Passa ai contenuti principali

Incidente ferroviario di Münchenstein

Non sono un amante di sciagure a fatti "casuali" che sono capitati nella storia.
La domanda che però mi sorge é quella se effettivamente si tratta di semplici imprevisti o se oppure potevano essere evitati.
Così come nella vicenda della buzza di Biasca lo zampino dell'uomo c'é tutto; inevitabile la frana ma si é cincischiato troppo nello svuotamento del lago generato dallo smottamento.

Un "appiglio umano" lo si trova in maniera ancora più evidente nell'incidente di Münchenstein.
Tra i nome appare anche quello di Eiffel (si quello della torre), che si ritrova sua malgrado il nome affiancato, ma senza colpe, a quello di una sciagura.

Sono venuto a conoscenza dell'incidente in un ambito completamente diverso: la prima immagine é stata realizzata da Karl Jauslin, pittore che in prevalenza si occupava di riporodurre eventi storici, ma non solo. Grazie a Karl quindi scopro questa triste pagina di storia, così come casualmente scoprii anche quella del tunnel di Hauenstein nei pressi di Olten

Una splendida giornata

La giornata era splendida, era estate e i dolci pendii del vicino Giura avevano stuzzicato la voglia di evasione dei basilesi. L'atmosfera al posto di guardia centrale era di allegria. I passeggeri erano così numerosi che al treno diretto a Delémont furono aggiunte diverse carrozze di terza classe. Fu aggiunta anche una seconda locomotiva per far fronte al sovraffollamento. Alle 14.15 il treno della Compagnie Jura-Simplon lasciò Basilea con le due locomotive. Pochi minuti dopo la partenza, il capotreno Wenger, che si trovava nel furgone della posta, si preparò ad attraversare il binario aperto per raggiungere l'affollata carrozza di terza classe per controllare i biglietti dei passeggeri. Una volta superata la stazione merci di Wolf, si intravede presto il ponte di Birs, lungo quindici metri e con le sue travi di ferro. Fu costruito nel 1875 su progetto di Gustave Eiffel. Come da istruzioni, gli ingegneri rallentarono a 40 chilometri all'ora, poiché il livello dell'acqua era alto in quel periodo dell'anno. Mentre attraversavano il fiume, il macchinista e il direttore di macchina sentirono la prima locomotiva inclinarsi su un lato ancor prima di raggiungere l'altra sponda. L'arco del ponte cedette sotto il peso della seconda locomotiva.

L'incidente

L'incidente ferroviario di Münchenstein del 14 giugno 1891 si verificò quando un ponte sulla Birs, progettato dall'ingegnere francese Gustave Eiffel nel 1875, crollò mentre un treno lo stava percorrendo.

"Ci fu un rumore assordante, un rombo terribile, un tuono. All'inizio non riuscivo a vedere nulla a causa della nube di vapore, ma sentivo che il motore affondava lentamente nel fiume. Quando la densa nube si è dissolta, ho visto diversi vagoni oscillare sopra la mia testa e l'unica cosa che riuscivo a pensare era che mi avrebbero investito", ha spiegato l'autista un giorno dopo. Una dopo l'altra le auto sono scivolate nel fiume. L'aria era piena di urla strazianti. I passeggeri strisciavano verso i finestrini per saltare nel Birse. Alcuni riuscirono a fuggire, altri annegarono".

 La maggior parte dei 500 passeggeri del treno proveniente da Basilea voleva probabilmente partecipare al festival canoro del distretto di Münchenstein. Il ponte era stato danneggiato da un'alluvione dieci anni prima, ma la cosa era passata fatalmente inosservata.

Quando il treno da 300 tonnellate, con i suoi 13 vagoni e le due locomotive A3T, passò sul ponte, questo prima si inclinò leggermente verso destra e poi crollò improvvisamente. Le due locomotive, tre carri merci e quattro vagoni passeggeri sono caduti nella Birs allagata. Cinque vagoni passeggeri rimasero illesi sui binari, mentre un sesto rimase incastrato nella testa del ponte e fu squarciato a metà.

Il disastro disegnato da Karl Jauslin

Nella vicina chiesa di San Bartolomeo si stava cantando quando si verificò l'incidente. Tra i primi soccorritori sul ponte c'erano visitatori e partecipanti al festival canoro. I vigili del fuoco di Münchenstein sono intervenuti in aiuto dei medici di Basilea circa un'ora dopo con un treno supplementare. Anche i vigili del fuoco di Basilea sono accorsi in aiuto, così come il personale dell'esercito della scuola di reclutamento medico della caserma di Basilea.

Un escursionista che si è goduto il sole quella domenica racconta:

"Siamo partiti dopo le due del pomeriggio. C'erano molti bambini e ridevano. Quando abbiamo raggiunto la piazza della stazione principale, sentivamo già che tutte le carrozze erano partite per Münchenstein. Più ci avvicinavamo al villaggio, più incontravamo uomini, donne e bambini con i volti insanguinati e le teste fasciate, trasportati su qualsiasi cosa avesse le ruote. Era chiaro che si era appena verificata una terribile catastrofe. La scena dell'incidente era orribile da vedere. La vista dei corpi mutilati, allineati in diverse file sul terreno verde del prato, con i volti a volte gonfi e bluastri, era insopportabile.

Nell'auto appena sotto, che fu sgomberata solo a tarda sera, c'era un sopravvissuto. Chiedeva aiuto, con i piedi incastrati nel mucchio di lamiere. Gli fu dato del brandy per tenerlo in vita. Ma una volta estratto dalle macerie, dopo quattro ore terribili, ha ceduto alle ferite".

L'incidente causò 171 feriti e 73 morti. Le lapidi commemorative nei cortili delle chiese di Münchenstein e Reinach ricordano ancora oggi il disastro, 

Un'immagine apocalittica: il disastro ferroviario di Münchenstein del giugno 1891.

Il disastro ferroviario di Münchenstein del 14.06.1891

La parte rossa del treno è caduta nel fiume Birs.
Il vagone di colore verde è rimasto bloccato sulla testa del ponte occidentale
I vagoni di colore blu scuro sono rimasti sui binari
Il treno si trova nel punto in cui il ponte è crollato

Sembra ancora di sentire il rumore del ferro che si accartoccia

Commenti

Post popolari in questo blog

Su e giù per la Calanca

Una delle mie abitudini, complice il clima da bisboccia, quando nei capannoni tolgono la musica sull’albeggiare é quella di intonare canti popolari. Piuttosto limitato il mio repertorio, di molte canzoni infatti purtroppo conosco solo il ritornello. Tra queste possiamo tranquillamente annoverare quella della val Calanca " ...dicono che la Calanca piccola valle sia, invece sei la più bella piccola valle mia... " Ma sarà poi vero?   Sfatiamo subito; chi se la immagina stretta, con gole profonde scavate dal fiume si sbaglia, o almeno da Arvigo in su il fondovalle regala ampi spazi L'obiettivo della giornata é recarsi in postale a Rossa. Da qui inerpicarsi alla ricerca di reperti sacrali (alcune cappelle segnalate in zona). Poi scendere lungo la strada carrabile di nuovo a Rossa e da qui seguire il sentiero sul fondovalle cercando di giungere almeno fino ad Arvigo L'antico insediamento della Scata Poco fuori Rossa inizia la salita e subito incontro il primo elemento di in...

Samuel Butler e il passo del Sassello

Cosa accomuna il sottoscritto e Samuel Butler? Fino a ieri pensavo nulla oltre al bianco degli occhi. E invece, per mia grandissima sorpresa un elemento che pensavo solo ed esclusivamente mio. Ultimo tratto verso il passo dal versante leventinese. Sullo sfondo il lago di Prato (2056 m.s.m.) Percorro, o meglio cerco di percorrere, il passo del Sassello almeno una volta all'anno. Sarà perché é un passo poco frequentato. Sono sicuro che in passato non fosse così, in più tratti (come la foto sopra) compaiono delle tracce di intervento umano per facilitare la percorribilità.   Dopo le mie prime tre ascensioni non incontrai persone da entrambi i versanti; sarà perché non conosciutissimo, sarà perché da guadagnare metro per metro (non ci sono carrabili che portano vicino alla sommità) e quindi faticosissimo. Sarà perché bisogna proprio ad andare a cercarselo. In rosso il passo del Sassello Il passo del Sassello E solo dopo l'indipendenza ottenuta dal Cantone Ticino nel 1803, dopo tr...

Le Landeron

“Come i funghi”, si dice solitamente quando ne trovi uno e poco distante immancabilmente ce n’è un altro. Questa regola non é applicabile a tutto ma se ci si reca nell’angolo occidentale del lago di Bienne ci sono due città di chiaro stampo medievale (il mio vero motivo della visita) a pochi chilometri di distanza. Siamo proprio sul confine linguistico francese / tedesco nonché quello cantonale trovandosi Le Landeron cattolica in territorio neocastellano (NE) e La Neuveville  protestante bernese (BE). Quello di Le Landeron si tratta di un ritorno, dopo la visita a La Neuveville scoprii che c'era un museo che però per l'occasione era chiuso, un ritorno é quindi d'obbligo Parte meridionale dell’abitato fotografato dalla sala di giustizia del municipio di Le Landeron Le Landeron occupa una posizione unica nel suo genere nel Cantone di Neuchâtel: un sito di pianura, a 700 metri a ovest del lago di Bienne, su un terreno in leggero pendio, in una regione meravigliosa, costellata...

Da Lugano al Convento del Bigorio

La partenza é fissata alla stazione dí Lugano. So che sarà una sfacchinata, non esagerata ma pur sempre una sfacchinata. Il mese di maggio é agli sgoccioli, hanno iniziato ad esserci le giornate torride, o perlomeno afose. Di buona lena prendo il treno e verso le 09:00 sto già partendo dalla stazione di Lugano.  Per la giornata di oggi conosco alcuni posti in cui transiterò perché già visti da qualche parte, oltre a questi potrebbero esserci luoghi a me tutt'ora sconosciuti e se dovesse capitare mi lascerò piacevolmente sorprendere. San Maurizio in Rovello La prima grande sorpresa giunge alle porte di Lugano, la chiesa di San Maurizio in Rovello La piccola chiesa, addossata a una masseria di origine medievale attestata sin dal 1203, è stata a lungo proprietà degli Umiliati. Sorge sul territorio dell'antico quartiere di Rovello, ed è oggi parte di Molino Nuovo. Il complesso rurale si sviluppa intorno ad una corte centrale di forma triangola allungata, selciata secondo tecniche ...

D.A.F. De Sade - Elogio dell’omicidio

Si proprio quel De Sade. Trovo un libricino in una altrettanto minuscola biblioteca a Biasca. Incuriosito da titolo ed evidente me autore ne prendo possesso. Il racconto narra dell’incontro di Juliette con il pontefice Sisto VI. Juliette pone 4 richieste al pontefice in cambio dei suoi favori sessuali che si riveleranno poi dei più depravati. Quello a colpire é il tema centrale del libro: il papa illustra a Juliette che l’omicidio non solo deve essere tollerato ma é necessario Del divin marchese (1740-1814) la cui biografia oscilla tra il più spinto libertinaggio e lunghi anni di prigionia - in pochi ne hanno saputo parlare con tanta lucidità come George Bataille: "di Sade dovremmo poter prendere in considerazione unicamente la possibilità che offre di calarci in una sorte d'abisso d'orrore che dobbiamo esplorare, e che inoltre é dovere della filosofia esporre, chiarire e far conoscere. Considero che per chi voglia andar fin in fondo nella comprensione di ciò che significa...

Da Einsiedeln a Rapperswil

Einsiedeln é già stata tappa delle mie scorribande , più volte. Questa volta però decido di non fermarmi nella cittadina / nel monastero, ma di usarla semplicemente come punto di partenza. Ed é un bene, perché anche tralasciando questa fonte di aneddoti sto per incontrarne molti altri sul mio percorso Il monastero di Einsiedeln Pronti…partenza…deviazione! Il monastero é già stato visitato a più riprese dal sottoscritto e qualcosa ho già postato qui . Decido di fare la prima ed unica deviazione proprio all’inizio del mio percorso; decido infatti di andare ad esplorare (di nuovo) il cimitero di Einsiedeln, anche perché a posteriori mi sono accorto che durante la mia prima visita mi sono sfuggiti diversi dettagli... Il cimitero di Einsideln  In particolare durante la mia prima visita mi é completamente sfuggito il monumento ai Bourbaki , che di conseguenza é la prima cosa che vado a cercare. Einsiedeln accolse 139 uomini e 63 cavalli dell'esercito francese che si ritirò in Svizzera. S...

L’emigrazione nelle valli ambrosiane

Non ce ne sono tantissime, ma quando viene organizzata una conferenza sulla storia delle nostre vallate faccio il possibile per partecipare. A quella sulle emigrazioni dalle valle ambrosiane giungo appena in tempo e trovo la saletta delle conferenze del Museo di Leventina molto affollata. Giusto il tempo di trovare una sedie in seconda fila e la conferenza inizia.     La compagnia Correcco-Bivio assicurava viaggi in tutto il mondo e con una traversata dice in sei giorni cui celerissimi vapori postali Emigrazione e immigrazione In realtà non si trattava solo di emigrazione, la trasversalità da montagna a montagna faceva sì che ci fossero delle famiglie che partivano dai comuni in altitudine per andare a lavorare nelle città d'Italia e contemporaneamente in questi comuni arrivavano persone da fuori a fare il boscaiolo , per esempio nel mendrisiotto arrivano dalla Val d'Antrona, dalla val Brembana, oppure spostamenti trasversali da valle a valle: dalla val Verzasca si spostavan...

Donne sfiorite

Questo idilliaco quadro l’ho visto due volte in pochi mesi: alla galleria Züst di Rancate e al MASI di Lugano pochi mesi dopo. Ma poco importa. Idilliaco e utopico  Il canto dell'aurora, 1910 - 1912 Luigi Rossi (1853–1923) 1910–1912, olio su tela. MASI Lugano. Deposito Fondazione Antonio Caccia. Acquisto 1913 Sotto un ampio cielo, si apre il paesaggio della Capriasca, luogo di villeggiatura estiva del pittore, in cui sono collocate quattro contadine che intonano un canto, orientate verso i punti cardinali. Il tema dei contadini al lavoro, ampiamente trattato dall’artista, mostra un rapporto sereno fra la natura e l’uomo, mentre la resa pittorica, dalle pennellate parzialmente filamentose, rende il soggetto quotidiano atemporale e simbolico. Quello che importa sono le identiche sensazioni che mi ha trasmesso entrambi le volte. La prima cosa che ho notato sono le gerla: vuote! Finalmente e inesorabilmente vuote! Ci voleva un quadro per una visione simile, che io ricordi non esiste fo...

Una nuova partenza

Ho gestito un blog dal 2004 al 2016 Dal 2016 ho preso una pausa, nel frattempo il mio stile di vita e i miei interessi sono mutati, si potrebbe sostenre che sono passato dall'epoca "tardo bimbominkia" al "consapevole di un esistenza da sfruttare bene", o ancora, come amo dire, aver cambiato la mia stagione umana, che sia da "primavera a estate" o da "estate a autunno" non l'ho ancora capito. Nel frattempo i miei interessi si sono spostati fondamentalmente su due temi: montagna e storia. Perché Suvorov55? Suvorov55 é un nome che riesce a racchiudere entrambe le mie passioni, cosa abbastanza difficile in una parola; si tratta di un percorso proposto da una delle innumerevoli app di escursionismo che propone di ripercorrere il percorso fatto dal generalissimo Suvorov nelle alpi svizzere nel contesto delle guerre napoleoniche, il percorso si chiama appunto Suvorov55 ed é una dei miei innumerevoli obiettivi che mi sono proposto di raggiungere....

Ufenau

L’ho rasentata durante la passeggiata Einsiedeln - Rapperswil, e mi sono fatto ingolosire. La presenza del Huttenwyl li esiliato non ha fatto altro che aggiungerci fascino. Approfitto di una giornata tersa per andare in avanscoperta della piccola ma affascinante isola di Ufenach (o Ufnach). Giusto per approcciarmi in maniera soft prendo il primo battello da Zurigo Bürkiplatz e mi godo il docile ondeggiare verso la parte meridionale del lago Ripresa con un drone da un'altezza di 300 metri: Arnstein, il punto più alto dell'Ufenau con i suoi 17 metri, si trova a destra del molo. Foto: Emanuel Ammon/Aura Cartina del 1844 dell'isola di Ferdinand Keller Dal 1857 i battelli a vapore attorcano a Ufenau. Da quel momento si assiste a un incremento di visite sull'isola e con esso souvenirs come questa cartolina degli anni 1900 Preistoria Le tracce della presenza umana su Ufnau risalgono alla preistoria. I resti di un tempio gallo-romano del II/III secolo d.C. dimostrano che l...