Che un museo possa contenere sezioni a temi diversi é la normalità, contenere invece tre tipologie diverse lo definirei un unicum. Ci vuole anche coraggio.
Si dice che Olten sia stata fondata dai conti di Frohburg. Nel Medioevo i Frohburg erano una famiglia nobile e influente. Il loro castello di famiglia sorgeva su una cresta rocciosa sopra Trimbach ed ancor’oggi è una delle più imponenti rovine medievali del Giura.
Come ogni cittadina di cui ho seguito in maniera poco più che superficiale la storia é stata centro di un incendio. Da Airolo nel 1877 a quello più imponente di Glarona del 1861
Ho n seguito la città non è più in grado di dimostrare i propri diritti statutari.
Basilea perde interesse per Olten.
Questo stemma in pietra ornava l'Obertor, parte delle fortificazioni cittadine di Olten, a partire dal 1542. La città di Soletta la usò per marcare il suo dominio sulla città di Olten, che aveva acquisito dal vescovato di Basilea nel 1532.
I due santi della città di Soletta, Urs e Viktor, inquadrano lo stemma imperiale, l'aquila bicipite coronata, come portabandiera.
Soletta era una città libera direttamente subordinata all'imperatore tedesco dal 1218.
Sotto la doppia aquila, lo stemma della città di Soletta è visibile due volte. Lo stemma di Olten con i tre abeti è inserito nella barra sottostante.
La pietra dello stemma fu ricoperta di gesso nel 1798, in occasione dell'invasione francese, e messa in sicurezza quando l'Obertor fu demolito nel 1837.
Olten e il suo ponte in legno
Questo é quello che propone la casa dei musei di Olten che offre ai suoi visitatori non due ma ben tre micromusei in uno, e sarebbero quattro se l’ultimo piano non fosse in fase di allestimento.
I tre piani trattano di “museo naturale, “museo storico” e “museo archeologico”.
Museo scienze naturali
Questo tipo di museo malgrado spesso sia sicuro di effetto visivo raramente suscita in me un interesse paragonabile a qualsiasi argomento storico. Propongo però le foto di due animali esposti con grande cura
Coppia di lupi
Upupa
Eccezioni di interesse in questa parte di museo potrebbero essere ad esempio degli animali con due teste o particolarità sotto formalina. Trovo qui ad Olten una particolarità mai vista prima e sicuramente degna di nota.
Un piccione sezionato allo scopo di mostrare l’entusiadmante percorso dell'apparato digerente che esposto così nudo e crudo suscita un minimo di emozioni
Apparato digerente del colombaccio Columba palumbus
La coltura serve a far pre-seminare i semi e i grani per la successiva digestione.
Qui viene prodotto anche il latte di coltura.
I genitori nutrono i loro piccoli con questa secrezione durante i primi giorni.
1. Becco
2. Esofago
3. Gozzo
4. Stomaco ghiandolare
5. Ventriglio con calcoli gastrici
6. Intestino
7. Retto
Museo storico
Olten è più di una semplice stazione ferroviaria. La cittadina si è sviluppata rapidamente grazie alla ferrovia, ma le sue origini sono molto più antiche. Celti e Romani si erano già stabiliti qui.
Nel Medioevo la città cambiò numerosi padroni: prima i conti di Frohburg, poi il vescovo di Basilea e infine entrò nell’influenza di Soletta. Anche nel passato, viaggiatori e mercanti facevano sosta qui e contribuivano al benessere economico della città. Le fabbriche costruite a Olten nel XIX e XX secolo producevano saponi, camion e generi alimentari, che venivano venduti in tutta la Svizzera e all’estero.
Castrum
Già all'inizio dell'epoca romana, Olten era un insediamento posto all'incrocio di importanti vie di comunicazione. Nella tarda antichità, il villaggio fu ridimensionato e, con la costruzione di una cinta muraria difensiva, fu costruito un castrum.
Nel Medioevo, la fortificazione tardo-romana divenne parte delle mura della città. In seguito servì da fondamenta per gli edifici residenziali, e in alcuni punti è ancora oggi conservata nelle cantine. Negli ultimi anni sono state condotte indagini edilizie su piccola scala in diverse aree delle mura del castrum. Nell'estate del 2020 lo scavo nella "Torre delle Streghe", nell'angolo sud-ovest della città vecchia, ha rivelato una sezione finora sconosciuta delle mura del castrum.
Questo fornisce una risposta alla questione a lungo dibattuta sul tracciato delle mura nella parte meridionale della città.
La città vecchia di Olten, alla confluenza dell'Aare e del Dünnern.
La sua forma risale al al castrum tardo-romano.
Ecco come poteva apparire il Castrum di Olten. Vista del cancello d'ingresso alla Hauptgasse di oggi, a sinistra la torre di Klosterplatz 19.
Un vicus non fortificato, il cui nome non è stato tramandato, si estendeva tra l'odierno centro cittadino (a sud), la Frohburgstrasse (a nord) e l'odierna Baslerstrasse verso la zona detta Hammer (a ovest)
Coppia in atteggiamenti amorosi
Rovine del castello di Trimbach
Il piccolo nucleo di Olten
Nel 1411, un primo incendio distrusse l'intera metà settentrionale della città,
dalla Porta Superiore allo Zielmp.
Nel secondo incendio del 1422, l'archivio comunale viene distrutto dalle fiamme.
Basilea perde interesse per Olten.
Stemma in pietra del 1542
I due santi della città di Soletta, Urs e Viktor, inquadrano lo stemma imperiale, l'aquila bicipite coronata, come portabandiera.
Soletta era una città libera direttamente subordinata all'imperatore tedesco dal 1218.
Sotto la doppia aquila, lo stemma della città di Soletta è visibile due volte. Lo stemma di Olten con i tre abeti è inserito nella barra sottostante.
La pietra dello stemma fu ricoperta di gesso nel 1798, in occasione dell'invasione francese, e messa in sicurezza quando l'Obertor fu demolito nel 1837.
Veduta da sud est di Olten. Gouache realizzata nel 1841 da Andreas Keller (Kunstmuseum, Olten).
Il centro storico è situato sulla sponda sinistra dell'Aar. Simbolo di Olten è la torre dell'antica chiesa cittadina, che si è conservata nonostante la demolizione della navata nel 1844. A sinistra della città vecchia si innalzano le due torri della nuova chiesa cittadina costruita nel 1813. Il ponte coperto sull'Aar fu realizzato nel 1804 da Blasius Baltenschwiler in sostituzione di quello bruciato dai contadini e dalle truppe bernesi nel 1798. Le industrie e le officine ferroviarie si insediarono soprattutto sulla riva destra del fiume. L'imponente edificio con il tetto a gradini (sulla destra) era utilizzato come essiccatoio dal birrificio Trog.
Olten 2023
Quadri angolari
Mi imbatto di nuovo nei quadri “angolari” già visti ad Appenzello; a dipendenza del punto da cui si osserva il quadro apparirà un immagine, esso sono spesso collegate tra loro
Riformatori: Ulrich Zwingly - Martin Lutero - Giovanni Calvino
Eroi svizzeri: Gugleilmo Tell - Patto del Grütli - Adrian von Bubenberg
Arte anonima di guerra
Come già notato in altri musei ci sono veri e propri reperti di guerra svizzera, si tratta di reperti artistici fatti da soldati svizzeri nei grandi momenti di attesa che hanno caratterizzato il nostro Paese dal lato militare durante le grandi guerre. Si passa da ossa decorate, bastano intagliati alla tavola di legno dipinta come quella presente nel museo di Olten
Durante la Prima guerra mondiale la fortezza di Hauenstein ingloba anche la città di Olten.
Una marca dimenticata
Che esistevano veicoli "made in Switzerland" era un fatto a me conosciuto, uno su tutti i camion della Saurer. La marca Berna invece mi risulta del tutto nuova, oggi scopro che gli elementi sono correlati:
Nel 1903 Joseph Wyss trasferisce da Berna a Olten la sede della sua fabbrica di automobili di grande successo. Da allora in poi, in città, non vengono costruite solo autovetture, ma anche camion e altri veicoli commerciali. Dal 1974 in poi, a Olten, sono prodotte solo le singole parti. I veicoli sono infatti assemblati dal nuovo proprietario Saurer nella Svizzera orientale. Tuttavia, la ditta Berna rimane un importante datore di lavoro fino agli anni Ottanta e molte componenti sono ancora prodotte o rifinite a mano. Gli elevati standard di qualità sono la norma per quest’azienda. Alcuni veicoli commerciali sono ancora in uso oggi
Rarissimo manifesto di Emil Cardinaux nello stile di Ferdinand Hodler. Un classico manifesto svizzero del Maestro, per la "Berna Truck Company". Lo stesso Emil é l'autore della grande maggioranza delle 30 cartoline del Grigioni pubblicate in passato
All’ultimo grido nel 1903: l’autovettura vis-à-vis della ditta Berna
I tunnel dell'Hauenstein
La linea Hauenstein è una delle linee ferroviarie più antiche della Svizzera. Collega le due città di Basilea e Olten.
Il nome Hauenstein, che ricorda le vie cave medievali scavate in profondità nelle rocce calcaree, si riferisce a due valichi sulla catena principale del Giura e al villaggio di Hauenstein a sud della cresta del Passo del Basso Hauenstein.
Due costruzioni di tunnel sull'Hauenstein hanno avuto un'influenza decisiva sulla città e sui suoi collegamenti. Il primo era lo Scheiteltunnel, che collegava Olten a Basilea.
Nel 1857 si verifica un incidente che provoca 63 vittime.
La costruzione del tunnel di base dura dal 1912 al 1916. Gli operai del tunnel e le loro famiglie vivono nell'insediamento "Tripolis" vicino a Trimbach. Tensione e fascino caratterizzano la loro convivenza con la popolazione locale.
La costruzione della galleria sull'Hauenstein è impegnativa a causa della formazione geologica. La direzione dei lavori e gli operai sono sottoposti a una forte pressione temporale, perché i ritardi possono comportare pesanti multe. Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale ne impedisce inizialmente il completamento. L'inaugurazione avviene due anni dopo la svolta .
I due tunnel, a sinistra quello più vecchio che passava sotto Hauenstein, mentre a destra quello più recente il tunnel di base dell'Hauenstein
Il disastro del primo tunnel dell' Haunstein (28.05.1857)
Mappa della ferrovia Basilea-Olten dell'ingegnere Rudolf Gross del 1850, in rosso il primo tunnel
Il 28 maggio 1857 si verificò un incidente durante la costruzione del tunnel Hauenstein-Scheitelt. All'altezza del pozzo 1 era stata allestita una fucina per gallerie (forge) e a mezzogiorno una corrente d'aria insolitamente forte spense le lampade della fucina. Nel pozzo, le travi di sostegno e le tavole ricoperte da uno spesso strato di fuliggine avevano preso fuoco. Alcuni operai riuscirono a salvarsi dal crollo delle travi e delle tavole in fiamme. Enormi masse di terra rimbombarono nel tunnel e tagliarono la strada di ritorno a 52 operai.
Tracciato dell'asse del tunne, in rosso i tre pozzi,
quello a destra, il numero uno, fu quello teatro della disgrazia
Per spegnere l'incendio, il contenuto di un intero stagno fu versato nel pozzo 1 dall'alto e si cercò di scavare un passaggio attraverso il cono di detriti della galleria. Ma quando hanno perforato il cono di macerie, che era completamente ricoperto dall'argilla dell'acqua, sono fuoriuscite enormi quantità di gas velenosi di monossido di carbonio. Dopo qualche tempo, il tentativo di salvataggio fu abbandonato, perché undici soccorritori morirono per avvelenamento e circa 500 uomini furono portati fuori dal tunnel in stato di incoscienza. Furono quindi utilizzati vari mezzi nel vano tentativo di migliorare la circolazione dell'aria. L'ottavo giorno dopo l'incidente fu finalmente fatta una scoperta. Nel tunnel dietro la barricata furono trovate morte tutte le 52 persone intrappolate, probabilmente decedute il primo giorno dopo l'incidente a causa dei gas. L'incidente costò la vita a un totale di 63 lavoratori
Illustrazione del rogo sul cantiere della galleria dell’Hauenstein del 28.5.1857. Silografia intitolata "Ritrovamento dei primi 31 morti nel pozzo n. 1" secondo un disegno di Heinrich Jenny, pubblicata nella rivista Die Gartenlaube, illustrirtes Familienblatt, 1857, n. 28, p. 389 (Bayerische Staatsbibliothek, Münchener DigitalisierungsZentrum).
L’incendio era scoppiato presso la forgia della galleria e fece crollare un pozzo. Dei 122 lavoratori che si trovavano nel tunnel, 70 riuscirono a scappare, mentre 52 rimasero bloccati in galleria e morirono per intossicazione da fumo e gas. Lo stesso destino toccò a 11 soccorritori, che tentarono di raggiungere gli operai intrappolati.
Illustrazione del rogo nella galleria dell’Hauenstein del 28.5.1857. Silografia intitolata "La sepoltura delle ultime 21 vittime" secondo un disegno di Heinrich Jenny, pubblicata nella rivista Die Gartenlaube, illustrirtes Familienblatt, 1857, n. 29, p. 405 (Bayerische Staatsbibliothek, Münchener DigitalisierungsZentrum).
Il 4 giugno i primi soccorritori riuscirono a raggiungere il luogo della disgrazia. Dapprima si trovarono 31 morti presso la forgia vicino al pozzo che era crollato. Due giorni dopo si scoprirono le ultime 21 persone uccise nel rogo. La sepoltura pubblica si svolse nel cimitero di Trimbach. Sulla destra si scorgono le croci disadorne delle vittime che erano state precedentemente sepolte.
I lavori di costruzione furono ripresi il 18.6.1857; il traforo avvenne il 31.10.1857 e il 1.5.1858 venne inaugurata la linea ferroviaria Basilea-Olten.
Tunnel di base dell'Hausenstein
La costruzione della galleria di base dura dal 1912 al 1916. A Trimbach viene edificato il villaggio che ospita gli operai delle gallerie e le loro famiglie. La convivenza dei nuovi arrivati con la popolazione locale è caratterizzata da momenti di tensione ma anche di avvicinamento.
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