Ci sono cose, oggetti, che ci circondano da quando siamo nati. Incredibilmente non ci facciamo mai vermaente caso, oppure li vediamo ma li dimentichiamo all'istante, non permettiamo nemmeno che la loro visione venga elaborata nel nostro cervello.
L'uomo selvatico é un caso tipico per me, ora che ho iniziato ad approfondire la sua origine mi sembra di continuare a vederlo; cosa che succedeva sicuramente prima ma come detto non me ne curavo.
Zofingen
Lo rivedo a due riprese durante la mia visita del 20.05.2023 a Zofingen, la prima volta disegnato in un sottotetto a cassettoni nelle vie della città.
Uomo selvatico, o almeno, così interpretato da me nella via principale di Zofingen
Una seconda volta poche ore dopo in una rappresentazione molto più recente al museo d'arte sempre di Zofingen.
Opera completa in cui appare in basso a sinistra l’uomo selvatico: corsa d'orientamento , Olevano, 2020 di Esther Ernst
L'autrice afferma: disegno cartografico che condensa la mia cognizione delle esperienze con il compatto villaggio di pietra nell'entroterra di Roma
Coira
Solo due giorni prima mi trovavo a Coira, e non ho potuto fare a meno di notare un uomo selvatico anche nella capitale dei grigioni.
e un altro addirittura a fianco degli scudi delle tre leghe che costituiscono il cantone dei Grigioni
Sulla destra un ennesimo uomo selvatico

Stemma della Lega delle Dieci Corti, variante con Uomo Selvatico (1549)
Museo di Berna
Come non bastasse mi imbatto nel mio archivio in questa foto (di scarsa qualità) che scattai al museo storico di Berna
Uomo selvaggio, Germania del sud, prima metà del XVII° secolo
Questa irsuta figura rappresenta la posizione tra la natura e la civilizzazione. Le persone selvagge popolano il mondo immaginario delle foreste impenetrabili e delle montagne inacessibili. Ambigui si immischiano tra la gente in maniera talmente inquietante e talvolta utile.
La statuettta portava un recipiente per bere sulla schiena
Decido quindi di approfondire ulteriormente l'argomento che si rivela essere molto più presente dell'immaginario collettivo di quanto pensassi
Timido, schivo e maledetto
Conrad Gessner riferisce che nel 1531, in una foresta nei dintorni di Salisburgo, fu trovato un essere ricoperto di peli biondo-rossicci, completamente selvaggio, che non voleva vedere nessun essere umano e si rifugiava negli angoli. Poiché ricusava il cibo e le bevande, mori pochi giorni dopo la cattura è la laconica informazione con cui si conclude l'articolo.
Questa descrizione estremamente sommaria non ha niente a che vedere con l'elaboratissima incisione usata per illustrarla e che dimostra fino a che punto può dilagare la fantasia di un artista, pur prendendo l'avvio da uno spunto banale e povero di suggestioni.
Conrad Gessner chiama questa creatura Forstteifel, cioè diavolo delle foreste, non perché abbia una qualche rassomiglianza con il diavolo così come di solito lo si dipinge - dice -, ma perché quest'esempio può forse dimostrare che la maledizione divina nei confronti del peccato è tanto spietata che anche la creatura da Dio prediletta, l'uomo, può venir "respinta in un orrore indicibile"
Questi esseri selvaggi sono dunque maledetti e vengono considerati con orrore dal resto dell'umanità
Wildero wibo house
Uno dei riferimenti più antichi risale all’XI secolo, là dove il Penitenziale di Bucardo di Worms definisce peccaminosa la creduloneria secondo cui i cristiani prestano fede alle dicerie sulle silvaticae (evidentemente, donne selvagge). Esse, secondo la superstizione locale, erano donne appartenenti a una razza non umana: vivevano nei boschi in una grande wildero wibo house (evidentemente, una wild woman house), fuoruscendo dalla selva al solo scopo di rapire ragazzi aitanti, da utilizzare a scopo riproduzione.
Nabucodonosor
Nabucodonosor II (634 a.C. ca – 562 a.C. circa) è stato un sovrano babilonese.Regnò dal 604 a.C. fino alla morte, avvenuta nel 562 a.C
Noto in antichità per essersi dedicato alla ristrutturazione di Babilonia, è famoso invece ai posteri per essere accreditato alla costruzione dei Giardini Pensili, una delle sette meraviglie del mondo antico, e per aver distrutto il tempio di Salomone, causando la prima deportazione del popolo ebraico, meglio conosciuta come Esilio babilonese.
Nabucodonosor visto da William Blake.
Secondo la Bibbia, durante il suo regno Nabucodonosor avrebbe perso il senno e si sarebbe ritirato a vivere nella natura selvaggia come un animale, per poi riprendersi sette anni dopo. Probabilmente invece si tratta di un riferimento all'ultimo dei re di Babilonia, Nabonide. Come che sia, numerosi teologi hanno interpretato questa vicenda in diversi modi: Origene vide la metamorfosi come una rappresentazione di Lucifero, l'angelo caduto. Jean Bodin e Filippo Cluverio lo videro come un cambiamento sia fisico che spirituale, a differenza di Tertulliano, che lo circoscrisse solo alla sfera fisica. L'opinione maggiormente diffusa (anche se non confermata da fonti storiche) fu quella sostenuta in primis da San Girolamo, secondo cui il vanaglorioso re sarebbe diventato pazzo proprio nel momento in cui si vantava, in adempimento di un sogno fatto un anno prima e di cui il profeta Daniele gli aveva dato l'interpretazione.
L'inumano di Cicerone
L'antichità pagana conosceva anche l'idea che con l'«humanitas» si scartava la propria condizione fisica umana. Cicerone chiede in "de officiis" (III.82): C'è differenza tra un uomo che si trasforma in un animale crudele e se in forma umana si comporta in modo crudele come un animale? – Quid enim interest, utrum ex homine se convertat quis in beluam an hominis figura immanitatem gerat beluae?
Il Maestro del Petrarca, che ha illustrato la traduzione di Johann von Schwartzenberg, disegna un tipico uomo selvaggio:
Lo sviluppo dell'umanità
Jean Bourdichon (ca.1457–1521) dipinse quattro quadri con lo sviluppo dell'umanità denominati: L'uomo selvaggio o lo stato della Natura - Il miserabile o lo stato di povertà – L'artigiano o il lavoro – Il ricco o la nobiltà. –
Notare il contrasto con i castelli sullo sfondo
Stralci di poesia
Hans Sachs (1494–1576) scrisse Anno salutis 1530, il 2 giugno, il "Lamento del popolo dei boschi selvaggi sul mondo infedele"
tieni la casa nella foresta selvaggia
con i nostri bambini ignoranti,
che il falso mondo non ci trovi,
poiché amiamo i frutti selvatici,
dalle radici della terra
e bere una fontana rumorosa.
una grotta di pietra è la nostra casa,
nessuno scaccia l'altro,
la nostra società e festeggiamo nel bosco con le fiere;
quindi con coraggio unanime passiamo il nostro tempo qui,
finché non arriva un cambiamento nel vasto mondo intorno,
che tutti siano fedeli e felici,
lo stato ha povertà e semplicità;
lo rivogliamo fuori dai guai e vinto dalla moltitudine di persone,
quando la virtù e l'onestà crescono.
Vecchio lussurioso
L'eccitazione del vecchio che corteggia una ragazza è un motivo popolare.
Johann Theodor de Bry, Emblemata secularia, Oppenheim, 1611, fol. 13r lo mette in scena così: una donna voluttuosa raffigurata nuda viene accarezzata da Cupido alato – sullo sfondo un uomo vecchio e peloso striscia fuori dalla foresta a quattro zampe. Non sene lascivo monstrvm est deformivs vllvm (Nessun mostro è più brutto di un vecchio lussurioso.)
Tutto con cura
L'uomo selvaggio sul rovescio delle monete può anche essere classificato qui: Taler del maestro di zecca Henning Schlueter, 1636. Uomo selvaggio con abete, iscrizione in tedesco: ALLES.MIT.BEDACHT.ANNO.1636 (tutto con cura)
Kappelbruckiani almeno questo l'avete notato?
Un, gigantesco, uomo selvaggio in uno dei numerosi pannelli presenti sotto il tetto del Kappelbrücke a Lucerna
Il gigante di Reiden Nel 1577 vengono scoperte ossa gigantesche, che il medico della città di Basilea Felix Platter dichiarò come quelle di un gigante. Il pittore Hans Bock il Vecchio lo ha ricostruito in un dipinto. Come presumibilmente la persona più anziana nella storia di Lucerna, apre il ciclo.
Conclusioni inconcludenti
L'uomo selvaggio viene citato, narrato, interpretato nelle maniere più disparate; da figura folle e carnascialesca a figura schiva, da vecchio libidinoso ad amante della vita nella natura. Le sfaccettature sono a 360° e risulta praticamente impossibile affibbiare aggettivi ben definiti al personaggio in questione.
Se invece lo consideriamo in una determinata area e epoca riusciamo a conferirgli un immagine più precisa che muta a dipendenza dei casi. Ma forse sta proprio qui il bello dell'uomo selvatico, scoprire tutte le fantasie, paure, sogni umani a cui esso é collegato
Schembartsbuch (Museo Nazionale Tedesco di Norimberga) Maschere di Uomo Selvaggio, Schembarts Carnival di Norimberga (1449-1530).
[non finisce qui...]
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