenir (vedi sotto) un motivo ci sarà.  Il classico dei classici. E non é legato all’aspetto “wow” che questo edificio immerso in uno scenario idilliaco suscita alla prima vista, come se si trattasse di un opera artistica moderna. C’è dell’altro. Basterebbe porsi semplici domande, ad esempio come si é giunti a tutto questo? Un inondazione? Una tragedia? Oppure é una semplice attr...

Kyburg e la vergine di Norimberga

Il tempo passa ma per la vergine di Norimberga presente al castello di Kyburg sembra non incidere, ache se poi vedremo che qualche ritocco l'ha necessitato pure lei. Che poi se ne possano dire finché si vuole ma la vera superstar del castello del castello di Kyburg é lei, proprio come aveva ben visto chi l'acquistò proprio per questo scopo «Vergine di ferro» I visitatori del castello si aspettavano sempre di vedere armi storiche e strumenti di tortura.  Appositamente per loro venivano realizzate delle «vergini di ferro». Matthäus Pfau acquistò il suo esemplare nel 1876 in Carinzia per mettere in mostra «il lato più oscuro del Medioevo».  A quel tempo, le forze conservatrici cercavano di reintrodurre la pena di morte, che era stata abolita poco prima in Svizzera. Attrazione turistica È risaputo che la Vergine di ferro fu inventata nel XIX secolo. Non vi è alcuna prova che in una simile cassa dotata di lame e con una testa di donna sia mai stata uccisa o torturata una persona....

Da Campo Valle Maggia a Bosco Gurin - parte II - Da Cimalmotto al passo Quadrella

Sbuco su Cimalmotto dal sentiero proveniente da Campo Valle Maggia verso mezzogiorno. Non mi aspetto di trovare spunti storici altrettanto avvincenti che a Campo, sarebbe impensabile in così pochi ettari sperare in tanto. Eppure.... Vista da Cimalmotto in direzione di Campo Valle Maggia di cui si intravede il campanile in lontananza Ci sono due elementi geologici che caratterizzano questa parte della valle: la frana che domina la parte inferiore e il pizzo Bombögn che sovrasta la parte superiore. Campo Valle Maggia e Cimalmotto sono l'affettato di questo ipotetico sandwich Chi visita Campo e le sue frazioni con occhio attento non può non rimanere esterrefatto dal contrasto fra la bellezza paesaggistica della zona e la ricchezza dei monumenti storici da un lato e la desolante povertà demografica dall’altro. I motivi sono diversi: innanzitutto Campo, al momento dell’autarchia più dura, era uno dei comuni più popolati della Valmaggia (nel XVIII superava i 900 abitanti; nel 1850 erano...

Mosé Bertoni

C'é una piccola sala nel museo di Lottigna, resta staccata dal complesso principale del museo, una piccola sala che per eventi sfortuiti (si con la "s" davanti) sono riuscito a vedere solo di sfuggita. Però quello che sono riuscito a assaggiare nei pochi momenti mi ha affascinato. Il classico ometto nato in un piccolo villaggio in una valle discosta per poi costruirsi una vita tutt'altro che scontata. Un personaggio amante delle tradizioni svizzere e dei principi anarchici, una combinazione piuttosto bizzarra per non dire incomprensibile. Si capisce fin dai primi momenti che si ha a che fare con un personaggio di nicchia, degno di un approfondimento. Mosè Bertoni verso il 1910 Foto F. Velasquez, Asuncion (Coll. priv.) Mosè Bertoni non è un uomo comune. Giovane irrequieto, dai molteplici interessi, impegnato politicamente tra i liberali innovatori e vicino all'anarchismo, a 27 anni decide di «dare un calcio a questa vecchia Europa» . Non è neppure un emigrante comu...