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La macellazione rituale in Svizzera

La mente sgombera. Che bello, la mente sgombera. In questo stato in assenza di paranoie si riesce a pensare ad argomenti secondari, a porsi domande decisamente fuori dall'ordinario. Una di queste riguarda il sacrifico in Svizzera. Esiste ancora? È legale? Lo é mai stato? Chi la pratica?

I primi sacrifici

Secondo la dottrina cristiana, il popolo ebraico era stato sostituito da quello cristiano nel ruolo di popolo eletto: vivendo in condizioni servili e confinato nelle diaspore, il "resto di Israele" sarebbe stato testimone della verità della fede cristiana, cui, alla fine dei tempi, si sarebbe convertito.

Fino ad allora essi avrebbero dovuto condurre un'esistenza marginale, sottostando da un lato a restrizioni riguardanti l'esercizio della professione e della proprietà (per esempio divieto di coltivare campi, possedere terreni o accedere a corporazioni artigiane), limitazioni nelle libertà di spostamento e domicilio (quartieri ebraici, tassa per la protezione degli ebrei), stigmatizzazioni esteriori con particolari contrassegni e copricapi

Gli ebrei erano accusati di praticare l'usura a causa delle loro attività creditizie, fino al tardo medioevo proibite dalla Chiesa ai cristiani; nel XII sec. essi incominciarono anche ad essere accusati di profanare l'ostia e di compiere sacrifici umani.

Miniatura tratta dall'Amtliche Berner Chronik di Diebold Schilling, 1483 (Burgerbibliothek Bern, Mss.h.h.I.1, p. 44).

Nel 1294 gli ebrei di Berna vennero accusati dell'uccisione rituale di un bambino cristiano. Queste accuse, frequenti in tutto l'Occidente, scatenavano spesso atroci persecuzioni.

Gli ebrei nella costituzione.

La Costituzione federale del 1848 negava agli ebrei la libertà di stabilirsi in Svizzera. Solo con la firma del trattato commerciale con la Francia la Svizzera ha posto fine a questa discriminazione.

Raffigurazione degli ebrei in Svizzera in un'incisione del 1840.
Museo Nazionale Svizzero

La Costituzione svizzera del 1848 era una delle più moderne dell'Europa dell'epoca. Tuttavia, non era del tutto priva di scorie del passato. In totale contraddizione con la concezione popolare dell'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge, l'articolo 41 della Costituzione federale stabiliva che solo gli "Svizzeri di una delle confessioni cristiane" avevano il diritto di stabilirsi liberamente sul territorio svizzero.

L'opuscolo destinato a informare la popolazione svizzera forniva le seguenti motivazioni per questa restrizione: "L'obiettivo principale era quello di escludere gli ebrei, tenendo conto in particolare del fatto che gli stranieri avrebbero inevitabilmente fatto riferimento ai trattati conclusi tra la Svizzera e i Paesi confinanti, che stabilivano che i cittadini di questi Stati dovevano essere trattati su un piano di parità con i Confederati". In altre parole, i cantoni erano liberi di rifiutare agli ebrei (anche ai cittadini svizzeri ufficialmente riconosciuti) il permesso di stabilirsi. E questo è ciò che fece la maggior parte di essi. Poiché anche i cittadini svizzeri venivano respinti in quanto ebrei, la Svizzera si sentiva autorizzata a negare questo diritto anche agli ebrei stranieri.

Alla conferenza per la revisione della Costituzione del febbraio 1848, solo i rappresentanti dei cantoni di Ginevra, Neuchâtel, Vaud e Argovia votarono contro l'introduzione di questo articolo discriminatorio. Il fatto che la presenza degli ebrei nel Paese fosse una minaccia era un dato di fatto per la maggioranza dei "padri della Costituzione" svizzeri. In particolare Jonas Furrer, rappresentante di Zurigo (e primo presidente della Confederazione), insistette sull'esclusione degli ebrei e parlò di altre leggi restrittive contro questa comunità. I rappresentanti degli ebrei svizzeri, la maggior parte dei quali viveva a Oberendingen e Lengnau, due poveri villaggi agricoli dell'Argovia, erano costernati da questa retrocessione

L'Elvezia è onorata dagli ebrei. Nella vecchia Confederazione, ogni sedici anni dovevano acquistare dal balivo una lettera di protezione, al prezzo dell'oro, che garantiva loro il diritto di residenza per il periodo successivo.
 Frontespizio di J. C. Ulrich, 1768. Museo Nazionale Svizzero

L'esclusione delle ebree e degli ebrei svizzeri da tutti i diritti qui citati rappresentava una delle maggiori debolezze della Costituzione federale del 1848. Nel Canton Argovia, dove viveva un buon terzo delle e dei 4216 ebree ed ebrei allora residenti in Svizzera, il tentativo di concedere loro pari diritti venne respinto con forza nel 1862. 
I principi programmatici della lotta contro l'emancipazione della popolazione ebraica erano i seguenti: «Gli ebrei non possono essere nostri concittadini e connazionali. Storicamente, la Svizzera è la patria dei cristiani».

Incisione del cimitero ebraico di Lengnau, realizzata da Johann Rudolf Holzhab a metà del XVIII secolo.
Museo Nazionale Svizzero

Prima revisione parziale della Costituzione del 1866

Nel gennaio del 1866 ebbe luogo una votazione sulla prima revisione parziale della Costituzione federale. Mentre la libertà di domicilio e la parità dei diritti per gli ebrei furono accolti dalla maggioranza, la loro libertà di credo e di culto fu respinta di misura. Nella Svizzera centrale circa l'80% degli aventi diritto al voto si espressero con un «no». La libertà religiosa ebraica diventò così una questione fondamentale nel dibattito che si sarebbe prodotto in seguito sulla revisione totale della Costituzione. Un Consigliere agli Stati urano vi si oppose con una formulazione che suona straordinariamente moderna: «La Svizzera dovrebbe essere uno Stato cristiano oppure cosmopolita?». 

Macellazione rituale nella Germania del XVIII secolo.
Wikimedia

Nel 1867, Moritz Kayserling aveva redatto un documento che spiegava nel dettaglio la macellazione rituale (la macellazione rituale consiste nell'uccisione di animali con il taglio della gola senza un precedente stordimento): il rabbino argoviese aveva richiesto il parere di rappresentanti internazionali della medicina e della veterinaria, che avevano trovato innocuo questo metodo di macellazione. Nella prefazione al testo, Kayserling si richiama ai miti sulla libertà della nazione alpina, per incoraggiare l'apertura culturale:

«La Svizzera libera, la patria dei cacciatori di camosci, dove ogni anno si tengono così tante cacce e dove, anno dopo anno, vengono abbattuti migliaia di camosci, cervi e caprioli, è stata la prima a tentare di mettere limitazioni agli ebrei nell'esercizio del dovere religioso della macellazione rituale, con il pretesto che fosse una crudeltà inflitta agli animali».

L'impegno di Moritz Kayserling non fu sufficiente

Vietata dal 1893

In seguito alla crisi economica (dal 1873), di cui si ritennero responsabili gli ebrei, in Europa essi assunsero sempre più il ruolo di capri espiatori. Sulla base delle argomentazioni utilizzate nella campagna in vista della votazione del 1893, l'introduzione del divieto della macellazione rituale in Svizzera deve essere interpretata come conseguenza dell'Antisemitismo. La geografia del voto sull'iniziativa mette in evidenza la chiara maggioranza di voti favorevoli nei cantoni settentrionali della Svizzera tedesca. (Argovia 90,1%, Zurigo 85,9%, Sciaffusa 84,4%), più soggetti a influenze provenienti dalla Germania (aumento dell'antisemitismo violento e divieto della macellazione rituale in Sassonia dal 1892). Nella Svizzera franc. e in Ticino invece, dove le idee antisemite ma anche la protezione degli animali avevano poco seguito, l'iniziativa ottenne scarsi consensi (Vallese 3,1%, Ticino 12,2%, Ginevra 12,8%).
L'uccisione di animali con il taglio della gola senza un precedente stordimento, in Svizzera è quindi vietata dal 20.8.1893, quando il 60% dei votanti approvò l'iniziativa popolare lanciata dalle Società svizzerotedesca per la protezione degli animali che chiedeva l'introduzione di tale divieto (tedesco Schächtverbot, dall'ebraico schachat, macellazione).


Caricatura sul divieto della macellazione rituale,
 Nebelspalter,vol. 19, fasc. 33, Zurigo, 19. 8. 1893 Nebelspalter, Zurigo

La caricatura mostra come nella campagna in vista della votazione, di stampo antisemita, viene ripresa anche la leggenda dell'omicidio rituale.

Protezione degli animali

L'antisemitismo ebbe conseguenze disastrose specialmente durante la Seconda guerra mondiale: non fu infatti dato asilo a molti di coloro che erano perseguitati «motivi razziali», fossero uomini o donne. Il divieto della macellazione rituale, che colpiva anche le persone di fede islamica, venne stralciato dalla Costituzione nel 1978, ma venne ribadito nella legge sulla protezione degli animali.


 La legge sulla protezione degli animali del 1978 riprese nell'art. 21 il divieto fino ad allora stabilito dall'art. 25bis della Costituzione federale

La legge sulla protezione degli animali Sezione 7: Macellazione di animali Art. 21

1 I mammiferi possono essere macellati soltanto se sono stati storditi prima del dissanguamento.

2 Il Consiglio federale può assoggettare all’obbligo dello stordimento anche la macellazione di altri animali. 

3 Il Consiglio federale determina i metodi di stordimento ammessi.


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